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Francia: un governo con le mani legate

La finanziaria mette a rischio il nuovo esecutivo francese. Il Partito socialista è spaccato. [Mario Lucio Genghini]

Francia: un governo con le mani legate
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3 Settembre 2014 - 16.02


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di Mario Lucio Genghini

L”incubo più grande del Presidente francese, Francois Hollande, è la finanziaria 2015. Lì tutti i nodi nel Partito Socialista potrebbero venire al pettine a spese del nuovo governo, il Valls 2. In quell”occasione la spaccatura tra liberali e l”ala di sinistra del partito rischia di non trovare una ricomposizione, e tale previsione va prendendo quota anche alla luce dalle chiusure di Angela Merkel sulla revisione del patto di bilancio.

Hollande, dopo le dichiarazioni anti-austerity dell”ex ministro dell”Economia Arnaud Montebourg, è stato costretto ad aprire una crisi di governo. Così ha riaffidato l”incarico di primo ministro a Manuel Valls e ha praticamente buttato fuori dal nuovo esecutivo tutti i “frondisti” di sinistra del Ps. Una scelta coraggiosa la sua, visto che in parlamento ha già perso il sostegno dei Verdi e ora potrà contare solo sui voti del suo partito.

La scelta più discussa è stata quella di affidare il dicastero dell”Economia a Emmanuel Macron. Il trentaseienne liberal, ex manager della banca d”affari Rothschild e frequentatore abituale del gruppo Bilderberg, è decisamente liberista. Ciò rappresenta un grande rischio per la tenuta del governo, visto che i “ribelli” socialisti non hanno intenzione di appoggiare tagli alla spesa sociale per far fronte ai diktat di Berlino e Francoforte.

Che Macron abbia in animo di fare riforme impopolari non era certo un ministero. Il 27 agosto, qualche giorno prima della sua nomina, aveva infatti dichiarato a le Point che era necessario intervenire sul mercato del lavoro, rimettendo in discussione le 35 ore. Inoltre, pare che non abbia alcuna intenzione di proporre un aumento della tassazione per i ceti più alti. A tale proposito, ricordiamo che quando Hollande tentò di far approvare una imposta del 75% sui redditi più elevati (misura respinta dalla Corte Costituzionale), il neo ministro commentò ironicamente: “E” Cuba senza sole”.

Viste le premesse, dunque, il governo rischia grosso. Valls non dovrebbe avere difficoltà a guadagnarsi il voto di fiducia, tuttavia i “frondisti” non mollano e continuano ad attaccare le scelte di Hollande. Le accuse per ora sono abbastanza ideologiche. C”è chi accusa il Presidente di voler imporre a forza il social-liberismo e chi continua ad evidenziare la scarsa possibilità di dibattito all”interno del partito. Ma finiti gli slogan, quando si andrà alla sostanza, la minoranza del Ps sa che ha la facoltà di aprire una nuova crisi di governo.

Per questo motivo, il segretario Jean-Christophe Cambadelis è stato costretto a prendersi un impegno oneroso. Ai suoi, infatti, ha detto: “il Ps non ha un candidato per le presidenziali 2017”. In questo modo, non ha escluso le primarie e ha implicitamente detto che non è certo che Hollande correrà di nuovo per la presidenza.

Ma al di là delle prossime elezioni, non si può non ravvisare che il governo Valls è nato “con le mani legate”. A tale riguardo, Anna Maria Merlo su il Manifesto fa notare che Merkel probabilmente accetterà l”ex ministro francese Moscovici come Commissario per gli Affari Economici e monetari, ma che allo stesso tempo riuscirà a neutralizzare questa scelta. Infatti, la Cancelliera vuole affiancarlo al finlandese Kata-nien, fautore del rispetto rigoroso del Fiscal Compact. Inoltre, la strada della flessibilità indicata dalla Bce di Draghi è stata subito ridimensionata dalla Germania e la Francia si è accodata. Ciò è stato certificato da una dichiarazione del Presidente francese di ieri: “gli strumenti per rilanciare la crescita nell”eurozona dovranno sempre rispettare i vincoli europei”.

Insomma, la battaglia europea di Hollande contro l”austerity, sbandierata nella prima parte del suo mandato, sembra essere stata messa definitivamente da parte in cambio di qualche piccolo allentamento delle misure di rigore. Ciò potrebbe non solo sgretolare la maggioranza, ma anche avere un altro effetto nefasto: un nuovo slancio per Marine Le Pen.

La leader del Front National, vittoriosa alle europee e alle amministrative, di fronte ad una politica di tagli potrebbe incrementare ulteriormente i suoi consensi. Tale evenienza sarebbe resa possibile anche dal fatto che la destra Ump non ha ancora un”alternativa credibile per la presidenza. Il partito conservatore è così messo male che in molti sperano nel ritorno di Nicolas Sarkozy.

© Foto Getty Images – Tutti i diritti riservati.

(2 settembre 2014)

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