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6 miliardi per fare di una regione verde un ex regione verde

'Progetto autostradale Toto: decine di gallerie e 5 trafori come quelli del Gran Sasso. Il Forum Acqua: per l''Abruzzo ''un incubo ambientale e sociale'''

6 miliardi per fare di una regione verde un ex regione verde
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25 Luglio 2016 - 21.55


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da PrimaDaNoi.it.







ABRUZZO. Provate ad immaginare il  progetto più impattante ed invasivo per la ormai ex Regione verde d’Europa. Provate ad immaginare paesaggi mutati da viadotti o montagne sventrate da lunghissime gallerie. Provate ad immaginare che il tracciato incrocia tre faglie sismiche. Provate ad immaginare un costo di circa 6 miliardi di euro che apparentemente paga il privato. E tutto questo per «rendere più sicura» l’autostrada ed accorciare di pochi minuti i tempi di percorrenza.  

Ecco che il risultato è molto simile al mega progetto proposto da Toto e avallato dalla Regione Abruzzo ai tempi di Luciano D’Alfonso. Un progetto tanto mastodontico, sproporzionato e gigantesco da poter essere un ottimo argomento di barzellette.

In altri tempi, e altrove.

Non ora in Abruzzo.

Così,  solo grazie al Forum Acque, si svelano a poco a poco le carte che da un anno molte amministrazioni pubbliche conoscono ma nessuno ha diffuso e fatto conoscere agli abruzzesi.

Saranno allora interessati il Parco d”Abruzzo, Parco del Sirente, Simbruini, Gole del Sagittario e Gole di San Venanzio che saranno traforati per decine di km.

Un segno indelebile sarà lasciato anche nella Val Vomano e nella Val Valpescara.

Dalle mappe diffuse emergono impatti irreversibili su acquiferi, paesaggio, suolo, qualità della vita.

Ed i circa 6 miliardi che Toto sborserà saranno pagati dalle tariffe autostradali mentre in cambio  otterrà l’allungamento dell concessione per 30 anni. Gli abruzzesi pagheranno anche rinunciando al bene comune ambiente.

Nessuno avrebbe immaginato che dopo l’incubo trivelle, a spaventare molto di più sarebbe stata la mega trivella di Toto, quella che sarà usata per sfondare le montagne abruzzesi.

E gli ambientalisti iniziano ad organizzarsi per quello che sarà un bis di proporzioni gigantesche della lotta contro il terzo traforo del Gran Sasso degli inizi del 2000.


DOPPIA GALLERIA VERSO ROCCARASO

Il Forum H2o fa notare intanto che nel progetto, oltre alle varianti sulle autostrade, si prospetta anche una doppia galleria tra parco d”Abruzzo e Roccaraso, con tunnel sotto la Montagna Grande e il Genzana.

«Un”ipotesi del genere», dicono gli ambientalisti, «ci appare talmente incredibile, considerati anche i costi connessi a limitatissimi volumi di traffico, che lo riteniamo essere solo un “falso bersaglio” inserito ad arte per cercare di spezzare il fronte del No che si sta costituendo nelle aree interne. Far balenare un finto “moloch” per cercare di allettare quei territori che con la soluzione Toto-D”Alfonso si allontanerebbero ancora di più dall”autostrada, come la val Giovenco, le Gole del Sagittario e l”Alto Sangro. Uno smaccato tentativo di dividere il fronte che si sta costituendo contro l”opera, uno specchietto per le allodole da sacrificare per far andare avanti il vero progetto facendo magari vedere che si è pure pronti a cedere su qualcosa. Invitiamo dunque i cittadini di quei territori a non cadere nella trappola e cedere al canto delle sirene».


BUCATE LE FALDE ACQUIFERE

Le falde sarebbero impattate in modo irreversibile -dicono- con una monumentale perdita della risorsa idrica.

Le decine di chilometri di scavi attraverserebbero montagne carbonatiche letteralmente piene d”acqua, la risorsa più preziosa.

Sovrapponendo le mappe con la carta ufficiale della Regione Abruzzo degli acquiferi di interesse è facile notare l’impatto dell’opera: «stiamo parlando del patrimonio idrico con cui ci dissetiamo e che alimenta fiumi e sorgenti utili ad industria ed agricoltura».

Considerando solo i trafori e tralasciando per ora gli impatti che sono determinati anche dai tratti all”aperto, sarebbero toccati almeno 10 corpi idrici sotterranei di interesse, più di un terzo di quelli della Regione e tra i più significativi, un”enormità nell”epoca dei cambiamenti climatici.

Le aree interne verrebbero quindi infarcite di tunnel di decine di chilometri per bucare i Simbruini e il Sirente, martoriando gioielli ambientali unici in Europa come le Gole di San Venanzio; con il “pallone sonda” dei trafori nel Parco d”Abruzzo e attraverso il Monte Genzana, propongono di bucare anche le Gole del Sagittario.


L’OPERA DENTRO I PARCHI

L’opera poi attraversa anche le aree protette senza considerare gli impatti sulle aree immediatamente limitrofe come la Riserva di San Domenico a Villalago o la Riserva delle Gole del Sagittario.

«Basti pensare», spiega Augusto De Sanctis, «a cosa sarà delle famose sorgenti che sgorgano in queste riserve, alimentate proprio dagli acquiferi che verrebbero sconvolti dagli scavi. Molte di queste aree sono siti della Rete Natura2000 dell”Unione Europea per l”importanza faunistica e floristica. Da una sommaria analisi i tracciati demolirebbero letteralmente pareti di nidificazione di specie rarissime come Aquila reale, Falco pellegrino, Gracchio corallino, Lanario (specie addirittura prioritaria per l”Unione Europea) e siti di piante uniche al mondo come il Fiordaliso del Sagittario».


TANTI TUNNEL

Solo il massiccio del Sirente verrebbe bucato con un traforo di quasi 13 km (12,75 km) e con altre due gallerie di 2,3 km e 3,9 km che sarebbero collegate da un viadotto sulle Gole di San Venanzio. I Simbruini sarebbero perforati da un traforo di quasi 10 km (9,88 km per la precisione).

Ricordiamo che il Traforo del Gran Sasso, che ha comportato danni irreversibili alle falda abbassandola di 600 metri, era lungo “solo” 10 km. Complessivamente sono previsti 9 tunnel maggiori di 1 km (7 lungo le autostrade e 2 con lo specchietto delle allodole che riguarda l”alto Sangro).

Sempre secondo gli ambientalisti la Val Vomano, una delle poche valli abruzzesi che presentano ancora un po” di agricoltura, sarebbe sventrata da un”autostrada di 24 km per sboccare a Roseto con consumo di suolo irreparabile e risibili vantaggi a fronte di costi incredibili.

In Valpescara si propone una bretella che taglierà le campagne di Spoltore. Anche qui consumo di suolo inutile per gli ambientalisti.

«Spoltore e Santa Teresa», sostiene il Forum, «saranno separate da un”autostrada di alcuni chilometri divorando quanto rimane della campagna; i cittadini riceveranno in cambio smog, malattie da traffico e vista cemento al posto degli olivi. Santa Teresa sarà ridotta ad un centro abitato “spartitraffico”. Riteniamo vergognoso che la Regione Abruzzo e il suo Presidente non abbiano divulgato sul sito istituzionale della Regione tutti le carte disponibili di un intervento che a furia di cemento e talpe cambierebbe in peggio i connotati della Regione. Da oltre un anno si susseguono riunioni e addirittura pareri favorevoli. Dopo aver visto gli elaborati l”unico motivo valido che potrebbe giustificare questo atteggiamento è che il Presidente D”Alfonso abbia paura delle reazioni ad un progetto che pare disegnato per creare più danni possibili sotto tutti i punti di vista massimizzando i ricavi del gruppo TOTO. Sta cercando forse di mettere tutti davanti al fatto compiuto mantenendo i cittadini all”oscuro di quanto si discute nelle “segrete stanze”, con il risultato che comuni, associazioni e cittadini da mesi inseguono pezzi di documenti e delibere del progetto? »


«RISPARMI DI TEMPO IMMAGINARI»

 Â«Tra l”altro», ha aggiunto De Sanctis, «nelle carte che stiamo esaminando si “promuove” il progetto TOTO ipotizzando risparmi di tempo “immaginari” e comunque di pochi minuti, tra l”altro sostenendo che attualmente la velocità media di percorrenza possibile è di 90 km/h come si può leggere testualmente nel parere “favorevole” di un dirigente della Regione Lazio. Con la nostra esperienza diretta fatta più volte con un misero pandino e senza superare i limiti ci pare di poter smentire questo dato. Potremmo però chiedere direttamente al Presidente D”Alfonso se lui viaggia mantenendo i 90 km/h sulla Pescara – Roma quando va a sostenere i progetti di Toto nei ministeri».





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