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In morte della democrazia

Ormai le elezioni sono soltanto roba da addetti ai lavori. Potremmo prendere uno qualsiasi dei leader dei partiti (sempre meno) di massa e sostituirli con un ologramma, un'intelligenza artificiale: nessuno vedrebbe la differenza [F. Forciniti]

In morte della democrazia
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14 Febbraio 2023 - 12.59


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di Francesco Forciniti.

Nonostante le urne siano rimase aperte per due giorni, alle regionali della Lombardia ha votato solo il 41% degli aventi diritto, a quelle del Lazio il 37%. Ormai le elezioni sono soltanto roba da addetti ai lavori.

La gente non è più in grado di percepire alcuna differenza tra le due facce di un finto bipolarismo, nel quale entrambe le parti sono rese ugualmente irrilevanti dal loro asservimento alla tecnocrazia, al neoliberismo, alla legge dei mercati, alla grande finanza, al lobbismo dei grandi gruppi di potere multinazionali, all’atlantismo più acritico e autolesionista. Oggi potremmo tranquillamente prendere uno qualsiasi dei leader dei partiti (sempre meno) di massa italiani e sostituirli con un algoritmo, un ologramma, un’intelligenza artificiale: nessuno si accorgerebbe della differenza. E probabilmente è quello che accadrà in un futuro più o meno remoto.

La politica è stata uccisa, azzerata, annichilita in nome del pensiero unico, del pilota automatico. E il colpo di grazia le è stato dato proprio da chi era nato per fare la rivoluzione culturale, abituare nuovamente le persone alla partecipazione attiva, ridurre lo strapotere delle istituzioni sovranazionali, affermare un umanesimo basato su diritti, giustizia sociale, minore concentrazione del potere in capo a poche mani.

Che ne è oggi di quel sogno visionario che aveva saputo appassionare e fare sognare addirittura 11 milioni di italiani nel 2018? Oggi il “nuovo” Movimento 5 Stelle nella sua nuova veste di stampella del PD ha preso il 4% del 40% dei votanti. Si è fatto volutamente sterilizzare, normalizzare, ridurre all’irrilevanza, assorbire nuovamente negli schemi di un bipolarismo farlocco. Non c’è che dire, un capolavoro di lungimiranza.

Beppe Grillo aveva fatto tremare il potere costituito, ma poi ha deciso di restituirgli tutto con gli interessi, paradossalmente rafforzandolo, lasciando dietro di se un vuoto di rappresentanza ad oggi incolmato e incolmabile. Oggi c’è solo caos, disaffezione, disillusione, disincanto, astensionismo. Politicamente parlando, si tratta di un crimine storico.

Fonte: https://www.facebook.com/Francescoforci/posts/pfbid0aBAVcpcgUwotdS2KNJUeicYnSEedGMovEw1ZGgPQDnw8G138XSeKWAwdfY9dZPQMl.

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