di Enrico Lallai.
Avantieri sera mi rallegravo che nessuno avesse avuto l’ardire di inviarmi richieste di voto alle primarie del PD.
Poi il fatidico messaggio è arrivato e, complice la giornata piovosa, ieri ho deciso di investire del tempo per rispondere.
Infine, riflettendo sul tempo investito, ho pensato che riportare qui la mia opinione sul PD potrebbe evitare che in futuro capiti nuovamente.
Perciò buona lettura a tutti i miei contatti piddini o di quei paraggi.
Ciao *****, sei una persona che stimo e quindi mi prendo la briga di risponderti.
Per me il PD rappresenta il peggio che sia esistito nell’ambito politico italiano negli ultimi 10 anni. Il centrodestra nelle sulle tante forme fa ribrezzo, ma il PD riesce ad essere peggiore perché sulle questioni centrali (politica economica, estera, interna, diritti sociali) fa, dalla sua nascita, le stesse cose che fa la destra, difende gli stessi interessi e gruppi di potere, nascondendosi però dietro una retorica roboante riguardo i diritti civili, che io considero una foglia di fico bella e buona, un distrattore rispetto alle questioni cruciali per lo sviluppo e il progresso della società.
Il paradosso è che un partito proveniente dalla grande tradizione popolare e proletaria dei partiti di massa della Prima Repubblica sia ora il peggior nemico di tutto ciò che è popolare, a partire dalla cultura nazionale e da qualsiasi idea di uguaglianza sociale.
Se non bastasse, l’esistenza stessa del PD ha la funzione di tappo, di blocco, per qualsiasi tentativo di emersione politica delle forze di sinistra e lo fa esattamente con la dinamica che leggo nel tuo messaggio, cioè con l’ennesima illusione di una rivoluzione interna al partito, che ogni volta viene prospettata come una svolta a sinistra, tramite i Civati, i Bersani, i Cuperlo, le Schlein e chissà quanti ne sto dimenticando. E ogni volta il partito rimane la stessa accozzaglia di gruppi di potere incancreniti che si schiera sempre dalla parte del più forte, partecipando ai peggiori governi che l’Italia abbia avuto nella sua storia, senza mai trovare la forza di rompere questo schema, perché strutturalmente non può. La sua forza politica è esaurita da tempo perché non ha più la sua base sociale di riferimento e si fonda solo sul fatto di essere al potere e quindi di rappresentarlo, a livello locale e nazionale, con le ben note dinamiche clientelari, di cooptazione e di scambio di favori. Tutte dinamiche che gli permettono di galleggiare elettoralmente, grazie anche alle vergognose riforme elettorali che il PD stesso ha prodotto o appoggiato più o meno apertamente, a tutti i livelli, nazionale e regionale in primis.Il potere finalizzato al mantenimento di se stesso, insomma.
Per queste e molte altre ragioni, tra cui non posso non citare il perenne e totale asservimento alla politica estera statunitense, considero il PD il male assoluto.
In questi frangenti elettorali e congressuali è ben evidente lo sforzo che tu e molti come te mettete nel provare a cambiare la direzione del partito, ma, per i motivi predetti, è come provare a indirizzare un cavallo tirandogli un pelo della criniera. Inutile.
Anzi, dannoso. Perché finché quelli come te rimarranno in quel partito continueranno a tenerlo in vita e ad impedire in questo modo la nascita di qualcosa di veramente progressista e socialdemocratico in Italia.
Spero perciò, per il bene del Paese, che un giorno ve ne rendiate conto e agiate di conseguenza. Nel frattempo però non c’è davvero bisogno che proviate a raccontarmi ancora e ancora la favola del cambiamento e della nuova sinistra ecologista e femminista.