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di Claudio Magris*
Dedicata a Giorgio Napolitano. Probabilmente non era stata scritta per lui. Ma, visti gli sviluppi della sua augusta azione presidenziale, le sue esternazioni, il modo come ha interpretato il suo ruolo e ha tentato di riscrivere la storia, anche la propria, pare che gli stia a pennello.
E dunque gli regaliamo, ripescandolo da un lontano articolo del Corriere della Sera, questo ritratto che non aveva protagonista, ma che adesso, meritatamente, ce l”ha.
“Siamo tutti e diventiamo tutti, in ogni momento, degli ex di qualche cosa, ex amanti, ex giovani, ex sani, e il distacco da ciò che siamo stati rappresenta una maturazione solo se si accompagna alla carità e al rispetto per noi stessi e per coloro che hanno percorso, assieme a noi, la nostra strada, giusta o sbagliata.
In troppi ex comunisti (…) si avverte una voce che si fa stridula nell”accanita mania di denunciare dovunque tutto ciò che sembra loro sapere anche solo vagamente di comunismo e che essi non si stancano di vituperare con il sentimento anticlericale dello spretato (…)
Ma nel risentimento di alcuni odierni anticomunisti ex comunisti non si avverte quel dolore, che invece, ad esempio, si sente nelle grandi pagine, con le quali, già tanto tempo fa, persone che avevano creduto profondamente nell”idea comunista, come Koestler, hanno denunciato il fallimento di ciò che per loro era stato un dio. Al quale tuttavia – proprio perché esso aveva dato volto a una grande speranza, per gli uomini, che non poteva essere abbandonata, né irrisa, – non hanno mancato di rispetto, neanche dandogli l”addio”
Claudio Magris
*Corriere della Sera, 17 marzo 1996.
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