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‘I faraoni dormono coi sanculotti'

Riflessioni sull’attentato aereo al largo dell’Egitto. L’inarrestabile imbarbarimento nei regolamenti di conti tra Stati, alleati compresi [Dino Umbrero]

‘I faraoni dormono coi sanculotti'
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19 Maggio 2016 - 19.16


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di Dino Umbrero.

Che l’Egitto sia candidato ad essere il prossimo paese a
finire nell’occhio del ciclone che ha investito e devastato l’intero mondo
arabo, è sempre più certo. E sono molti ormai gli indizi.  Così come è chiaro che, più ancora della
destabilizzazione interna, la preoccupazione degli autori di questo disegno è ora
quella di tagliare i ponti tra il paese dei faraoni e i suoi partner
occidentali.

Occorre ragionare a
fondo sul tragico attentato che ha tolto la vita ai 60 passeggeri del volo
Parigi-Cairo. Chi può averlo voluto? In che momento arriva? Vuol colpire
soltanto l’Egitto o anche la Francia?    

È credibile che il colpevole sia il solito ISIS, utile villain che si fa concavo e convesso
come copertura di mille e più nefandezze? Difficile crederci.

Ragionare freddamente di geopolitica significa
contestualizzare, mettere pazientemente insieme i tasselli del puzzle.  Se seguiamo questa traccia, anziché quella
irrazionale che ci verrà sicuramente suggerita dai media, scopriamo che
qualcosa di più complesso è in atto. 

Che sia in progetto un’operazione di regime-change oppure
qualcosa di più grande, è troppo presto per dirlo. Ma nel frattempo il
messaggio nell’aria è chiaro: i paesi occidentali devono interrompere le
proprie relazioni con il Cairo, volenti o nolenti.

Mentre in Italia è bastato l”omicidio brutalmente
spettacolarizzato di Giulio Regeni per distaccare economicamente e politicamente
il nostro paese dall”Egitto (con gran disperazione dell”ENI e di ogni politico
ancora dotato di lucidità ed autonomia di giudizio), la Francia ha seguitato,
nell’ultimo periodo, a concludere importanti affari con il Cairo. L”ultimo, il
più eclatante, una decina di giorni fa, siglato da Hollande in persona,
riguardante la fornitura di modernissimi armamenti.

Per chi – tra Washington e Langley – ha deciso di scaricare Al-Sisi
e di isolarlo internazionalmente, questo risulta un affronto troppo grande.
Un”insubordinazione peraltro proveniente ancora una volta da Parigi, spesso
recalcitrante -a differenza dell”Italia- a recepire certi diktat atlantici,
specialmente quando vanno a ledere i propri interessi nazionali. Lo si è visto
anche in relazione alle discussioni sul trattato TTIP

Ma l”ordine era perentorio, e da
molto tempo ormai: l”Egitto va isolato. Lo devono capire i governi e lo devono
capire i cittadini, siano essi imprenditori o turisti.

Si può dunque comprendere come le
orecchie da mercante fatte dai francesi siano state vissute come due dita negli
occhi dal Dipartimento di Stato USA. Se poi aggiungiamo che la scorsa settimana
il senato del Paese transalpino ha votato a maggioranza assoluta la richiesta
di porre fine alle sanzioni contro la Russia, allora comprendiamo come il
livello di intollerabilità allo sgarro abbia infine raggiunto e superato il
limite.

Ed allora ecco che arriva, o meglio
dire ritorna, l”intimidazione mafiosa. Che come spesso il giornalista
d”inchiesta Giulietto Chiesa ci ha ricordato, accade nel piccolo e nel grande.

Nel “piccolo” gli sgherri
mafiosi ti gambizzano, ti incendiano la macchina, o uccidono nuora perché
suocera intenda.  

Nel grande, ovvero nei rapporti tra Stati,
si fanno accadere disgrazie. Oppure si connotano in maniera molto particolare
gli attentati. Il luogo di esecuzione. I paesi interessati, la nazionalità
delle vittime. Tutto poiché chi di dovere comprenda, e il messaggio arrivi “a
dama”.

Luca Brasi dorme coi pesci“, sussurravano i tirapiedi nelle
orecchie di don Vito Corleone, a lavoro compiuto. Allo stesso modo, qualche ora
fa, su un qualche cellulare ai piani alti sarà arrivato un messaggio che più o
meno suonava come “i faraoni dormono
coi sanculotti
“. Ovvero, tutto è compiuto.

Tornando dall’altra parte dell’Oceano,
sponda vecchio mondo, partirà ora un po’di bailamme.
Spurio, sconclusionato. Tutti colpevoli, nessun colpevole. L’ISIS,
l’attentatore, il lupo solitario.

O addirittura magari un gesto suicida
di un pilota depresso, come si affrettava a considerare tra il novero delle
ipotesi non escludibili Lucio Cillis nell’edizione online di Repubblica questa mattina, in un
parallelo inquietante con il precedente del volo German Wings.

E il bello (o il tragico , a seconda
dei punti di vista  Ã¨ che nessuno alzerà
troppo la voce.     

Sicuramente non lo farà Hollande, che
anzi prenderà fiato dopo giorni di fuoco con mezza Francia in piazza a
contestarlo per la “Loi Travail”, il suo Jobs Act in salsa transalpina. No,
nemmeno lui dirà niente. In fondo ci ha sempre guadagnato quando al centro
dell”attenzione mediatica finiva il terrorismo. L’equazione peraltro funziona
non solo in Francia, ma ovunque applicata: il paese si stringe attorno ai
governanti nella paura. La politica interna passa in secondo piano,
contestazioni comprese.

E l”ingranaggio orwelliano riparte,
più solido di prima. Chi organizza questi attentati è sempre una mente
raffinatissima. “Sei dentro anche tu, sei sporco anche tu, ci guadagni anche tu
a tacere.”

Silenzio quindi. Che inizi lo show
del dolore.

JE SUIS…  fatigué de tous les vos
mensonges!

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