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Renzi, l'unica #scuolabuona è quella privata

Dietro gli annunci di rivoluzione la ricetta è sempre quella: competizione, privatizzazione, stipendi da fame. Studenti e precari in piazza il 10 ottobre.

Renzi, l'unica #scuolabuona è quella privata
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4 Settembre 2014 - 07.11


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di Checchino Antonini.

Sono riassunti in 12 punti gli interventi che il Governo promette di
mettere in campo per migliorare la scuola italiana. Un piano
straordinario per assumere 150 mila docenti a settembre 2015 e chiudere
le Graduatorie a Esaurimento. Dal 2016 si entrerà solo per concorso: in
40 mila giovani qualificati verranno arruolati così fra il 2016 e il
2019. Garantire alle scuole continuità didattica grazie al Piano di
assunzioni di un team stabile di docenti per coprire cattedre vacanti,
tempo pieno e supplenze.

Ogni 3 anni 2 prof su 3 avranno in busta paga 60 euro netti al mese
in più grazie a una carriera che premierà qualità del lavoro in classe,
formazione e contributo al miglioramento della scuola. Dal 2015 ogni
scuola pubblicherà il proprio Rapporto di Autovalutazione e un progetto
di miglioramento. La formazione sarà continua e obbligatoria mettendo al
centro i docenti che fanno innovazione attraverso lo scambio fra pari.
«Per valorizzare – così recita la velina diffusa dalle agenzie – i nuovi
Don Milani, Montessori e Malaguzzi».

Online dal 2015 i dati di ogni scuola (budget, valutazione, progetti
finanziati) e un registro nazionale dei docenti per aiutare i presidi a
migliorare la propria squadra e l’offerta formativa. Si chiama Sblocca
scuola l’intento di coinvolgimento di presidi, docenti, amministrativi e
studenti per individuare, per abolirle, le 100 procedure burocratiche
più gravose per la scuola. Piani di co-investimento per portare a tutte
le scuole la banda larga veloce e il wifi. Musica e Sport nella scuola
primaria e più Storia dell’Arte nelle secondarie. Rafforzamento del
piano formativo per le lingue straniere, a partire dai 6 anni.
Competenze digitali: coding e pensiero computazionale nella primaria e
piano «Digital Makers» nella secondaria. Diffusione dello studio dei
principi dell’Economia in tutte le secondarie. Alternanza Scuola-Lavoro
obbligatoria negli ultimi 3 anni degli istituti tecnici e professionali
per almeno 200 ore l’anno, estensione dell’impresa didattica,
potenziamento delle esperienze di apprendistato sperimentale. Fondo
stabile per il Miglioramento dell’Offerta Formativa (MOF). Attrarre
risorse private (singoli cittadini, fondazioni, imprese), attraverso
incentivi fiscali e semplificazioni burocratiche.

Prima ancora che venisse proclamata in diretta tv l’ennesima riforma,
gli studenti dell’Uds erano in presidio dalle prime ore del mattino
sotto il Miur, il ministero: «“#labuonascuola per noi è quella gratuita
che permette a tutti gli studenti di poter studiare indipendentemente
dalle condizioni sociali ed economiche di partenza, invece non è questa
l’idea del Premier – dichiara Danilo Lampis, coordinatore nazionale Uds –
nonostante vi siano alcuni elementi puntuali e marginali positivi,
questi sono utilizzati da Renzi come specchietto per le allodole per
nascondere attraverso belle parole provvedimenti strutturali gravissimi
che non faremo passare in silenzio. Inoltre il grande assente nella
proposta è il diritto allo studio, unico vero strumento per risolvere il
problema della dispersione scolastica, tema su cui da anni abbiamo
presentato proposte inascolate al MIUR. Il Governo vorrebbe addirittura
finanziarizzare le misure di contrasto alla dispersione, permettendo ai
privati di lucrare su quello che dovrebbe essere un diritto». Per il
sindacato studentesco, tutto l’impianto è basato «sulla competizione e
la premialità, a partire dal Sistema di valutazione che favorirà le
scuole migliori», continua Lampis preoccupato da rischio di un ulteriore
accentramento dei poteri in mano ai manager scolastici. «Non vogliamo
una scuola dove si compete per andare avanti, ma dove si coopera tutti
assieme: si vuole finanziare chi vince e chi si adatta, non chi resta
indietro, e questo vale sia per gli istituti scolastici che per gli
insegnanti».

«Inoltre s​ono davvero inaccettabili le proposte sul finanziamento
che non accolgono le rivendicazioni studentesche portate dalle piazze
negli ultimi anni​ – aggiunge Lampis – E’ assurdo pensare ad una scuola
finanziata dai privati o addirittura svilita da iniziative di
crowdfunding: la scuola non si può finanziare strutturalmente con la
beneficienza! Vogliamo un impegno reale dello Stato nel finanziamento
della scuola pubblica, non semplici promesse vaghe, e non possiamo
pensare che essa debba trasformarsi in un’impresa per potersi sostenere.
Parlare di School Bonus e School Guarantee significa pensare ad una
sostanziale privatizzazione dell’istruzione. Invece attraverso Impresa
Didattica e l’Atlante del Lavoro si evidenzia l’intenzione di allineare
la didattica agli interessi di un mercato del lavoro sempre più
desideroso di precari senza diritti e senza competenze critiche. In
sostanza la scuola diventa sempre più la prima palestra di precarietà.
L’istruzione e il lavoro devono parlarsi, ma è la prima a dover
determinare il lavoro, per cambiarlo e garantire a tutti una nuova
occupazione qualificata e soprattutto con diritti e tutele. Saremo
pronti a contrastare con forza questo disegno di demolizione dei diritti
di cittadinanza».

I grandi assenti sono gli studenti e le richieste di questi ultimi
anni: «Siamo pronti ad entrare in scena a partire dal 10 ottobre,
giornata di mobilitazione studentesca, per prendere parola e imporre le
nostre priorità!».

Un’assemblea di autoconvocati della scuola, organizzata lunedì 1º
settembre a Roma aveva già avuto modo di manifestare la preoccupazione
per le promesse/minacce avanzate nelle scorse settimane da Renzi e della
ministra Giannini. Tra i precari della scuola è viva l’assoluta
necessità di mettere in campo un più elevato ed incisivo livello di
mobilitazione per rispondere al governo su questioni come l’eliminazione
delle supplenze per i precari, il rinnovo del contratto, la
differenziazione pseudo-meritocratica dei docenti in tre livelli, il
taglio delle tasse alle private. Le indicazioni dell’assemblea sono
sintetizzabili nella costruzione di una grande assemblea generale della
scuola a Roma, probabilmente il 15 settembre, per il lancio di uno
sciopero finalmente unitario, di tutte le componenti della scuola e di
tutte le sigle sindacali. La data possibile è proprio quella di venerdì
10 ottobre. «Questa giornata potrebbe essere ideale per sancire
l’alleanza tra lavoratori e studenti della scuola e su di essa stanno
convergendo tra gli altri i lavoratori di quota 96 ed i precari».

«Forse Renzi vuole conquistarsi sul campo la laurea in venditore di
fumo – commenta Paolo Ferrero, segretario del Prc – i 100mila precari da
assumere sono un atto dovuto perchè dopo i tagli della Moratti e della
Gelmini se questi docenti non fossero chiamati a lavorare le scuole non
funzionerebbero. Ci sono supplenti plurilaureati e pluriabilitati che da
15 anni vengono ogni anno riassunti a settembre e licenziati a giugno.
Ora incombe su questa prassi incivile e miope un ricorso in Europa, la
Commissione Europea ha aperto una procedura di infrazione nei confronti
dell’Italia per la reiterazione illegittima dei contratti a termine nei
confronti dei lavoratori della scuola.

Come si farà a insegnare l’inglese nelle scuole elementari se gli
insegnanti specialisti sono stati rimandati nelle classi e come si
inseriscono la musica, l’educazione motoria nelle elementari se nella
scuola di base è stato distrutto il modello orario che permetteva
l’inserimento di queste attività, cioè il tempo pieno? In realta si
vogliono dividere gli insegnanti, togliere spazio alla contrattazione
nazionale, organizzare sempre più la scuola come un’azienda, aprire la
scuola pubblica all’intervento privato e aumentare i finanziamenti e i
favori alla scuola paritaria. Niente di nuovo, anzi peggio di prima».
Non a caso la mobilitazione nelle scuola è già partita.

Ma le aperture al privato e al mercato suggestionano anche la
sinistra mainstream. Come Legambiente che legge nel piano scuola
un’inversione di tendenza. Finalmente un’inversione di tendenza rispetto
ai governi degli ultimi 14 anni, la scuola non è più luogo di tagli, si
torna a investire e a ragionare della sua qualità. E’ il commento di
Legambiente sul piano per la scuola pubblicato oggi online dal governo
Renzi. «L’associazione da tempo sottolinea l’importanza di alcuni temi
contenuti ora nel piano governativo: da una effettiva autonomia delle
scuole alla necessità della formazione in servizio per i docenti, dal
rinnovo dei curricula in base ai nuovi bisogni educativi, sociali ed
economici alla restituzione di qualità e sicurezza dei nostri edifici
scolastici, da una migliore e maggiore relazione scuola-lavoro
all’apertura della scuola al resto del territorio».

Anche la Flc Cgil, il più grande sindacato del comparto, vede il
bicchiere mezzo pieno: « «Le circa 150.000 assunzioni, previste dal
piano corrispondono ai numeri che la Flc Cgil ha sempre indicato come
necessità prioritaria. Dunque la Flc saluta «favorevolmente il piano di
stabilizzazioni che a partire dal 2015 dovrebbe coprire tutti i posti
vacanti (50.000 docenti) introdurre nella scuola l’organico
dell’autonomia (circa 80.000 docenti per tutti gli ordini), per
rispondere così alle esigenze dei piani dell’offerta formativa. Lo
svuotamento delle graduatorie ad esaurimento – prosegue il commento –,
consente in modo flessibile la stabilizzazione dei posti negli organici
delle scuole di tutta Italia. Sottolineiamo l’utilizzo dello strumento
del concorso come unica forma di reclutamento che è uno dei punti
cardine della nostra proposta sul reclutamento». Solo in fondo al
comunicato si legge che «urgono i chiarimenti sull’impegno economico che
l’operazione comporta, sul rispetto delle prerogative contrattuali, in
particolare quelle salariali e sui tempi di attuazione del piano» e si
apprende il «duro giudizio sull’assenza delle stabilizzazioni degli ATA
per i quali valgono le stesse ragioni di urgenza e di funzionamento
delle scuole». La ministra Madia toglie ogni dubbio prima dei tg di
prima sera: gli stipendi e il contratto resteranno al palo anche nel
2015.

Fonte: http://popoffquotidiano.it/2014/09/03/renzi-lunica-scuolabuona-e-quella-privata/.

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