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Dove sono finiti i «rivoluzionari» siriani?

'Alla vigilia della Conferenza di Ginevra 2, gli americani non hanno più alcun burattino cui far giocare il ruolo dei rivoluzionari siriani. Scompare l''ESL. [T. Meyssan]'

Dove sono finiti i «rivoluzionari» siriani?
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16 Dicembre 2013 - 00.40


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«Sotto i nostri occhi», cronaca di politica internazionale n°63

di Thierry Meyssan.

Alla vigilia della Conferenza di Ginevra 2, gli
organizzatori americani non hanno più alcun burattino al quale far giocare il
ruolo dei rivoluzionari siriani. L”improvvisa scomparsa dell”Esercito Siriano
Libero dimostra a coloro che ci credevano che non era altro che una finzione.
Non c”è mai stata una rivoluzione popolare in Siria, solo un”aggressione
straniera a colpi di mercenari e miliardi di dollari
.

Il 29 novembre 2011,
una delegazione dell”Esercito Siriano Libero si sottomette a una delegazione
del Consiglio nazionale siriano. In teoria, l”opposizione dispone ormai di
un”ala militare e di un”ala politica. In realtà, sia l” Esercito Siriano Libero
sia il Consiglio nazionale siriano sono due finzioni create dalla NATO.
Entrambi sono esclusivamente composti di mercenari e hanno ben poco il polso
della realtà sul terreno.

Gli organizzatori della conferenza di pace di Ginevra
cercano urgentemente un rappresentante per l”opposizione armata siriana. In
effetti, secondo gli occidentali, il conflitto oppone una dittatura abominevole
al proprio popolo. Tuttavia, i gruppi armati che distruggono la Siria – dal
Fronte islamico ad Al-Qa”ida – fanno ufficialmente ricorso a combattenti
stranieri, sebbene il primo pretenda di essere composto principalmente da
siriani. Invitarli significherebbe ammettere che non cӏ mai stata una
rivoluzione in Siria, bensì un”aggressione straniera.

Infatti, l”Esercito Siriano Libero, di cui ci si diceva
qualche settimana fa che contasse su 40mila uomini, è scomparso. Dopo che il
suo quartier generale è stato attaccato da altri mercenari e che i suoi
arsenali sono stati saccheggiati, il suo leader storico, il generale Salim
Idriss, è fuggito in Turchia e ha trovato rifugio in Qatar.

Dal momento della sua formazione, il 29 luglio 2011,
l”ESL si era prefissato un solo obiettivo: il rovesciamento del presidente
Bashar al-Assad. L”ESL non ha mai specificato se si battesse per un regime
laico o un regime islamico. Non ha mai preso alcuna posizione politica in
materia di Giustizia, Istruzione, Cultura, Economia, Lavoro, Ambiente, ecc. Non
ha mai formulato il benché minimo progetto di programma politico.

Era formato, ci è stato detto, da soldati dell”Esercito
arabo siriano che avevano disertato. Ci furono in effetti delle defezioni
durante la seconda metà del 2011, ma il loro numero totale non ha mai superato
il 4%, che risulta trascurabile sulla scala di un paese.

No: l”ESL non aveva bisogno di un programma politico
perché aveva una bandiera, quella della colonizzazione francese. In vigore
durante il mandato della Francia sulla Siria e mantenuto durante i primi anni
di presunta indipendenza, simboleggiava l”accordo Sykes-Picot: la Siria era in
gran parte amputata e divisa in Stati etnici e confessionali. Le sue tre stelle
simboleggiano uno stato druso, uno Stato alauita e uno Stato cristiano. Tutti i
siriani conoscono questa bandiera funesta, non foss”altro per la sua presenza
nell”ufficio del collaboratore siriano dell”occupante francese in un famoso
sceneggiato seriale alla televisione.

Il suo primo leader, il colonnello Riad al-Assad, è
scomparso nella pattumiera della storia. È stato selezionato per via del suo
nome, che è scritto in modo diverso in arabo ma si pronuncia in modo identico
nelle lingue europee rispetto a quello del presidente Bashar al-Assad. L”unica
differenza tra i due uomini, dal punto di vista delle monarchie del Golfo, era
che il primo era sunnita e il secondo alauita.

In realtà, l”Esercito siriano libero è una creazione
franco- britannica, così come lo erano i “rivoluzionari di Bengasi”
in Libia (i quali avevano “scelto” come bandiera quella del re Idris
I, collaboratore degli occupanti inglesi).

Braccio armato della NATO, destinato a prendere il
palazzo presidenziale, quando l”Alleanza atlantica avesse bombardato il paese,
l”ESL è stato scompaginato dai piani successivi e dai successivi fallimenti
dell”Occidente e del Consiglio di cooperazione del Golfo. Presentato in un
secondo tempo come il braccio armato di un consiglio politico in esilio, non
gli riconosceva però alcuna autorità e obbediva solo ai suoi reclutatori, i
franco-britannici. In realtà era il braccio armato dei loro servizi segreti di
cui la Coalizione Nazionale siriana era il braccio politico. In definitiva,
l”ESL ha potuto accumulare dei successi solo con l”assistenza diretta della
NATO, nello specifico dell”esercito turco che l”ospitava nelle proprie basi.

Creato nel quadro di una guerra di quarta generazione,
l’ESL non è riuscito ad adattarsi alla seconda guerra di Siria, quella di tipo
nicaraguense. La prima guerra (dalla riunione della NATO al Cairo nel febbraio
2011 alla Conferenza di Ginevra nel giugno 2012) è stata una messa in scena
mediatica mirante a delegittimare il potere in modo che cadesse come un frutto
maturo nelle mani della NATO. Le azioni militari erano perpetrate da diverse
fazioni, che ricevevano i loro ordini direttamente dall’Alleanza. Si trattava
innanzitutto di dar credito alle menzogne mediatiche e dare l”illusione di una rivolta
generalizzata. Conformemente alle teorie di William Lind e Martin Van Creveld,
l’ESL era solo un”etichetta volta a designare tutti questi gruppi, ma non
disponeva di una propria struttura gerarchica. Al contrario, la seconda guerra
(dalla riunione degli “Amici della Siria” a Parigi nel luglio 2012
alla Conferenza di Ginevra 2 nel gennaio 2014) è una guerra di logoramento che
intende “dissanguare” il paese fino alla sua resa. Per svolgere il
suo ruolo, l’ESL dovrebbe trasformarsi in un vero e proprio esercito, con una
gerarchia e una disciplina, cosa che non è mai stato in grado di fare.

Sentendo
prossima la sua fine, dato il riavvicinamento turco-iraniano, l’ESL aveva
annunciato la sua possibile partecipazione a Ginevra 2, ponendo condizioni
irrealistiche. Ma era ormai troppo tardi. I mercenari pagati dall’Arabia
Saudita hanno avuto ragione di questa finzione della NATO. Chiunque può ora
vedere la verità nuda e cruda: non c”è mai stata una rivoluzione in Siria.

Thierry
Meyssan, 16 dicembre 2013.

Traduzione a cura di Matzu Yagi.

Questa “cronaca settimanale di politica estera” appare
simultaneamente in versione araba sul quotidiano “Al-Watan” (Siria),
in versione tedesca sulla “Neue Reinische Zeitung”, in lingua
russa sulla “Komsomolskaja Pravda”, in inglese su “Information
Clearing House”
, in francese sul “Réseau Voltaire”.

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