'La Crimea cambia campo: prima d''una lunga serie?' | Megachip
Top

'La Crimea cambia campo: prima d''una lunga serie?'

Potendo offrire solo asservimento alla sua euro-burocrazia, Bruxelles teme che gli attuali clienti siano attratti dalla libertà e dal denaro di Mosca. [Thierry Meyssan]

'La Crimea cambia campo: prima d''una lunga serie?'
Preroll

Redazione Modifica articolo

23 Marzo 2014 - 20.23


ATF

«Sotto
i nostri occhi», cronaca di politica internazionale n°74

di
Thierry Meyssan
.

Al
di là di grida enfatiche dell”Occidente contro l”adesione della
Crimea alla Federazione russa, il vero problema sta nel sapere se si
tratti di un evento unico o se prefiguri un”Europa orientale che
cambia campo verso Mosca. Avendo da offrire solo l”asservimento alla
burocrazia brussellese, Bruxelles teme che gli attuali clienti siano
attratti dalla libertà e dal denaro di Mosca.

Nell”illustrazione: scene
di giubilo a Simferopoli in occasione dell”adesione alla Federazione
russa

Gli
occidentali si sgolano per denunciare l”
«annessione
militare
»
della Crimea da parte della Russia. Secondo loro, Mosca, tornando
alla “dottrina Bre?nev”, minaccia la sovranità di tutti
gli Stati che furono membri non solo della ex URSS, ma anche del
Patto di Varsavia, ed è in procinto di invaderli come fece in
Ungheria nel 1956 e in Cecoslovacchia nel 1968.

È
vero? Risulta evidente che gli stessi occidentali non sono convinti
dell”imminenza del pericolo. Benché assimilino a parole
l’«annessione»
della Crimea da parte di Vladimir Putin a quella dei Sudeti da parte
di Adolf Hitler, non pensano che ci si muova verso una Terza Guerra
Mondiale.

Tuttalpiù
hanno adottato delle teoriche sanzioni a danno di alcuni dirigenti
russi – inclusi russi di Crimea – bloccando i loro conti, nel caso
in cui volessero aprirne presso banche in Occidente, o vietando loro
di viaggiare là, qualora ne avessero voglia. Il Pentagono ha inviato
22 aerei da combattimento in Polonia e nei paesi baltici, ma non ha
intenzione di fare più di questo gesto, al momento.

Che
cosa succede esattamente? Dalla caduta del muro di Berlino, il 9
novembre 1989, e dal vertice di Malta che gli fece seguito, il 2 e il
3 dicembre, gli Stati Uniti non hanno mai smesso di guadagnare
terreno e – in violazione dei loro promesse – a far passare uno per
uno tutti i paesi europei, tranne la Russia, alla NATO.

Il
processo è iniziato pochi giorni dopo, a Natale del 1989, con il
rovesciamento dei
Ceaușescu
in Romania e la loro sostituzione con un altro dignitario comunista
improvvisamente convertitosi al liberalismo, Ion Iliescu. Per la
prima volta, la CIA organizzava un colpo di Stato davanti agli occhi
di tutti, mentre lo metteva in scena come una “rivoluzione”
grazie a un nuovo canale televisivo, CNN International. Questo fu
l”inizio di una lunga serie.

Una
ventina di altri obiettivi avrebbero fatto seguito, spesso con mezzi
altrettanto fraudolenti: l”Albania, la Germania Est, l”Azerbaigian,
la Bosnia-Erzegovina, la Bulgaria, la Croazia, l”Estonia, la Georgia,
l”Ungheria, il Kosovo, la Lettonia, la Lituania, la Macedonia, la
Moldavia, il Montenegro, la Polonia, la Serbia, la Slovacchia, la
Slovenia, la Repubblica Ceca e l”Ucraina.

Nessun
documento fu firmato in occasione del vertice di Malta, ma il
presidente Bush Sr., consigliato da Condoleezza Rice, prese l”impegno
verbale sul fatto che nessun membro del Patto di Varsavia sarebbe
stato accettato nella NATO. In realtà, la Germania Est vi entrò
de
facto
,
con la semplice adesione alla Germania Ovest. Venendo così aperta la
porta, sono oggi ben 12 gli Stati ex membri dell”URSS o del Patto di
Varsavia che vi hanno aderito e gli altri che sono in attesa di
aderire all”Alleanza.

Tuttavia,
«le
cose belle finiscono
».
La potenza della NATO e del suo versante civile, l”Unione europea,
vacilla. Certo, l”Alleanza non è mai stata così numerosa, ma i suoi
eserciti sono poco efficaci. Eccelle nei piccoli teatri di
operazione, come l”Afghanistan, ma non può andare in guerra contro
la Cina, né contro la Russia, senza la certezza di perdere, come
abbiamo visto in Siria la scorsa estate.

In
definitiva, gli occidentali sono stupiti dalla velocità e
dall”efficacia russe. Durante i Giochi Olimpici di Soči, Vladimir
Putin ha stoicamente evitato qualsiasi commento sugli eventi di
piazza a Kiev. Ma ha reagito non appena ha avuto le mani libere.
Tutti hanno potuto constatare che calava sul tavolo delle carte che
aveva preparato durante il suo lungo silenzio. In poche ore, le forze
filo-russe hanno neutralizzato le forze pro-Kiev della Crimea, mentre
una rivoluzione è stata organizzata a Simferopoli per portare al
potere una squadra filo-russa. Il nuovo governo ha convocato un
referendum di autodeterminazione che ha ratificato un”immensa ondata
pro-russa, compresa la popolazione tatara. Poi, le forze russe
ufficiali hanno fatto prigionieri assieme alle loro attrezzature i
soldati che ancora si richiamavano a Kiev. Tutto questo senza sparare
un colpo, con l”eccezione di un cecchino ucraino filo- NATO che è
stato arrestato a Simferopoli dopo aver ucciso una persona di
entrambe le parti.

Vent”anni
fa, gli stessi abitanti della Crimea avrebbero certamente votato
contro la Russia. Ma oggi, la loro libertà è meglio assicurata da
Mosca che da Kiev, dove un terzo del governo si rifà ai nazisti e
gli altri due terzi ai rappresentanti degli oligarchi. Inoltre, la
loro economia in bancarotta è stata immediatamente rilevata dalla
Banca di Russia, intanto che, nonostante il FMI e i finanziamenti
degli Stati Uniti e della UE, Kiev è condannata a un lungo periodo
di povertà. Non era necessario parlare russo per fare questa scelta
e, nonostante la propaganda occidentale, i tatari l”hanno fatta così
come i russofoni.

È la stessa scelta
dell”88% dei militari ucraini di stanza in Crimea, che si sono uniti
a Mosca con la ferma intenzione di farsi raggiungere dalle loro
famiglie e far loro ottenere la cittadinanza russa. È altresì la
scelta dell”82% dei marinai ucraini che si trovavano in mare, troppo
contenti di poter diventare russi, e che si sono uniti a Mosca con le
loro navi senza esservi costretti in alcun modo.

La
libertà e la prosperità, che sono stati i beni in vetrina
dell”Occidente per quasi 70 anni, hanno cambiato campo.

Non
si tratta qui di affermare che la Russia sia perfetta, ma di
constatare che per gli abitanti della Crimea e in realtà per la
maggior parte degli europei, essa risulta più attraente rispetto al
campo occidentale.

Ecco
perché l”indipendenza della Crimea e la sua adesione alla
Federazione Russa segnano un movimento contrario nella bilancia. Per
la prima volta, un popolo ex-sovietico decide liberamente di
riconoscere l”autorità di Mosca. Quel che temono gli occidentali è
che questo evento abbia un effetto paragonabile alla caduta del Muro
di Berlino, ma nella direzione opposta. Perché mai non vedremmo
Stati membri della NATO – come la Grecia – o semplicemente
dell”Unione europea – come Cipro – seguire la stessa via? Il campo
occidentale a quel punto si disintegrerebbe e poi sprofonderebbe in
una profonda recessione, come la Russia di Eltsin.

Inoltre,
si porrebbe inevitabilmente la questione della sopravvivenza degli
Stati Uniti. La dissoluzione dell”URSS avrebbe dovuto preparare
quella del suo nemico (e nondimeno suo partner), poiché queste due
superpotenze esistevano solo l”una contro l”altra . Ma non è
successo. Essendosi Washington sbarazzata del suo concorrente, si è
lanciata alla conquista del mondo, ha globalizzato l”economia e ha
installato un Nuovo Ordine. Sono occorsi due anni e un mese
all”Unione Sovietica per dissolversi dopo la caduta del muro di
Berlino. Vedremo presto la dissoluzione degli Stati Uniti e
dell”Unione europea in più entità, come insegna Igor Panarin
all”Accademia Diplomatica di Mosca?

Il
crollo sarà ancora più veloce quando Washington ridurrà le
sovvenzioni ai suoi alleati e Bruxelles i suoi fondi strutturali.

Nessuno
deve temere l”attrattiva della Russia, perché è un potere
imperiale, ma non imperialista. Sebbene Mosca tenda a snobbare i
piccoli paesi che protegge, non vuole estendere la sua egemonia con
la forza. La sua strategia militare è il “divieto di accesso”
al suo territorio. Le sue forze armate sono le prime al mondo in
termini di difesa anti-aerea e anti-navale. Possono distruggere
flotte di bombardieri e di portaerei. Ma non sono attrezzate per
partire alla conquista del mondo, né sono impiegate in una quantità
di basi esterne.

È
particolarmente strano sentire gli occidentali denunciare l”adesione
della Crimea alla Federazione Russa in quanto contraria al diritto
internazionale e alla Costituzione dell”Ucraina. Non furono forse
loro ad aver smembrato l”URSS e il Patto di Varsavia? Non furono
forse loro ad aver rotto l”ordine costituzionale a Kiev?

Il
ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier, deplora una
presunta volontà russa di
«tagliare
in due l”Europa
».
Ma la Russia si è sbarazzata della dittatura burocratica sovietica e
non intende ripristinare la cortina di ferro. Sono gli Stati Uniti a
voler tagliare in due l”Europa per evitare emorragie verso est. La
nuova dittatura burocratica non è più a Mosca, ma a Bruxelles, e si
chiama Unione europea.

Sin
d”ora, Washington tenta di inchiodare i suoi alleati nel suo campo,
sviluppa la sua copertura missilistica in Polonia, Romania e
Azerbaigian. Non fa più mistero del fatto che il suo “scudo”
non sia mai stato destinato a contrastare i missili iraniani, essendo
stato invece concepito per attaccare la Russia. Cerca anche di
spingere i suoi alleati europei ad adottare sanzioni economiche che
potrebbero paralizzare il continente e spingerebbe i capitale a
fuggire… verso gli Stati Uniti.

L”ampiezza
di questi aggiustamenti è tale che il Pentagono sta esaminando la
possibilità di interrompere il suo
«perno
per l”Estremo Oriente
»,
ossia, il ridislocamento delle sue truppe d”Europa e Medio Oriente
per posizionarle in vista di una guerra contro la Cina. In ogni caso,
qualsiasi mutamento nella sua strategia di lungo termine
disorganizzerà ancora di più le sue forze armate sul breve e medio
termine. Mosca non chiedeva tanto, osservando con piacere le reazioni
delle popolazioni dell”Ucraina orientale e, perché no, della
Transnistria.

Questa
“cronaca settimanale di politica estera” appare
simultaneamente in versione araba sul quotidiano
“Al-Watan”
(Siria), in versione tedesca sulla
“Neue
Reinische Zeitung”
, in lingua
russa sulla
“Komsomolskaja
Pravda”
, in inglese su
“Information Clearing House”,
in francese sul
“Réseau
Voltaire”
.

Thierry
Meyssan, 23 marzo 2014

Traduzione
a cura di
Matzu
Yagi
.

[GotoHome_Torna alla Home Page]

Native

Articoli correlati