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La cecità UE di fronte alla strategia militare USA

Attentati islamisti in UE e migrazioni di genti in fuga da guerre. Thierry Meyssan dimostra: non è conseguenza accidentale ma un obiettivo strategico

La cecità UE di fronte alla strategia militare USA
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26 Aprile 2015 - 21.25


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«Sotto
i nostri occhi» – Cronaca di politica internazionale n°125

di
Thierry Meyssan
.

I
responsabili dell”Unione Europea si sbagliano completamente sugli
attentati islamisti in Europa e le migrazioni verso la UE di genti in
fuga dalle guerre. Thierry Meyssan qui dimostra che tutto ciò non è
la conseguenza accidentale dei conflitti nel Medio Oriente allargato
e in Africa, ma un obiettivo strategico degli Stati Uniti.

DAMASCO
– I dirigenti dell”Unione Europea si trovano improvvisamente a
confrontarsi con situazioni impreviste. Da una parte, attentati o
tentativi di attentati commessi o preparati da individui che non
appartengono a gruppi politici identificati; dall”altra, attraverso
il Mediterraneo, un afflusso di migranti, molte migliaia dei quali
muoiono alle loro porte.

In
assenza di analisi strategica, questi due ordini di avvenimenti sono
considerati
a
priori

senza relazione tra loro e sono trattati da amministrazioni
differenti. I primi afferiscono ai Servizi segreti e alla polizia, i
secondi alle dogane e al Ministero della difesa. Essi hanno tuttavia
un”origine comune: l”instabilità politica nel Levante e in Africa.

L”Unione
Europea si è privata dei mezzi per comprendere

Se
le accademie militari dell”Unione Europea avessero fatto il loro
lavoro, già da una quindicina d”anni avrebbero studiato la dottrina
del “grande fratello” statunitense. In effetti, da lunghissimi
anni, il Pentagono pubblica ogni sorta di documenti sulla
“teoria
del caos”

improntata alla filosofia di Leo Strauss. Ancora qualche mese fa, un
funzionario che avrebbe dovuto essere in pensione da più di 25 anni,
Andrew Marshall, disponeva di un budget di 10 milioni di dollari
annui per condurre ricerche su questo argomento [1]. Ma nessuna
accademia militare della UE ha seriamente studiato questa dottrina e
le sue conseguenze. Sia perché si tratta di una forma di guerra
barbara, sia perché è stata concepita da un
maître
à penser

delle
élites
ebraiche statunitensi [2].

Se
i politici dell”Unione Europea avessero viaggiato un minimo, non
soltanto in Iraq, in Siria, in Libia, nel corno d”Africa, in Nigeria
e nel Mali, ma anche in Ucraina, avrebbero visto con i loro stessi
occhi l”applicazione di questa dottrina strategica. Ma si sono
accontentati di venire a parlare in un edificio nella zona verde di
Bagdad, su una strada a Tripoli o sulla piazza Maidan di Kiev. Essi
ignorano ciò che vivono le popolazioni, e su richiesta del loro
“grande fratello” hanno spesso chiuso le loro ambasciate così
che si sono privati di occhi e orecchie sul posto. Meglio ancora,
essi hanno sottoscritto – sempre su richiesta del loro “grande
fratello” – delle forme di embargo, in modo che nemmeno alcun uomo
d”affari andrà più sul posto a vedere che cosa succede.

Il
caos non è un accidente, è l”obiettivo.

Contrariamente
a quel che ha detto il presidente François Hollande, la migrazione
dei libici non è la conseguenza di una “mancanza di seguito”
dell”operazione “Protettore unificato”, bensì il risultato
ricercato attraverso questa operazione nella quale il suo Paese
giocava un ruolo guida. Il caos non si è creato perché i
“rivoluzionari libici” non hanno saputo accordarsi tra loro dopo
la “caduta” di Muammar Gheddafi: esso era l”obiettivo strategico
degli Stati Uniti. Ed è stato raggiunto. Non c”è mai stata una
“rivoluzione democratica” in Libia, ma una secessione della
Cirenaica. Non c”è mai stata applicazione del mandato dell”ONU che
mirava a ”proteggere la popolazione”, ma c”è stato il massacro di
160.000 Libici, tre quarti dei quali civili, sotto i bombardamenti
dell”Alleanza (cifre della Croce Rossa internazionale).

Ricordo
di essere stato sollecitato a far da testimone, prima che integrassi
il governo della Jamahirya araba libica, in occasione di un incontro
a Tripoli tra una delegazione statunitense e dei rappresentanti
libici. In occasione di quella lunga conversazione, il capo della
delegazione USA ha spiegato ai suoi interlocutori che il Pentagono
era pronto a salvarli da morte certa, ma esigeva che gli fosse
consegnata la Guida. Ha aggiunto che, quando Gheddafi fosse morto, la
società tribale non sarebbe arrivata ad approvare un nuovo capo
prima di almeno una generazione, e il Paese sarebbe allora
sprofondato in un caos mai visto prima. Ho riferito questo colloquio
in numerose occasioni e non ho cessato, dal linciaggio della Guida,
nell”ottobre 2011, di predire ciò che avviene oggi.

Leo
Strauss (1899-1973) era uno specialista della filosofia politica.
Costituì intorno a sé un piccolo gruppo di allievi, la maggior
parte dei quali lavorarono poi a lungo per il segretariato della
Difesa. Questi formarono una sorta di setta e ispirarono la strategia
del Pentagono.

La
“teoria del caos”

Quando,
nel 2003, la stampa statunitense ha cominciato a evocare la “teoria
del caos”, la Casa Bianca ha risposto evocando un “caos
costruttivo”, lasciando intendere che si sarebbero distrutte delle
strutture oppressive affinché la vita potesse sgorgare senza
ostacoli.

Ma
né Leo Strauss né il Pentagono, fino a quel momento, avevano mai
utilizzato questa espressione. Al contrario, secondo loro, il caos
doveva essere tale che niente potesse strutturarsi, tranne la volontà
del Creatore dell”Ordine nuovo, gli Stati Uniti [3].

Il
principio di questa dottrina strategica può essere così riassunto:
il modo più semplice per saccheggiare le risorse naturali di un
Paese sul lungo periodo non è occuparlo, ma distruggere lo Stato.
Senza Stato, niente esercito. Senza esercito nemico, nessun rischio
di sconfitta. Da quel momento, l”obiettivo strategico delle forze
armate USA e dell”alleanza che esse guidano, la NATO, consiste
esclusivamente nel distruggere Stati. Ciò che accade alle
popolazioni coinvolte non è un problema di Washington.

Questo
progetto è inconcepibile per degli Europei, i quali, dalla guerra
civile inglese, sono stati convinti dal
Leviatano
di Thomas Hobbes che è necessario rinunciare a certe libertà, o
addirittura accettare uno Stato tirannico, piuttosto che venire
sprofondati nel caos.

L”Unione
Europea nega la propria complicità con i crimini USA

Le
guerre in Afghanistan e in Iraq sono già costate la vita a 4 milioni
di persone [4]. Sono state presentate al Consiglio di sicurezza come
risposte necessarie “per legittima difesa”, ma oggi si ammette
che erano state pianificate ben prima dell”11 settembre in un
contesto molto più ampio di “rimodellamento del Medio Oriente
allargato”, e che le ragioni invocate per scatenarle non erano che
invenzioni di propaganda.

Si
usa riconoscere i genocidi commessi dal colonialismo europeo, ma sono
rari coloro che oggi ammettono questi 4 milioni di morti malgrado gli
studi scientifici che li attestano. Il fatto è che i nostri genitori
erano “cattivi”, ma noi siamo “buoni” e non possiamo essere
complici di questi orrori.

È
cosa comune prendersi gioco di questo povero popolo tedesco che
conservò fino alla fine la fiducia nei suoi dirigenti nazisti e
soltanto dopo la sconfitta prese coscienza dei crimini commessi a suo
nome. Ma noi agiamo esattamente allo stesso modo. Conserviamo la
nostra fiducia nel nostro “grande fratello” e non vogliamo vedere
i crimini nei quali ci coinvolge. Sicuramente, i nostri figli si
faranno beffe di noi…

Gli
errori di interpretazione dell”Unione Europea


Nessun
dirigente europeo occidentale, assolutamente nessuno, ha osato
considerare pubblicamente che i rifugiati provenienti da Iraq, Siria,
Libia, corno d”Africa, Nigeria, Mali, non fuggono da dittature, ma
dal caos in cui noi abbiamo volontariamente, ma incoscientemente,
affondato i loro Paesi.


Nessun dirigente europeo occidentale, assolutamente nessuno, ha osato
considerare pubblicamente che gli attentati ”islamisti” che toccano
l”Europa non sono l”estensione delle guerre del Medio Oriente
allargato, ma sono commissionati dagli stessi che hanno commissionato
il caos in quella regione. Noi preferiamo continuare a pensare che
gli ”islamisti” ce l”abbiano con gli ebrei e con i cristiani, mentre
l”immensa maggioranza delle loro vittime non sono né ebree né
cristiane, ma musulmane. Imperturbabili, noi li accusiamo di
promuovere la “guerra di civiltà”, quando questo concetto è
stato forgiato in seno al Consiglio di sicurezza nazionale degli USA
e resta estraneo alla loro cultura [5].


Nessun dirigente europeo occidentale, assolutamente nessuno, ha osato
considerare pubblicamente che la prossima tappa sarà
l”
«islamizzazione»
delle reti di diffusione delle droghe sul modello dei Contras del
Nicaragua che vendevano droga nella comunità nera della California
con l”aiuto e sotto gli ordini della CIA [6]. Noi abbiamo deciso di
ignorare che la famiglia Karzai ha ritirato la distribuzione
dell”eroina afghana alla mafia kosovara e l”ha trasmessa a Daesh [7].

La
vice segretaria di Stato, Victoria Nuland, e l”ambasciatore
statunitense a Kiev, Geoffrey R. Pvatt. In una intercettazione
telefonica rivelata dai partigiani della legalità, lei gli dice di
voler ”fottere” [!] l”Unione Europea.

Gli
Stati Uniti non hanno mai voluto che l”Ucraina si unisse alla UE

Le
accademie militari dell”Unione Europea non hanno studiato la “teoria
del caos” perché è stato loro vietato. Quei pochi insegnanti e
ricercatori che si sono avventurati su quel terreno sono stati
pesantemente sanzionati, mentre la stampa ha etichettato come
”cospirazionisti” gli autori civili che se ne interessavano.

I
politici dell”Unione Europea pensavano che gli avvenimenti di piazza
Maidan fossero spontanei e che i manifestanti si augurassero di
abbandonare l”orbita autoritaria russa e di entrare nel paradiso
della UE. Sono rimasti stupiti dalla pubblicazione della
conversazione della sottosegretaria di Stato, Victoria Nuland, che
alludeva al proprio segreto controllo degli avvenimenti e affermava
che il suo obiettivo era di ”fottere la UE” [!] [8]. Da quel momento,
non hanno più capito niente di quel che stava succedendo.

Se
avessero lasciato libera la ricerca nei loro paesi, avrebbero capito
che intervenendo in Ucraina e organizzandovi il “cambio di regime”,
gli Stati Uniti si assicuravano che l”Unione Europea restasse al loro
servizio. La grande angoscia di Washington, dal discorso di Vladimir
Putin alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco del 2007, è che la
Germania si renda conto di dove stia il proprio interesse: non con
Washington, ma con Mosca [9]. Distruggendo progressivamente lo Stato
ucraino, gli USA Tagliano la principale via di comunicazione tra
l”Unione Europea e la Russia. Potreste girare e rigirare in tutti i
modi la successione degli avvenimenti, ma non potreste trovare un
altro senso. Washington non si augura che l”Ucraina si unisca alla
UE, come attestano i propositi della signora Nuland. Il suo unico
scopo è di trasformare questo territorio in una zona pericolosa da
attraversare.

L”8
maggio 2007 (anniversario della caduta del regime nazista tedesco), a
Ternopol (ovest dell”Ucraina), dei gruppuscoli nazisti e islamisti
creano un sedicente Fronte anti-imperialista al fine di lottare
contro la Russia. Organizzazioni da Lituania, Polonia, Ucraina e
Russia vi partecipano, tra cui i separatisti islamisti di Crimea,
Adighezia, Daghestan, Inguscezia, Cabardino-Balcaria,
Karačaj-Circassia
,
Ossezia,
Cecenia.
Non potendo partecipare a causa delle sanzioni, Dokka Umaroy invia
un contributo. Il Fronte è presieduto da Dmytro Yarosh, divenuto
oggi consigliere del ministero della difesa ucraino.

La
pianificazione militare USA

Eccoci
dunque di fronte a due problemi che si sviluppano molto rapidamente:
gli attentati ”islamisti” non sono che all”inizio. Le migrazioni sono
triplicate nel Mediterraneo nell”arco di un solo anno.

Se
la mia analisi è esatta, nel corso del prossimo decennio vedremo
raddoppiare gli attentati ”islamisti” legati al Medio Oriente
allargato e all”Africa e gli attentati ”nazisti” legati all”Ucraina.
Si scoprirà allora che al-Qa”ida e i nazisti ucraini sono collegati
fin dal loro congresso comune a Termopol (Ucraina) nel 2007. In
realtà, i nonni degli uni e degli altri si conoscono dalla seconda
Guerra mondiale. I nazisti avevano allora reclutato dei musulmani
sovietici per lottare contro Mosca (era il programma di Gerhard von
Mende all”Ostministerium). Alla fine della guerra, gli uni e gli
altri erano stati recuperati dalla CIA (il programma di Frank Wisner
con l”AmComLib) per condurre delle operazioni di sabotaggio in URSS.

Le
migrazioni nel Mediterraneo, che per il momento sono soltanto un
problema umanitario (200.000 persone nel 2014), continueranno a
crescere fino a divenire un grave problema economico. Le recenti
decisioni della UE di andare ad affondare i barconi dei trafficanti
in Libia non serviranno a bloccare le migrazioni, ma a giustificare
nuove operazioni militari per mantenere il caos in Libia (e non per
risolverlo).

Tutto
ciò provocherà disordini importanti nell”Unione Europea che pare
oggi un”oasi di pace. Per la classe dirigentte di Washington non si
tratta di distruggere questo mercato che continua a restarle
indispensabile, ma di assicurarsi che non si ponga mai in
competizione con essa, e di limitare il suo sviluppo.

Nel
1991, il presidente Bush padre incaricò un discepolo di Leo Strauss,
Paul Wolfowitz (allora sconosciuto al grande pubblico), di elaborare
una strategia per l”era post-sovietica. La “Dottrina Wolfowitz”
spiegava che la supremazia degli USA sul resto del mondo esige,
per essere garantita, di imbrigliare l”Unione Europea [10]. Nel 2008,
all”epoca della crisi finanziaria negli Stati Uniti, la presidente
del Consiglio economico della Casa Bianca, la storica Christina
Rohmer, spiegò che l”unico mezzo per riportare a galla le banche era
di fermare i paradisi fiscali dei Paesi terzi, e poi provocare dei
disordini in Europa in modo che i capitali rifluissero verso gli
Stati Uniti. In definitiva, Washington si propone oggi di far alleare
il NAFTA e l”Unione Europea, il dollaro e l”euro, e di abbassare gli
Stati membri dell”Unione al livello del Messico [11].

Sfortunatamente
per loro, né i popoli dell”Unione Europea, né i loro dirigenti
hanno coscienza di quel che il presidente Barack Obama prepara loro.

NOTE


[1]
«
Après
42 ans, Andy Marshall quitte le Pentagone
», Réseau
Voltaire
,
7 gennaio 2015.


[2]
“
Selective
Intelligence
”,
Seymour Hersh, 
The
New Yorker
,
12 Maggio 2003.


[3]
“
Stumbling
World Order and Its Impacts
”,
by Imad Fawzi Shueibi, 
Voltaire
Network
,
5 Aprile 2015.


[4]
«
4
millions de morts en Afghanistan, au Pakistan et en Irak depuis
1990
»,
par Nafeez Mosaddeq Ahmed, Traduction Maxime Chaix, 
Middle
East Eye
 (Royaume-Uni), Réseau
Voltaire
,
11 aprile 2015.


[5]
«
La
“Guerre des civilisations”
»,
par Thierry Meyssan, 
Réseau
Voltaire
,
4 giugno 2004.


[6Dark
Alliance, The CIA, the Contras and the crack cocaine explosion
,
Gary Webb, foreword by Maxime Waters, Seven Stories Press, 1999.


[8]
«
Conversation
entre l’assistante du secrétaire d’État et l’ambassadeur US
en Ukraine
»,
par Andrey Fomin, 
Oriental
Review
 (Russie),
Réseau
Voltaire
,
7 febbraio 2014.


[9]
«
La
gouvernance unipolaire est illégitime et immorale
»,
par Vladimir Poutine,
Réseau
Voltaire
,
11 febbraio 2007.


[10]
Il documento è tuttora classificato, ma il suo contenuto è stato
rivelato in «US Strategy Plan Calls For Insuring No Rivals Develop»
da Patrick E. Tyler, 
New
York Times dell”8 marzo

1992. Il quotidiano pubblica nondimeno dei vasti estratti a pagina
14: «Excerpts from Pentagon’s Plan: “Prevent the Re-Emergence
of a New Rival”». Ulteriori informazioni supplementari si
ritrovano in «Keeping the US First, Pentagon Would preclude a Rival
Superpower» a cura di Barton Gellman,
The
Washington Post
dell”11
marzo
1992.


[11]
«Crisi dell’euro e smantellamento dell’Unione Europea», di
Jean-Claude Paye,
Rete
Voltaire
,
9 luglio 2010.

Questa
“cronaca settimanale di politica estera” appare
simultaneamente in versione araba sul quotidiano
“Al-Watan”(Siria),
in versione tedesca sulla 
“Neue
Reinische Zeitung”
, in lingua
russa sulla 
“Komsomolskaja
Pravda”
, in inglese
su
“Information Clearing House”,
in francese sul 
“Réseau
Voltaire”
.

Thierry
Meyssan, 26 aprile 2015.

Traduzione
a cura di Luisa Martini.

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