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La Terza Guerra Mondiale non ci sarà

Dopo cinque anni di tensione, fallisce il progetto di presa di potere dei Fratelli Musulmani − la "primavera araba" − e la proclamazione di un califfato [Thierry Meyssan]

La Terza Guerra Mondiale non ci sarà
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28 Settembre 2015 - 21.57


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«Sotto i nostri occhi» – Cronaca di politica internazionale n°147

di Thierry Meyssan.

I falchi liberali e i neoconservatori non sono riusciti a
provocare lo scontro con la Russia per il quale erano stati addestrati durante
la Guerra Fredda. In definitiva ha prevalso la voce della ragione. Mentre
silenziosamente si negozia un”uscita dalla crisi ucraina, Russia e Cina si
preparano a convincere gli Stati Uniti e i loro alleati a partecipare a
un”alleanza globale contro il terrorismo islamico. Dopo cinque anni di
tensione, fallisce il progetto di presa di potere dei Fratelli Musulmani − la “primavera araba” − e la
proclamazione di un califfato. La pace è salva.

Nell”illustrazione più
sopra, l’ideologo e fondatore dei Fratelli Musulmani, Hasan al-Banna
(1906-1949). Per lui, il mondo musulmano ha cominciato a essere corrotto dal
mondo moderno e dalla decadenza occidentale a partire dalla caduta del
califfato ottomano (Trattato di Sèvres, 1923). Per tornare alla «età dell”oro» creò
una società segreta, i Fratelli Musulmani, il cui unico scopo è la
restaurazione del califfato tramite il jihad. Nel dicembre del 2010, sostenuta
dal Qatar e dalla CIA, la Fratellanza lancia la “primavera araba” e
cerca di prendere il potere in Tunisia, Egitto, Libia e Siria. Dopo averla data
a bere alle folle per un anno, i Fratelli vengono improvvisamente respinti in
ogni Stato. Alcuni di loro tentano allora il tutto per tutto e proclamano il
califfato in Siria e in Iraq.

Nel giro di una settimana tutti i leader
occidentali, uno dopo l”altro, hanno rinunciato all”obiettivo perseguito
insieme per quasi cinque anni: rovesciare la Repubblica araba siriana e il suo
presidente democraticamente eletto, Bashar al-Assad.

Bisogna riconoscere che se tutto è cambiato
dalla firma dell”accordo 5+1 con l”Iran non è semplicemente a causa delle
volontà della Guida Suprema (l”Ayatollah Ali Khamenei, ndt) né del presidente Putin, ma anche perché esse sono coordinate
con la volontà della Casa Bianca.

Durante il primo semestre del 2012, gli
Stati Uniti e la Russia avevano constatato l’assurdità del progetto di presa
del potere dei Fratelli musulmani − la “primavera araba” − e
immaginato una nuova spartizione del «Medio Oriente allargato» che hanno cominciato
a concretizzare con la conferenza di Ginevra. Ma il presidente Obama si è
dimostrato incapace di onorare la sua parola. Una settimana dopo, Hollande ha
chiamato gli «Amici della Siria» a riavviare la guerra, Kofi Annan ha
rassegnato clamorosamente le dimissioni dalle funzioni di mediatore, mentre
Francia, Qatar, Giordania e Israele lanciavano l’operazione “Vulcano di
Damasco” e assassinavano i capi del Consiglio Nazionale di sicurezza (CNS)
siriano.

Molto in breve, è emerso che il Segretario
di Stato Hillary Clinton, il direttore della CIA David Petraeus e il nuovo
direttore del Dipartimento per gli affari politici dell”ONU Jeffrey Feltman
tenevano le fila fin dall”inizio. È stato necessario attendere la fine della
campagna elettorale statunitense e la rielezione di Obama per arrivare ad
arrestare — nel senso poliziesco del termine – il generale Petraeus e a
licenziare Hillary Clinton. Quanto a Feltman, è rimasto nell’ombra e ha
continuato il sabotaggio della politica della Casa Bianca, assicurando agli uni
e agli altri, tramite i suoi subalterni Lakhdar Brahimi e Staffan De Mistura,
che la Repubblica siriana sarebbe stata sconfitta e che prima o poi sarebbe
stata costretta a una resa totale e incondizionata.

La politica di Obama (distensione con la
Russia e rotazione delle truppe statunitensi verso l’Estremo Oriente) è stata
brutalmente vanificata dal successo della “rivoluzione colorata” in
Ucraina nel novembre 2013. Questa operazione, che ha completato il processo di
distruzione dell’Ucraina e l”isolamento della Russia partito dal crollo
dell”Unione Sovietica, è stata avviata all’insaputa della Casa Bianca. Gli
Stati Uniti preparano le loro operazioni segrete con anni d’anticipo e le
innescano quando ne avvertono l”opportunità politica. Stavolta qualcuno ne ha
dato l”ordine senza consultare il Consiglio di Sicurezza Nazionale USA. Il
risultato è stato una crisi senza precedenti, l”indipendenza della Crimea che
ha rifiutato il colpo di Stato, la sua annessione alla Federazione russa, la
rivolta del Donbass e di Lugansk, le sanzioni occidentali contro Mosca e le
sanzioni a sua volta della Russia contro l”Occidente. In breve, l”interruzione
di tutti i rapporti Est-Ovest.

Stranamente, Obama sembrava essersi
lasciato imporre dai suoi “falchi” una politica che non aveva scelto.
Tuttavia ha segretamente continuato le trattative cominciate con l”Iran
all”inizio del suo secondo mandato. Le cose si sono trascinate a lungo ed è
stato necessario attendere fino al luglio del 2015 per raggiungere un accordo
[1].

Da allora stiamo assistendo a un disgelo
tra Washington e Mosca, a una soluzione della crisi ucraina − gli accordi di
Minsk II stanno cominciando a essere applicati mentre la Russia ha firmato, il
26 settembre, un accordo per la fornitura di gas all’Ucraina − nonché a una
svolta politica nel Vicino Oriente. Ci ritroviamo di fatto nella posizione in
cui eravamo il 30 giugno 2012, quando fu pubblicato il comunicato di Ginevra.
Solo che nel corso di questi tre anni la Siria è stata in gran parte distrutta
e ha perso più di 200 mila anime, i Fratelli Musulmani hanno proclamato quel
califfato per cui fanno il jihad dal 1928, mentre la loro ambizione minaccia
ormai l”intera regione.

In ogni caso, la resistenza del popolo
siriano e dei suoi alleati − soprattutto Hezbollah (partito politico sciita del
Libano, ndt)− e la determinazione di
Iran e Russia hanno dato a Obama il tempo per diventare signore in casa
propria. L”ex braccio destro di Petraeus, il generale John Allen, che era
riuscito a sfuggire all’epurazione del novembre 2012, è stato congedato. Ha
comandato la coalizione “anti”- Daesh (ISIS). E le carte di Feltman
circolano tra i membri del Consiglio di sicurezza.

Uomini coraggiosi e saggi hanno impedito
che questo conflitto artificiale, la “primavera araba”, degenerasse
in terza guerra mondiale.

Da ricordare:

—- La
“primavera araba” mirava a mettere i Fratelli Musulmani al potere
nel mondo arabo. Reagendo al loro fallimento, alcuni Fratelli hanno
proclamato il califfato con Daesh.

—- I falchi liberali
e i neoconservatori vogliono provocare la guerra contro la Russia. Per
questo, hanno promosso la “primavera araba”, si sono ulteriormente
opposti alla pace in Siria, e poi hanno organizzato la rivoluzione colorata
in Ucraina, prima di sostenere Daesh in Iraq e in Siria.

—- Il presidente
Obama avrebbe poi avuto bisogno di tre anni per ripulire la sua
amministrazione e tuttavia, non ha ancora finito.

—- C”è un accordo
tra Barack Obama, Vladimir Putin e l”ayatollah Ali Khamenei per ristabilire
la pace in Medio Oriente.

NOTA

[1]
In articoli precedenti ho già analizzato questo accordo come un disastro per la
resistenza anti-imperialista nel lungo periodo, e come una pausa per la regione
nel breve periodo. Ma questa è un”altra storia [Nda]
.

Thierry Meyssan, 28 settembre 2015.

Traduzione a cura di Emilio Marco Piano.

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