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La Francia e Israele lanciano una nuova guerra in Iraq e in Siria

Parigi non vuol più rovesciare il regime laico siriano, né distruggere il suo esercito, ma creare uno stato coloniale curdo filoisraeliano tra Iraq e Siria [Thierry Meyssan]

La Francia e Israele lanciano una nuova guerra in Iraq e in Siria
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22 Novembre 2015 - 23.54


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«Sotto i nostri
occhi» – Cronaca di politica internazionale n°155

di Thierry Meyssan.

Da un lato, il governo francese sta mobilitando tutti i
suoi mezzi di comunicazione per focalizzare la sua popolazione sugli attentati
del 13 novembre. Dall”altro, lancia assieme a Israele una nuova guerra in Iraq
e in Siria. Il suo obiettivo non è più quello di rovesciare il regime laico
siriano, né di distruggere il suo esercito, ma ormai quello di creare uno stato
coloniale a cavallo dell”Iraq e della Siria, gestito da curdi, per una manovra
a tenaglia sugli Stati arabi. Il sogno di una potenza israeliana dal Nilo all”Eufrate
sta tornando.

Su questa mappa, pubblicata da
Robin Wright sul New York Times nel
2013, si distingue il Sunnistan che Daesh creerà nel giugno 2014, ove proclamerà
il Califfato, e il Kurdistan che la Francia e Israele vogliono ormai creare. Si
noti che questa carta non prevede nulla per i cristiani che dovrebbero essere o
trasferiti in Europa o sterminati.

Al G20, Mosca e Washington impongono di tagliare i finanziamenti a Daesh

Il
vertice del G20 ad Antalya (Turchia) si è certamente preoccupato dell”economia,
ma soprattutto della situazione nel Vicino Oriente. Numerosi negoziati
bilaterali hanno avuto luogo durante il vertice, e non sappiamo i dettagli di
ciò che è stato discusso e concluso nel corso di questi dialoghi in disparte.

Tuttavia,
il presidente russo, Vladimir Putin, ha denunciato senza nominarli quegli Stati
partecipanti alla conferenza che sponsorizzano Daesh. Ha mostrato ai suoi colleghi
delle fotografie satellitari di convogli di autocisterne che attraversavano la
Turchia per vendere il petrolio rubato dall”organizzazione terroristica in Iraq
e in Siria [1]. Pubblicamente chiamato in causa per le sue violazioni
delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza in merito al suo finanziamento a Daesh,
il presidente turco, Recep Tayyip
Erdoğan, ha accusato il colpo. Secondo il Partito
Socialista turco, Bilal Erdoğan (figlio del presidente) dirige personalmente
questo traffico [2].

I
presidenti Putin e Obama hanno deciso di distruggere le autocisterne della
famiglia Erdoğan per porre così fine al traffico di petrolio. Lo stesso giorno,
il CentralCommand statunitense bombardava per la prima volta in un anno e mezzo
delle autobotti cariche di petrolio in Iraq, mentre le forze armate russe ne
distruggevano un grandissimo numero in Siria. [3]

La Russia
e gli Stati Uniti hanno costretto la Francia a unirsi a questa operazione.
Fingendo di rispondere agli attentati di Parigi, il presidente Hollande ha annunciato
senza arrossire che dava ordine alle sue forze armate di bombardare degli obiettivi
di Daesh in Siria, mentre il presidente Putin dava pubblicamente istruzioni alle
forze armate russe di coordinarsi con la Francia e di trattarla «come» un
alleato [4].

Il
presidente francese incontrerà prossimamente i suoi omologhi statunitense e
russo.

Sembra
che siano stati presi provvedimenti efficaci per isolare i 24 istituti bancari
che Daesh utilizza dall”Iraq per trasferire denaro; provvedimenti che il sottosegretario
di Stato USA David S. Cohen aveva invano cercato di imporre per mesi [5].

La Francia e i “falchi liberali” organizzano una nuova guerra

Nel
prendere atto che avrebbe dovuto ritirare Daesh dalla Siria, il gruppo di
Stati, di multinazionali e di personalità statunitensi che organizza la guerra
ha deciso allora di lanciarne una terza.

– La
“Primavera araba” (da febbraio 2011 a gennaio 2013) era stata lanciata
dal Dipartimento di Stato USA. Si trattava di rovesciare regimi arabi laici,
sia alleati sia resistenti agli Stati Uniti, per sostituirli con dittature dei
Fratelli Musulmani. Dopo aver rovesciato i presidenti tunisino ed egiziano
durante le “rivoluzioni” del Gelsomino e del Loto, la guerra è stata
dichiarata alla Libia e alla Siria (come previsto dal trattato di Lancaster
House del novembre 2010), ma le potenze coloniali non giunsero ad attaccare l”Algeria
(presa di ostaggi di In Amenas).

– La
seconda guerra siriana (da luglio 2012 a ottobre 2015) è stata lanciata dalla
Francia, dai “falchi liberali” degli Stati Uniti (Hillary Clinton,
Jeffrey Feltman, David Petraeus, etc.) e da Israele, finanziata da un gruppo di
Stati (Turchia Qatar, Arabia Saudita, ecc.) e da alcune multinazionali
(Exxon-Mobil, KKR, Academi, etc.). Non si trattava più tanto di cambiare il
regime, quanto di «far sanguinare» il paese e distruggere il suo esercito (più
di 100.000 soldati siriani sono morti combattendo contro il terrorismo). Si è
conclusa con l”intervento militare della Russia.

– La
terza guerra siriana (dal 20 novembre 2015) è iniziata da alcuni membri dello
stesso gruppo, questa volta in vista della creazione di un nuovo Stato nel nord
della Siria e dell”Iraq, al fine di prendere a tenaglia gli Stati Arabi che
resistono a Israele [6].

Poiché
gli organizzatori della guerra sono divenuti consapevoli che non sarà più possibile
per loro continuare ad agire contro la Siria, hanno convenuto di riprendere e
continuare quel programma che aveva già portato alla creazione del Sud Sudan
nel 2012. Questo progetto corrisponde al piano di Alain Juppé (marzo 2011) e a quello
pubblicato da Robin Wright (settembre 2013), che prevedevano che, dopo aver
appoggiato Daesh per creare un Sunnistan, si sarebbe dovuto creare un Kurdistan
[7].

Non si
tratta più né di una guerra presuntamente ideologica (Primavera Araba) né di
una guerra presuntamente religiosa (Seconda Guerra Siriana), bensì di una
guerra presuntamente etnica.

Le operazioni segrete sul campo

Per
fare tutto questo, sono riusciti a trasformare il partito curdo siriano
marxista-leninista YPG (ormai denominato «Forze democratiche di Siria») e ad
allearlo con il clan Barzani dell”Iraq. Certo, i due gruppi sono curdi, ma non
parlano la stessa lingua, si sono uccisi a vicenda durante tutta la Guerra
Fredda, e si richiamano a ideologie diametralmente opposte. [8]

Si noti
incidentalmente che, ormai, il governo regionale curdo dell”Iraq è una
dittatura. Il suo presidente Massoud Barzani, un agente del Mossad installato
dal Regno Unito e dagli Stati Uniti, si aggrappa al potere dalla fine del suo
mandato, nel giugno 2013 [9]. Hanno spinto le «Forze democratiche» (sic) a curdizzare forzatamente le popolazioni
non-curde del nord della Siria (ottobre 2015), provocando la rivolta degli
arabi e dei cristiani assiri nonché l”ira di Damasco, senza incontrare peraltro
alcuna reazione internazionale [10]. Non ce ne fu d”altronde nemmeno in
occasione dell”annessione dei campi petroliferi di Kirkuk da parte del governo
regionale curdo dell”Iraq (estate 2014), poiché l”opinione pubblica
internazionale non aveva occhi che per la pulizia etnica praticata da Daesh. All”epoca,
non solo le grandi potenze non avevano condannato la guerra di conquista del Governo
Regionale Curdo dell”Iraq, ma si erano offerti di fornirgli armi direttamente, senza
passare per il Governo centrale di Baghdad, con il pretesto della lotta contro
Daesh.

Le
parti in conflitto non annunceranno di fare la guerra per creare uno stato
coloniale israeliano e prendere gli Stati arabi resistenti in una manovra a
tenaglia, bensì riterranno necessario dichiarare che stanno lottando per un
Kurdistan indipendente; una posizione grottesca, dal momento che il territorio coinvolto
non è mai appartenuto al Kurdistan storico, mentre ivi i curdi sono largamente
minoritari (meno del 30 per cento della popolazione).

Il 5
novembre, la Francia ha annunciato l”invio della portaerei Charles de Gaulle in
zona, con il pretesto della lotta contro Daesh, in realtà per posizionarsi in
vista della terza guerra siriana [11]. La nave ha lasciato Tolone, il suo
porto d”attracco, il 18 novembre.

Dal 13
al 15 novembre, il Governo regionale del Kurdistan iracheno, sostenuto dalle «Forze
Democratiche di Siria» hanno respinto Daesh dal Monte Sinjar (Iraq). In realtà,
i soldati di Daesh si erano ritirati lasciando appena 300 uomini di fronte a una
coalizione di diverse decine di migliaia di soldati. La zona liberata non è
stata restituita al Governo iracheno, ma piuttosto annessa dal Governo
regionale curdo dell”Iraq.

Benché
finga di non sostenere questa operazione e di condannarla, la Turchia l”ha
approvata in occasione del Trattato segreto Juppé-Davoutoğlu del 2011. Se lo
pseudo-Kurdistan fosse creato, la Turchia non mancherebbe di sospingervi i
militanti del PKK.

La Risoluzione 2249 autorizza, di fatto, la nuova guerra

Il 20
novembre, la Russia ha cercato di far passare di nuovo il progetto di
risoluzione che aveva redatto per la sessione del 30 settembre e che era stata
costretta a ritirare. Tutt”al più, essa stessa ha modificato il testo includendovi
dei riferimenti agli attentati del Sinai, di Beirut e di Parigi, menzionandovi
anche l”articolo 51 della Carta (diritto di autotutela). Per una seconda volta,
ha dovuto rinunciare al suo testo e lasciar passare una proposta francese che
legalizzava l”intervento militare contro Daesh in Siria e in Iraq, che il
Consiglio ha approvato all”unanimità (Risoluzione 2249). Benché possa essere
interpretata in vari modi, la risoluzione calpesta di fatto la sovranità
nazionale dell”Iraq e della Siria. Autorizza le grandi potenze a ingerirsi, posto
che pretendano di lottare contro Daesh [12]. Si tratta evidentemente
di liberare il nord della Siria da Daesh, però non per restituirlo alla Siria,
ma per proclamarvi uno Stato indipendente sotto autorità curda.

La
Russia non si è opposta a questa risoluzione e l”ha votata. Sembra che desideri
per ora approfittare del piano franco-israeliano per spingere Daesh fuori dalla
Siria senza tuttavia accettare il principio di uno pseudo-Kurdistan. La
creazione di un tale Stato non ha alcuna legittimità nel diritto internazionale
(i curdi della Siria non sono oppressi, ma godono degli stessi diritti degli
altri cittadini). Si riapre la questione dei diritti delle minoranze già posto
dalla creazione del Kosovo da parte della NATO. Essa autorizza di fatto
qualsiasi gruppo etnico, qualunque sia la sua situazione politica, a
rivendicare uno stato indipendente, il che implica di conseguenza la dissoluzione
della maggior parte degli Stati del mondo – compresa la Francia- e il trionfo
della «globalizzazione».

Da ricordare:

—- Il Cremlino e la Casa Bianca si sono intesi
nel voler tagliare i finanziamenti di Daesh. Hanno bombardato in Iraq e in
Siria le autocisterne della società di Bilal Erdoğan e hanno isolato le
banche di Daesh.

—- Dopo l”annessione dei campi petroliferi di
Kirkuk nel giugno 2014, Israele e Francia sono giunti a continuare
l”espansione del territorio del Governo regionale curdo dell”Iraq (annessione
dei Monti Sinjar) e a lanciare la conquista del territorio non curdo della Siria
settentrionale da parte dell”YPG, ora chiamato «Forze democratiche in Siria».
Intendono alla fine unire le due entità e proclamare l”indipendenza di uno Stato
presunto curdo.

—- La creazione di uno pseudo-Kurdistan in aree
non-curde non ha legittimità rispetto al diritto internazionale. Mira
unicamente, con quella del Sud Sudan, a prendere a tenaglia i maggiori stati
arabi (Egitto, Siria e Iraq) per realizzare il sogno di una potenza israeliana
che va dal Nilo all”Eufrate.

NOTE

[2] «Il ruolo della famiglia Erdogan nel
Daesh
», Rete
Voltaire
, 4 agosto 2015.

[3] «L’armée américaine a détruit 116 camions-citernes de l’EI», Robert Burns, Associated Press, 16 novembre 2015.

[5] “Why Is Money
Still Flowing to ISIS?
”, The Editorial Board, The New York Times Sunday
Review
, October 10, 2015.

[6] «Come Israele intende rilanciare la
guerra nel Levante
», di Thierry Meyssan, Rete Voltaire, 11 maggio 2015.

[7] “Imagining a
Remapped Middle East
”, Robin Wright, The New York Times Sunday Review,
September 29, 2013.

[8] «Il Kurdistan e il Califfato», «Il “Kurdistan”, versione
israeliana
», di Thierry
Meyssan, Al-Watan (Syrie), Rete Voltaire, 7 e 13 luglio 2014.

[10] «Gli Stati Uniti e Israele iniziano la
colonizzazione del Nord della Siria
», Réseau Voltaire, 1er novembre 2015.

[12] «Le Conseil de sécurité adopte une résolution appelant à la
lutte contre Daech
», Centre
de Nouvelles de l’Onu
, 20 novembre 2015

Thierry Meyssan, 22 novembre 2015.

Traduzione a cura di Matzu Yagi.

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