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Le e-mail di Hillary Clinton e la Fratellanza

Il rilancio dell’inchiesta FBI sulle e-mail private di Hillary non verte tanto su questioni di sicurezza, quanto su intrighi che potrebbero andare fino all’alto tradimento. [T. Meyssan]

Le e-mail di Hillary Clinton e la Fratellanza
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1 Novembre 2016 - 16.43


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«Sotto i nostri occhi» – Cronaca di politica internazionale n°209

di Thierry Meyssan.

L”indagine dell”FBI sulle e-mail private di Hillary
Clinton non verte su una negligenza in merito alle norme di sicurezza, ma su un
complotto mirante a distrarre ogni traccia delle sue corrispondenze che avrebbero
dovuto essere memorizzate sui server dello Stato federale. Potrebbe includere scambi
su finanziamenti illeciti o su casi di corruzione, e altro sui collegamenti dei
coniugi Clinton con i Fratelli Musulmani e i jihadisti.

Nell”illustrazione in apertura:

Hillary Clinton e il suo capo di gabinetto Huma Abedin.

DAMASCO (Siria) – Il rilancio dell’inchiesta dell”FBI sulle e-mail private
di Hillary Clinton non verte tanto su questioni di sicurezza, quanto su intrighi
che potrebbero andare fino all’alto tradimento.

Tecnicamente, anziché utilizzare un server sicuro del
governo federale, il Segretario di Stato aveva installato nel suo domicilio un
server privato, in modo da poter utilizzare Internet senza lasciare tracce su
una macchina dello Stato federale. Il tecnico privato della signora Clinton
aveva ripulito il suo server prima dell”arrivo del FBI, così che non era
possibile sapere il motivo per cui lei avesse messo in opera questo
dispositivo.

Inizialmente, l”FBI ha osservato che il server privato
non aveva subito la procedura di sicurezza del server del Dipartimento di
Stato. La Clinton aveva quindi commesso solo un errore di sicurezza. In un secondo
tempo, l”FBI ha sequestrato il computer dell’ex parlamentare Anthony Weiner. Costui
è l”ex marito di Huma Abedin, capo dello staff di Hillary. Lì sono stati
trovati messaggi di posta elettronica provenienti dalla Segretaria di Stato.

Anthony Weiner è un politico ebreo, molto vicino ai
Clinton, che aspirava a diventare sindaco di New York. Fu costretto a
dimettersi dopo uno scandalo assai puritano: aveva inviato SMS erotici a una giovane
donna diversa da sua moglie. Huma Abedin si separò ufficialmente da lui nel
corso di questa bufera, ma in realtà non lo lasciò.

Huma Abedin è una statunitense allevata in Arabia
Saudita. Suo padre gestisce una rivista accademica – di cui è stata per anni la
segretaria editoriale – che riproduce regolarmente il parere dei Fratelli
Musulmani. Sua madre presiede l”associazione saudita delle donne che fanno
parte della Fratellanza e ha lavorato con la moglie dell’ex presidente egiziano
Mohamed Morsi. Suo fratello Hassan lavora per conto dello sceicco Yusuf
al-Qaradawi, predicatore dei Fratelli Musulmani e consigliere spirituale di
Al-Jazeera.

In occasione di una visita ufficiale in Arabia Saudita, la segretaria di
Stato visita il collegio Dar al-Hekma accompagnata da Saleha Abedin (madre del
suo capo di gabinetto), presidente dell”Associazione delle Sorelle che fanno
parte della Fratellanza.

Huma Abedin è oggi una figura centrale nella campagna elettorale
clintoniana, accanto al responsabile della campagna, John Podesta, ex
segretario generale della Casa Bianca sotto la presidenza di Bill Clinton.
Podesta è inoltre il lobbista ufficiale del Regno dell”Arabia Saudita al
Congresso, per la modica cifra di 200 mila dollari mensili. Il 12 giugno 2016,
Petra, l”agenzia di stampa ufficiale della Giordania, ha pubblicato
un”intervista con il principe ereditario saudita, Mohamed bin Salman, nella
quale affermava la modernità della sua famiglia che aveva illegalmente
finanziato circa il 20% della campagna presidenziale di Hillary Clinton, anche
se si tratta di una donna. Il giorno dopo questa pubblicazione, l”agenzia ha
annullato questo servizio e ha assicurato che il suo sito web era stato
violato.

Secondo l”agenzia di stampa giordana Petra (12 giugno 2016), la famiglia
reale saudita ha illegalmente finanziato il 20% della campagna presidenziale di
Hillary Clinton.

La signora Abedin non è l”unica componente
dell”amministrazione Obama ad aver legami con la Fratellanza. Il fratellastro
del presidente, Abon”go Malik Obama, è il tesoriere dell’Opera missionaria dei
Fratelli in Sudan e presidente della Fondazione Barack H. Obama. Lavora
direttamente sotto il comando del presidente sudanese Omar al-Bashir. Un Fratello
musulmano è membro del Consiglio di Sicurezza Nazionale, la più elevata istanza
esecutiva negli Stati Uniti. Dal 2009 al 2012, è stato il caso di Mehdi K.
Alhassani. Non si sa chi gli sia succeduto, ma la Casa Bianca aveva negato che un
Fratello fosse membro del Consiglio fino a quando non emerse una prova. È inoltre
un Fratello l”ambasciatore degli Stati Uniti alla Conferenza islamica, Rashad
Hussain. Gli altri Fratelli identificati occupano funzioni meno importanti. Occorre
tuttavia ricordare Louay M. Safi, attuale membro della Coalizione Nazionale
siriana ed ex consigliere del Pentagono.

Il presidente Obama e il suo fratellastro Malik Obama Abon”go nello Studio
Ovale. Abon”go Malik è il tesoriere del lavoro missionario dei Fratelli
Musulmani in Sudan.


Nell’aprile 2009, due mesi prima del suo discorso al
Cairo, il presidente Obama aveva segretamente ricevuto una delegazione della
Confraternita allo Studio Ovale. Aveva già invitato, in occasione del suo
insediamento, Ingrid Mattson, la presidente dell”Associazione dei Fratelli e delle
Sorelle Musulmani negli Stati Uniti.

Da parte sua, la Fondazione Clinton ha impiegato come
responsabile del suo progetto “Clima” Gehad el-Haddad, uno dei dirigenti
mondiali della Fratellanza che era stato fino ad allora responsabile di una
trasmissione televisiva coranica. Suo padre era stato uno dei co-fondatori
della Fratellanza nel 1951 in occasione della sua rifondazione da parte della
CIA e dell’MI6. Gehad ha lasciato la fondazione nel 2012, quando al Cairo divenne
il portavoce del candidato Mohamed Morsi, e in seguito quello ufficiale della
Fratellanza Musulmana su scala mondiale.

Sapendo che la totalità dei leader jihadisti nel mondo sono
emersi sia dalla Fratellanza sia dall’Ordine sufi Naqshbandi – le due
componenti della Lega islamica mondiale, l”organizzazione saudita anti-nazionalista
araba – vorremmo saperne di pi
ù sulle relazioni della signora Clinton con l”Arabia
Saudita e i Fratelli.

Si scopre che nella squadra del suo sfidante Donald
Trump, ci trova il generale Michael T. Flynn, che ha cercato di opporsi alla
creazione del Califfato da parte della Casa Bianca e si è dimesso dalla direzione
della Defense Intelligence Agency (Agenzia d’intelligence militare) per rimarcare
la sua disapprovazione. Gli si affianca Frank Gaffney, un “reduce della guerra
fredda”, ormai qualificato come “cospirazionista” per aver
denunciato la presenza dei Fratelli nello Stato federale.

Va da sé che, dal punto di vista dell’FBI, tutto il sostegno
alle organizzazioni jihadiste sia un reato, indipendentemente dalla politica della
CIA. Nel 1991, la polizia – nonché il senatore John Kerry – avevano causato il
fallimento della banca pakistana (benché registrata nelle Isole Cayman) BCCI,
che la CIA utilizzava in ogni sorta di operazioni segrete con i Fratelli
Musulmani e anche con i cartelli latini della droga.

Thierry Meyssan, 1° novembre 2016.

Traduzione a cura di Matzu Yagi.



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