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La campagna della NATO contro la libertà di espressione

'La NATO inizialmente ha cercato di far tacere chi cercava la verità sull''11/9. Poi l''appetito vien mangiando... [Thierry Meyssan]'

La campagna della NATO contro la libertà di espressione
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4 Dicembre 2016 - 21.49


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«Sotto
i nostri occhi» – Cronaca di politica internazionale n°214

di Thierry
Meyssan
.

Questa è una lunga storia che attraversa un arco di quindici anni. La NATO
inizialmente ha cercato di mettere a tacere i cittadini che cercavano di
conoscere la verità sugli attentati dell”11 settembre. Poi ha preso di mira
coloro che contestavano la versione ufficiale della “primavera araba”
e della guerra contro la Siria. Da cosa nasce cosa, ha attaccato coloro che
denunciavano il colpo di Stato in Ucraina. Ormai la NATO fa ora accusare da una
pseudo-ONG quelli che han fatto campagna per Donald Trump di essere agenti
russi.

Nell’illustrazione in apertura, il Logo del Centro di comunicazione
strategica della NATO

DAMASCO
(Siria)  –  Gli attentati
dell”11 settembre 2001
sono stati seguiti sia da uno stato d’emergenza
permanente sia da una serie di guerre. Come scrivevo all’epoca, la teoria secondo
cui i mandanti sarebbero stati jihadisti che comandavano da una grotta afgana
non regge all”analisi. Tutto fa pensare che siano stati invece organizzati da
una fazione del complesso militare-industriale.

Se questa
analisi è esatta, il seguito degli avvenimenti poteva soltanto portare a una repressione negli Stati Uniti e negli Stati
alleati.

Quindici
anni più tardi, la ferita che ho aperto non si è ancora chiusa, tutt’altro, a
causa degli eventi che sono seguiti. Al Patriot
Act
e alle guerre del petrolio si sono poi aggiunte le “primavere arabe”.
Non solo la maggior parte della popolazione statunitense non crede più a ciò
che ha detto il suo governo dall’11/9 ma, votando per Donald Trump, ha appena
espresso il suo rifiuto del Sistema post-11 settembre.

È successo
che ho aperto mondialmente il dibattito sull’11/9, che ho aderito all’ultimo
governo della Jamahiriya araba libica e che riferisco in loco la guerra contro
la Siria. All’inizio, l”amministrazione USA ha pensato di poter fermare l’incendio
accusandomi di scrivere qualsiasi cosa pur di far soldi e toccandomi laddove secondo
essa faceva più male, ossia il portafoglio. Tuttavia le mie idee hanno
continuato a diffondersi. Nell’ottobre 2004, quando 100 personalità USA hanno
firmato una petizione per chiedere la riapertura delle indagini sugli attentati
dell’11/9, Washington ha cominciato ad avere paura
[1].

Nel 2005,
ho riunito a Bruxelles più di 150 personalità provenienti da tutto il mondo –
tra cui degli invitati siriani e russi come l”ex capo di stato maggiore delle
forze armate della Federazione, il generale Leonid Ivashov – per denunciare i neo-conservatori, mostrando che
il problema diventava globale
[2].

Mentre
durante il mandato di Jacques Chirac
l”Eliseo si preoccupava della mia sicurezza, l”amministrazione Bush chiese nel 2007 al neoeletto presidente Nicolas Sarkozy di eliminarmi fisicamente. Quando fui avvertito della sua risposta
positiva da un amico ufficiale dello stato maggiore, ho avuto una sola via da
percorrere: l”esilio. Gli altri miei amici – ero da 13 anni segretario
nazionale del partito radicale di sinistra – mi guardarono increduli, mentre la
stampa mi accusava di cadere nella paranoia. Nessuno mi è venuto pubblicamente
in soccorso. Ho trovato rifugio in Siria e ho vagato nel mondo al di fuori
dell”area NATO, sfuggendo a diversi tentativi di assassinio o rapimento. Per
quindici anni, ho aperto dibattiti che si sono generalizzati. Sono sempre stato
attaccato quando ero solo, ma quando le mie idee sono state condivise, sono state
migliaia le persone che sono state perseguitate per averle riprese e sviluppate.

È in
quello stesso periodo che Cass Sunstein
(marito dell”Ambasciatrice degli Stati Uniti all’ONU Samantha Power) ha redatto
con Adrian Vermeule per le università di Chicago e Harvard una memoria per la
lotta contro le “teorie della cospirazione”: così chiamano il
movimento che avevo iniziato. In nome della difesa della “Libertà“
contro l”estremismo, gli autori definiscono un programma volto ad annichilire questa
opposizione:

«Possiamo facilmente immaginare una serie
di possibili risposte.

1. Il governo può vietare le teorie della
cospirazione.

2. Il governo potrebbe imporre qualche sorta
di tassa, finanziaria o di altro tipo, su coloro che diffondono tali teorie.

3. Il governo potrebbe impegnarsi in un contro-discorso
al fine di screditare le teorie della cospirazione.

4. Il governo potrebbe ingaggiare soggetti
privati credibili affinché si impegnino in una contro-narrazione.

5. Il governo potrebbe impegnarsi nella
comunicazione informale con terzi e incoraggiarli»
[3].

L”amministrazione
Obama esitava a scegliere pubblicamente questa strada. Ma ad aprile 2009, propose
al vertice NATO di Strasburgo-Kehl di creare un servizio di “Comunicazione
Strategica”. Inoltre fece dimettere Anthony
Jones
dalla Casa Bianca nel 2009 poiché il famoso avvocato si era espresso
senza mezzi termini sull”argomento
[4].

Il progetto
di servizio di comunicazione strategica della NATO è rimasto ancora nel
cassetto fino a quando il governo lettone non si è fatto vivo. È stato alla
fine installato a Riga, sotto la direzione di Janis Karklin?, a quel tempo responsabile all’ONU per il vertice
mondiale sulla società dell”informazione e il Forum per la governance di internet.
Concepito dai britannici, include partecipazioni di Germania, Estonia, Italia,
Lussemburgo, Polonia e Regno Unito. In un primo momento, si accontentava di
moltiplicare gli studi in argomento.

Tutto è
cambiato nel 2014, quando il think tank
della famiglia Khodorkovsky, l”Istitute of Modern Russia moderna (Istituto sulla
Russia moderna) a New York, ha pubblicato un”analisi dei giornalisti Peter
Pomerantsev e Michael Weiss
[5].

Secondo il
loro rapporto, la Russia avrebbe schierato un vasto sistema di propaganda
all”estero. Tuttavia, invece di presentarsi in una luce favorevole, come
durante la Guerra fredda, Mosca avrebbe deciso di inondare l”Occidente di
“teorie della cospirazione” in modo da creare la confusione generale.
Gli autori hanno precisato che queste “teorie” non vertono più solo sull”11
settembre, ma anche sulla copertura mediatica della guerra contro la Siria.

Nel
tentativo di riattivare l”anti-sovietismo della Guerra fredda, il rapporto ha
segnato un ribaltamento di valori. Fino ad allora, la classe dirigente USA ha
cercato solo di nascondere il crimine dell”11 settembre accusando alcuni
barbuti senza importanza. Ormai si trattava di accusare uno Stato straniero di
essere responsabile dei nuovi crimini che Washington aveva commesso in Siria.

Nel
settembre 2014, il governo britannico ha creato la 77ma Brigata; un’unità incaricata di contrastare la propaganda
estera. Essa comprende 440 militari e più di un migliaio di civili del Foreign
Office, inclusi membri dell’MI6, della Cooperazione e della Stabilisation Unit.
Non si sa quali siano i suoi obiettivi. Questa brigata lavora con la 361st
Civil Affairs Brigade dell”esercito di terra statunitense (basata in Germania e
Italia). Queste unità militari erano state utilizzate per perturbare i siti web
occidentali che cercavano di ristabilire sia la verità sull”11 settembre sia sulla
guerra contro la Siria.

All”inizio
2015, Anne Applebaum (la moglie dell”ex
ministro della Difesa polacco Radosław Sikorski) ha creato all”interno del Center
for European Policy Analysis di Washington (Centro di analisi della politica
europea) un”unità chiamata Information Warfare Initiative (Iniziativa sulla
guerra dell’informazione)
[6].

In origine
si trattava di contrastare l”informazione russa in Europa centrale e orientale.
Affidava questa iniziativa al già citato Peter
Pomerantsev
e a Edward Lucas,
uno dei redattori di The Economist.

Benché
Pomerantsev sia tanto il co-relatore dell’Institute of Modern Russia quanto il
corresponsabile della Information Warfare Initiative, non fa più cenni all’11
settembre, né considera più la guerra contro la Siria come un tema centrale, ma
solo come un tema ricorrente che permette di speculare sull”azione del
Cremlino. Concentra invece le sue frecce contro il canale televisivo Russia
Today
e sull”agenzia di stampa Sputnik: due organi pubblici russi.

Nel
febbraio 2015, il think tank del
Partito socialista francese nonché contatto del National Endowment for
Democracy (NED), la Fondazione
Jean-Jaurès
, ha pubblicato a sua volta una nota, intitolata Conspirationnisme,
un état des lieux
  (trad.:
“Cospirazionismo, una panoramica”)
[7].

Essa
ignora gli sviluppi a proposito della Russia e riprende il dibattito laddove
Cass Sunstein l’aveva lasciato. Preconizza di vietare in modo puro e semplice ai “cospirazionisti” la
possibilità di esprimersi
. Da parte sua, il ministro dell’Educazione ha
organizzato dei seminari nelle scuole per mettere in guardia gli studenti
contro i “cospirazionisti”.

Il 19 e 20
marzo 2015, il Consiglio europeo ha chiesto all”Alta Rappresentante Federica Mogherini di preparare un
piano di “comunicazione strategica” per denunciare le campagne di
disinformazione della Russia in materia di Ucraina. Il Consiglio non ha
menzionato né l’11 settembre né la guerra contro la Siria e ha cambiato il suo
obiettivo per occuparsi solo degli avvenimenti in Ucraina.

Ad aprile
2015, la Mogherini ha creato all”interno del Servizio europeo per l”azione
esterna (EEAS) un’unità di Comunicazioni strategiche
[8].

È diretta
da un agente dell’MI6 britannico, Giles
Portman
. Distribuisce a numerosi giornalisti europei, due volte a
settimana, un insieme di argomenti intesi a dimostrare la malafede di Mosca; si
tratta di cataloghi di notizie che alimentano abbondantemente i media europei.

Il 20 agosto 2015, il Centro di Comunicazione strategica della NATO è stato
aperto a Riga sotto la direzione di Jānis Sārts e in presenza del direttore di
una branca del National Endowment for Democracy, John McCain (qui in una
conversazione con il presidente lituano Dalia Grybauskaitė).

Foto:
Gatis Dieziņ?

Fin dalla
sua nascita, il Centro di Comunicazione
strategica della NATO
ha preso con sé un servizio dell’Atlantic Council, il
Digital Forensics Research Lab. Un Manuale di Comunicazione Strategica è
stato redatto dalla NATO. Mira a coordinare e sostituire tutti i dispositivi antecedenti
in materia di Diplomazia pubblica, di Pubbliche relazioni (Public Affairs), di Pubbliche Relazioni militari, di Operazioni sui
sistemi elettronici di comunicazione (Information
Operations
) e di Operazioni Psicologiche.

Su
ispirazione della NATO, l”ex ministra degli Esteri polacca intanto diventata
eurodeputata, Anna Fotyga, ha
fatto adottare al Parlamento europeo il 23 novembre 2016
una risoluzione
sulla «comunicazione strategica dell”Unione mirante a contrastare la propaganda
rivolta contro di essa da parte di terzi». Anche in questo caso, l”obiettivo si
sposta: non si tratta più di contrastare il discorso sull’11/9 (vecchio di 15
anni), né quello della guerra contro la Siria, ma di creare un amalgama tra il
discorso che contesta gli avvenimenti ucraini e quello di Daesh. Si torna al
punto di partenza: quelli che contestavano le versioni correnti sull’11/9 cercavano
secondo la NATO di riabilitare Al-Qa’ida, quelli che fanno il gioco della
Russia mirano a distruggere l”Occidente come Daesh. E poco importa che la NATO sostenga
Al –Qa’ida ad Aleppo Est.

Lanciato
da un articolo clamoroso sul Washington
Post
, il 24 novembre 2016 [9], un misterioso gruppo denominato “Propaganda or Not?” ha stabilito un elenco di 200
siti web –compreso
Voltairenet.org – presuntamente incaricati dal Cremlino
di trasmettere la propaganda russa e intossicare l’opinione pubblica statunitense
al punto di averla spinta a votare Trump.

Sebbene “Propaganda
or Not?”
non pubblichi i nomi dei suoi capi, indica il fatto di riunire quattro organizzazioni: Polygraph,
The Interpreter, il Center for European Policy Analysis e il Digital
Forensic Research Lab.

Polygraph è un sito di Voice
of America
, la radio e televisione pubblica statunitense controllata dal
Broadcasting Board of Governors.

The Interpreter è la
rivista dell’Institute of Modern Russia, ora trasmesso da Voice of America.

– Il Center for European Policy
Analysis
è un pseudopodo del National Endowment for Democracy (NED),
guidato da Zbigniew Brzezinski e Madeleine Albright.

– Infine, il Digital Forensic
Research Lab
è un programma dell’Atlantic Council.

In un
documento rilasciato da “Propaganda or Not?”, questa pseudo-ONG, emanazione
di associazioni finanziate dall”amministrazione Obama, nomina il nemico: la
Russia. La accusa di essere all’origine del movimento per la verità sull’11/9 e
dei siti web che sostengono la Siria e la Crimea.

Il
Congresso degli Stati Uniti ha approvato il 2 Dicembre 2016 una legge che vieta
qualsiasi cooperazione militare tra Washington e Mosca. In pochi anni, la NATO
ha riattivato il maccartismo.

Documenti
allegati

Reclamo depositato presso l”Ispettore
generale del Dipartimento di Stato.
Réseau Voltaire International, 2 dicembre 2016.

(PDF – 43,4 kb)

NOTE

[1] «100 personnalités contestent
la version officielle du 11 septembre
», Réseau Voltaire, 26 octobre 2004.

[2] «Axis for Peace», Réseau Voltaire.

[3] «Conspiracy Theories», Cass R. Sunstein & Adrian Vermeule,
Harvard Law School, January 15, 2008.

[4] «11-Septembre: Obama congédie un de ses conseillers», Réseau Voltaire, 8 septembre 2009.

[5] «The Menace of Unreality: How the Kremlin Weaponizes Information, Culture
and Money», Peter Pomerantsev & Michael Weiss, The Interpreter/
Institute of Modern Russia
, 2014.

[6] Information Warfare Initiative, sito ufficiale.

[7] «Lo Stato contro la Repubblica», di Thierry Meyssan, Rete Voltaire, 9 marzo 2015.

[8] «La propaganda UE contro la Russia», Rete Voltaire, 6 luglio 2016.

[9] “Russian
Propaganda Effort Helped Spread ’Fake News’ During the Election, Experts Say
”, Craig Timberg, The Washington Post,
November 24, 2016

Traduzione a cura
di Matzu Yagi.

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