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NSA è dentro Google e Yahoo!

Conferme sulle intercettazioni sul traffico nelle reti dei giganti Web. Snowden intanto rilascia nuove rivelazioni sotto lo sguardo vigile dei russi.

NSA è dentro Google e Yahoo!
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7 Novembre 2013 - 11.09


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di Claudio Tamburrino.

Roma – Nuove conferme arrivano su quanto già anticipato nei giorni scorsi dal Washington Post: la National Security Agency
non si è limitata ad intercettare le comunicazioni di governi
stranieri, a sollecitare la consegna di informazioni dagli operatori
della Rete, ma ha anche avuto accesso ai dati scambiati tra i data center di Google e Yahoo! sparsi in tutto il mondo.

Nonostante la smentita del direttore dell”NSA Keith B. Alexander (che comunque sembra stia pensando alle dimissioni) ed il tentativo (fallito)
da parte della deputata Dianne Feinsein di far passare una proposta di
riforma di legge che, pur affermando di voler limitare le
intercettazioni da parte dell”NSA, di fatto ne consolidava la pratica,
negli Stati Uniti si fa sempre più serrato il dibattito sui metodi
dell”intelligence nella lotta al terrorismo e sulla verità dei documenti
divulgati dalla spia Snowden.

Mentre da Washington fanno sapere che non cӏ speranza per quanto riguarda una eventuale grazie ad Edward Snowden ed alcuni funzionari militari di primo livello stanno pensando di togliere alla sua ex agenzia le competenze legate alla cyberguerra, il Washington Post
infiamma ancora la polemica e – sempre citando fonti anonime – conferma
quanto scritto nei giorni scorsi sulle intercettazioni illegali
compiute dall”NSA fuori dagli Stati Uniti in collaborazione con i
servizi segreti britannici, pubblicando alcuni documenti riservati
ottenuti da fonti anonime e che confermerebbero le informazioni ottenute
dalle reti private di Google e Yahoo!.

Come già anticipato, in realtà, non si tratterebbe di un”intercettazione
diretta dell”NSA, ma di un”operazione della sua controparte britannica,
il GCHQ, da cui poi ha ottenuto tali dati intercettati nel passaggio
tra un data center e l”altro: comunicazioni private che non passano
sull”Internet pubblica, ma su reti di fibra ottica private controllate
da Yahoo! e Google. Non si tratterebbe, dunque, di dati ottenuti (più o
meno) legalmente attraverso il meccanismo legislativo di PRISM e della
Section 702 che permette all”agenzia dell”intelligence di pretendere
dalle aziende di telecomunicazione i dati richiesti, ma di
intercettazioni illegali effettuate su territorio britannico e
probabilmente ai danni delle cloud private di Yahoo! e Google, le uniche
su cui sono contenuti alcuni dei dati ottenuti da NSA e GCHQ.

Tali
intercettazioni, in pratica, sarebbero state portate a termine dai
servizi segreti britannici sul territorio del Regno Unito, con una serie
di operazioni e strumenti che rientrano sotto il progetto MUSCULAR, che corrisponde alla stringa alfanumerica DS-200B: si tratta di uno dei tanti sigad (signals intelligence activity designator,
sistema di identificazione di segnali) utilizzato dall”NSA per
identificare dove raccogliere le comunicazioni elettroniche, e che
corrisponde ad un accesso internazionale situato in Gran Bretagna. Pur
essendo un accesso sotto la responsabilità del GCHA, tuttavia, esso
avrebbe un sistema di gestione del traffico, TURMOIL, appartenente
all”NSA.

A supporto di tale notizia sono state pubblicate alcune slide prodotte dall”NSA: alcune di queste mostrano dati in formati usati solo nei server di Google,
nonché quello che sembra il protocollo binario RPC, che Mountain View
non pubblica mai e che rappresenta il protocollo per le procedure di
chiamate remote impiegato dalle macchine di Google a conferma del fatto
che stiano parlando tra di loro.

In altri documenti NSA, poi, l”agenzia descriverebbe l”utilizzo di uno strumento “demultiplexer” per smistare pacchetti dati ottenuti attraverso la rete interna di Yahoo! e che lavora con il formato proprietario del sito in viola NArchive.

Trattandosi
di intercettazioni compiute all”estero l”NSA ha in ogni caso avuto
molti meno vincoli legali: secondo l”ordinamento statunitense in questo
tipo di operazioni l”agenzia può presumere che le comunicazioni che sta
intercettando appartengano a cittadini stranieri. E anche laddove
uscisse dai limiti imposti dal Foreign Intelligence Surveillance Act (FISA) godrebbe in ogni caso della mancanza di controlli effettuati sul suo operato all”estero.

Rajesh De, consigliere generale dell”Agenzia, ha smentito un operato di questo tipo, così come aveva già fatto l”agenzia con un comunicato ufficiale ufficiale.

A non smentire (ma neanche confermare) tali notizie è invece Google: Eric Schmidt si è limitato a dire
che intercettazioni compiute dall”NSA ai danni dei loro server
sarebbero “oltraggiose”. Inoltre, intercettare 320 milioni di persone
per identificarne a mala pena 300 – fa notare pragmaticamente ancora – sarebbe, oltre che illegale, anche una terribile politica pubblica.

Nel
frattempo, mentre si preparano le contromosse e le proteste, si
allargano i coinvolgimenti nel datagate: come se Snowden il ricercato,
Snowden la spia, Snowden l”eroe della verità che rischia di ispirare altri voltagabbana all”interno dell”NSA, Snowden cui è stato offerto dalla Germania un salvacondotto per testimoniare in tribunale sul caso e che sembra
stia al momento vivendo sotto lo sguardo vigile (e apparentemente
autoritario) dei servizi segreti russi, con le sue rivelazioni possa a
comando scatenare azioni e reazioni che hanno ripercussioni in tutto il
mondo.

Per esempio, un gruppo di hacker indonesiano che afferma di essere collegato ad Anonymous ha attaccato diversi siti di aziende australiane (contrassegnate da indirizzi .au.com) come forma di rappresaglia
per il presunto coinvolgimento delle autorità australiane nelle
operazioni di intercettazioni condotte dai servizi segreti statunitensi
.

E nel frattempo si estende la polemica in Europa: si parla dei carrier
britannici BT e Vodafone come fornitori di dati ai servizi segreti,
così come lo sarebbero Verizon Business e altri più piccoli provider che
avrebbero contribuito a monitorare comunicazioni e scambi sui social
network dei propri utenti.

Nel Vecchio Continente si estende poi
sempre più scura l”ombra del controllo di governo: nuove rivelazioni –
tutte da confermare – descrivono un sistema di spionaggio sviluppato
indipendentemente da Francia, Germania, Svezia e Spagna per spiare sui
propri cittadini. In esso non sarebbe,
invece, coinvolta l”Italia, ma solo perché esclusa esplicitamente dagli
altri paesi in quanto dotata di un sistema di spionaggio molto
frammentato e incapace di offrire un referente univoco.

In Italia – peraltro – si cerca di fare un po” chiarezza: mentre il Primo Ministro Enrico Letta ha dato mandato ai vertici dei Servizi di sicurezza di proseguire le indagini sull”eventuale coinvolgimento dell”Italia nel Datagate, L”Espresso
scrive di una centrale di spionaggio americano con base a Milano e con
una squadra di specialisti a Roma che avrebbe continuato a monitorare
l”Italia, registrando un boom di intercettazioni nel periodo delle
dimissioni di Mario Monti e della conseguente campagna elettorale. Nei
giorni scorsi, poi, Carlo Bonini su La Repubblica aveva scritto che da almeno 10 anni le telefonate italiane sarebbero sotto intercettazione, in quanto i metadati passerebbero in “strutture che hanno dei punti fragili”, quali il Milan Internet eXchange (MIX), lo snodo centrale a cui i servizi segreti statunitensi e britannici avrebbero avuto facilmente accesso.

Tuttavia
i rappresentanti del MIX sono intervenuti per smentire: hanno così
specificato che, pur essendo il principale punto di interscambio
Internet italiano, il MIX non gestisce in alcun modo il traffico
telefonico: i suoi 132 clienti possono decidere liberamente con quali
altri soggetti scambiare traffico via peering, senza alcun intervento o
controllo da parte di MIX. Ha inoltre precisato che ogni operatore
cliente ha accesso esclusivo e controllato alle proprie apparecchiature e
che nessun soggetto terzo (e nello specifico nessun servizio segreto)
ha mai avuto accesso alle apparecchiature che interconnettono le reti
degli operatori.

Fonte: http://punto-informatico.it/3924370/PI/News/nsa-dentro-google-yahoo.aspx.

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