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Un miliardo e mezzo di latini

'Un''unione mediterranea di 200 milioni di parlanti una qualche forma di neo-latino, come influirebbe sull''ecumene delle lingue romanze (già 1,5 mld)? E sul mondo?'

Un miliardo e mezzo di latini
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17 Marzo 2015 - 23.16


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di Pier Luigi Fagan.



Interessante spunto di Aldo Giannuli di cui spesso apprezziamo i ragionamenti. Si tratta della c.d. lingua veicolare, la lingua di medio intendimento in comune a vaste porzioni di mondo in cui si trovano eterogenee popolazioni diversamente parlanti. 

Una prima considerazione è che il riassetto complessivo della geo-cultura e geo-politica mondiale tenderà a procedere per gradi, non come si è ipotizzato nella retorica del villaggio globale, ma per aree. 

Dalla interrelazione tra aree sorgerà poi un assetto del mondo ulteriore ma parlarne è forse spingersi un po’ troppo in là. 

L’idea del latino però sarebbe assai interessante per quella unione dei paesi mediterranei di cui abbiamo parlato. Italiano, francese, spagnolo e portoghese, sono tutte lingue neo-latine o romanze. Questo sistema linguistico conterebbe su tutta la tradizione secolare che dall’Impero Romano arriva fino al Medioevo ma più che altro su una oggettiva condivisione del vocabolario. 

La questione della lingua è assai complessa e non v’è dubbio che per intendersi appieno si debbano condividere sistemi grammaticali, fonetici, idiomatici ma nell’ottica della gradualità, il primo livello è nominare le cose nello stesso modo o comunque in modo reciprocamente intellegibile. Così, col mio amico francese vicino di casa in quel di una isoletta greca di cui siamo entrambi frequentatori, dopo qualche bicchiere di vino, saltiamo l’inglese veicolare ed ognuno parla la sua lingua. Il risultato non è esente da larghi buchi di comprensione ma non è neanche completamente inintelligibile. 

Ripassando entrambi un po’ di base latina, cosa che non sarebbe per entrambi poi così difficile, faremmo passi da giganti. Lo stesso vale per lo spagnolo. 

Una unione mediterranea di 200 milioni di parlanti una qualche forma di neo-latino, come influirebbe sull’ecumene delle lingue romanze? Ed un ecumene del genere che già conta un miliardo e mezzo di parlanti, come influirebbe sulla geografia linguistica planetaria?



Fonte: https://pierluigifagan.wordpress.com/cronache-dellera-complessa/


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