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Il dono dei figli ai tempi della desolazione della sinistra

'Un desolato deserto di elementari valori che avanza inesorabilmente grazie al lavoro delle élite dominanti e delle sue avanguardie ''progressiste'' [Piotr]'

Il dono dei figli ai tempi della desolazione della sinistra
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2 Marzo 2016 - 20.01


ATF

di
Piotr
.

1. Sull’utero in affitto Giorgio Cremaschi ha ragione da vendere. E anche Famiglia Cristiana ha ragione da vendere. Ci sono valori di base che, anche quando non si
comprendevano tra di loro, hanno storicamente accomunato cristiani a comunisti e
che oggi gridano di sdegno.

Ma gridano nel deserto, anche se la
sempre interessante rivista cattolica ha moltissimi lettori. Perché qui siamo
di fronte a un desolato deserto di elementari valori che avanza inesorabilmente
grazie al lavoro delle élite dominanti e delle sue avanguardie, “progressiste” sì
ma ferocemente contrarie all’essenza della libertà e dell’emancipazione umane.

Se penso alla vicenda di Nichi Vendola
e del suo compagno, mi vengono istintivamente in mente quelle giovani coppie
che incuranti del codice della strada tengono il pargoletto seduto davanti
sulle ginocchia del genitore che non guida. Lo coccolano, ne ricevono il calore
che sappiamo, ma inconsciamente lo stanno usando come air-bag in caso
d’incidente.

Un bambino non è un air-bag che
serve a salvaguardare i desideri degli adulti e difendere le loro scelte
sconsiderate per soddisfarli.

La scelta di Vendola è un esempio che
non avremmo voluto vedere della degenerazione valoriale della sinistra. Bene fa
infatti Famiglia Cristiana a chiedersi
se questi sono i nuovi valori della sinistra. Ce lo chiediamo da anni anche
noi, con angoscia crescente.

No, non era questa la nostra concezione
del mondo
!

Ma la voce grida ancora una volta nel
deserto, perché la corruzione aristotelica, associandosi spesso con brandelli
grandi o piccoli di potere, ha fatto ormai il suo corso trascinando con sé
persone che non ci aspettavamo. E il grido si disperde nel vento.

Parliamo di una sinistra che ci
ha portato ripetutamente in guerra
facendo mattanze di civili dieci, cento, mille volte più grandi di quelle
propagandisticamente imputate a presunti dittatori. E ora si accinge a farlo di nuovo, con la scusa del caos che ha generato
con le guerre precedenti e col suo sostegno all’opera devastante dei tagliagole
che ora dovremmo combattere (per non parlare del sostegno ai nazisti ucraini).

Parliamo di una sinistra che ha precarizzato
il lavoro
come la destra non si era mai azzardata a fare. Che ha
contribuito con la sua politica internazionale a creare milioni di profughi per poi piangerci
sopra come un coccodrillo
. La sinistra del 40% dei giovani disoccupati e
dei regali alle banche. La sinistra
che ha devastato la nostra bella Costituzione
e si prepara alla svendita definitiva di ogni singolo bene e servizio pubblico.

Una sinistra che unisce il cinismo feroce alla cialtronaggine e
alla ciarlataneria. Una sinistra depistatrice, come l’onorevole Boldrini. No,
signora Boldrini, nessuno se la piglia col neonato, vittima di questo
mercimonio quanto sua madre. Ce la pigliamo con gli “acquirenti” e solo con loro.
E non lo facciamo con aggressioni verbali squadristiche. Non ci viene spontaneo,
non lo abbiamo mai fatto. Stiamo solo tentando di riscattarci dall’avvilimento
e porre un argine a una spaventosa deriva. Non cambiamo per l’ennesima volta le
carte in tavola!

Ora il fatto è compiuto. Cioè la prepotenza
è compiuta. Il piccolo dovrà crescere serenamente e le polemiche di conseguenza
si dovranno placare. I valori che erano della sinistra per l’ennesima volta sono
sotto ricatto
. Se trovano voce potrebbero in un futuro danneggiare una
creatura innocente. E questo non lo vogliamo. Non vogliamo che le colpe dei
padri ricadano sui figli, ma neppure che quelle colpe passino inosservate
perché rappresentano un concentrato delle cose che chi è di sinistra dovrebbe
rifiutare.

2. Essere di sinistra una volta
aveva una motivazione morale. Nessuno era di sinistra o comunista solo perché
aveva letto “Il Capitale”. Ci faceva orrore la sopraffazione dei più deboli, la
smodata smania di potere (e Karl Marx parlava anche di questo quando
parlava di accumulazione; e non tra
le righe, ma esplicitamente). Volevamo abolire
lo sfruttamento
dell’uomo sull’uomo.

Che
cosa è rimasto di tutto questo? Niente. Un bel niente
.

Le cliniche specializzate americane offrono cataloghi di ovuli e di uteri
in affitto, ognuno con le sue caratteristiche, come fossero degli smartphone. Nell’offerta sono comprese persino le usuali trappole finanziarie.

Loro sono abituati così.

Che pena! Che tristezza.

Noi quando abbiamo adottato siamo stati messi di fronte a
un’alternativa secca: o prendete con voi quel bambino o rinunciate. E
ringrazio il cielo che sia stato così. Perché un figlio deve sempre essere un dono, non una scelta. Per chi è
credente è un dono divino. Per chi non crede è lo stesso un dono unico,
irripetibile, come lo è ogni essere umano. Che sia un figlio naturale o che
sia adottato
, è un dono. Perché allora sfruttare una povera giovane che non
ha altro da vendere che il proprio corpo, le sue funzioni più delicate e
straordinarie?

“Perché non avete adottato?” chiede
giustamente Giorgio Cremaschi alla fine del suo post. Qualcuno in un commento
gli ha risposto sostenendo che in Italia per le coppie omosessuali non è
possibile e quindi  Vendola e il compagno
sono stati “costretti” (ma davvero?) a ricorrere alla maternità surrogata.  

Per prima cosa non è vero. Ho
spiegato in un precedente articolo come ciò sia già oggi possibile
con le leggi vigenti e facendo riferimento a sentenze già emesse.

Non è facile, costa fatica e
snervanti attese e di adozioni ne riparliamo tra poco.

Ma ammettiamo che veramente non si
possa. Il ragionamento è comunque orripilante. Dato che una legge non mi
riconosce il diritto A, allora violo una legge B che non c’entra col mio
diritto A e compio un atto che anche il Parlamento Europeo ha decretato a
stragrande maggioranza bipartisan essere odioso, da condannare e da impedire a
chiunque, etero o omo.

E che bel servizio ha fatto il
presidente di SEL a chi adesso, dopo il voto sulle unioni civili, vuole
condurre la battaglia per il diritto delle coppie omosessuali all’adozione. Un
assist coi fiocchi!

D’altra parte la sinistra ormai ha
un sesto senso per sputtanare qualsiasi cosa che tocchi. Basti pensare che
esattamente mentre faceva votare l’estensione della reversibilità della
pensione alle coppie unite civilmente, il governo si metteva a farfugliare di taglio alla reversibilità per le coppie
unite in matrimonio. A dire: “In che modo posso rendere antipatiche le unioni
civili? Ah, ecco. Ho trovato!”. Dei veri geni!

3. La legge sulle unioni civili è
passata al Senato. Benissimo! Senza stepchild
adoption
. Meglio ancora! Meglio ancora, perché quello che per Renzi era
il punto qualificante, quello degno della madre di tutte le battaglie – e infatti
era un esemplare da esposizione delle intrinseche qualità del nostro governo – quello
che era un punto talmente irrinunciabile che la sua cancellazione è stata
salutata da Renzi come una straordinaria vittoria (essendo il decreto passato
monco del “punto qualificante”, l’entusiasmo del nostro premier sta tra
l’incoscienza nevrastenica e la balorda stravaganza, e c’è poco da ridere),
quel controverso articolo, dicevamo, era
un esercizio di ambiguità con lampi di truffaldinità
. Il “punto
qualificante”, anche in questo caso, rischiava di sputtanare tutto il resto.

Tolta invece di mezzo la modifica furbetta
all’articolo 44 della legge 184/1983, si può finalmente ragionare con più
chiarezza e richiedere che tutta la
legge 184 sulle adozioni venga organicamente rivista
di modo da includervi
i contraenti le unioni civili, senza relegarli alle contorsioni dell’articolo
suddetto.

Di conseguenza bisognerà ricalibrare
anche i criteri di valutazione della coppia, che senza essere discriminatori
dovranno tener conto di situazioni oggettivamente differenti (alla fine, il
succo è capire assieme alla coppia candidata se non si sta facendo il passo più
lungo della gamba, sotto aspetti sia materiali che psicologici e, per dirne
una, per capirlo non si possono ripetere esattamente le stesse domande a una
coppia etero, a una gay e a una lesbica; da un lato sarebbe inefficace e
dall’altro potrebbe portare, questo sì, a discriminazioni, magari involontarie).

Purtroppo questa battaglia parte
oggi con un handicap non da poco. Certi personaggi sarà meglio non averli tra i
piedi.

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