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Fiumi di dollari a Mosca: corruzione o golpe di marca USA?

'Lo strano caso dell''Eroe Anticorruzione che nascondeva 120 milioni di dollari nuovi di zecca: risorse per pagare una nuova Majdan, stavolta a Mosca? [Giuseppe Masala]'

Fiumi di dollari a Mosca: corruzione o golpe di marca USA?
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15 Settembre 2016 - 12.05


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di
Giuseppe Masala
.

Non ha destato grande clamore in Occidente la
notizia che a Mosca è stato arrestato un alto funzionario dell”Anticorruzione del
Ministero dell”Interno della Federazione Russa. Si tratta del colonnello Dmitry Zakharcenko, vice comandante dell”anticorruzione
nel settore energetico. Eppure è una storia grossa, di dollari ed euro, tanti,
tantissimi, talmente ingombranti da poter generare effetti politici rilevanti.

Veniamo ai fatti. In una casa intestata
alla sorella dell”alto funzionario sono stati trovati l”equivalente di otto miliardi di Rubli. Per la
precisione 120 milioni di dollari e 2 milioni di euro. Una cifra davvero
considerevole, inspiegabile con il reddito “ufficiale” del Colonnello Zakharchenko.
Secondo gli investigatori tale enorme quantità di danaro non è facilmente
compatibile neanche con l”ipotesi che il colonnello si sia fatto corrompere
nell”ambito del suo lavoro, per quanto fosse a contatto con uno dei settori tipicamente
più tangentizi ovunque nel mondo. E nemmeno sembra compatibile – sempre secondo
gli inquirenti – con l’ipotesi che il colonnello fosse in realtà il cassiere di
una rete di funzionari corrotti molto vasta.

A insospettire in particolare gli
investigatori che hanno eseguito l”arresto è un particolare davvero strano: i
dollari ritrovati nell”appartamento sono freschi di stampa e ancora incellofanati
e con le fascette della Federal Reserve degli Stati Uniti d”America.

Difficile comprendere come il funzionario
arrestato possa essere entrato in rapporti con l”istituzione americana in modo
da giustificare un passaggio diretto dalla zecca di stato USA al suo
appartamento.

Il sospetto – forse qualcosa di più di un
sospetto – è che il colonnello non sia un semplice funzionario corrotto, come ne
esistono a centinaia in Russia e in tutte le nazioni del pianeta, bensì un
agente vendutosi a potenze straniere interessate a rovesciare l”attuale
amministrazione russa
per sostituirla con una più predisposta a tutelare gli
interessi della potenza straniera finanziatrice del possibile putsch. Non è difficile per il lettore
immaginare che la potenza straniera interessata a sovvertire l”ordine costituzionale
della Federazione Russa abbia molto a che fare con la Banca Centrale che sforna
i dollari.

Questo sospetto, secondo gli inquirenti
russi, è giustificato da un particolare: prima e durante il golpe neo-fascista
di EuroMajdan a Kiev affluirono consistenti quantità di dollari che servirono a
corrompere la Polizia ucraina e successivamente a pagare i rivoltosi in piazza
con un salario allettante.

La possibilità di stampare la moneta di
riferimento mondiale a fini politici (ossia “dollarizzare” intere comunità da
egemonizzare con mezzi soverchianti) è uno strumento che ha avuto altre frequenti
applicazioni anche in anni relativamente recenti: basti pensare al governo
coloniale di occupazione dell’Iraq (la c.d. Autorità Provvisoria di Coalizione,
presieduta dal super-spione USA Paul Bremer), che inondò il paese occupato con
camion di bigliettoni verdi in contanti e freschi di stampa.

Per completezza di informazione, secondo il
blogger Alexej Navalny – leader dell”opposizione “liberal” a Putin – in realtà
Zakharcenko sarebbe finito in mezzo alla furibonda lotta per il potere tra
diversi tronconi dei servizi di sicurezza russi.



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