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NoTav: Con i ventenni che rischiano 30 anni

'Videoeditoriale di Giulietto Chiesa (testo trascritto). ''Sarò a Torino per Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò, ventenni NoTAV da mesi in carcere che rischiano 30 anni di prigione'''

NoTav: Con i ventenni che rischiano 30 anni
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19 Aprile 2014 - 00.36


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di Giulietto Chiesa.

Anch’io
sarò a Torino il 10 maggio in solidarietà con Chiara, Claudio,
Mattia e Niccolò.

Ma
non solo per solidarietà nei loro confronti.

Mi
viene in mente quello che scrisse – in altri tempi ma non meno gravi
di quelli di oggi – Piero Gobetti:

“quando
la verità sta tutta da una parte, una posizione salomonica è
altamente tendenziosa”.

Dove
sta la tendenziosità di qualunque silenzio in materia?

Nella
abnorme sproporzione del “contesto”.

Le
vite di quattro giovani poco più che ventenni rischiano di essere
distrutte da trent’anni di carcere. Cos’hanno fatto? Hanno
danneggiato un compressore. Per questo è caduta su di loro l’accusa
di terrorismo.

Io
non sono un giurista, ma quell’accusa di terrorismo è stata
formulata in base a una legge approvata da un Parlamento illegittimo,
e con un testo costruito sulla base di sofismi ridicoli, nei quali si
parla di “poteri pubblici” come di vittime impotenti contro la
violenza di singoli.

L’altra
accusa è quella di avere cercato di “danneggiare l’immagine
dell’Italia”. Non sono un giurista, ma qui il “contesto”
diventa lancinante come una ferita. Viviamo in un paese dove la
classe dirigente, da decenni, si è appropriata degli strumenti
democratici a suo vantaggio; dove
ladri e corrotti spadroneggiano; dove
l’ingiustizia è prodotta dalle leggi scritte da ladri e corrotti;
che dunque, per definizione, consentono a ladri e corrotti di
scamparla sempre.

Penso,
ad esempio – ma è solo un piccolo esempio, quasi insignificante
nella sua mostruosità – alla sentenza che ha assolto Claudio
Scajola per la casa pagata per due terzi a sua insaputa dal
costruttore Diego Anemone (lui colpevole, ma salvo per prescrizione:
vedete come funzionano le leggi in Italia?)

Il
contesto è quello di banchieri che distruggono ricchezza,
sottraggono ricchezza producendo miseria per i molti, che muoiono e
soffrono in carne ed ossa. Ma se ne escono salvi, mai in galera,
raramente ai domiciliari, comunque indenni, mentre quattro giovani
che hanno danneggiato un compressore sono in galera dal 9 dicembre
2013,sottoposti
a un regime di alta sicurezza,costretti
in isolamento per un periodo che è andato ben oltre la durata delle
indagini, con
la censura della posta, la
riduzione delle visite, la
limitazione delle ore d’aria.

E’
qui che il “contesto” diventa insopportabile e mi costringe a
dichiararmi dalla loro parte, anche contro i “diritti” del
compressore.

So
bene che il magistrato è tenuto all’applicazione della legge. Ma,
applicandola, è tenuto anch’egli a tenere conto del “contesto”.

Mettere
nella lista delle “parti offese” la Commissione Europea, il
Consiglio dei ministri – organismi da tempo ormai privi di ogni
legittimazione democratica, che hanno preso, sulla materia che ha
mosso le gesta di Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò, decisioni
insensate e dannose per i singoli e la collettività – equivale a
considerare accettabile e normale, cioè legittimo, un “contesto
criminale”.

Per
questo andrò a Torino: per difendere me stesso e i nostri figli.
Tacere senza protestare per l’applicazione di leggi ingiuste
scritte per prolungare ed estendere l’ingiustizia, significa
lesionare il futuro democratico dell’Italia. 

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