The Saker. 

Intervista a Giulietto Chiesa.

Come avevamo preannunciato Giulietto
Chiesa ha risposto alle domande della nostra comunità. Non vogliamo
sottrarre troppo spazio a questa intervista che consideriamo molto
importante per il numero dei temi trattati, la precisione di Giulietto
Chiesa e la profondità delle risposte. Ci limiteremo ad attribuire a
questo evento corale tre motivi: partecipazione, generosità, serietà.
La partecipazione è la vostra. Siamo una testata giovane ma abbiamo già
un seguito robusto ed in espansione di persone che contribuiscono con
intelligenza e passione. Grazie a tutti voi lettori. La generosità e la
serietà sono di Giulietto Chiesa. Portare sulle spalle quasi per intero
la rappresentanza della battaglia per la pace in Italia ed in buona
parte dell’Europa richiede un sacrificio personale che è indice di
grande generosità umana, che si manifesta anche nel momento in cui un
personaggio noto al grande pubblico decide di sottrarre una parte del
proprio tempo libero e di “regalarlo” alla curiosità dei lettori di un
blog come il nostro. Rispondere con la cura e con l’attenzione che
noterete senz’ altro nelle righe che vi apprestate a leggere è invece
prova di serietà. Non v’è altro da dire. Grazie Giulietto Chiesa, grazie
Saker Community. E buona lettura. (Marco Bordoni)

Alla fine degli anni venti del
secolo scorso l’opposizione trotskista chiamava la Russia “stato
laburista degenerato”, ne denunciava l’assolutismo il “burocratismo” e
chiamava gli operai ad una rivoluzione mondiale non solo contro la
borghesia, ma anche a contro i “burocrati” dei partiti che alla
borghesia erano assimilati. Oggi molte voci a sinistra tacciano la
Russia di essere un paese fascista ed assolutista, ne denunciano la
struttura economica liberista, tacciano di “rossobrunismo” i suoi amici,
e ritengono che il mondo vada cambiato non riequilibrando i rapporti di
forza fra le potenze e attraverso le organizzazioni politiche, ma con
“rivoluzioni” organizzate da movimenti improvvisati attraverso i quali
si dovrebbe imporre universalmente la concezione atlantica dei diritti
civili. Vede qualche similitudine?

No. La sinistra in
Italia e in Europa ha perso il treno. Questo riandare all’indietro, a
leggere i catechismi del passato, e le dispute di un secolo fa, si
rischia di non capire nulla di quanto accade oggi. Non c’è nessuna
similitudine. Fare questo tipo di paralleli non serve a nulla. La
situazione è talmente diversa… E’ completamente cambiata. Per cui queste
parole che vengono usate sono, per così dire, non adatte. Nel tempo è
cambiato il significato delle parole. Per cui ritengo che utilizzare gli
schemi del marxismo leninismo trotskismo per spiegare la situazione
attuale sia del tutto inadeguato. Non saprei nemmeno da dove cominciare
per respingere un approccio così datato. In secondo luogo, sempre per
essere molto sintetici, non credo che sia appropriato parlare di
“scontro fra imperialismi” in questo momento. In questo momento non c’è
uno scontro fra imperialismi ma uno scontro fra l’Impero americano, in
decadenza, ed il resto del mondo, di cui la Russia e la Cina sono i due
più importanti esponenti. Ma non perché siano imperialisti:
semplicemente perché sia la Russia che la Cina si stanno difendendo da
una offensiva che è stata scatenata contro di loro da parte dell’impero
che sta decadendo. Certo che sono canche loro paesi capitalisti, ma
fermarci a questa constatazione non spiega nulla. Quanto al
rossobrunismo della Russia, mi pare una vera sciocchezza. Questa è la
mia opinione: l’ho già scritto decine di volte ed in questo io mi
distinguo molto da queste posizioni, siano esse di sinistra o meno.
Quanto alle rivoluzioni da costruire, inviterei al realismo. Saranno i
popoli, russo, cinese, indiano, a farle. Noi europei siamo marginali e
ininfluenti.

Barricade_line_separating_interior_troops_and_protesters._Clashes_in_Kyiv,_Ukraine._Events_of_February_18,_2014-2

Euromajdan.
Secondo Chiesa non ha senso classificare come trotskiste le
“rivoluzioni colorate”: “è del tutto inadeguato. Non saprei  nemmeno da
dove incominciare per respingere un approccio così datato”

Nel quadro che ho descritto si formano
convergenze inedite. I partiti post comunisti si trovano spesso su
posizioni euroscettiche e pro russe assieme alle nuove destre
sovraniste, come quella della Le Pen in Francia e della Lega in Italia. I
partiti cosiddetti riformisti difendono le aggressioni USA, la
disciplina finanziaria, i regimi fondamentalisti e neonazisti installati
con le rivoluzioni colorate. Crede che queste convergenze siano solo
occasionali, o siano destinate ad evolversi in uno scenario politico del
tutto nuovo, polarizzato sulla dialettica sovranisti – globalisti?

Lo scenario, se ce ne sarà uno, non credo sarà
definito da queste antinomie. Di nuovo mi pare che ci illudiamo di
dettare l’agenda del giorno ai restanti sette miliardi di individui.
Semplicemente ridicolo. L’agenda del futuro è questa: guerra mondiale sì
o no.

Ha letto, quando uscì 7 anni fa, il libro di M. Blondet ‘Stare con Putin?”. Lei lo condivide del tutto o meno? (Roberto Santi)

Non ho letto il libro, quindi non ho giudizi da
esprimere. La mia posizione è questa: la Russia di oggi costituisce il
primo e più importante baluardo per fermare gli Stati Uniti. Che stanno
andando in guerra. Se crolla la resistenza della Russia il conflitto tra
Cina e USA diventerà inevitabile.

Vorrei che lei valutasse la valenza
geopolitica del movimento di Beppe Grillo. Non le pare che alcuni tratti
(retorica contro la corruzione, filosofia politica da stato minimo,
assenza di una ideologia esplicita di riferimento, merchandising su
internet) ricordino quelli di certi movimenti “colorati”? Vorrei essere
esplicito: crede che gli Stati Uniti potrebbero interessarsi al
Movimento Cinque Stelle se le dinamiche della politica internazionale
restituissero all’Italia un ruolo chiave e se si creassero tensioni fra
le sponde dell’Atlantico?

Il Movimento 5 Stelle non è mai stato, non è e non
sarà un’alternativa di sistema. E’ espressione della crisi politica e
della crisi della politica. Purtroppo la sua spinta propulsiva si sta
esaurendo e il rischio è di una sua frantumazione. Dire come e se sarà
usato dagli Stati Uniti mi pare questione molto prematura. Certo è che
si trova in uno stato di grave paralisi.

Fra Putin e Berlusconi è vera amicizia? (Roberto Santi)

Da parte di Berlusconi certamente. Putin è più
sottile. Ma oltre all’amicizia ci sono gl’interessi. E questi hanno
coinciso e coincidono.

Quali sono i pericoli per i paesi europei che
non si allineano, come Serbia, Ungheria e domani possibilmente Grecia?
(Stefano Orsi)

L’Ungheria è in Europa, e quindi per il momento è
ancora allineata. Sicuramente i regimi di questi paesi sono in forse. Ci
saranno pressioni molto forti che possono andare da un discredito dei
dirigenti, alle sanzioni economiche sino alla liquidazione fisica della
direzione politica di questi paesi. Quindi credo che ciascuno di questi
capi di stato debba fare i conti con il fatto che negli Stati Uniti c’è
una leadership che è disposta a qualunque cosa pur di eliminare i
riottosi. E quindi per questi dirigenti sarà difficile, così come è
difficile per tutti i dirigenti europei in questo momento.

Victor Orban e Vladimir Putin a Mosca

Victor
Orban e Vladimir Putin a Mosca. Secondo Chiesa i dirigenti politici
europei che oseranno sfidare gli Stati Uniti dovranno affrontare gravi
rischi “dal discredito, alle sanzioni, fino alla liquidazione fisica”

Un nostro lettore propone un complesso
scenario che pone quale presupposto il collasso economico, politico e
sociale dell’Unione Europea. Nel caso questa ipotesi si verificasse il
lettore si chiede se la Russia potrebbe resistere alla tentazione di
intervenire direttamente come fattore stabilizzatore in Europa
occidentale
. (Luigiza)

Non credo che la Russia attuale abbia nella sua agenda questo scenario, che mi pare molto astratto e non realistico.

Cosa gli USA hanno sottovalutato della rinascita russa negli ultimi 15 anni? (Roberto Santi)

Obama e i neo-con pensavano che Putin si sarebbe
arreso, se attaccato in Ucraina. Si sono sbagliati. L’offensiva
occidentale ha prodotto una fortissima presa di coscienza per decine di
milioni di russi. Putin li rappresenta egregiamente.

Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad
aperture sorprendenti della presidenza Obama: Cuba, Iran, e in misura
minore Bielorussia e Corea del Nord. E’ una strategia coerente o
improvvisazione? L’obiettivo è sottrarre alleati potenziali a Russia e
Cina? O anche destabilizzare questi paesi dopo avere normalizzato le
relazioni come insegna il precedente libico e l’osservazione di
Kissinger secondo cui gli stati uniti sono nemici pericolosi e amici
letali? (Stefano Orsi)

Mi pare che non ci sia nessuna possibilità di
normalizzare le relazioni con tutti questi interlocutori, meno che mai
con la Corea del Nord e con la Bielorussia. Non mi pare. Sono operazioni
tattiche di Obama, che si sta muovendo per riempire l’ultimo periodo,
l’ultima fase del suo secondo mandato con qualcosa che abbia a che fare
con i suoi programmi iniziali. Obama è un’anatra zoppa. Può solo cercare
di modificare il giudizio storico sui suoi due mandati. Dubito che ci
riesca. Con Cuba può venirne fuori qualcosa di buono, se glielo lasciano
fare i repubblicani. Con Teheran non sarà Obama a decidere. Lui può
solo rifarsi il maquillage, se ci riesce.

Il redattore di una rivista di studi
strategici ipotizza uno scenario che vede una normalizzazione dei
rapporti USA–Iran in funzione antirussa (sull’esempio del precedente
Cubano), un allontanamento di Israele dagli Stati Uniti e un
avvicinamento alla Russia, che potrebbe essere favorito dal russofono
Lieberman. Le pare una evoluzione possibile?

Certo che una ricollocazione dell’Iran in funzione
antirussa sarebbe molto vantaggioso per gli Stati uniti. Dubito che sia
uno scenario realistico. Israele cercherà altri protettori in caso gli
Stati uniti diventassero troppo deboli. Solo in questo caso.

Una nostra lettrice ricorda alcune
indiscrezioni circolate lo scorso marzo a proposito di presunte
trattative intercorse fra Russia e Polonia per una spartizione
dell’Ucraina. Nella sostanza si parlava dell’assegnazione alla Polonia
del Nord Ovest, alla Russia del Sud est del paese. Chiara si chiede se
questo scenario abbia ancora possibilità di realizzarsi pacificamente e
se, in caso contrario, la guerra sia una opzione probabile. (Chiara)

Questo scenario è irrealistico, e comunque non credo
si possa realizzare pacificamente. Innanzitutto la Russia non è
interessata a questo tipo di scambio: se mai è interessata la Polonia,
ma dubito che sia possibile realizzare qualunque scenario di questo
genere in modo pacifico. E’ possibile realizzarlo solo con una guerra.

Spartizione dell''Ucraina. Secondo Chiesa una proposta irrealizzabile, in quanto la Russia

Spartizione dell’Ucraina. Secondo Chiesa una proposta irrealizzabile, in quanto la Russia “non è interessata”.

La guerra è terminata o se c’è il rischio che riprenda? (Stefano Orsi)

La guerra in Ucraina non è affatto terminata. Se
riprenderà e come dipende dagli Stati Uniti. E dipende dalla
arrendevolezza dei dirigenti europei.

Un nostro lettore vive in Ucraina e considera
la questione della Crimea un potenziale pomo della discordia che
potrebbe provocare un conflitto generale fra Russia ed Ucraina.
Riferisce che le maggiori personalità politiche ucraine insistono
nell’inserire la riconquista della penisola come tema prioritario del
paese. Sarebbe facile, al governo di Kiev, organizzare un provocazione
per ingaggiare la Russia in un conflitto su vasta scala. Il nostro
lettore ritiene che un riconoscimento da parte degli altri paesi dei
BRICS dell’adesione alla Russia della Crimea potrebbe scoraggiare
l’Ucraina, e si chiede perché questi paesi, specialmente la Cina, non
abbiano ancora agito in tal senso. (Matteo Cam)

Naturalmente se i paesi BRICS riconoscessero la nuova
fisionomia statuale della Russia e l’adesione della Crimea sarebbe
utile per la Russia: questo mi sembra evidente. Ma non lo prevedo in
tempi brevi. A parte il fatto che mettere tutti assieme questi paesi non
ha molto senso perché la Cina, per esempio, non riconoscerà il nuovo
stato di fatto, sebbene non abbia intenzione di fare problemi alla
Russia su questo tema. La Cina non lo riconoscerà perché ha i suoi
problemi riguardanti Taiwan e il Tibet, quindi non toccherà questo tipo
di tematiche. Diversa è la posizione del Brasile e di altri paesi… Ma io
ritengo che nessuno di loro farà gesti in questa direzione. Questa è la
parte che si riferisce alla posizione dei BRICS. Vedo invece con
completo dissenso l’ipotesi che vi possa essere una qualche possibilità
di un ritorno della Crimea all’Ucraina: questo è fuori di discussione.
Non esiste: esiste solo in caso di una guerra mondiale. Si, certo, se ci
fosse una guerra mondiale qualcuno potrebbe riaprire la questione, ma
che la Russia, a questo punto, rinunci alla Crimea è come pensare che la
luna esca dall’orbita terrestre e vada a girare intorno alla stella
Sirio.

Perché la Russia ha fermato l’offensiva
novorussa così presto? Se i miliziani avessero potuto allontanarsi da
Donetsk e Lugansk di una cinquantina di chilometeri, liberando anche
Mariupol, la fase di trattative che ne è seguita sarebbe stata più
semplice, non essendo turbata dalle stragi di civili provocate dai
continui bombardamenti dei governativi, appostati a pochi chilometri dal
centro di Donetsk. (Elisabeta Gavilina)

Non credo che la Russia abbia fermato granché. La
Russia ha influito su questa situazione ma solo relativamente. Sul campo
si sono decise molte cose. Molte cose non erano state previste da
nessuno. La Russia si è mossa tenendo presente il quadro mondiale, non
solo quello locale. La crisi ucraina è una crisi che ha una precisa
caratterizzazione locale, ma è nello stesso tempo un pezzo
importantissimo della crisi mondiale. Quindi io credo che Putin abbia
dovuto tenere conto di tutti questi fattori, e tutti questi fattori
hanno costretto la Russia a tenere presente l’opinione pubblica europea.
Se la Russia si fosse presentata come un pese in espansione sarebbe
stato molto peggio. Putin ha voluto dimostrare a tutti che la Russia non
era interessata ad estendere il suo confine. Lo ha esteso in Crimea
perché proprio non poteva evitarlo, in quelle circostanze. Ma andare
oltre non è nei piani di Putin. Vedremo cosa succederà, ma non è nei
piani di Putin impadronirsi di un’altra parte dell’Ucraina.

Fra la fine di agosto e l''inizio di settembre l''esercito novorusso lanciò una offensiva che inflisse danni spaventosi alle truppe di Kiev. Secondo Giulietto Chiesa uno

Fra
la fine di agosto e l’inizio di settembre l’esercito novorusso lanciò
una offensiva che inflisse danni spaventosi alle truppe di Kiev. Secondo
Giulietto Chiesa l’esito del conflitto è stato deciso principalmente
“sul campo”. Fonte: Colonel Cassad

Quali possano essere le reali possibilità di
un’estensione ad altri Oblast della rivolta che ha contraddistinto la
nascita della Novorussia? (Stefano Orsi)

Se Kiev non cambia la sua linea antirussa, prima o
dopo scoppieranno rivolte anche nelle aree “russe” rimaste fuori dal
Donbass ormai indipendente dall’Ucraina.

Proseguirà l’impegno russo negli aiuti al
Donbass? Ritiene possibile che la Russia abbandoni il Donbass nel caso
di una nuova offensiva ucraina? (Stefano Orsi)

No, io non credo che in caso di offensiva militare
(che si trasformerebbe in un massacro) la Russia possa restare immobile.
Questo non lo credo. Perché Putin deve tenere conto anche dell’opinione
pubblica russa e l’opinione pubblica russa è in questo momento
fortemente mobilitata, sul piano psicologico, in aiuto al popolo russo
di Ucraina. Quindi che ci sia una ritirata russa ed una rinuncia
completa alla difesa degli interessi dei russi di Ucraina mi pare
improbabile. La Russia cercherà di trovare una soluzione diciamo così,
pacificatrice, con una indipendenza di fatto delle regioni del Donbass
che, però, non entreranno in Russia: questa è la posizione che la Russia
preferirebbe: l’indipendenza o una larghissima autonomia per una lunga
fase storica di queste due regioni, e poi si vedrà. Questa è la
posizione che io leggo a Mosca. Dopodiché se l’Ucraina (cioè, sia
chiaro, quando dico l’Ucraina intendo dire gli Stati Uniti d’America)
intende andare all’offensiva, io non credo che Putin lascerà fare. Che
lasci fare in una situazione del genere non lo credo proprio.

Possono esservi rischi in conseguenza degli
accordi intercorsi fra Stati Uniti e Ucraina al fine di alimentare con
combustibile americano le centrali nucleari del paese. In caso
affermativo, si chiede per quale motivo l’Unione Europea non sollevi
obiezioni. (Stefano Orsi)

L’Unione Europea è continuamente scavalcata dalle decisioni americane in Ucraina. Questo è il problema principale europeo.

“Recentemente la Russia ha iniziato la
vendita  all’Ucraina di energia elettrica e carbone. Questa mossa ha
lasciato di stucco molti sostenitori di Novorossia. Pensa che possa
essere collegata al timore di un incidente nucleare alla
Fukushima, interruzione elettrica e  conseguente fusione del nocciolo,
in uno dei reattori ucraini?” (Fabio Santoni)

La decisione russa è nella tradizione: considerare
comunque l’Ucraina un paese fratello. Sono gesti politicamente
importanti per disinnescare la russofobia della parte occidentale
dell’Ucraina. Per quanto concerne i rischi di incidenti, penso che la
situazione interna in Ucraina, con il disastro economico, la corruzione,
il disordine sociale e tecnologico, tutti questi fattori aumentano
sicuramente il rischio di incidenti, come avvenne a Chernobyl. Ma penso
anche che gli Stati Uniti saranno abbastanza accorti da non lasciare
fare questo tipo di cose. Se avvenisse una cosa del genere sarebbe una
catastrofe anche per l’Europa… quindi ho l’impressione che su questo
punto il controllo americano sarà molto attento.

1972: Nixon incontra Mao.

1972:
Nixon incontra Mao. Oggi USA e Cina sono in rotta di collisione.
Secondo Giulietto Chiesa “la Cina è un alleato della Russia, e la Russia
reggerà con l’aiuto della Cina. Quindi si andrà a formare una
situazione orwelliana di scontro fra occidente ed Asia (Cina e Russia
insieme)

Dal 2004 ad oggi avrà avuto la possibilità di
notare le evidenti incongruenze politiche riguardo alle azioni
intraprese dalla leadership di Bruxelles, quali saranno secondo lei le
conseguenze di una austerità che non accenna a diminuire, mentre gli
stessi leader europei saccheggiano le casse nazione per nazione? Molte
cospirazioni di questo secolo si sono rivelate vere o rischiano
fortemente di rappresentare un quadro più completo di quanto la verità
dei media riesca a fare attualmente. Dove siamo diretti globalmente e
localmente? C’è una luce alla fine del Tunnel? (Sascha Picciotto)

Dove siamo diretti? E’ inequivocabile. Siamo diretti
verso la terza guerra mondiale. Questa è la mia valutazione. L’Europa
verrà trascinata nell’orbita americana, con le buone o con le cattive,
perché oramai tutti gli europei sono sotto il ricatto americano e non
potranno liberarsene, quindi gli americani riusciranno con buona
probabilità, attraverso il trattato interatlantico, a trasformare di
fatto l’Europa in una loro appendice. Cioè, anglicizzare l’Europa.
Questa è la mia valutazione. Non vedo forze adeguate che si
contrappongano. L’Europa conoscerà un aumento delle forze di destra e
nazionalistiche che la indeboliranno ulteriormente dal punto di vista
della sua capacità di agire come entità sovranazionale. Quindi prevedo
una crisi drammatica dell’Unione Europea come tale, oggi. La prospettiva
è quindi legata soltanto a due attori fondamentali. Primo: la Russia e
la sua capacità di reggere all’attacco che le viene portato
finanziariamente, commercialmente, politicamente e così via. Credo che
la Russia reggerà. Secondo: la Cina. La Cina è un alleato della Russia, e
la Russia reggerà con l’aiuto della Cina. Quindi si andrà a formare una
situazione orwelliana di scontro fra occidente ed Asia (Russia e Cina
insieme): questo è il quadro. Questo quadro può sfociare nella guerra.
E’ probabile che sfoci nella guerra. Oppure è possibile che si risolva
in una lenta e inesorabile agonia dell’Occidente. Queste sono le due
varianti possibili. Per l’occidente vincere questo confronto è
impossibile perché non ci sono più le prospettive di crescita mondiale
che hanno retto questo secolo ventesimo.

Il suo essere controcorrente era arcinoto ed
ora l’espulsione da un falso paese democratico -ma esiste la democrazia
oggi?- lo conferma in modo eclatante. Dobbiamo aspettarci un aumento
delle persone dichiarate non gradite nella cosiddetta Europa unita e
democratica? (Kingeagle)

L’episodio che mi ha riguardato è solo la cartina di
tornasole di una situazione intollerabile. in cui esistono paesi membri
dell’Unione Europea che calpestano impunemente le regole europee in tema
di diritti umani. Contro le minoranze russe.

Dopo gli attentati che ci sono stati a Parigi
e l’episodio che le è occorso a Tallin, le persone che si occupano di
controinformazione devono temere per la propria incolumità, o anche
semplicemente di potere incappare in qualche contrattempo molto
sgradevole nella propria vita quotidiana?

Beh, se le cose continuano così, immagino di sì.
Dall’incontro a Bruxelles dei ministri degli interni europei credo che
verranno fuori le prime decisioni paragonabili ad un colpo di stato,
perché è in questa direzione che si sta andando: riduzione delle libertà
democratiche nei paesi occidentali, forti aumenti dei poteri di
arbitrarietà per le polizie e le magistrature… Si tratterà quindi di una
stretta autoritaria evidente, che si sta preparando. Quindi tutti
quelli vorranno essere liberi di criticare si troveranno sicuramente in
condizioni peggiori.

Il Progetto di Pandora TV: una realtà che fornisce una informazione alternativa a centinaia di migliaia di italiani

Il
Progetto di Pandora TV: una realtà che fornisce una informazione
alternativa a centinaia di migliaia di italiani. Chiunque voglia aiutare
Giulietto Chiesa può contattarlo.

Un’ultima cosa: le persone che eventualmente
volessero aiutare la Sua causa o volessero fare qualche cosa per cercare
di scongiurare l’ipotesi più pessimistica fra quelle che Lei ha
delineato possono contattarla? In che modo possono mettersi in contatto
con il Suo gruppo?

Mi possono contattare scrivendo ad Alternativa, che
ha un sito, alternativa-politica.it. Noi rispondiamo a tutti quelli
che ci chiamano. Oppure mi contattino tramite facebook (finché dura).
Primo punto. Vi annuncio ora che la mia intenzione chiamano è di
promuovere… da solo, con altri, vedremo chi sarà d’accordo, una campagna
internazionale per lo scioglimento della Nato e per l’uscita
dell’Italia dalla NATO
. Questo è la forma di attività più efficace, non
perché io pensi che sia un obiettivo immediato, che si possa uscire
dalla NATO da un giorno all’altro. Chiunque capisce che gli attuali
rapporti di forza lo rendono un compito estremamente difficile. Ma penso
che se il popolo italiano desse un forte segnale in questa direzione,
insieme al popolo greco, a quello spagnolo e ad altri popoli europei,
questa sarebbe un forte elemento di modificazione del quadro politico.
Io vorrei che milioni di italiani, che hanno paura di quello che sta
accadendo, capissero che questo è un modo cruciale per ridurre il
pericolo a cui siamo sottoposti e facessero sentire la loro voce. Noi
abbiamo un alleato che ci sta portando in guerra. Tutti quelli che non
ritengono giusta questa guerra e la ritengono semplicemente una follia
devono farlo sapere. Fare questo significa battersi perché l’Italia esca
dalla NATO e perché nasca una forte ondata di richieste in questa
direzione. Secondo punto. Se qualcuno mi vuole aiutare deve sapere che
io sto facendo Pandora TV che ormai è un punto di riferimento per
200.000 – 300.000 persone in Italia. Aggiungo che la mia pagina facebook
ieri aveva raggiunto il numero di 498.000 contatti. Il che significa
che intorno a me in questo momento si sta coagulando un forte movimento
politico, per la prima volta da quando il movimento 5 stelle perde colpi
Mi spiace ma è così. E bisogna preparare l’alternativa alla grande
delusione che questa involuzione del M5S sta provocando. Non mi faccio
illusioni, non penso di essere l’erede di quel movimento. Ragiono e
agisco nell’interesse nazionale. Meglio se il M5S si scuote e smette di
perdere i treni della crisi europea e mondiale. Il M5S non è stato
capace di capire cosa stava succedendo in Ucraina. Sembra incapace di
comprendere cosa è accaduto a Parigi. Non ha un’interpretazione della
crisi mondiale. Questo è un guaio, per loro e per tutti noi. Io posso
offrire le mie conoscenze. Se le respingono, o non le capiscono, non mi
resta che procedere comunque.