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#Putin dirige l'orchestra, l'Occidente, diviso, balbetta

Alla testa dell’Impero c’è un’anatra zoppa che non può decidere e, dunque, deve mentire. Molto probabile dunque qualche colpo di coda drammatico. [Giulietto Chiesa]

#Putin dirige l'orchestra, l'Occidente, diviso, balbetta
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29 Settembre 2015 - 21.59


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di Giulietto Chiesa.


Alla testa
dell’Impero c’è un’anatra zoppa che non può decidere e, dunque, deve
mentire. La cosa più probabile sarà dunque qualche colpo di coda
drammatico. O in Ucraina, o nel deserto tra Damasco e Baghdad, oppure a
Berlino o Parigi.

Il
confronto è impietoso. Barack Obama, il capo della potenza suprema del
pianeta, si è presentato all”Assemblea Generale delle Nazioni Unite
senza una proposta. Vladimir Putin, nel suo primo e unico discorso
all”Onu nella sua qualità di Presidente della Russia, è apparso â€” anche a
molti commentatori occidentali â€” come colui che sta guidando
l”orchestra.


Ma non è di una gara oratoria che si tratta. Purtroppo la retorica
del discorso del Presidente americano nasconde una pervicacia
pericolosa. Insistere sulla tesi che la Russia ha aggredito l”Ucraina lo
si può fare impunemente dalla tribuna dell”ONU, dove non c”è
contraddittorio e dove la platea è piena di maggiordomi dell”Impero, ma
non può funzionare nel colloqui a quattr”occhi

Del resto Putin aveva
preparato il suo discorso lanciando la proposta di una alleanza
internazionale contro il terrorismo, “come fu quella contro Hitler”
.
Obama non ha risposto. O ha parlato d”altro, inondando la platea e i
media mondiali con un”esaltazione della democrazia e dei successi
dell”America, senza nemmeno rendersi conto che, alla luce dei disastro
della politica americana e occidentale in Siria, appare come minimo
offensivo nei confronti degli altri cinque o sei miliardi di individui
che popolano il pianeta.

Ma ciò che, più di ogni altra considerazione, stupisce e colpisce, è
stato il rifiuto di prendere atto dei mutamenti che sono già in corso e
che proprio l”iniziativa e le proposte di Putin hanno messo in moto. La
presenza militare (aerea e di armamenti, anche se non di truppe
combattenti sul campo, “almeno per il momento”) ha cambiato
completamente la fisionomia del campo di battaglia

La sostanziale
no-fly zone autocreata dalle forze turche, israeliane, NATO, è stata
cancellata dalla decisione di Putin. 

Il premier Netanyhau, che ha i
riflessi pronti, l”ha capito subito, ed è volato a Mosca per informare
che i suoi aerei non hanno intenzione di scontrarsi con quelli russi
(ammettendo così, platealmente, che Israele è impegnata direttamente
nella guerra contro Assad).

Il Presidente francese Hollande â€” che fino a ieri non aveva mosso un
dito contro Daesh â€” ha ordinato i primi bombardamenti. E starà attento a
non sbagliare bersagli, colpendo più o meno distrattamente le posizioni
siriane. Ha fatto sapere che Bashar non potrà essere parte della
soluzione, per compiacere Washington. O forse perché non vuole subire
rappresaglie come quella che Angela Merkel sta malamente ingoiando con
la sua Volkswagen azzoppata. Ma è chiaro che non vuole perdere il
contatto con Angela Merkel.

Hubert Vedrine, il candidato a sostituire Laurent Fabius al Quai
D”orsay, ha già anticipato la sua opinione: “Non avremmo mai dovuto
scartare la Russia”
. Cameron dovrà rivedere anche lui, come la Turchia, i
 piani di volo dei suoi cacciabombardieri che, fino all”altro ieri,
bombardavano le truppe di Assad e lanciavano armi e munizioni a Daesh.
Per non parlare della Germania, il cui ministro degli esteri
Steinmayer 
— che certo non parla a nome proprio â€” ha elogiato la mossa
di Putin verso la Siria, riconoscendo alla Russia il merito di rischiare
la vita dei suoi uomini per difendere anche l”Europa, e dicendo
esplicitamente che è l”ora di finirla con le sanzioni contro la Russia.


Ora, di fronte a questi sommovimenti europei, Barack Obama ha preferito
fare orecchio da mercante
. Non se nӏ accorto? Pensarlo sarebbe fare
offesa a lui e all”America. Il problema è che gli Stati Uniti non
possono accettare la logica, per quanto ferrea, di Vladimir Putin
. Se lo
facessero dovrebbero cambiare strategia: tanto in Siria quanto
in Ucraina. In Ucraina dovrebbero accettare la logica dell”accordo di
Minsk (che Germania e Francia hanno ormai scelto, mettendo un freno alle
isterie polacche e baltiche).

Ma questo comporta frenare la marcia della NATO verso Kiev e la
museruola ai nazisti ucraini
. Cose entrambe indigeste per Washington.
Per quanto concerne la Siria, è evidente che Daesh, senza l”appoggio
strategico dell”Occidente e senza i soldi dell”Arabia Saudita, non
potrebbe reggere a lungo

Russia, Iran, Hezbollah â€” ai quali ora si
aggiunge il governo a maggioranza sciita di Baghdad â€” possono chiudere
la partita, bloccare l”avanzata dei mercenari e ristabilire il controllo
del governo siriano, e di quello iracheno,  su gran parte dei propri
territori. E questo sviluppo della situazione sarebbe catastrofico,
tanto per Tel Aviv quanto per Washington e Riyad
.

Ecco la spiegazione del mutismo di Obama: alla testa dell”Impero c”è
un”anatra zoppa che non può decidere e, dunque, deve mentire. 

Questo
dato non incoraggia nessun ottimismo. La cosa più probabile  sarà dunque
qualche colpo di coda drammatico. O in Ucraina, o nel deserto tra
Damasco e Baghdad, oppure a Berlino o Parigi. La palla è ora nel campo
occidentale.

 

 

 

 

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