'Crisi ucraina colpa dellOccidente, non di Putin'': Così Foreign Affairs. ' | Megachip
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'Crisi ucraina colpa dellOccidente, non di Putin'': Così Foreign Affairs. '

'Una parte dell''establishment USA (sconfitta dai neocon che comandano a Washington, ma ancora potente e influente), ha un''idea opposta a quella corrente sull''Ucraina'

'Crisi ucraina colpa dellOccidente, non di Putin'': Così Foreign Affairs. '
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24 Agosto 2014 - 19.23


ATF

di Maria Grazia Bruzzone @mar__bru.

Sull’ultimo numero di
Foreign Affairs, si può leggere con una certa sorpresa
un lungo articolo,
firmato John Mearsheimer, che offre un’analisi della crisi in Ucraina –
e del pericoloso confronto in atto fra Occidente e Russia – che
contraddice  la narrazione
mainstream   in Occidente.

“I leader di Stati Uniti ed Europa
hanno sbagliato a tentare di far diventare l’Ucraina una roccaforte
Occidentale ai confini della Russia. Ora che le conseguenze sono sotto
gli occhi di tutti sarebbe un errore ancora più grande continuare in
questa politica errata e illegittima” è la tesi dell’autore, professore
di Scienze Politiche all’università di Chicago.

La sorpresa è dovuta al fatto che
Foreign Affairs è la rivista dell’influente Council on Foreign Relations, storico organismo e
think tank fondato a New York nel 1921 che da allora ha avuto nei
suoi ranghi dozzine di Segretari di Stato, direttori della CIA,
banchieri, avvocati, professori, esponenti di media: l’
élite dell’establishment americano. Con propaggini europee.

E infatti l’articolo è rimbalzato subito su vari blog, dai soliti
Washington’s Blog e
Zero Hedge a vari altri (es
qui, e
qui) fino al sito ucraino (governativo)
Kyivposte a
The Vineyard of the Saker, blog multilingue apparentemente filo-russo. Che non si fa
illusioni sul peso che può avere un punto di vista del genere davanti al
nuovo prevalere dei Neocon nell’amministrazione americana – sostiene.
Ma vediamo .

LA NARRAZIONE DOMINANTE NON E’ VERA.

“Secondo il giudizio prevalente in Occidente, la crisi Ucraina va
imputata pressocché interamente all’aggressione Russa. Il presidente
Russo Vladimir Putin, è il ragionamento, ha annesso la Crimea per un
desiderio a lungo covato di resuscitare l’impero Sovietico, e potrebbe
andare avanti col resto dell’Ucraina, e con altri paesi dell’Est Europa.
Da questo punto di vista la destituzione del presidente Ucraino
Yanukovich nel febbraio 2014 ha fornito a Putin un mero pretesto per
ordinare alle forze Russe di prendersi parte dell’Ucraina”.

Così esordisce il post.
“Ma questo resoconto è sbagliato” – aggiunge.

LE RESPONSABILITA’. “
Gli Stati Uniti e i loro alleati Europei si dividono la gran parte della responsabilità della crisi.
La radice profonda è l’allargamento della NATO, elemento centrale di
una strategia più ampia per togliere l’Ucraina dall’orbita della Russia e
integrarla nell’Occidente”.

“L’espansione dell’UE a Est e l’apporto decisivo dell’Occidente al
movimento pro-democrazia in Ucraina – cominciato con la Rivoluzione
Arancione nel 2004 – sono anch’essi elementi critici.   Da metà degli
anni ’90 i leader Russi si sono opposti in modo deciso all’allargamento
della NATO e negli anni recenti   (dopo che i paesi baltici sono entrati
nell’UE, ndr) hanno messo in chiaro che non avrebbero assistito senza
reagire alla trasformazione del loro vicino strategicamente  più
importante in un bastione dell’Occidente”.

“Per Putin il rovesciamento illegale del presidente pro-Russia
dell’Ucraina democraticamente eletto – che ha giustamente definito un
colpo di stato – è stato l’ultima goccia. Ha risposto prendendo la
Crimea, una penisola che temeva sarebbe diventata una base navale NATO, e
lavorando per destabilizzare l’Ucraina così da dissuaderla dal cercare
di unirsi all’Occidente”.

  “Le mosse di Putin non avrebbero dovuto essere una sorpresa. Dopo
tutto l’Occidente era entrato nel cortile della Russia e aveva
minacciato il cuore dei suoi interessi strategici, un punto che Putin ha
ripetuto enfaticamente molte volte. Le élites di Stati Uniti ed Europa
sono state colpite dagli eventi solo perché hanno abbracciato una
visione carente della politica internazionale.   Tendono a credere che
la logica del realismo abbia poca rilevanza nel 21° secolo. ….

L’INGEGNERIA SOCIALE. “Lo strumento finale dell’Occidente per
staccare Kiev da Mosca è stato lo sforzo per diffondere valori
Occidentali e promuovere la democrazia in Ucraina e in altri stati
post-Sovietici, un piano che ha spesso comportato finanziare
direttamente persone e organizzazioni.

Victoria Nuland,assistente del segretario di Stato americano per
gli Affari Europei e Euroasiatici, nel dicembre 2013 ha stimato che gli
Usa abbiano investito più di $5miliardi dal 1991 per aiutare l’Ucraina a
ottenere “il futuro che le spetta”, ricorda Mearsheimer. E cita la
fondazione National Endowement for Democracy (NED),   ingaggiata a
questo scopo dal governo, che ha finanziato più di 60 progetti per
”promuovere la società civile” e per sostenere le opposizioni dopo la
vittoria elettorale di Yanukovich.

“
Quando i leader Russi osservano questa ingegneria sociale Occidentale
in Ucraina temono che il prossimo sarà il loro stesso paese
”, scrive ancora il nostro, citando una frase ambigua del presidente della NED, Carl Gershman.   …

COME E’ ANDATA. IL RUOLO DI WASHINGTON. “Le tre politiche Occidentali
– allargamento della NATO, espansione dell’UE e promozione della
democrazia – hanno aggiunto benzina al fuoco. La scintilla è arrivata
nel novembre 2013 quando il presidente Yanukivich respinse l’accordo
economico che stava negoziando con l’UE e decise di accettare invece la
controfferta Russa di $15 miliardi. 

La decisione innescò manifestazioni antigovernative che crebbero nei
tre mesi successivi. Emissari occidentali si precipitarono a Kiev per
risolvere la crisi. Il 21 febbraio governo e opposizione (con la
mediazione di Germania Francia e Polonia ndr) raggiunsero un accordo che
consentiva al presidente di restare in sella fino alle nuove elezioni.
Ma l’accordo fu messo da parte, il presidente fuggì in Russia il giorno
seguente. Il nuovo governo proclamato a Kiev era (è) pro-Occidente e
anti-Russo fino al midollo, e aveva 4 membri di rilievo che avrebbero
potuto legittimamente essere etichettati come neofascisti.

“Sebbene il coinvolgimento degli Stati Uniti non sia ancora emerso fino in fondo,
è chiaro che dietro il colpo di stato c’era Washington. Nuland e il senatore repubblicano
John McCainparteciparono a dimostrazioni e Geoffrey Pyatt,
ambasciatore Usa in Ucraina, dopo il rovesciamento di Yanukovich
proclamò che era “una giornata storica”.

Come rivelò una telefonata intercettata, Nuland aveva perorato un
cambio di regime e voleva che diventasse primo ministro il politico
Ucraino Arseniy Yatsenyiuk, come è accaduto (nella stessa telefonata
Nuland mandava al diavolo i leader europei – F..ck EU – evidentemente
non proprio d’accordo. E’ la versione che circolava sui blog, Underblog
qui con foto linkate, e
qui). 

“Nessuna meraviglia che i Russi siano persuasi che l’Occidente abbia giocato un ruolo nella destituzione di Yanukovich”.

LA REAZIONE DI PUTIN. “Le mosse di Putin sono facilmente
comprensibili”, scrive il prof Mearsheimer, e ricorda le vaste distese
piatte attraversate dalle armate di Napoleone, della Germania imperiale,
della  Germania Nazista, per dire che l’Ucraina ha sempre avuto una
funzione di Stato-cuscinetto di enorme importanza strategica per la
Russia. “Nessun leader Russo tollererebbe che un’alleanza militare
nemico mortale di Mosca fino a tempi recenti si spingesse fino
all’Ucraina. E nessun leader Russo resterebbe inerte mentre l’Occidente
aiuta a installare un governo determinato a integrare l’Ucraina
nell’Occidente”.

“Washington può non gradire queste posizione, ma dovrebbe capirne la
logica. E’ Geopolitica di primo livello: le grandi potenze sono sempre
sensibili a potenziali minacce vicine al loro territorio. … Immaginate
l’ indignazione di Washington se  la Cina costruisse una forte alleanza
militare e cercasse di includervi Canada e Messico.

“Logica a parte, i leader Russi hanno detto in molte occasioni alle
loro controparti Occidentali che considerano inaccettabile l’espansione
della NATO in Georgia e Ucraina.   …

“In una intervista del 1998 George Kennan (grande esperto americano
di Russia) aveva predetto che l’espansione della NATO avrebbe provocato
una crisi, dopo di che coloro che proponevano l’espansione avrebbero
dichiarato ‘vi abbiamo sempre detto come sono i Russi’ così come oggi
additano Putin a grande colpevole”.

C’E’ UNA VIA D’USCITA: UN’UCRAINA NEUTRALE. “C’è una soluzione della
crisi in Ucraina – sebbene richieda che l’Occidente pensi a quel paese
in un modo radicalmente nuovo. Gli Stati Uniti e i loro alleati
dovrebbero abbandonare i loro piani tesi a occidentalizzare l’Ucraina e
proporsi invece di farne un cuscinetto fra NATO e Russia, simile alla
posizione dell’Austria durante la Guerra Fredda.  I leader Occidentali
dovrebbero riconoscere che l’Ucraina vale così tanto per Putin che non
possono sostenere lì un regime anti-Russo.  Con ciò non si vuol dire
che un futuro governo Ucraino dovrebbe essere pro-Russo e anti-NATO. Al
contrario,
l’obiettivo dovrebbe essere un’Ucraina sovrana che non appartiene né al campo Russo né a quello Occidentale”.

Per raggiungere questo scopo Stati Uniti e alleati dovrebbero
pubblicamente negare l’espansione dalla NATO in Georgia e Ucraina (1);
aiutare a forgiare un piano di economico di salvataggio per l’Ucraina,
insieme a UE, FMI, Russia e Usa (2); limitare considerevolmente i suoi
sforzi di ingegneria sociale in Ucraina: è tempo di finirla col sostegno
a un’altra Rivoluzione Arancione. D’altra parte si dovrebbe
incoraggiare l’Ucraina a rispettare i diritti delle minoranze,
specialmente dei cittadini che parlano russo.

UNA SCELTA, PRIMA CHE SIA TARDI.“Stati Uniti e alleati Europei devono
fare una scelta. Possono continuare l’attuale politica, che esaspera le
ostilità con la Russia e nel frattempo devasta l’Ucraina – uno scenario
in cui ciascuno uscirà perdente. Oppure possono girare le macchine e
lavorare per creare un’Ucraina prospera ma neutrale. Un approccio in cui
entrambi sarebbero vincitori. (L’autore glissa sulle conseguenze
economiche nefaste per l’Europa che già cominciano a manifestarsi, e
tace sui rischi che il confronto Occidente/Russia si allarghi e degeneri
in conflitto aperto, ndr)

“Qualcuno potrà obiettare che cambiare politica è ormai tardi e
danneggerebbe seriamente la credibilità degli Stati Uniti nel mondo. Ci
sarebbero certamente dei costi, ma i costi derivanti dal continuare una
strategia sbagliata sarebbero certo molto più alti. Inoltre gli altri
paesi probabilmente rispetterebbero uno Stato che impara dai suoi errori
e alla fine sceglie una politica che affronta efficacemente il
problema”.  Così l’articolo di
Foreign Affairs.

CHE PESO PUO’ AVERE UN PUNTO DI VISTA DEL GENERE? The Seeker non è
ottimista. Spiega: “Mearsheimer è il portavoce di quel che si può
definire ‘la vecchia guardia’ (del CFR), persone che, gradualmente
sostituite da Neo-con, hanno seguito Obama per essere poi ri-sostituite
un’altra volta quando i Neocon hanno abilmente preso Obama sotto il loro
controllo. In altre parole Mearsheimer parla per la parte
dell’establishment sconfitta e risentita, sia pure ancora potente e
influente. L’articolo può servire come
ballon d’essai con il resto dello “Stato profondo” degli Stati Uniti, per vedere che reazioni suscita”.

Vedremo. Quel che  è evidente a questo punto è che
nell’amministrazione americana in realtà non c’è un punto di vista unico
come vien fatto apparire. E che il sito filo-Russo possa aver ragione
nell’additare il crescente peso dei Neo-con lo potrebbe dimostrare anche
l”ultima crisi  in Medio Oriente, dietro cui stanno sempre più
emergendo divergenze cruciali non recentissime ma fin qui poco note. Ne
parleremo in un prossimo post.

Fonte:  http://www.lastampa.it/2014/08/23/blogs/underblog/la-crisi-ucraina-colpa-delloccidente-non-di-putin-cosforeign-affairs-1VauyGpdJOgsIQwtLhLApJ/pagina.html.

L”illustrazione è tratta da: beforeitsnews.com.

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