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Dal PD ai nuovi nazisti: la coscienza tramortita dall'Impero

Cosa ha spinto esponenti PD ad appoggiare combattenti nazisti e tagliagole jihadisti? La metabolizzazione della sinistra nel corpo di un Impero pronto alla guerra. [Piotr]

Dal PD ai nuovi nazisti: la coscienza tramortita dall'Impero
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16 Ottobre 2014 - 18.43


ATF

di Piotr.

Quando l’ho visto sono
rimasto scioccato. È un’esperienza dura vedere questo brevissimo
documento filmato di Pandora TV. Ma è un’esperienza necessaria.
Oso dire che è obbligatorio guardarlo. Perché ciò che lì accade
ci è vicino nello spazio e purtroppo non ci sarà lontano nel tempo.
Si tratta del massacro di Odessa.

Invito a non essere
bambini e a guardarlo:

L’avete visto? Bene.
Una volta avremmo detto “E’ una strage nazista”. Esatto!
Anche adesso è così. Solo che non lo si può dire. Invece noi che
siamo politicamente scorretti lo diciamo e lo motiviamo in modo
semplice: sono ben tre i dicasteri di Kiev in mano a esponenti di
Svoboda (Pubblica Istruzione, Ecologia e Risorse Naturali,
Politiche agricole e alimentari). Inoltre è di Svoboda il
vicepremierato e il Consiglio Nazionale Sicurezza e Difesa (che
comprende Difesa e Forze Armate Рil vicesegretario ̬ sempre un
nazista, ma di altra parrocchia). Il ministero della Gioventù e
dello Sport è invece in mano all’Assemblea Nazionale Ucraina –
Autodifesa del Popolo Ucraino (UNA-UNSO) così come la
commissione anticorruzione nazionale.

Svoboda è il partito dei
neonazisti galiziani, il suo simbolo sono le dita della mano che
formano un tridente (il tridente è lo stemma dell’Ucraina), ma tra
i suoi militanti è anche diffusa la svastica e sue varianti come il
Wolfsangel, che vedete qui sotto, simbolo del nucleo
originario di Svoboda, il Partito Social-Nazionale di Ucraina, usato
anche dagli aderenti di Settore Destro.

Il Woflsangel in
parata e, a destra, in azione durante il golpe di Kiev. Bella gente.

Questo partito ha un
libello ideologico intitolato “Nazionalsocialismo” ispirato al
capo delle Camice Brune, Ernst Röhm e a Joseph Goebbels. Il loro
slogan è “Liberiamoci dal giogo ebraico-moscovita”.
Coerentemente, definiscono l’attrice ucraina Mila Kunis una
“scrofa” perché di madre ebrea e padre russo. UNA-UNSO è
un’organizzazione paramilitare di estrema destra addestrata in basi
NATO in Polonia fin dai tempi della guerra in Bosnia. È forse più
un reparto militare della NATO che un partito politico. Questa
formazione fa parte della federazione Settore Destro.

E adesso vediamo cosa
succede a casa nostra.

Una cosa sulle prime
sconcertante, anche se a un secondo scrutinio si rivela essere un
necessario e coerente esito di una politica precisa. Ad ogni modo ho
cercato conferme nella pubblicistica. E, come vedrete, le ho trovate
senza fatica. E nessuna di provenienza “antimperialista”.

Il PD
lo scorso 14 settembre ha organizzato a Buscate, in provincia di
Milano, la prima “
Festa
dell’Unità ucraina
”,
con la collaborazione dell’
Associazione
Maidan
,
il patrocinio del Console ucraino a Milano, Andriy Kartysh, e il
supporto del Sindaco di Buscate, Maria Teresa Pisoni. Sul palco si
sono succeduti
Matteo Cazzulani,
“Responsabile
per i rapporti del
PD
metropolitano
milanese
con i Partiti democratici e
progressisti nel Mondo
”,
la giornalista
Anna Zafesova,
il saggista
Massimiliano Di
Pasquale
,
il “reduce del Maidan”
Mauro
Voerzio
e
il Presidente dell’
Associazione
Maidan
.
Fabio Prevedello.

Benissimo. Ma chi è
Mauro Voerzio? Ufficialmente “tour operator” si dedica a
facilitare e coordinare l’invio
di italiani a combattere nelle fila dei battaglioni ucraini di
volontari nazisti
. Questi battaglioni sono i
maggiori responsabili dei massacri di civili e delle esecuzioni a
sangue freddo dei prigionieri (qui
e qui).
E hanno sulla coscienza Odessa.

Mauro Voerzio, questo
illustre ospite alla kermesse del PD a Buscate (una vera e propria
“prima assoluta nazionale”), contemporaneamente ne organizzava
una tutta sua a Milano col nobile fine di raccogliere
fondi per la Guardia Nazionale dell’Ucraina
, tramite
l’Associazione Europea Italia-Ucraina Maidan. Tale
Guardia Nazionale ha tra i suoi reparti il famigerato “
Battaglione
Azov
”, nato
col patrocinio del
deputato nazista (e in aggiunta
indagato per pedofilia) Oleg Ljashko e sponsorizzato
dall’oligarca ucraino-cipriota-israeliano Igor
Kolomojskij (il politico e giornalista russo-israeliano, Avigdor
Eskin ha dichiarato:
“Sarebbe giusto che la comunità ebraica lo facesse decadere da
ogni carica e lo espellesse da tutte le sue organizzazioni …
È
intollerabile che un nostro correligionario dia soldi a persone che
indossano la svastica nazista.
”).

E chi ha co-fondato con
Voerzio questa benemerita associazione? Tirate a indovinare. Ma sì,
proprio Fabio Prevedello l’altro illustre ospite della “Festa
dell’Unità ucraina” targata politicamente PD.

Così è. Un semplice
dato di fatto. Ma visto che l’attività degli illustri ospiti non
era un mistero (li hanno scelti non a caso), vale la proprietà
transitiva. E quindi questi semplici dati di fatto costituiscono una
catena che con solo tre gradi di separazione ci porta dal PD
metropolitano milanese ai battaglioni nazisti in Ucraina
.

Ma c’è un ancor più
inquietante prolungamento, o diramazione. State un po’ a sentire.

Se Prevedello e Voerzio
erano gli illustri ospiti del PD a Buscate, chi era invece l’illustre
ospite della parallela kermesse milanese della loro associazione?
Be’, qui siamo all’apoteosi. Era Francesco
Saverio Fontana
, alias François
Fontaine
, alias Stan.

Ecco alcune sue
significative dichiarazioni:

1.
“
Da giovane militavo in Avanguardia
Nazionale
[era
infatti amico di Delle Chiaie].
Sognavo un giorno di prendere parte a una vera rivoluzione
patriottica. Questa è la mia ultima opportunità per farlo: come
potevo lasciarmela sfuggire?
”.2.
“
Non c’è spazio per i
sentimentalismi. Questa è la guerra.
Sono
qui per uccidere
”.3.
“Ero a Odessa il giorno del rogo”.

Eccolo qui sotto alla
kermesse degli ospiti del PD milanese (è quello col Wolfsangel
al braccio). Mettendo insieme le sue dichiarazioni, la domanda che
viene spontanea è: l’ultima affermazione è un dato di fatto o è
orgoglio mal celato?

Finiamo alla grande con
il piddino Matteo Cazzulani. Questo individuo ha un pallino
per l’Ucraina. Fece parte, assieme all’eurodeputato piddino
Gianni Pittella,
di una missione europea a Kiev
alla
vigilia del golpe
.
Tornò con le idee molto chiare:
occorre
strappare a tutti i costi l’Ucraina dalla sfera d’influenza
russa
.

La
verità è che
Viktor Janukovyč era già
abbondantemente filoccidentale
e l’Ucraina era già
abbondantemente nel campo economico europeo. Aveva però pensato che
rimanere in una posizione di cuscinetto in termini
geopolitici, e parzialmente in termini economici, sarebbe stato
vantaggioso per lui e per l’Ucraina. Mai conti furono più
sbagliati! Non aveva capito che l’epoca della globalizzazione stava
velocemente concludendosi per aprire quella dei blocchi
contrapposti
, sia economicamente sia geopoliticamente.

Cioè quel tipo di fase
che portò alla Seconda Guerra Mondiale.

Quindi è del tutto falso
che Janukovyč fosse filo-russo. È invece del tutto vero che il
golpe di Kiev serviva a perfezionare la separazione dell’Europa
dall’Est
, iniziata con le guerre dei Balcani e proseguita con
le “primavere arabe”, e nel contempo alzare un vallo militare [1].

Dalle sue dichiarazioni,
Cazzulani sembra un esecutore ligio di questa strategia, che
ovviamente non ha nulla a che vedere con gli interessi italiani ed
europei.

È
quasi inutile sottolineare che la coppia Cazzulani-Pittella è stata
grande sostenitrice “umanitaria” di
Yulia
Tymoshenko,
l’oligarca così democratica che subito dopo il golpe nazista che
l’ha rimessa in sella ha dichiarato che
i
Russi in Ucraina dovevano essere sterminati con le armi nucleari

(nella pagina linkata c’è anche un video dove, pensando di non
essere registrata, la Tymoshenko suggerisce di attaccare i veterani
russi della guerra antinazista).
Questa
è la criminale il cui ritratto campeggiava a Roma in piazza del
Campidoglio
come
vittima della repressione e su cui tutti eravamo invitati a piangere
e a indignarci.

Come
si vede non è assolutamente un caso che il Cazzulani e i patron di
neonazisti Voerzio e
Prevedello si siano trovati assieme
sul palco di Buscate, benedetti dal PD milanese. Dio li fa e poi il
PD li accoppia.

In questo caso la volontà
dei soggetti è chiarissima. Posso invece lasciare il beneficio
dell’ignoranza riguardo un altro vergognoso palco dove il PD si
accoppiò ai più alti livelli
(Bersani, all’epoca segretario)
con un estremista anti-Assad
, reo, in senso tecnico, di crimini
di guerra (uccisione di prigionieri – storia rivelata dal New York
Times
).

Cosa è successo è
stato già raccontato
e quindi non lo ripeto. Resta il fatto che
anche se concediamo il beneficio dell’ignoranza, il PD non ha mai
fatto atto di costrizione né chiesto scusa, quanto meno ai
famigliari dei soldati siriani uccisi dall’ospite dell’allora suo
segretario.

Dovrebbe essere molto
interessante per la magistratura italiana valutare in punta di
diritto (internazionale e interno) se chi fa strage fra i siriani e
gli ucraini debba o non debba essere arrestato una volta rientrato in
Italia. Ma così finora non è stato. Quanto durerà lo scudo di
omertà e alte protezioni che salvaguarda la soldataglia di ventura
del XXI secolo?.

A questo punto è
necessario chiedere a tutta la sinistra cosa non ha funzionato nel
proprio apparato critico per arrivare a una situazione in cui gli
stessi che parlano (totalmente a vanvera) di “antifascismo”, che
vanno in piazza (sempre più stancamente) il 25 aprile a celebrare la
liberazione dal giogo nazifascista, poi sostengono forze criminali
vomitevoli, dichiaratamente e orgogliosamente naziste
, al punto
che qualcuno di loro a livello governativo, come il ministro Roberta
Pinotti (ex PCI-PDS-DS e ora PD), in maggio era pronto a inviare i
nostri soldati a combattere a fianco di battaglioni con la svastica
proprio contro chi storicamente sconfisse il nazismo.

Da un certo punto di
vista non è altro che il ripetersi della Storia, un ritorno alle
origini: la sinistra può servire coscientemente interessi
reazionari
. Lo ha sempre fatto, come è dimostrato dall’uccisione
della comunista Rosa Luxemburg da parte del più grande
partito di sinistra europeo di allora, il Partito Socialdemocratico
Tedesco. È triste, ci siamo illusi, ma non possiamo dire che sia una
sorpresa.

Per intenderci, d’ora
in avanti mi riferirò alla sinistra col termine “progressisti”
e al comunismo con quella di “movimento per l’emancipazione”.
Due cose distinte.

Oltre alla
macro-giustificazione storica, occorre cercare di capire i
micro-processi, quelli in cui siamo coinvolti tutti noi. Ed è qui
che la distinzione precedente entra in gioco.

Ripensiamo alla povera
donna incinta trucidata a Odessa da questi ratti schifosi, a quella
ragazza violentata e poi bruciata e a queste due vittime, una
giovanissima madre con la figlioletta, morte sotto i bombardamenti
governativi a Gorlovka, Ucraina orientale.

La pubblicazione di
queste foto su un blog italiano ha richiamato commenti come i
seguenti: «Ecco, ora non potrete più sbandierare il tricolore
russo
», «Due filo russe di meno».

So che vi chiedo uno
sforzo, ma concentratevi per qualche secondo su queste tre
situazioni, provate a ricostruire come è andata, le grida, il
terrore, il dolore, la morte.

Coraggio!

L’avete fatto?

Bene. Ecco allora uno
spunto di riflessione che sembra di primo acchito stravagante ma
invece è molto pertinente: queste nefandezze sono le prodezze degli
amici delle Femen.

Non è un’accusa
generica o una metafora, è un dato di fatto documentato.

Come altro si può
interpretare il simbolo del partito nazista Svoboda fatto da una
delle fondatrici e militanti carismatiche delle Femen, Sasha
Shevchenko, accanto sorridente a Edouard Iholnikov, capo del settore
giovanile di Svoboda a Kiev?

Perché tiro in ballo le
Femen? Perché rappresentano in un certo senso la sintesi di varie
tecnologie usate dall’Impero per lo sterminio di ogni neurone
critico.

Qui infatti entrano in
gioco – nominalmente – la corporeità, la femminilità, i diritti di
genere, l’uguaglianza, la contro-morale anti-borghese, il diritto
al dissenso, la lotta per la democrazia, insomma tutti temi che per
la sinistra hanno un valore costituente (almeno a parole).

Così, quello delle
Femen, al pari di altri fenomeni come le Pussy Riot, diventa un vero
e proprio “case study” per capire come l’ideologia
imperiale abbia lavorato nelle nostre coscienze, l’abilità con cui
ha usato i nostri simboli, la nostra grammatica, i nostri sogni, i
nostri programmi per inocularci la sua immagine di mondo e farci
deragliare
. Una capacità mefistofelica.

Non è forse geniale
questo Impero che massacra e mette in galera i suoi Occupy Wall
Street
e poi sponsorizza un movimento di protesta a Hong Kong e
lo chiama “Occupy central”?

È sfrontato, ma geniale.

Ecco di nuovo i nostri
simboli, la nostra grammatica, i nostri programmi al lavoro, ma in
senso imperiale, non emancipatorio
. Un senso, cioè, che al più
può essere considerato “progressista”.

Ma nemmeno questa è una
novità. Abbiamo il Vaticano giusto dall’altra parte del Tevere,
un’istituzione la cui storia è la testimonianza che anche le
parole di un Salvatore nato in una stalla, nemico dei potenti, che
ordina di non uccidere, possono essere messe al servizio di voraci,
di potenti e di assassini
.

Così come l’imperatore
Costantino ha rivoltato l’alterità cristiana, il suo essere
anti-Storia, in uno strumento di egemonia e di costruzione della
Storia, l’Impero attuale ha fatto la stessa cosa con l’alterità
comunista degradatasi a pseudo-alterità di sinistra
(e questo
degrado è un lato sia soggettivo sia di classe del processo che
dobbiamo analizzare).

Possiamo appioppare un
termine a questo meccanismo: “Metabolizzazione costantiniana”.

Occorre poi capire con
quali mezzi è avvenuta questa metabolizzazione (uso il passato
perché è un processo già molto avanti, quasi concluso), come ha
agito nelle nostre esistenze, nei nostri convincimenti, nelle
grammatiche della nostra vita.

Non è solo una questione
rigidamente razionale di cause-effetti. È, di pari grado, una
questione di coscienza.

E non è nascondendo la
testa sotto la sabbia che si evita di fare i conti con la propria
coscienza. Alla fine saremo costretti a cercare di capire se una
coscienza ce l’abbiamo oppure no
.

Siamo infatti di fronte a
un punto di non ritorno, un punto in cui la domanda sarà secca: “Ce
l’ho o non ce l’ho una coscienza?”

Dobbiamo capire perché
dopo Odessa nessuno di noi ha sentito il bisogno di andare in piazza
a urlare il proprio sdegno. A dire: “Basta! Mai coi nazisti! Non
vogliamo un governo nazista in Europa! Basta coi loro alleati in
Italia, maestri di cinismo e nemici della Costituzione!”
.

Perché non lo abbiamo
fatto? Perché ancora non sentiamo il bisogno di farlo? Non lo
sapevamo? Ce lo hanno tenuto nascosto? Be’, adesso lo sappiamo!
Eccome se lo sappiamo!

Vogliamo ancora
distogliere lo sguardo, far finta di non vedere perché ci spaventa
troppo riconoscere che seguivamo il nostro avversario? Ma non ci
aveva già avvertito Bertold Brecht: «Quando è l”ora di marciare
molti non sanno che il nemico
marcia
alla loro testa»?

Poteva capitare, lo
abbiamo sempre saputo.

E ora che quel brutto
momento è arrivato per davvero che facciamo? Gli scongiuri? Vogliamo
illuderci che sia uno sbaglio passeggero? La vogliamo buttare
nella pattumiera questa deleteria categoria di “sbaglio”?
Una
politica cosciente e prolungata, anzi, preparata, non è uno
“sbaglio”, così come Odessa non è un “eccesso”, ma un
programma.

Badate, ad esempio, che da Wikileaks si evince benissimo che il nostro ministro degli Esteri da anni collabora alla politica estera della Nato, benché debba dire che Federica Mogherini non sia assolutamente la peggiore di tutti e, anzi, posso ancora sperare in un suo soprassalto di dignità democratica (suvvia, Federica!). Comunque è persino infantile scandalizzarsi: con che altri criteri si dovrebbe nominare il ministro degli Esteri di un Paese appiattito sulla Nato, che dalla Nato accetta ogni sfregio alla sua Costituzione nata dalla Resistenza? La più bella del mondo, dicevamo, te lo ricordi Federica Mogherini? Ma era un”altra epoca geologica.

Vogliamo continuare a
fare i bambini che chiudono gli occhi pensando di non essere visti,
pensando cioè che il mondo rimane fuori?

Non c’è nulla di più
penoso che vedere un adulto che si comporta da bambino di fronte a
una situazione tragica, dove ci sono centinaia di migliaia di persone
che chiedono un aiuto, il nostro aiuto. Sono quasi tutti donne,
bambini e vecchi. Massacrati.

Tra loro, tra poco, ci
potranno essere le nostre donne, i nostri bambini e i
nostri vecchi. Non crediate di cavarvela mettendo la testa
sotto la sabbia per non prendere decisioni. Ci saranno anche loro
nella conta e prima di quanto si pensi o si speri.

Si è ormai messa a punto
l”Eurogendfor,
la gendarmeria europea che sarà al
di sopra di ogni legalità e di ogni diritto nazionale
.
Per ora si prevede il suo utilizzo in “aree di crisi” (prego,
spiegare i confini delle “aree di crisi”).

Non conoscevate questa
istituzione? Non sapete allora nemmeno delle raccomandazioni
del Parlamento Europeo
in base alle quali in Valsusa vengono
inviati reparti degli Alpini reduci dall’Afghanistan e i ragazzi
No-Tav sono trattati come terroristi (e ad aprire la via fu il
giudice Caselli, una punta di diamante dello schieramento
progressista – riprova che progresso ed emancipazione possono
entrare in rotta di collisione).

Perché in Italia siamo
solerti ad eseguire le più sconce direttive della UE. Anzi, spesso
le anticipiamo e persino le peggioriamo, come il pareggio in
bilancio
nella Costituzione, non solo non richiesto
obbligatoriamente dal Patto di Stabilità, ma persino decretato prima
dell’approvazione del patto stesso!

Attenzione dunque, perché
tra non molto il G8 di Genova sarà ricordato come Disneyland.

Accanto alle vecchie e
nuove forze di repressione agiranno verosimilmente squadracce di
picchiatori. Se nazisti italiani possono andare a uccidere in
Ucraina, perché nazisti ucraini non possono colpire scomodi bersagli
in Italia? Stesso discorso per gli jihadisti. Il “timore”
dei governi occidentali per il loro rientro può rivelarsi essere in
realtà una minaccia a chi ha orecchie per intendere. Le
intimidazioni in Italia contro chi denuncia le loro nefandezze in
Medioriente e Ucraina sono iniziate da tempo e questa doppia arma
imperiale nazi-fondamentalista ha grandi potenzialità.
Difficilmente l’Impero la sprecherà – a meno che il suo uso
diventi troppo controproducente e generi delle reazioni non previste
Рperch̩ siamo a un punto talmente concitato della crisi che
l’Impero non fa più nemmeno in tempo a costruire menzogne ben
confezionate
. Gliene è saltata una dopo l’altra a un ritmo
crescente: le armi di distruzione di massa di Saddam, i bombardamenti
di Gheddafi, le armi chimiche di Assad, l’indipendenza dell’ISIS,
e via mentendo, nonostante la loro immensa potenza di fuoco
propagandistica e ideologica.

Ciò che inquieta e
preoccupa è che all’Impero sembra che nemmeno gli importi più di
essere sbugiardato. Siamo al punto che lo sbugiardamento viene
anticipato con una rivendicazione
, come quando la televisione di
proprietà della Casa Saudita dichiara che l’ISIS è di fatto un
reparto militare operativo saudita comandato da un membro della Casa.

Sembra quindi che oggi
metabolizzare le nostre menti non interessi più di tanto all’Impero.
Perché? Non credo che si possa gioirne più di tanto,
paradossalmente, perché è un altro segnale dello show-down.

Si dà ormai per scontato
che la macchina propagandistica della Terza Guerra Mondiale faccia
acqua, molta acqua. Non possono farci nulla, almeno per tre motivi.
Il primo, purtroppo, è che sanno che le prossime mosse saranno
tali da non avere alcuna possibilità di essere giustificate, se non
come pura volontà di potenza
. In secondo luogo, hanno troppi
fronti aperti, devono preparare troppe provocazioni e quindi ormai si
fa un tanto al chilo, come viene viene. Infine hanno contro la
macchina informativa di sei settimi dell’umanità, che delle
loro fandonie non ne possono più. Quindi danno per scontato che
troppe coscienze si risveglieranno. Coscienze morse a sangue dalla
crisi
. E quindi, ecco le contromisure. E per quanto questa UE ci
stia antipatica, dobbiamo ammettere che l’Europa non arrivava a
questo punto se non sapeva che si sta per giungere a uno scontro
durissimo nazionale e internazionale.

Ma tutto ciò si può
evitare
. Non è facile, non è immediato, la frenata prima del
baratro può essere a singhiozzo, anzi sicuramente lo sarà, con
scossoni, urti, sballottamenti. Tuttavia possiamo frenare questa
locomotiva impazzita prima che ci trascini tutti nel burrone.
Innanzitutto siamo moltissimi di più dei pazzi alla sua guida.

Basta rendersene conto ed
evitare di bloccare tutto con distinguo dogmatici e suddivisioni
ridicole.

In secondo luogo le loro
tecniche di persuasione hanno iniziato la fase dei rendimenti
decrescenti e ne hanno paura. E credo, infine, che anche molti ai
piani alti inizino ad essere spaventati dalla macchina mostruosa che
hanno messo in moto
.

NOTA:

[1].
In un’epoca di caos sistemico, il risultato di decisioni e azioni
anche di ampio respiro hanno effetti che possono essere valutati
solo di volta in volta, perché anche le grandi linee strategiche,
utili per una prima lettura, non hanno nulla di veramente definito e
definitivo. Non di rado ciò è stato descritto come mancanza di una
“grand strategy”. Inoltre un’azione e una decisione non
hanno un unico scopo e, ovviamente, possono avere effetti
contraddittori. Nello specifico, le guerre dei Balcani inizialmente
avevano uno scopo di penetrazione nel continente eurasiatico,
perché la situazione di allora poteva far ritenere praticabile
quell’obiettivo strategico. Le successive “primavere arabe”
riflettevano più una strategia di accerchiamento dei grandi
competitor internazionali degli USA. Infine la crisi ucraina sembra
a tutti gli effetti l’applicazione di una nuova strategia,
alternativa a quella di penetrazione, per ora accantonata, ovvero
una strategia di contrapposizione di un potente blocco
occidentale contro il blocco orientale e le sue diramazioni
latino-americane. Ogni revisione della strategia precedente
solitamente lascia dietro di sé detriti caotici dovuti al rapido
mutare degli originali obiettivi di precedenti azioni.

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