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Sull'orlo di un momento storico

Il caos imperiale è destinato a investire poco meno di metà della popolazione mondiale. Sarà la seconda fase della Terza Guerra Mondiale, iniziata l’11/9 [Piotr]

Sull'orlo di un momento storico
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27 Febbraio 2015 - 21.26


ATF

Ci sono dei
momenti storici che a uno gli piacerebbe di poter dire: io non c’ero.

(Altan)

– Siamo
sull’orlo del baratro!

– Goditi il
panorama.

(Altan)

di Piotr.

Appena
iniziarono le rivolte in Tunisia e in Egitto, Anders Fogh Rasmussen in una riunione
NATO in Polonia dichiarò che le “primavere arabe” sarebbero state come le “primavere
baltiche”, ovvero quelle rivoluzioni colorate che servirono a far collassare
l’URSS e dietro le quali c’era la NATO.

Una
chiara ammissione di un programma preciso. Metteteci assieme le “rivelazioni” di Wesley Clark del
2007 che spiattellarono il programma messo a punto al Pentagono nel 2001 per “sbarazzarsi”
(sic!) di Libia, Siria, Iraq, Libano, Sudan, Somalia e Iran, e vi domanderete
come la sinistra possa essere stata così ottusa nel suo entusiasmo per quelle “rivoluzioni”
che riteneva segnassero l’inizio di un’era di magnifiche sorti e progressive (il
caso egiziano è particolare e molto complesso).

Non
ho qui spazio per affrontare questo delicato tema, benché di evidente
importanza, che richiede un’analisi specifica.

Nel
complesso possiamo definire la sinistra attuale, sia moderata sia radicale,
tranne rarissime ed estremamente esigue eccezioni, “sinistra obamianizzata”. E
quindi “imperializzata”. Una sinistra che sta aiutando a lastricare la
strada che porta alla catastrofe mondiale
.

Basti
pensare da un lato ai servigi resi da Renzie-quaranta-percento alla
finanziarizzazione (vedi “riforma” della Cassa Depositi e Prestiti e delle
banche popolari) e dall’altro al dato storicamente provato e riprovato che la
finanziarizzazione porta immancabilmente alla catastrofe, sociale, economica e
geopolitica
. Anche per una questione matematica ben precisa: l’espansione
finanziaria cresce in ragione geometrica e quella economica solo in ragione
aritmetica (quando va bene e quando, tra l’altro, non interferisce la
finanziarizzazione). Così a un certo punto per sostenere l’espansione
finanziaria non si ha altra scelta che mettere le mani su tutto il mondo
.
Ne nasce inevitabilmente una bella guerra mondiale che brucia i libri
contabili, fa ripartire l’economia reale e si ricomincia da capo. Ma il gioco,
che richiede milioni di morti, è sempre più oneroso e dà frutti con vita
sempre più breve.

Le
“primavere arabe” facevano parte di questo gioco.

Passiamo
allora alle recenti dichiarazioni di Wesley Clark che “rivelano” che l’ISIS è finanziato da “stretti alleati degli Stati Uniti”. Lo sapevamo tutti, ma detto da un importante
generale statunitense è un’altra cosa perché assume un ben diverso rilievo. Gli
“stretti alleati” – che sono anche alleati nostri ma noi facciamo sempre gli
gnorri – sono Arabia Saudita, Qatar, Turchia e Israele. Clark
diplomaticamente non lo dice, ma lo sa tutto il mondo. Tanto per fare un esempio,
un recente rapporto dell’Onu ha denunciato i legami tra Israele e i terroristi
anti-Assad che operano nel Golan, ovvero al-Nusra, filiale siriana di al-Qa”ida,
e il ministro della Difesa israeliano, Moshé Yaalon, ha dichiarato con nonchalance:
«L’ISIS non rappresenta al momento una minaccia per
gli interessi israeliani
».

Strano,
dicono che la rappresenti a 1000 km da Roma, ma a quanto pare non lo è a 100 km
da Tel Aviv.

Se
è così, hanno ragione a dire che gli ebrei europei devono andare in Israele
perché è più sicuro: a Parigi e a Copenaghen gli
estremisti islamisti a quanto pare cercano insistentemente di uccidere gli
ebrei, in Israele quasi ci giocano insieme a scopone, “vengono curati negli
ospedali” e “gli viene fornita assistenza” (come rivelano Times of Israel, Haaretz
e Foreign Policy). È veramente un mondo bizzarro.  

Perché
quelle dichiarazioni da parte dell’augusto generale? Io non credo che Clark si
lasci scappare le cose di bocca. Se parla lo fa con qualche strategia in testa
(tra l’altro non ha mai nascosto le sue ambizioni politiche).

Il
problema è che non si capisce – io non capisco – cosa abbia in testa. Clark è
da sempre un anti-russo. Anche di recente si è associato all’isteria corrente.
Quindi apparentemente negli USA c’è qualcuno propenso a dissociare la strategia
imperiale in Medioriente da quella in Europa. Non vedo altre spiegazioni
convincenti, ma non capisco cosa ci stia dietro, visto che l’attacco al
cosiddetto “asse sciita” è parte integrante della strategia antirussa. Una strategia
del caos
che si amplierà necessariamente verso gli “-stan” centroasiatici e
il Xinjiang cinese così da destabilizzare quel famoso Heartland eurasiatico che
non è possibile conquistare direttamente. Se si aggiunge l’Ucraina e di
conseguenza l’Europa e la Russia, il caos imperiale è quindi destinato a
investire poco meno della metà della popolazione mondiale. Sarà la
seconda fase della Terza Guerra Mondiale, iniziata l’11/9.

E
io credo che probabilmente vedremo all’opera questa fase entro l’anno in
corso
. Ahimè.

A
meno che gli alleati europei non cambino decisamente rotta costringendo
Washington a rivedere i suoi piani, disastrosi per gli Americani stessi. O a
meno che dalla Cina parta qualche seria minaccia di rappresaglia di tipo
finanziario e dalla Russia di tipo energetico. Minacce di cui non
necessariamente noi saremmo messi al corrente. Ne vedremmo solo gli effetti.


Sono turbato, sgomento, confuso.


Incazzarsi, mai?

(Altan)

E
noi cosa possiamo fare?

Vediamo.

Possiamo
far finta di niente, votare per inerzia per chi abbiamo sempre votato
prendendoci in giro con scuse arzigogole e fuori dal tempo, credere a quello
che abbiamo sempre creduto, seguire i pifferai magici, sognare di rifugiarci in
campagna a coltivare le carote o in montagna a mungere le mucche. Oppure
possiamo sperare in un intervento divino in extremis. Ma la cruda realtà è
questa. Ci rifletta, ma alla svelta, chi ha figli o nipoti. O anche solo
chi ha a cuore l’Umanità. Guardate che se anche facciamo finta di non vedere,
loro non scherzano. Noi possiamo anche pensare di nasconderci, ma sono loro
che verranno a stanarci
.

Mezzo
milione di bambini iracheni morti solo per l’embargo seguito alla Guerra del
Golfo non sono uno scherzo. Le migliaia di civili uccisi dai droni americani
non sono uno scherzo. Le migliaia di civili uccisi in Libia e in Siria non sono
uno scherzo. Vivevano in pace fino a un momento prima. Nessuno si aspettava l’orrore
che sarebbe successo. Nessuno pensava che i propri figli, le proprie figlie, i
padri, le madri, sarebbero stati uccisi da lì a poco.

I
Libici godevano del più alto tasso di sviluppo umano dell’Africa, secondo i
dati ONU che gli accreditavano anche notevoli progressi nel campo dei diritti
umani. Pensavano a quanto era bella l’Italia, per la quale avevano una spiccata
predilezione, e sognavano di farci un viaggetto se potevano. Non immaginavano
che all’improvviso l’Impero li avrebbe cercati e stanati, gettandoli in un
incubo popolato da bande contrapposte di tagliagole, ricacciandoli in un
sanguinoso Medioevo per colpa di due sgarri che non potevano avere perdono: essere
un ostacolo per l’United States Africa Command (AfriCom) e avere in progetto la
moneta unica africana, il Dinaro. E c’è da scommettere che – in mezzo al caos
di oggi – l’unica parte un po’ decente, il governo laico di Tobruk, non sarà
quella che noi sosterremo. Perché noi abbiamo come nemici giurati non al-Qa”ida,
non l’ISIS, ma ogni pur labile barlume di governo laico e progressista.

I
Siriani godevano del nuovo clima portato da Bashar al-Assad, studi di medicina
in Gran Bretagna, sposato con una siro-britannica progressista, nemica del velo
alle donne, laureata al King’s College di Londra. Una ventata d’Occidente. Erano
soddisfatti di non avere più la censura su Internet (scoprendo così, divertiti,
che la Siria era uno “stato canaglia”) e di avere invece un crescente flusso di
turisti occidentali coccolati dalla bellezza e dall’ospitalità di questa
civilissima nazione. Erano in un latente stato di guerra con Israele, per via
del Golan occupato, ma il giovane Assad lo teneva sopito e contava di avviare
negoziati proficui. Per il resto erano trent’anni che non avevano un conflitto.
Ironicamente, da quando il padre si era alleato agli Stati Uniti nella Guerra
del Golfo.

Ma
erano parte del cosiddetto “asse sciita”, definizione molto grossier
dato che il governo siriano è zeppo di sunniti è comprende anche un cristiano
ortodosso, ma che riflette l’ostilità dell’Occidente per quella cintura di
forze politiche e statali che non consentono l’espansione incontrollata di
Israele in Medio Oriente e “proteggono” la Russia e l’Asia Centrale dalle
aggressive operazioni imperiali. Così l’Impero è andato a stanare e a
massacrare i Siriani e ha permesso che gli islamisti li lapidassero, li
decapitassero e li crocefiggessero. È solo per una coraggiosa, tenace e
intelligente resistenza se la maggior parte del Paese fa ancora parte dell’Era
Moderna e non è stato ricacciato all’epoca dell’Inquisizione, come era nei
piani dell’Impero.

Le
migliaia di civili uccisi in Ucraina non sono uno scherzo. Sapevano di avere
dei problemi, come in altri paesi, ma non pensavano nemmeno lontanamente che in
pochi mesi sarebbero stati catapultati in una sanguinosa guerra civile. Ma l’Impero
è andato a stanarli.

I
nazisti a Kiev con le svastiche non sono uno scherzo, sono reali.

I
tagliagole islamisti in Medioriente e in Africa non sono uno scherzo, sono
reali.

Hiroshima
e Nagasaki non sono stati degli scherzi.

Così
come non è stato uno scherzo il gratuito bombardamento di Dresda, un’immane
strage di esseri umani e di tesori artistici, fatto a puro scopo terroristico
(come risulta da una nota di Churchill) e per dare un avvertimento all’Unione
Sovietica di cosa erano pronti a fare gli Alleati (come risulta da una nota
della Royal Air Force).

Non
vi fate illusioni, l’Europa non verrà risparmiata. Non lo è di già, dalle
guerre dei Balcani, dal bombardamento di Belgrado, prima città europea colpita
dalla fine della II Guerra Mondiale. E ora la guerra è al suo centro, pronta a
irraggiarsi dappertutto. I cingoli dei carri armati fanno già tremare le strade
dei paesi baltici.

Queste
cose avvengono, queste cose si fanno. Non sono i paraocchi che ci salveranno.

Torniamo
al nostro generale. Quali sono le considerazioni per cui Clark sembra voler
scaricare l’ISIS? I pericolosi effetti di feed-back?
Potrebbe essere. O invece è motivato da una visione più ampia in cui si tenta
di associare l’asse sciita all’Impero e si vuole mandare al diavolo gli
insopportabili Saud (una tentazione sempre presente negli USA)? Boh! È una
strategia praticabile nei termini che apparentemente propone Clark? Chi lo sa.
Forse, ma in modo molto contorto.

L’acuto
Nasrallah ha affermato che la meta finale dell’ISIS sono Medina e la Mecca (e
non Roma, “che ci andrebbe a fare a Roma?” si è chiesto il capo di Hezbollah).
Se questa affermazione non era intesa solo ad allarmare l’Arabia Saudita per
indurla a smetterla di intrigare con l’ISIS, allora scaricare i Saud vorrebbe
dire consegnare l’Arabia Saudita all’ISIS, addirittura con una protrusione
nella Mezzaluna Fertile. A quel punto una piccola “rivoluzione colorata”
all’interno dell’ISIS lo farebbe apparire come una compagine statale quasi
presentabile. È un’ipotesi un po’ azzardata dato lo stato attuale di
informazioni, ma va tenuta in considerazione. In grande si avrebbe all’incirca
lo stesso effetto del fake blitz contro il già da lungo tempo defunto
Bin Laden, blitz spettacolarizzato dai media per sdoganare nuovamente gli
islamisti.

Magari
gli USA consegneranno all’ISIS solo l’ex regno hashemita dell’epoca di Lawrence,
o magari sparpaglierebbero gli eredi dell’ISIS un po’ di qua e un po’ di là, in
Stati appositamente disegnati col righello nell’ambito della nota riconfigurazione
del Grande Medio Oriente, come avvenne con gli Hashemiti dopo l’accordo
anglo-bitannico Sykes-Picot.

Ma
secondo il solitamente ben informato Thierry Meyssan, adesso Sykes sarebbe
Obama e Picot sarebbe Putin. In questo caso le cose non quadrerebbero, o
quadrerebbero, ma solo parzialmente, se effettivamente Washington per ora
dichiarasse chiuso il dossier Siria. D’altra parte negli Usa c’è anche chi
vorrebbe puntare direttamente sulla Cina e lasciare in pace la Russia (e quindi
la Siria).

Caos
ovunque
. Nella
testa della gente (anche nella mia), nei palazzi del potere, nelle società e
tra le nazioni. Pura entropia.

Ah,
che nostalgia per la rivoluzione proletaria! Come erano chiare le cose!

Come
Altan faceva dire a Cipputi, “Non dovevamo essere così puri e nemmeno tanto
duri, visto il magone che abbiamo
”.

Goodbye
and good luck.

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