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Ti svelo come la Turchia alimenta le stragi siriane

Le rivelazioni di un ufficiale turco in congedo su operazioni sovversive dell’agenzia turca di intelligence MIT contro la Siria assieme agli stragisti jihadisti

Ti svelo come la Turchia alimenta le stragi siriane
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15 Maggio 2015 - 21.41


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di Heba Delacres.

Tradotto da byebyeunclesam.wordpress.com.


Attualmente in fuga dal sistema carcerario turco, l’ex ufficiale Önder Sığırcıkoğlu sostiene di non essere motivato dal denaro: “Sto agendo per salvare la mia identità, il mio onore e la mia coscienza”.



“Ho sequestrato l’omicida di massa Colonnello Harmoush e l’ho riportato in Siria”.



Il Tenente Colonnello Hussein al-Harmoush era il disertore di più alto grado dell’Esercito Siriano all’inizio del conflitto. E’ scappato in Turchia nel giugno 2011 dove ha fondato un sedicente “Movimento degli Ufficiali Liberi” con lo scopo di rovesciare il governo siriano. Le sue ambizioni hanno avuto vita breve. E’ scomparso dal campo Altınözü di Hatay  il 29 agosto insieme a Mustafa Kassoum, un istruttore di palestra che si faceva passare per un Maggiore dell’Esercito. Due settimane dopo Harmoush appariva alla televisione siriana, confessando i suoi crimini e la complicità della Turchia.

Dopo una frenetica investigazione, i servizi di sicurezza turca hanno indagato diverse persone, e in sette sono stati accusati per il “crimine” di aver rimpatriato Harmoush in Siria. Il più esperto tra loro, Önder Sığırcıkoğlu, un veterano con 19 anni di servizio presso l’agenzia turca di intelligence MIT, è stato condannato a 20 anni di reclusione. Dopo 32 mesi di incarcerazione presso il carcere di Osmaniye, Sığırcıkoğlu è fuggito durante un trasferimento verso un’altra prigione ed è stato in grado di lasciare la Turchia clandestinamente. Quella che segue è la prima parte delle sue rivelazioni a Ömer Ödemiş per il primario sito turco di informazione OdaTV.


Önder Sığırcıkoğlu ha parole molto dure per la politica della Turchia nei confronti della Siria. Era stato incaricato dal MIT di filtrare e controllare gli arrivi durante la prima invasione di rifugiati.

“Ne ho intervistati a migliaia durante i primi giorni. Il primo gruppo era composto da circa 250 rifugiati che avevano attraversato il confine turco ad Altınözü. I loro responsabili erano lo studente di legge Seri Hammodi e il tassista Abdusselam Sadiq. Questi erano in costante contatto con i media internazionali, Al Jazeera e altri, propagandando il fatto che i rifugiati erano stati costretti a scappare dalla Siria a causa di una violenta oppressione. Le storie che raccontavano erano delle costruzioni, ma loro agivano per smuovere la pubblica opinione e assicurarsi fondi dalla Turchia, le Nazioni Unite, i Paesi del Golfo e le istituzioni internazionali.”


138 uccisi dopo la resa ad Harmoush



Sığırcıkoğlu sottolinea come i primi arrivati fossero equipaggiati con telefoni satellitari Thuraya e con computer portatili. Il suo primo incontro con Harmoush non è arrivato troppo dopo:

“Il 10 o l’11 giugno 2011 abbiamo ricevuto un comunicato del MIT che ci indicava l’arrivo di un Tenente Colonnello siriano dissidente al campo. Ci fu dato l’incarico di redigere un rapporto in merito al suo coinvolgimento nelle operazioni militari. Durante l’inchiesta capii che il Tenente Colonnello in questione era Hussein al-Harmoush, il leader dell’opposizione armata a Jisr al-Shughour e fomentatore degli scontri in quella zona. Egli dichiarò di essere un fondamentalista sunnita, uno specialista di esplosivi addestrato in Russia e di essere stato assegnato al reparto ingegneristico dell’11° divisione dell’esercito presso Homs. Harmoush è stato costantemente in conflitto con i suoi superiori in merito alla sua stretta osservanza islamista e ha avuto un ruolo centrale nell’organizzazione dell’opposizione armata a Jisr al-Shughour. Egli ha raccontato di come sono riusciti a neutralizzare il personale di sicurezza siriano e a prendere l’ufficio postale di Jisr al-Shughour e di come abbiano messo un ordigno esplosivo di fabbricazione di Harmoush nei locali dell’esercito. I sopravvissuti all’esplosione sono stati costretti ad arrendersi alle forze di Harmoush che, a quanto racconta, ne ha uccisi sommariamente 138.”


Assassini di massa glorificati



Mentre Harmoush descriveva i violenti dettagli di come avesse ordinato il famigerato massacro che ha visto il fiume Oronte rosso di sangue di vittime mai identificate, Sığırcıkoğlu rimase agghiacciato dall’orrore e dal disgusto:

“Ero sconcertato, e mi sentivo perso. L’agenzia per la quale lavoravo stava coccolando e glorificando questi assassini di massa. Stavamo frequentando dei ceffi assetati di sangue che diffondevano il caos in un Paese confinante a noi amico. Stavamo dando loro una casa e una protezione, fornendo loro telefoni sicuri e favorendo i loro assalti dentro e fuori la Siria.”

Sığırcıkoğlu richiese più volte di essere trasferito. Ma la sua conoscenza della lingua araba e la sua familiarità con la regione furono considerati troppo importanti dai suoi superiori. Le sue richieste vennero respinte.


Non per denaro



Con altri due anni di servizio Sığırcıkoğlu sarebbe passato al livello superiore all’interno dell’Agenzia. Ma il suo piano era pronto. “Ho pianificato il rapimento del Tenente Colonnello Hussain Harmoush, e chiesto l’aiuto di pochi contatti fidati.” Una volta che questi hanno accettato ho messo Harmoush nella mia automobile e l’ho consegnato ad amici che l’hanno portato in Siria. L’assassino doveva essere processato nella sua patria e rispondere delle centinaia di innocenti che aveva assassinato. Non ho agito per denaro. Per macchiare il mio nome hanno messo in giro voci che io sia stato pagato 100.000 dollari per questa azione. In realtà al momento del sequestro ricevevo 7.000 lire turche al mese di stipendio, possedevo una casa e un’automobile; me la passavo bene. Non avrei mai rovinato tutto questo per soli 100.000 dollari. Inoltre, non c’è nulla di vero nel fatto che il governo della Siria avesse messo una ricompensa per la consegna di Harmoush. Niente del genere. Ho agito per difendere la mia integrità, il mio onore e la mia coscienza. Ho agito in base alla mia condanna alle politiche dell’AKP [Partito per lo Sviluppo e la Giustizia, al governo in Turchia – ndr]. Non ho rimorsi. Le politiche del governo turco sono un tradimento del popolo siriano e io sono contro tutto questo. Sostenere degli assassini contro una nazione storicamente amica non era il mio lavoro lecito.”


Migliaia di jihadisti si sono stabiliti in Siria



Mentre la campagna contro la Siria si espandeva, aerei trasportavano migliaia di assassini e jihadisti ad Hatay da dove erano mandati attraverso Yayladağı e Reyhanlı in Siria per commettere altri massacri, racconta Sığırcıkoğlu: “Era una routine quotidiana. Migliaia entravano in Turchia illegalmente, senza passaporto, senza sapere da dove provenissero; ed erano aiutati al confine con la Siria. A volte sono stato testimone, a volte direttamente coinvolto. Un’agenzia che deve mantenere la sicurezza in un Paese stava lavorando al fine di minare la sicurezza in un altro Paese. Avevo perso tutta la fiducia nel mio lavoro. Navi cariche di armi arrivarono al porto di Iskenderun, il contenuto fu messo in container e trasportato con dei camion a Reyhanlı per essere introdotto in Siria. Non volevo essere parte di tutto questo. Così ho preso una posizione, senza curarmi delle conseguenze personali.”


“I Cristiani a Beirut, gli Alauiti nelle tombe”



L’accento arabo di Sığırcıkoğlu rivela le sue origini alevite, e ciò fece immediatamente innervosire Harmoush. “Harmoush e i suoi uomini erano sunniti e molto settari,” dice l’agente. “Quando li ho chiamati per intervistarli dichiararono che non avrebbero ricevuto ordini da un Alevita. Adempiere al mio incarico era una battaglia costante. Frequentemente intonavano il coro provocatorio “I Cristiani a Beirut, gli Alauiti nelle tombe” e tentavano di provocare dicendo ‘tenete lontani dottori e infermieri aleviti, ci potrebbero solo maltrattare’. Questi uomini cercavano di introdurre la loro bigotteria settaria in Turchia. Ho richiesto di essere trasferito da Hatay con un rapporto che spiegava tutti questi problemi, ma sono stato rimandato indietro.”


I traditori devono essere smascherati



Sığırcıkoğlu è fermo nella sua condanna alla politica dell’AKP nei confronti della Siria. Determinato a fare i nomi degli informatori e dei testimoni segreti che hanno reso deposizioni contro di lui, è anche pronto a spiegare in dettaglio dove e come agli assassini jihadisti veniva concesso il passaggio in Siria, come le armi venivano trasportate e quali istruzioni in merito a queste oscure operazioni ha ricevuto dai suoi superiori.


* * *


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La seconda parte dell’intervista rilasciata da Ã–nder Sığırcıkoğlu a Ömer Ödemiş per il primario sito turco di informazione OdaTV.

Gli assassini venivano trasportati con veicoli ufficiali

Dal marzo all’agosto 2011 Önder Sığırcıkoğlu ha intervistato oltre 4.000 siriani, e riempito verbali per ognuno di essi per conto della sua agenzia di sicurezza. Gli fu chiesto di mantenere i contatti principalmente con i militari disertori residenti nei campi stabiliti ad Hatay. Ad ogni modo tra gli ufficiali  che venivano tenuti insieme vi erano anche degli impostori.

“Mustafa Kassoum che ho rapito assieme a Harmoush non aveva una provenienza militare. Ma egli era addetto a mettere in circolazione un fiume di menzogne e fantasie da raccontare ai loro sostenitori internazionali al fine di raccogliere denaro,” dice Sığırcıkoğlu. “In precedenza un istruttore, Kassoum divenne un leader di una certa importanza durante le rivolte e ha svolto un ruolo di rilievo nel caos che ha infettato il Paese. Sospettavamo che fosse collegato con alcune agenzie di sicurezza arabe. Sapevamo anche che intascava le donazioni che raccoglieva a nome dei militanti.”


Incursioni in Siria controllate dall’ufficio MIT di Adana



Sığırcıkoğlu spiega che tutte le incursioni degli assassini jihadisti dalla Turchia al territorio siriano sono state organizzate dall’ufficio regionale del MIT di Adana. “L’ufficio veniva informato in anticipo in merito a gruppi che si preparavano per eseguire dei raid. Una volta arrivato l’ordine, ai dipendenti dell’Agenzia veniva chiesto di agevolare il passaggio nella massima segretezza. Ne deduco che l’ufficio di Hatay sia stato recentemente designato alla gestione di queste operazioni. Solitamente prendevamo in prestito veicoli ufficiali non-militari. Il più delle volte questi provenivano dall’AFAD – il Dipartimento per la gestione delle emergenze e dei disastri. Quando non c’erano veicoli ne prendevamo alcuni a noleggio, sempre a nome dell’AFAD. Usavamo una grande cura per evitare l’esposizione di militari o di civili durante queste attività.”


Edifici abbandonati usati per la logistica



Le periferie di Reyhanli sono costellate da dozzine di edifici abbandonati e magazzini quasi tutti utilizzati come centri logistici per rifornire i militanti, dice Sığırcıkoğlu. “Il vecchio magazzino del Monopolio a Reyhanli svolge ancora il suo stesso ruolo,” egli nota. “Le forniture che arrivano da altre regioni vengono custoditie qui fino a quando non vengono trasferite alle loro destinazioni di confine a Reyhanli, Yayladag o Kilis. Anche qui la natura militare delle operazioni viene attentamente coperta.”


Hatay piena di spie



Non c’è da meravigliarsi che la regione sia diventata un magnete per agenti segreti provenienti da tutte le parti del mondo. “Americani, Britannici, Giordani, Sauditi, li puoi contare,” dice Sığırcıkoğlu. “Hatay è piena di tutte le loro spie. Infatti abbiamo capito che il giornalista turco e accademico Mehmet Y. che compiva viaggi regolari per e dalla Siria lavorava per l’intelligence tedesca. Hatay è diventata la capitale mondiale delle spie. Ogni agenzia di intelligence a cui puoi pensare ha aperto una sede qui. Alcune sono coinvolte in pubbliche relazioni, mentre altre lavorano per creare eventi, contattare e provare a guidare gruppi terroristici verso azioni di loro interesse. Molte di queste agenzie si trovano nel villaggio di Kusalki, che non è più una destinazione per civili.”


Armi dall’Albania e dall’ex Jugoslavia



Le armi all’inizio venivano portate via nave. Sığırcıkoğlu ricorda di aver visto tanti armamenti che in precedenza erano stati utilizzati in Libia. “Sembrava che ci fosse una preferenza per marchi provenienti da nazioni non-UE. Armi provenienti dall’Albania o dall’ex Jugoslavia, per esempio, venivano vendute a bande terroriste salafite.” Infatti ho personalmente visto dei rapporti che menzionavano proiettili I.K. 86. I.K. è l’acronimo per Igman-Konyits, fabbrica di armi e munizioni dell’ex Jugoslavia, attuale Bosnia.

“Tutti i trasporti erano organizzati dalla Direzione regionale del MIT di Adana, con la piena consapevolezza dell’allora direttore regionale Nihat B. e del suo vice Mücahittin K. Ma ci sono stati casi in cui Ankara ha superato la Direzione regionale ed ha eseguito alcune operazioni attraverso connessioni dirette con persone presenti sul campo,” afferma Sığırcıkoğlu.


Linee telefoniche dirette per gli attori principali



“A partire dall’inizio dell’agosto 2011, dirigenti di più alto livello e funzionari anziani del Dipartimento di intelligence strategica e del Dipartimento per il controspionaggio del MIT sono arrivati ad Hatay per incontri privati con gli organizzatori di alto livello dell’opposizione, in particolare con i fondatori e gli esponenti di spicco del Libero Esercito Siriano. Tra questi Harmoush, Riad al Asad e Ahmed Hijazi. Sono venuto a saperlo attraverso dei pettegolezzi e da alcuni dei loro scambi scritti. In quel momento Ankara ci superava, stabilendo delle connessioni dirette. Il gruppo di Ankara forniva ai propri contatti speciali telefoni cellulari affinché potessero comunicare attraverso una linea diretta. Quando questi contatti non rispondevano ai loro telefoni, Ankara ci chiedeva di andare ed avvertirli di rispondere alle chiamate.”


Heysem Topalca a lungo un contatto del MIT



Interrogato su Heysem Topalca, Sığırcıkoğlu risponde che conosceva questo criminale da anni. “Topalca era un tassista e uno spacciatore che ha operato a lungo tra Turchia e Siria. E’ stato a lungo un contatto del MIT ma non una figura significativa. I miei superiori lo hanno gonfiato esageratamente. Era uno dei leader del gruppo turcmeno Bayir Bucak, un radicale. Da quello che ho capito ha ottenuto più importanza nel periodo successivo al mio.”


Pronto a testimoniare nei Tribunali Internazionali



Önder Sığırcıkoğlu non ha rimorsi per il suo atto di coraggio. Sostiene che farebbe la stessa cosa oggi se si trovasse a dover scegliere:

“Ho agito seguendo la mia coscienza… Non potevo essere un complice dei massacri… Consegnare un carnefice alla sua patria non è un crimine dal mio punto di vista. Sono stato tradito da alcuni degli amici con i quali ho organizzato l’azione. Le identità dei testimoni segreti mi sono note. Sono stato condannato e ora sono un ricercato con un mandato di cattura sulla mia testa. Così sia. Sono pronto a testimoniare presso tribunali internazionali, per raccontare in ogni dettaglio ciò che ho fatto, visto o saputo. Il governo dell’AKP ha infranto il diritto internazionale per sostenere le reti terroristiche in Siria. Sono pronto a fare qualsiasi cosa per dimostrare questo sostegno maligno e per far sì che i responsabili paghino per i loro crimini.”


(A cura di Heba Delacres)

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