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La retorica dirittoumanista va alla guerra

Assieme alle borse, la situazione geopolitica sta volgendo al peggio. Hollande e Cameron pronti a bombardare la Siria coperti dalla retorica di Bono Vox e soci. Ecco i rischi.

La retorica dirittoumanista va alla guerra
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7 Settembre 2015 - 18.49


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di Giuseppe Masala.

Di
pari passo con l”aumentare dell”instabilità dei mercati finanziari e delle
valute anche la situazione geopolitica sta volgendo al peggio.


il presidente francese Hollande ha dichiarato ufficialmente che la Francia
probabilmente effettuerà bombardamenti in Siria. Attraverso la lettura dei suoi
contorsionismi dialettici si comprende che bersaglio probabilmente saranno
anche le forze del governo legittimo di Assad e non solo quelle dell”ISIS. Il
mantra degli occidentali del resto è da due giorni sempre lo stesso: «Assad se
ne deve andare». Non è chiaro in base a quale legittimazione gli occidentali
abbiano in diritto di decidere chi deve governare un”altra nazione.


Pure il premier britannico Cameron ha detto che probabilmente anche la Gran
Bretagna parteciperà ai bombardamenti. Lanci di bombe ricoperti dallo zucchero
a velo della promessa di accoglienza per 15.000 siriani.

Certo,
15.000 persone su 15 milioni di siriani e a fronte di una nazione che rischia
di essere completamente rasa al suolo, sono una grande cosa.

Ma
intanto tutto verrà coperto dalla peggior retorica dirittoumanista e finto
buonista delle star del caravanserraglio anglosassone: Bono Vox e Bob Geldof –
sempre ben rimpinzati di banconote – hanno già iniziato a battere la lingua sul
tamburo.


Putin sta provando a mettere nel sacco diplomaticamente gli occidentali,
infatti ha chiamato Obama per proporre una coalizione anti ISIS comprendente
anche la Russia (in sostanza l”assicurazione sulla vita di Assad), ma niente,
sembra che gli americani abbiano risposto picche. Del resto non poteva essere
altrimenti: l”obbiettivo principale della guerra dei tagliagole è quello di
cacciare i russi dalla Siria e dunque dal Mediterraneo. Credo però che i russi
venderanno cara la pelle e se necessario interverranno in primissima persona.
Putin lo ha dichiarato un paio di anni fa: «Marciare su Damasco è come marciare
su Mosca».


Il governo greco nel frattempo conferma ufficialmente la richiesta senza
precedenti fatta dagli USA di chiudere lo spazio aereo greco agli aerei russi
diretti in Siria. Per ora hanno rifiutato, ma è un brutto segno che una
richiesta del genere sia stata fatta.


Sempre i russi, nel distretto militare centrale (Siberia occidentale) hanno
lanciato una mega esercitazione a sorpresa. Non è un buon segno.

Insomma,
la guerra mondiale a rate (per parafrasare il Papa) continua, e chissà come
finirà. Si annuncia un autunno caldo, e più caldo sarà nelle borse e più caldo
sarà anche dal punto di vista militare. A lorsignori viene il nervosismo quando
perdono qualche vagonata di soldi.

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