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di Beppe Grillo.
Non ci sono alternative: o ristrutturiamo il nostro debito pubblico,
di cui la parte all”estero è in prevalenza in mano a Germania e
Francia, o ci aspetta il fallimento insieme alla distruzione del tessuto
produttivo. Il nostro debito pubblico aumenta al ritmo di 120/130 miliardi
di euro all”anno. Gli interessi sul debito crescono di conseguenza di
4-5 miliardi all”anno (*) e hanno raggiunto circa 100 miliardi che
paghiamo con le tasse, e che sottraggono, inesorabilmente, sempre più
soldi destinati alla spesa pubblica, alla Sanità , alla Scuola, alla
Ricerca, allo Sviluppo. E” una garrota che lentamente strangola il Paese.
Il Pil diminuisce, il gettito fiscale pure. Il rapporto tra Pil e
debito sta diventando insostenibile. Una via di uscita temporanea
sarebbe svalutare la moneta, ma abbiamo perso la sovranità monetaria,
la lira non c”è più. L”unica possibilità è ristrutturare il nostro
debito. Si possono estendere i termini di restituzione del capitale
impegnato, diluire gli interessi nel tempo, contrattare anche a costo di
battere i pugni sul tavolo con la Merkel e pretendere, ad esempio,
l”istituzione degli eurobond con il rischio dei singoli Paesi trasferito su base europea.
Un
tizio aveva un grosso debito, doveva saldarlo il giorno seguente. Si
rivoltava nel letto da ore senza prendere sonno. La moglie
dell”indebitato, che nella storia si chiama Giuseppe, sfinita decide di
risolvere la situazione. “Giuseppe, tra poco potrai dormire“. Apre la finestra e grida al vicino dirimpettaio “Mio marito non ha una lira! Non può pagarti.” E rivolta al marito: “Ora è lui ad avere il problema, soffrirà di insonnia!“. Quindi si addormentano insieme.
L”Italia sta attuando una strategia suicida. Le banche italiane
stanno comprando i nostri titoli dall”estero, il cui valore complessivo
all”estero è sceso intorno al 30 dal massimo del 50%. Le banche
italiane stanno riempendosi di Bot e Btp, che valgono
sempre meno, dalle banche francesi e tedesche invece di finanziare le
imprese. Nessuno ha chiesto a suo tempo alla Germania o alla Francia di
comprare i nostri titoli. Se lo hanno fatto avranno avuto delle buone
ragioni, ad esempio esercitare pressioni per le loro aziende in Italia,
come è avvenuto per Veolia e Suez per l”acqua. Perché ricomprarlo?
Quando il debito sarà tornato in Italia, saremo lasciati al nostro destino.
Oggi disponiamo ancora un potere negoziale, in mano abbiamo una pistola
carica. Domani sarà troppo tardi. Dobbiamo ristrutturare il debito!
NB1: Dal 1950 ad oggi 95 Stati hanno ristrutturato il debito almeno una volta (Russia, Serbia, ecc.)
www.un.org/esa/ffd/ecosoc/debt/2013/IMF_wp12_203.pdf , pagina 30
NB2: In Italia il peso degli interessi sul debito pubblico
è insostenibile: sommando quanto è costato dal 2003 al 2011, arriviamo
al 55% del Pil, rispetto al 29,8% della Francia e al 31,1% della
Germania
(*) Ogni anno sono necessari una nuova tassa come l”IMU o un
aumento paragonabile dell”IVA per coprire i maggiori interessi pari a
4/5 miliardi.
Fonte: http://www.beppegrillo.it/2013/06/il_debito_pubblico_va_ristrutturato.html#commenti.
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