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Italia: i numeri-monstre della crisi bancaria latente

Il sistema bancario italiano affonda in un mare di crediti inesigibili. Siamo alla viglilia della più grande socializzazione delle perdite della storia? [G. Masala]

Italia: i numeri-monstre della crisi bancaria latente
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20 Luglio 2015 - 13.58


ATF

di Giuseppe Masala – Zeroconsensus.

Mentre
tutto il mondo guarda alle drammatiche vicende greche in Italia si
consuma – nel silenzio generale – un dramma economico altrettanto grave e
che potrebbe avere ripercussioni sociali altrettanto drammatiche: la
crisi del sistema bancario. Probabilmente fino ad ora questa crisi
latente non è esplosa nella sua virulenza solo grazie al Quantitative
Easing della BCE che concede alle banche notevole liquidità.

A leggere i rapporti dell’Associazione
Bancaria Italiana però non vi è alcun dubbio: il sistema bancario
italiano affonda in un mare di crediti inesigibili.  A leggere gli ultimi
dati resi pubblici – risalenti a maggio 2015 – i crediti inesigibili
ammontano alla cifra stratosferica di 194 miliardi e 700 milioni di euro,
con una crescita rispetto allo stesso mese del 2014 di oltre 25
miliardi.


Come fa notare il sito di informazione finanziaria Zerohedge
se ai crediti in sofferenza venissero aggiunti anche i crediti
incagliati, quelli con pagamenti in ritardo inferiori ai 90 giorni e
quelli ristrutturati (cioè venduti a sconto a società specializzate nel
recupero) è molto probabile che il famoso aggregato che gli anglosassoni chiamano NPL (Non
Performing Loans
) abbia superato la stratosferica
cifra di 300 miliardi di euro.


E’ evidente che di fronte a simili cifre –
pari a quasi un quinto di tutto il Prodotto Interno Lordo italiano – il
governo si stia muovendo con urgenza (ma anche con molta discrezione)
per costituire la famosa Bad Bank dove smaltire questa valanga di
crediti in sofferenza. A tale proposito Il Sole 24 Ore ci informa che il ministro Padoan si è recato a Bruxelles per
trattare con i commissari europei sulla costituzione di questo veicolo.
Sempre il Sole informa che esso sarà a totale carico pubblico e quindi i
rischi di perdite ricadranno sull’Erario già stressato da un debito
pubblico
in ascesa esponenziale (siamo ormai a 2218 miliardi di euro).


Per il momento zeroconsensus non si
esprime sulla possibile soluzione ipotizzata che rappresenterebbe la più
grande socializzazione delle perdite della storia d’Italia
. Meglio
attendere gli eventi e limitarsi a sottolineare la gravità della
situazione.


Come se non bastasse, la “linea della
palma” (per dirla con Leonardo Sciascia)  dei fallimenti e
semifallimenti bancari continua a spostarsi sempre di più verso nord.


Le ultime situazioni problematiche sono quelle relative a:


1) Banca Marche,  le cui condizioni sono talmente disperate che manco il commissariamento
della Banca d’Italia sembra aver dato buoni frutti e ormai, per evitare
la liquidazione coatta, si parla apertamente di un intervento del Fondo
Interbancario di Tutela dei Depositi.


2) La Cassa di Risparmio di Bolzano (Sparkasse) ha
subito nel 2014 perdite per 200 milioni di euro (su 470 milioni di
capitale) a causa dei crediti inesigibili. Per ripianare la precaria
condizione gli azionisti vedranno tagliato il valore delle proprie
azioni e saranno chiamati ad un corposo aumento di capitale: un vero e
proprio bail-in all’italiana ma con accento altoatesino.


La verità è che se il mare greco segna burrasca quello italiano non è meno pericoloso, anche se tutti fanno finta di nulla.

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