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'Il ''Pivot To Asia'' della Russia'

La risposta russa alle sanzioni occidentali non è contenere il danno ma sviluppare il profondo est della Russia in partenariato con le nazioni asiatiche. [Giuseppe Masala]

'Il ''Pivot To Asia'' della Russia'
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29 Dicembre 2015 - 19.35


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di Giuseppe Masala.


Appare sempre più
chiaro che la risposta della Russia alle sanzioni occidentali si sta
rivelando non come una strategia di contenimento del danno ma come
un`occasione di sviluppo delle regioni del profondo est della Russia e
del partenariato con le nazioni asiatiche.

Questa politica può essere definita come una strategia multilivello che coinvolge vari settori:

1)      Politica energetica con la costruzione di gasdotti e
oleodotti che orienteranno il flusso delle materie prime energetiche dai
paesi europei ai paesi asiatici. L”ultimo step di questa politica è
stata la firma â€” avvenuta a Pechino il 17 dicembre durante la visita di
stato del primo ministro Dmitrij Medvedev â€”  per la costruzione
dell”anello di congiunzione tra il tratto in territorio russo e quello
in territorio cinese del gasdotto “Power of Siberia”;


2)      Politica monetaria tendente a favorire l”abbandono del
dollaro come mezzo di pagamento degli scambi commerciali tra Russia e
paesi asiatici;


3)      Adesione in qualità di fondatore alla
Asian Infrastructure Investment Bank, istituzione finanziaria nata per
sostituire il FMI come finanziatore di progetti di sviluppo nell”aerea
asiatica;


4)      Politica economica tesa a favorire lo sviluppo economico delle regioni orientali.


 Il quarto punto di questa strategia è quasi del tutto sconosciuto
in Occidente sebbene sia di assoluta importanza. Uno dei passi più
importanti del governo russo per favorire lo sviluppo delle regioni
dell”estremo oriente è stato quello della creazione dell”Eastern
Economic Forum
al quale hanno partecipato circa 800 imprese straniere e
oltre 20 governi asiatici al fine di studiare progetti di sviluppo.
Nella prima edizione del Forum â€” avvenuta a maggio di quest”anno â€” sono
stati chiusi accordi per 1,3 miliardi di rubli di investimenti esteri
nella regione.


 Notevole anche la strategia di infrastrutturizzazione dell”area che
parte dalla riqualificazione a livello “mondiale” dell”aeroporto di Khabarovsk,
passa per l”ammodernamento della ferrovia Transiberiana e di quella
Baikal-Amur e finisce con la creazione di una rete di “free port” (porto
franco) tra Vladivostok, Nakhodka e Zarubino per attrarre le grandi navi portacontainer. 

Molto importante è anche la costruzione del colossale cosmodromo di Vostochny
nella zona meridionale dell”Amur, ai confini con la Cina, che sarà
terminato entro il 2016. 

Non si contano infine i progetti legati al
turismo
e all”industria che hanno l”obbiettivo di riportare in questa
regione almeno una parte della popolazione emigrata.


Dal punto di vista occidentale
l”implementazione di questa politica, che abbiamo definito “Pivot
to Asia”
, è dannosa strategicamente perchè rende sempre di più marginale
l”area europea
attanagliata da una grave crisi economica a vantaggio
del più dinamico estremo oriente. 

Non solo: può essere considerato come
danno diretto il fatto che nell”imponente opera di
infrastrutturizzazione dell”estremo oriente russo le imprese europee
siano state â€” ovviamente â€” escluse, così come allo stesso modo sono
state escluse le istituzioni finanziarie occidentali come finanziatrici
dell”iniziativa.


Da qualunque punto di vista si voglia guardare la miope politica
delle sanzioni occidentali contro la Russia si sta dimostrando un vero e
proprio vicolo cieco.

Fonte:  http://it.sputniknews.com/mondo/20151229/1802800/asia-russia-sanzioni-oriente.html.

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