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Segreto di Stato: Renzi, al solito, vende fumo. Vi spiego perché

Squilli di trombe, rulli di tamburo: Renzi cancella il segreto di Stato sulle stragi. Era ora! Solo che si tratta di chiacchiere. Ecco perché... [Aldo Giannuli]

Segreto di Stato: Renzi, al solito, vende fumo. Vi spiego perché
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23 Aprile 2014 - 00.12


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di Aldo Giannuli.

Squilli di trombe, rulli di tamburo: Renzi cancella
il segreto di Stato sulle stragi. Era ora! Solo che si tratta di
chiacchiere perché:

a – già da una ventina di anni, il segreto di Stato
non è opponibile alla magistratura che procede per reati di strage o
eversione dell’ordine democratico;

b – di conseguenza, la
magistratura, sia direttamente che tramite agenti di pg e periti, ha
abbondantemente esaminato gli archivi dei servizi e dei corpi di
polizia, acquisendo valanghe di documenti che sono finiti nei
fascicoli processuali;

c – anche le commissioni parlamentari che si sono
succedute, sul caso Moro, sulle stragi, sul caso Mitrokhin hanno
acquisito molta documentazione in merito (anche se poi è finita
negli scatoloni di deposito e non in archivi pubblici);

d – una larghissima parte della documentazione finita
nei fascicoli processuali e nelle commissioni di inchiesta è stata
resa consultabile dalla “Casa
della Memoria di Brescia
”, dove chiunque può accedere, e
…dalla Regione Toscana (strano che Renzi non lo sappia);

e – già a suo tempo, la documentazione acquisita dai
magistrati è stata consultata da giornalisti che l’hanno avuta
dagli avvocati delle parti ed è finita in migliaia di articoli;

f – diversi consulenti parlamentari e giudiziari (a
cominciare dal più importante, Giuseppe De Lutiis a finire al
sottoscritto) hanno successivamente utilizzato abbondantemente quella
documentazione per i loro libri.

Per cui, siamo alla “quinta spremitura” di
queste olive: ci esce solo la morga, robaccia. Vice versa, restano
ancora da risolvere i problemi degli archivi inarrivabili e per i
quali occorrerebbe far qualcosa per renderli accessibili:

– quello della Presidenza della Repubblica che ha
sempre rifiutato ogni accesso, per quanto minimo, alla magistratura
in nome dell’immunità Presidenziale;

– quello dell’Arma dei Carabinieri (alludiamo
all’archivio informativo, non a quello amministrativo) che non si
capisce dove stia;

– quelli delle segreterie di sicurezza dei vari enti
e dei relativi uffici Uspa che sono protetti dal segreto Nato.

Per cui, se Renzi vuol davvero fare qualcosa di
nuovo sulla strada della fine dei segreti della Repubblica, può:

– invitare il Capo dello Stato a valutare
l’opportunità di rendere accessibile il proprio archivio oltre le
carte del Protocollo attualmente visibili;

– chiedere all’Arma dei carabinieri un rapporto
ufficiale sulla sistemazione dei propri archivi informativi;

– porre in sede Nato la questione del superamento del
segreto dopo un congruo periodo di segretazione. Per esempio, poco
dopo la “rivoluzione dei garofani” in Portogallo, la Nato avocò
a sé tutto il materiale della e sulla Aginter Presse: possiamo
vederlo?

Ma soprattutto, se il Presidente del Consiglio vuol
fare sul serio è bene che si ricordi che il suo ente è in ritardo
di anni su precisi impegni presi. Nel 2007, per far digerire
quell’orrore di legge di “riforma” sui servizi, venne inserito
un complicato sistema che avrebbe dovuto assicurare la decadenza
automatica della classifica di segretezza dopo un certo periodo;
premessa necessaria per poter inviare i documenti agli archivi di
Stato (non solo quelli sulle stragi ma tutti). 

Però occorreva prima
fare i regolamenti attuativi: stiamo ancora aspettando questi
regolamenti dopo sette anni. Poi il governo Monti promise che entro
il 2012 avrebbe comunicato l’elenco dei vari archivi esistenti con
le diverse sedi dei depositi (cosa che non è stato mai possibile
avere). E stiamo aspettando ancora anche questo elenco.

Se la sente Renzi di fare sul serio o è solo fumo
elettorale?

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