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Destra e Sinistra rubano insieme sugli zingari

Erano d’accordo per guadagnare cifre strepitose con soldi pubblici, creando una via di mezzo tra lager, focolai di delinquenza e luoghi di ozio e abbandono [M. Martinez]

Destra e Sinistra rubano insieme sugli zingari
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7 Dicembre 2014 - 14.55


ATF

di
Miguel Martinez
.

Sto
seguendo, un po’ distrattamente visto che ho molto lavoro, la
vicenda di Roma.

E
quello che ho capito finora è questo.

Esiste
gente che si trova sotto casa da un giorno all’altro un migliaio di
Rom senza arte né parte, in immense distese mantenute con i soldi
pubblici. E quindi
votano
a Destra
perché
sperano che la Destra “rimandi” i Rom nella loro mitica patria,
la
Zingaria.
O se non in Zingaria, almeno a Zagarolo.

Esiste
invece gente che trova brutto prendersela con un povero disgraziato
senza arte né parte,e vorrebbe che lo Stato investisse soldi per
“accoglierlo” e “integrarlo”. E quindi
votano
a Sinistra
.
Dove per “Destra” e “Sinistra” intendiamo quelle 
realmente
esistenti
,
quelle che ci passa il convento del sistema elettorale attuale.

Tra
un’elezione e l’altra, gli elettori delle due parti 
si
insultano iperbolicamente
 sul
Libro de’ Ceffi.

Ora
viene fuori che quelli che la somma di questa gente ha votato si sono
messi d’accordo per guadagnare 
cifre
strepitose con i soldi pubblici
,
creando una via di mezzo tra campi di concentramento, focolai di
delinquenza e luoghi di ozio e abbandono in cui mettere i Rom, più
se ne mettono meglio è.

Nel
libro scaricabile gratuitamente su Internet, 
Campi
Nomadi Spa
,
leggiamo un chiaro riassunto del risultato:

“Ventiquattro
milioni, tanto costa all’Amministrazione comunale di Roma 
escludere
dalla città 8.000 persone
 di
cui più della metà sono minori. Un flusso di denaro pubblico
necessario ad alimentare tre tipi di miseria:

la 
misera
assistenza
 dei
“campi nomadi”, alla quale ci si abitua e per la quale negli
anni, chi la subisce ne risulta assuefatto;

la 
miseria
di forme contrattuali e compensi attribuiti agli operatori
sociali
 che
lavorano nei “campi nomadi” ai quali, in tempo di crisi, è
difficile se non impossibile rinunciare;
-la miseria
morale di quei rappresentanti istituzionali
 che
negli ultimi anni hanno costruito la propria fortuna politica
giustificando, in nome dell’”emergenza nomadi”, un così alto
dispendio economico a discapito della promozione di reali percorsi di
inclusione sociale”

Quante
lezioni – ad esempio sulla 
“spesa
pubblica”
 che
per i conservatori è sempre uno spreco, per i progressisti è la
chiave magica per risolvere i problemi. Oppure sulle 
“forze
di mercato”
 come
panacea per i mali dell’umanità: l’immenso 
mercato della
miseria umana funziona e fa girare la sacra economia
proprio 
mantenendo
la miseria
.

Come
al solito, in questi casi, funziona il 
sistema
dei confini
:
si mandano i Rom il più possibile lontani dai quartieri della gente
che conta, ma sempre dentro i confini del Comune, perché la capitale
è ovviamente una vacca ben più grassa da mungere del Comune,
poniamo, di Tivoli.

Si
sfrutta il fatto che 
la
gente odia i Rom
,
per rappresentare i Rom come una sorta di emergenza ambulante, da
domare come un’alluvione: e il bello di questa emergenza è che la
si può far durare per generazioni. Anzi, peggiore è la toppa che si
mette in emergenza, più a lungo durerà l’emergenza stessa.

Si
sfrutta poi anche tutta la 
retorica
dell’accoglienza
 e
la disgrazia di giovani disoccupati dalle ottime intenzioni, da
inserire precariamente in cooperative dai fini splendidamente
sociali, legati alla Lega delle Cooperative, cioè al sistema storico
di potere della Sinistra italiana. In intimo rapporto con tutto
l’apparato della Destra romana, a partire dalla corte di miracoli
che Gianni Alemanno aveva tessuto attorno a sé.

E
si ricorre a quello che possiamo chiamare in senso ampio il 
sistema
TAV
,
cioè l’utilizzo di fondi pubblici da incanalare direttamente verso
interessi privati. Un sistema che evita le vecchie tangenti illegali
di una volta, e quindi ciò che emerge è solo la punta
dell’iceberg:
politici
e imprenditori possono spolpare fino all’osso il paese senza
nemmeno commettere un reato.
 Chi
finisce male, in questo giro, non è chi ruba, ma chi non tiene
perfettamente i libri contabili.

In
questo, un tocco tutto romano è offerto
dai 
coattoni-camerati-strozzini anni
Settanta  (che non devono essere più tanto giovani) che
assicurano 
protezione fisica
alle cooperative che operano “a favore delle fasce deboli”.
Mentre magari i loro ignari amici partecipano a cortei
proprio 
contro l’apertura
di campi Rom.

Però
non sono questi delinquenti dai capelli bianchi a costituire
la 
vera notizia.
Infatti, potremmo riassumere il punto fondamentale con un titolo
molto semplice:

“Nella
capitale d’Italia, Destra e Sinistra rubano insieme sugli zingari”.

E
rubano somme enormemente più grandi di quelle che qualche ladruncolo
Rom potrà mai sognare.

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