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Caro Giulietto, cosa fa un Governo Ombra?

Come sconfiggere un Potere che fa di tutto per autoconservarsi? Le domande di un lettore attento, le risposte (e le proposte) di Giulietto Chiesa.

Caro Giulietto, cosa fa un Governo Ombra?
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4 Giugno 2013 - 13.11


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Gentile sig. Chiesa,

mi chiamo Stefano, ho 32 anni e sono un ingegnere.

Le scrivo, in primis, perché la seguo da molto tempo
(ho studiato al Politecnico di Torino e, nel corso di quegli anni, più volte ho
assistito a sue conferenze) e ritengo sia un analista sagace ed uomo onesto.

Sono un iscritto nonché votante del M5S; ho constatato
che lei, con chiarezza, nei suoi interventi su YouTube, ha da subito
sottolineato che Grillo avrebbe dovuto realizzare un sistema di alleanze, una
piattaforma inclusiva di tutte quelle forze ed intelligenze,nel paese, che si
oppongono allo status quo.

Le riconosco di aver visto giusto: mentre i più,
confusamente e disordinatamente, restavano a sbraitare in una terra di nessuno,
che ha portato ai deludenti risultati delle ultime amministrative, il sistema,
attraverso tecniche scientifiche di denigrazione e manipolazione
dell”informazione, si sta autoconservando.

Vengo alla mia domanda: poiché ritengo che il
meccanismo di autoconservazione dell”establishment, seppur potente, sia
inesorabilmente destinato a crollare, quali sono, a suo avviso, le iniziative
politiche e della società civile più idonee da intraprendere da subito? E che
magari consentano anche di accelerare il rinnovo di queste classi dirigenti.

Una convergenza di Alternativa nel Movimento Cinque
Stelle è solo fantasia?

Grazie.

Stefano

Caro Stefano,

le domande che pone sono importanti davvero. Dalla
risposta che riceveranno (da parte di Grillo) dipenderà in molti sensi lo
sviluppo della crisi politica e istituzionale del paese.

Dalla sua lettera si evince che ha capito
perfettamente il senso dei miei interventi pubblici. È chiaro, anche se ci
sono, anche tra i sostenitori di Grillo, persone del tutto prive di ogni
esperienza politica, e di ragionevolezza, oltre che di logica, che s”inalberano
non appena sentono odore di ragionamento.

Poco male. E veniamo al dunque. Io credo che questo
establishment, come lei lo chiama, sia destinato a crollare. Anzi sta crollando.
Tuttavia cӏ crollo e crollo. E bisogna stare attenti, sempre, a non rimanere
sotto le macerie. Il punto è questo.

Bisogna dunque definire il percorso di fuga dal disastro che la classe dirigente italiana sta
preparando per l”Italia.

Lo si fa, io credo, predisponendo un vero e proprio programma di governo.

Che è, allo stesso tempo, un programma di formazione
della nuova classe dirigente che, potenzialmente, potrebbe subentrare. Per
questo ho proposto la formazione di un “governo ombra”. Cosa intendo dire?

Una chiamata a raccolta
di intelligenze e competenze pulite e non ricattabili
, che indichino una
vera e propria “agenda
per la transizione”
, completa di scadenze, di leggi, di
obiettivi immediati e di medio raggio, oltre che strategici.

Ci sono queste forze? La mia
risposta è: ci sono.

Chi può lanciare questa
idea?
L”unico che può farlo, per la forza, anche
parlamentare, di cui dispone, è Beppe Grillo.
Non cӏ nessun altro, sulla piazza, in grado di avviare questo processo.

Questo però comporta una iniziativa chiara, un avvio
di consultazioni.

Voglio essere chiaro, anzi chiarissimo.

Non propongo nessun
accordo sottobanco con i partiti esistenti
. Ho detto e ripeto che con
questo Palazzo non c”è più nulla da fare. Allearsi con esso, o con spezzoni di
esso, sarebbe come allearsi con un morto che cammina.

Ma esiste un paese intero, niente affatto
“spento”, di milioni e milioni
di non rappresentati
, che non votano più, che cercano una maniglia. Sono
miriadi di comitati, di comunità, di liste civiche, di gruppi, di movimenti,
che da soli non sono in grado di connettersi, se non temporaneamente, e che
hanno bisogno di una proposta
“nazionale”
.

Il “governo
ombra” deve essere il loro governo ombra.

Ritengo che sia un compito urgente. Penso che darebbe al M5S un respiro e uno spazio
all”offensiva di cui al momento non dispone.

Ma penso, soprattutto, che darebbe grande respiro alle
forze democratiche della società civile.

Noi stiamo assistendo allo sfacelo politico, morale e intellettuale delle classi dirigenti.

Il PD è
ormai un fantasma.

Se Berlusconi dovesse uscire di scena, per ragioni
anagrafiche, vedremmo il crollo del PDL
in poche settimane.

Abbiamo un presidente
della Repubblica
che ha la sua età, ma alle cui ragnatele è appeso
l”equilibrio (meglio sarebbe dire lo squilibrio) del paese.

O le forze sane e pulite cominciano a organizzarsi,
per tempo, oppure finiranno sotto le macerie. E allora l”esito diventerà non
solo del tutto imprevedibile, ma soprattutto altamente pericoloso.

Dunque il
“governo ombra” è, al tempo stesso, una necessità per Grillo, per il
M5S, e per la democrazia del paese
.

Mi chiede se la convergenza tra Alternativa e il M5S
sia “solo” una fantasia. Io so bene che si tratta di due cose assai
diverse tra di loro. Sia sotto il profilo organizzativo, sia nei contenuti. Ma
le diversità dei contenuti sono molto compensate dalle similitudini. Per questo
la parola “convergenza”
che lei usa indica esattamente ciò che sta già avvenendo.

Io ricevo ormai inviti da numerosi settori e
organizzazioni di base del M5S. Si discute insieme, si cerca insieme di
guardare alle soluzioni. Si studia, si formano i quadri.

Alternativa, fin dal
suo nascere, ha scelto di svolgere il ruolo non di “egemone”, ma di “cucitrice”. Ho detto e
ripeto: non ci basterà non solo il 25%, ma neppure il 51%, per fare ciò di cui
c”è bisogno, e cioè per realizzare una grande riforma intellettuale e morale del paese.

Ci serve una “grande
alleanza democratica e popolare”
, che prenda la forma di un nuovo
soggetto politico e conquisti la maggioranza, nelle istituzioni e nel paese.

Beppe Grillo deve sapere
che, da solo, non potrà farcela
. Anche solo il pensarlo
sarebbe una grave illusione, foriera di pesanti e drammatiche delusioni.
Capisco che è difficile condividere con altri la vittoria. Ma, se questa è in
pericolo, occorre saperlo fare.

Gli “altri” non saranno degli
“yes-man” e delle “yes-women”.

Ma non è di servi che abbiamo bisogno. Con loro si
dovrà discutere e, magari a fatica, convenire. È una compagnia indispensabile e perfino salutare, di persone libere e non ricattabili.
Insomma è quello che ci vuole, almeno da questa parte della barricata.

Poi bisogna guardare chi c”è dall”altra parte. E io penso che non ci sia  peggior
generale di colui che va alla battaglia senza sapere misurare le forze
dell”avversario. E l”avversario che
abbiamo di fronte è grande, potente, molto più unito di noi
. E non è solo qui, nello Stivale.

Molti cari saluti.

Giulietto Chiesa

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