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Non è in ballo il futuro del #M5S ma dell'Italia

'La bufera è arrivata. E arriva ora una tempesta più grande all’ombra della troika e dell''austerity. Il M5S faccia un #GovernoOmbra coinvolgendo il popolo [S.Santini]'

Non è in ballo il futuro del #M5S ma dell'Italia
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7 Settembre 2016 - 21.54


ATF

di Simone
Santini
.

La
bufera è arrivata
. Come nelle migliori previsioni
auto-avveranti, quando ogni stormir di fronda diventa un temporale, è normale che
arrivi, prima o poi, la tempesta. Tuttavia è onesto ed oggettivo ammettere che
il caos al Comune di Roma gestito
dal M5S dopo la strepitosa vittoria elettorale della primavera scorsa, oltre
che da manipolazioni, strumentalizzazioni, disparità di trattamento con
situazioni analoghe o peggiori (si veda il caso di Milano) da parte di certa informazione
(orientata politicamente e da precisi interessi economici) derivi in buona
parte anche da errori e mancanze dello
stesso MoVimento
a livello sia locale che generale.

È dunque positivo che i problemi siano venuti
alla luce subito, e con virulenza, quando la situazione può essere ancora
riportata sui giusti binari senza troppi sconquassi e sfruttandola come
ammonimento per il futuro. Forse non è mai stato vero che in cinese la parola “crisi” abbia anche il significato di
“opportunità”, ma stavolta potrebbe esserlo.

Molto immodestamente, nella veste di analista
politico ma anche di iscritto, cercherò di dare alcune indicazioni generali e pratiche
che spero possano essere di ausilio e
sprone
a quanti hanno una responsabilità all’interno del MoVimento. Prima,
però, è necessario svolgere una brevissima indicazione sul quadro politico
complessivo per meglio comprendere le implicazioni della attuale impasse del
M5S.

I prossimi immediati mesi saranno decisivi
per il futuro dell’Italia. Passando attraverso la vittoria del NO al referendum costituzionale (vittoria del resto auspicabile e
piuttosto probabile) si aprirà una fase
di profonda destabilizzazione politica ed economica
. Dall’Italia potrebbe
partire anche lo scossone definitivo per il crollo dell’Unione Europea (sinistri scricchiolii stanno provenendo
sempre più chiaramente da tutte le parti). C’è chi potrà gioire di questo, con
buone ragioni, ma non illudiamoci che
tale passaggio sarà indolore
.

In caso di dimissioni anticipate di Renzi (un
suicidio programmato da “menti raffinatissime”, a mio avviso) il governo che certamente
prenderà il suo posto sarà un “governo
di emergenza”
a carattere molto probabilmente istituzionale (sull’asse
Mattarella-Grasso?) che si sosterrà pubblicamente sulla necessità di
traghettare il più serenamente possibile la nazione verso le prossime elezioni
con una nuova legge elettorale ma
che, nei fatti, colpirà molto in profondità quei pochi brandelli che rimangono del tessuto sociale ed economico italiano.
Sto parlando della prospettiva molto concreta dell’ingresso della
Troika
nel fu Belpaese e della definitiva spoliazione di tutto l’arraffabile e di ogni parvenza di
democrazia. Qualunque cosa avverrà poi, nei successivi cinque anni, in Italia
si dovrà fare i conti solo con macerie.

In questo momento mi pare che nessuna forza politica di rilievo, di
governo o di opposizione, abbia ben chiaro questo scenario e, ciò che più
conta, sia minimamente preparata su come affrontarlo/contrastarlo.

Al tempo stesso, l’unica forza politica con
un seguito di massa che potrebbe trovare il bandolo della matassa e costruire
una via d’uscita virtuosa mi sembra il M5S,
a patto che compia molto velocemente alcuni passi fondamentali e sempre che non si sia già, ampiamente, fuori
tempo massimo.

Da più parti e più volte si è sostenuto, nel
corso di questi anni, e in particolare anche da queste colonne di Megachip, che
l’organizzazione o non
organizzazione del M5S dovesse essere profondamente
ripensata
. Ora o mai più. L’orrore verso la “struttura politica” che gli
esponenti cinquestelle ripropongono ciclicamente (da ultimo Di Maio alla
recente festa del Fatto Quotidiano)
deve essere abbandonato o, meglio, inteso nei suoi giusti termini. Darsi
strutture non significa affatto diventare come i vecchi partiti, divenire
impermeabili ed autoreferenziali, sporcarsi e contaminarsi. Esattamente il
contrario. Strutturarsi in maniera
intelligente è l’unico modo per consentire l’effettiva partecipazione dei
cittadini già attivi e determinare ulteriore partecipazione
, ciò che è il
fondamento costituivo più puro e prezioso su cui il Movimento Cinque Stelle è
nato.

La strutturazione,
a mio avviso, va fatta su tre livelli.

Il primo è il livello di vertice nazionale. Attualmente esistono due strutture intermedie
nazionali, il cosiddetto “direttorio”
e il comitato di controllo sulle
espulsioni
. Tali organismi vanno unificati con gli attuali membri e integrati
con la partecipazione stabile del garante, Beppe
Grillo
. Si formerebbe così uno staff
politico nazionale di nove membri
per il quale dovranno essere chiari, fin
da subito, organizzazione, funzioni, metodi operativi, responsabilità. Insomma,
un riferimento preciso e trasparente di quello che è l’organismo di controllo e
coordinamento nazionale. Finora si è
avuta la netta sensazione che questi organismi rispondessero solo a situazioni di emergenza, senza un
metodo consolidato e condiviso, improvvisando
di volta in volta soluzioni senza possibilità di intervento e verifica della
base. Poi, ovviamente, sarà necessario che i membri vengano rinnovati, appena
possibile, tramite elezione da parte degli
iscritti
.  

Il secondo
livello
è quello di una assemblea
nazionale dei portavoce
, ovvero composta dai parlamentari europei e
nazionali, dai consiglieri regionali, dai sindaci. Date le attuali possibilità
tecniche, potrà essere una Assemblea permanente in rete, ma dovranno essere
previsti periodici momenti di confronto
e incontro di persona
. Sarà questo il luogo preposto al dibattito politico,
alla elaborazione delle linee programmatiche e delle scelte strategiche del
MoVimento. L’assemblea si potrà strutturare in commissioni di studio per materie avvalendosi anche della
partecipazione di esperti e consulenti
esterni
. L’Assemblea sarà una palestra
di formazione politica continua
per i suoi membri ma contemporaneamente
pedagogica verso gli iscritti e i cittadini attivi tramite la organizzazione di
seminari, dibattiti, incontri, manifestazioni. Quando in seno all’Assemblea si
formeranno sensibilità diverse su come affrontare certe questioni, si farà
ricorso alla consultazione online degli iscritti. Più l’Assemblea sarà plurale,
aperta e trasparente, meglio assolverà a questi suoi compiti.  La selezione dei portavoce sarà ancora fatta
tramite primarie fra gli iscritti, così l’Assemblea vedrà sempre attivo il controllo della base sui suoi membri e
al contempo formerà politicamente i portavoce del futuro.

Il terzo
livello
sono le assemblee territoriali. Al suo esordio, l’idea di
organizzazione tramite meet-up risultò
efficace e funzionale, ma ora quella forma di franchising applicata alla politica ha dimostrato tutti i suoi limiti. I meet-up vanno dunque riorganizzati e razionalizzati in assemblee territoriali, una per ogni
territorio, con responsabili eletti direttamente dalle assemblee,
organizzazioni che godranno di ampia autonomia per la creazione di liste
elettorali e programmi locali, pur nel rispetto dei principi fondamentali del
MoVimento su cui vigilerà lo staff politico nazionale.

Ma la vera e cruciale sfida su cui il M5S
deve confrontarsi è quella del governo
nazionale
.

Le prossime elezioni si decideranno, molto
probabilmente, sul sentimento di paura-rabbia
e sulla autorevolezza dei candidati.
Gli elettori saranno spasmodicamente alla ricerca di risposte rassicuranti ma
saranno anche furibondi, chi riuscirà a rassicurarli prospettando al tempo
stesso una via d’uscita credibile dalla crisi, vincerà a mani basse.

Se, come accaduto a Roma (contrariamente a Torino,
dove il metodo Appendino sembra ben
funzionare) il M5S darà segni di tentennamenti, impreparazione, improvvisazione
sulla squadra di governo, l’esito potrebbe risultare rovinoso.

Dunque ci si deve adoperare fin da subito per
costruire una straordinaria compagine,
riunendo le migliori intelligenze ed
esperienze che la parte sana della nazione possa offrire
, e farlo con
un’ampia operazione di democrazia e partecipazione
popolare
.  

Senza indugi si lanci nel più breve tempo
possibile la selezione. Può avvenire
con due modalità, integrabili. Autocandidature di personalità indipendenti o
già appartenenti al M5S (meglio ancora se le autocandidature fosse
sponsorizzate da un numero congruo di firme di iscritti) oppure indicazioni dirette da parte di un organo
del MoVimento
, come potrebbe essere lo staff politico sopra menzionato.

Dopo una prima scrematura, per ogni area di ministero si
individueranno così diversi potenziali candidati. Questi daranno vita a
primarie (governarie) con una vera e propria campagna elettorale. I candidati verranno sottoposti a confronti,
dibattiti, incontri, pubblici e in streaming, in cui verranno delineati i
profili personali e le rispettive idee programmatiche. Poi gli iscritti
voteranno e designeranno il candidato ritenuto migliore per ogni area di
ministero.

A quel punto si formerà un governo ombra
composto dalle personalità così individuate, che dovrà cominciare da subito a
lavorare insieme, in modo da amalgamarsi ed integrarsi. Se ci saranno
incompatibilità, di qualunque genere, esse si paleseranno prima delle elezioni
e potranno essere risolte per tempo.

Questa metodologia dovrebbe sommare diverse
positività. Individuare i candidati migliori. Essere un grandioso processo di crescita culturale e
partecipazione democratica, mai tentato prima a livello mondiale
. Aprire il
MoVimento alla società civile, determinando di fatto alleanze con settori sociali che altrimenti non sarebbero stati
intercettati
.

Anche in caso di sconfitta elettorale, si
sarà dato al Paese uno straordinario contributo che non potrà non influenzare,
virtuosamente, anche le altre forze politiche.
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