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Il colpo di Stato di banche e governi

'L''ultimo libro di Luciano Gallino, un appassionano grido d''allarme contro l''"attacco alla democrazia" in corso in Europa. '

Il colpo di Stato di banche e governi
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1 Novembre 2013 - 14.37


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I governi europei hanno risposto alla crisi in due modi: camuffandone le
cause (attribuite all”eccessivo debito degli Stati anziché ad un
sistema bancario fuori controllo) e imboccando la strada
dell’autoritarismo emergenziale. Ma qual era il loro obiettivo? Lo
spiega l”ultimo libro di Luciano Gallino
“Il colpo di stato di banche e governi” (Einaudi), un appassionano grido d”allarme contro l””attacco
alla democrazia” in corso in Europa. Per gentile concessione
dell”editore ne anticipiamo un estratto.

di Luciano Gallino

Dal
2010 in poi, e intervenuto nei Paesi dell’Unione europea un paradosso: i
milioni di vittime della crisi si sono visti richiedere perentoriamente
dai loro governi di pagare i danni che essa ha provocato, dai quali
proprio loro sono stati colpiti su larga scala. Il paradosso è una
catena che comprende diversi anelli. (…)

Se ci si chiede come
una simile paradossale concatenazione di decisioni e di eventi sia stata
possibile, vien fatto di pensare sulle prime a una colossale serie di
errori commessa dai governi Ue. In effetti bisogna essere piuttosto
ottusi in tema di politiche economiche per credere di poter rimediare
alla crisi ponendo in essere, nel pieno corso di questa, robusti
interventi dagli effetti recessivi affatto certi. Ciò nonostante,
sebbene l’ottusità economica di parecchi governanti Ue sia fuor di
dubbio, sarebbe far torto ai loro stuoli di consiglieri e funzionari
supporre che non siano riusciti a far comprendere a ministri e
presidenti del Consiglio e capi di Stato che l’austerità, nella
situazione data, era una ricetta suicida dal punto di vista economico,
se non anche da quello politico.

In realtà i governanti europei
sapevano e sanno benissimo che le loro politiche di austerità stanno
generando recessioni di lunga durata. Ma il compito che e stato affidato
loro dalla classe dominante, di cui sono una frazione rappresentativa,
non e certo quello di risanare l’economia. E piuttosto quello di
proseguire con ogni mezzo la redistribuzione del reddito, della
ricchezza e del potere politico dal basso verso l’alto in corso da oltre
trent’anni. Essa e stata messa in pericolo dal fallimento delle
politiche economiche fondate sull’espansione senza limiti del debito e
della creazione di denaro privato a opera delle banche, diventato palese
con l’esplosione della crisi finanziaria nel 2007.

I cittadini
della Ue, al pari di quelli Usa, hanno già sopportato pesanti oneri
prima per il processo di espropriazione cui sono stati sottoposti, in
seguito per le conseguenze dirette della crisi. I loro governi debbono
aver pensato che difficilmente avrebbero sopportato senza opposizione
alcuna altri costi sociali e personali, sotto forma di smantellamento
dei sistemi di protezione sociale e di peggioramento delle condizioni di
lavoro di cui hanno goduto per almeno due generazioni. Però questo è
l’ultimo territorio da conquistare per poter proseguire nel drenaggio
delle risorse dal basso in alto. Esso è formato dalle migliaia di
miliardi spesi ogni anno per i suddetti sistemi – gran parte dei quali, a
cominciare dalle pensioni, rappresenta salario differito, non
elargizioni da parte dello Stato.

I governi Ue hanno quindi
posto in opera, al fine di ottenere che la classe da essi rappresentata
possa proseguire senza troppi ostacoli la distribuzione dal basso in
alto, due strategie che si sono rivelate negli anni post-2010 assai
efficaci.
La prima è consistita, come ricordato sopra, nel camuffare
la crisi come se questa volta non avesse origini nel sistema bancario,
bensì fosse dovuta al debito eccessivo degli Stati, provocato a loro
dire dall’eccessiva spesa sociale. In secondo luogo, nella previsione
che tale schema interpretativo non fosse sufficiente per tenere mogi i
cittadini, hanno imboccato la strada dell’autoritarismo emergenziale.
Cosi come in caso di guerra non si tengono elezioni per stabilire chi e
come debba razionare i viveri, di fronte all’emergenza denominata
“debito eccessivo dei bilanci pubblici” le misure da intraprendere per
sopravvivere sono concepite da ristretti organi centrali: a partire dal
Consiglio europeo, formato dai capi di Stato o di governo degli Stati
membri. Ai suoi lavori collaborano la Commissione europea (il cui
presidente fa parte del Consiglio) e la Bce. Inoltre godono
dell’apporto esterno del Fondo monetario internazionale (Fmi). Le misure
da prendere sono poi messe a punto dalla Troika costituita da
Commissione, Bce e Fmi e inviate ai rispettivi Parlamenti per
l’approvazione.

Cosi è avvenuto per molti documenti: il
memorandum inviato alla Grecia; il pacchetto di misure – mirate
espressamente a smantellare lo stato sociale – chiamato Euro Plus; il
cosiddetto “patto fiscale” ovvero Trattato sulla stabilita ecc.; la
creazione del Meccanismo europeo di stabilità. Essendo l’approvazione
“chiesta dall’Europa”, i Parlamenti obbediscono, come è costretto a fare
un organo politico in situazione di emergenza. Sono i governi a
comandare.

Mediante codesto processo che è guidato a livello Ue
da poche dozzine di persone, la democrazia nell’Unione appare in corso
di rapido svuotamento. Persino il Trattato della Ue, nel quale il
concreto esercizio della democrazia riceve assai meno attenzione del
libero mercato e della concorrenza, appare aggirato sotto il profilo
legale e costituzionale dai dispositivi autoritari messi in atto di
recente dai governi e dalla Troika.

Alle centinaia di milioni di
cittadini della Ue, ciò che quel ristretto gruppo decide e presentato
come alternativlos, cioè privo di qualsiasi alternativa: pena,
minacciano i governi, il crollo dell’euro, dei bilanci sovrani,
dell’intera economia europea.
Posti dinanzi a simili minacce, che i
media ripropongono ogni giorno a tamburo battente, i cittadini degli
Stati cardine della Ue hanno finora subito si può dire a capo chino gli
interventi dell’autoritarismo emergenziale dei loro governi e della
Troika di Bruxelles, sebbene esso stia assumendo sempre più il profilo
di un colpo di Stato a rate.

Fonte: http://www.einaudi.it/libri/libro/luciano-gallino/il-colpo-di-stato-di-banche-e-governi/978880621340.

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