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Grillo, ci risiamo?

'La decisione di Grillo sul ''caso Genova'' è un punto di svolta nella vita del M5S. Quando dice ''Vi chiedo di fidarvi di me'' nega la proclamata ''democrazia diretta''. [S. Santini]'

Grillo, ci risiamo?
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17 Marzo 2017 - 22.42


ATF

di
Simone
Santini.

La decisione di Grillo sul “caso Genova” e la votazione degli
iscritti nazionali che ha, di fatto, ratificato tale decisione e promosso un
candidato sindaco diverso da quello scelto dagli iscritti genovesi, è un punto di svolta nella vita del MoVimento Cinque
Stelle
. Mai prima d”ora, infatti, una votazione locale era stata
disconosciuta dal Garante Beppe Grillo
chiedendo agli iscritti nazionali di sostituirsi ad un gruppo locale per la
scelta di un candidato.

Non conoscevo, se non molto vagamente,
i candidati sindaci contendenti di Genova, Cassimatis e Pirondini, non sapevo
quali fossero le differenze programmatiche o di approccio tra le due liste e
loro rappresentanti. E, in fondo, è giusto così. Un iscritto del MoVimento non
è tenuto a conoscere le dinamiche che si sviluppano in ogni realtà locale,
anche se di una città importante, ma non fondamentale, come Genova. È stata dunque la decisione di Grillo ad
imporre agli iscritti di occuparsi della faccenda
.

Mi ha colpito molto il modo con cui
Grillo ha deciso di farlo. Grillo ha scritto: “Questa decisione è irrevocabile. Se qualcuno non capirà questa scelta,
vi chiedo di fidarvi di me. Non ho nessun interesse se non il bene del
MoVimento 5 Stelle”
.

Ciò che mi ha spinto ad iscrivermi al
MoVimento, più di ogni altro e pur valido motivo di carattere ideale o
programmatico, è stato quel principio fondante per cui i cittadini devono farsi
carico in prima persona del Bene Comune.
Il fondamento più intimo della democrazia è la sovranità popolare. Il Popolo, la Comunità, devono poter scegliere
il proprio destino. Ma per farlo è necessario che tale scelta sia consapevole,
partecipata ed effettiva, è necessario dunque responsabilizzarsi, ogni decisione va presa con cognizione di causa, studiando,
approfondendo, per quelle che sono le possibilità di ognuno, perché tali scelte
riguardano non solo noi stessi ma anche gli altri. Nella sovranità popolare si
coniugano l”individuo e la collettività. Il MoVimento proponeva dunque il
superamento della democrazia rappresentativa, che ha ormai palesato tutti i
suoi limiti e difetti, per approdare ad un modello tendenziale di democrazia diretta, ossia di vera e
propria sovranità popolare.

“Vi chiedo di fidarvi di me”
è la negazione di tale principio fondante
. La democrazia diretta e la sovranità popolare non hanno
nulla a che fare con il paternalismo, per certi versi si tratta anche di un
passo indietro rispetto alla democrazia rappresentativa.

Nella fattispecie concreta non so se
Grillo abbia ragione. Magari, da buon conoscitore della realtà genovese, posso
pure concedere che abbia non ragione ma ragionissima nel ritenere inidonei quel
candidato e quella lista: “Non possiamo
permetterci nessuna sbavatura. Non possiamo permetterci di candidare persone su
cui non siamo sicuri al 100%”
. Ma il succo del discorso non è se Grillo
abbia o meno ragione, il punto è che non sta a lui decidere se la Comunità
sbaglia o meno nel fare certe scelte. La sovranità popolare comporta che si
possa anche sbagliare. Il Popolo deve poter sbagliare. Grillo può anche
essere più che convinto che si stia facendo una cazzata, ma arriva il momento
in cui il pater familias deve dismettere il suo ruolo perché è anche attraverso
gli errori che un processo matura e si perfeziona.

Non
sono uno sprovveduto idealista
.
Capisco bene che in alcuni passaggi
storico-politici, per certi versi rivoluzionari
e comunque di grande crisi,
ci sia poco spazio per filosofeggiare, per tenere dibattiti assembleari mentre
intorno fischiano le pallottole (per fortuna, almeno per ora, solo
metaforicamente). Tuttavia, chi decide
quando finisce lo stato d”eccezione?
Chi decide quando il MoVimento è
pronto per muoversi da solo sulle sue gambe? In definitiva, qual è il momento
in cui Grillo condividerà il suo ruolo di garanzia e impulso politico con un organismo plurale eletto direttamente dagli
iscritti
?

Se “nel MoVimento 5 Stelle non c”è più
spazio per chi cerca solo poltrone”, come dice Grillo, allora si predispongano
gli anticorpi nel MoVimento stesso, prima che sia troppo tardi, con le necessarie
e trasparenti strutture di autocontrollo e autogoverno, si diano il metodo e
gli strumenti operativi, e poi il MoVimento Cinque Stelle potrà proseguire
sulla sua strada autonomamente.

Di una cosa saremo sicuri: tale strada
sarà tortuosa e Beppe Grillo vedrà i “suoi” ragazzi commettere tanti errori.
Almeno il numero di errori che lui stesso avrà commesso nella sua vita. Ciò non
gli ha impedito di creare, dal nulla, un progetto politico straordinario e
senza precedenti nella storia, nonché di ricevere l”affetto e la stima di
milioni di persone che in tale progetto hanno creduto e credono ancora.



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