Aziza Mustafa Zadeh e l'amor iliscus | Megachip
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Aziza Mustafa Zadeh e l'amor iliscus

Aziza Mustafa Zadeh e l'amor iliscus
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12 Agosto 2010 - 19.12


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AzizaMustafaZadehdi Miguel Martinez.

Tempo fa, avevamo parlato del termine arabo, ”ishq – al-”ishq con l”articolo – entrato nel linguaggio latino medievale, grazie a Gerardo da Cremona, come amor iliscus: l”amore dell”assenza.

Aziza Mustafa Zadeh ce ne offre un bell”esempio. Se non la conoscete, Aziza è un”artista azera, assai nota nel mondo, che – nella scia del padre, Vagif Mustafa Zadeh – compone, suona e canta un”affascinante fusione tra jazz e musica turco-caucasica.

Aziza fa riflettere sulla divergenza tra presenza e apparenza. E” un tema che avevamo già sfiorato, parlando qui della cantante libanese Julia Boutros e della sua sorprendente capacità di vivere in un contesto mediatico conservando un fondo di dignità e di autenticità.

Aziza opera in una nicchia minore, meno legata all”industria spettacolare; e crea lei stessa ciò che mette in atto.

Un gazzettiere potrebbe usare un arsenale di aggettivi per descrivere la presenza di Aziza: carismatica, magnetica, ammaliante, inquietante.

Dove manca la presenza, c”è l”apparenza della Jeune-Fille: un”apparenza che si può costruire secondo precise misure – Lara Croft dimostra che non c”è nemmeno bisogno di un corpo fisico per incarnarla.

Basta guardare attentamente il profilo di Aziza, per capire che secondo i canoni della vita virtuale, verrebbe cacciata da qualunque preselezione di Miss Italia, mentre Araba Dell”Utrioltre alle tette da meravigliosa pin up ha le natiche modello Bahia“, ci informano i tecnici di queste cose.

Ma per Aziza, un innamorato darebbe la vita; per Araba Dell”Utri, darebbe un party.

Aziza ha cantato Laçin, una canzone tradizionale azera, che ci interessa qui perché offre un esempio notevole di amor iliscus. Se volete però avere un”idea della potenza creativa di Aziza, consiglio di ascoltare un altro suo lungo brano vocale. [1]

Il fiume Aras separa l”amante dall”amata, Laçin.

Ma il fiume Aras separa anche l”attuale stato dell”Azerbaigian da ciò che gli azeri chiamano l”Azerbaigian meridionale, oggi parte dell”Iran, per cui è facile cogliere il doppio significato, psicologico e politico, della canzone.

Che diventa triplice nel 1992, quando gli armeni conquistano una cittadina azera che si chiama proprio Laçin. Un groviglio non da poco, visto che gli stessi americani che si oppongono ai turcofoni in Iraq, manipolano i turcofoni in Iran. E si scivola così dall”amor iliscus al Grande Gioco: la forza di ogni cosa, anche della distruzione, è l”amore.

La traduzione la rubo (con qualche piccola modifica) da quella in inglese di un commentatore al video.

L”Araz scorre insabbiato
con mazzi e mazzi di fiori
amo la mia diletta
le parlo con lingua dolcissima
ay Laçin, anima mia Laçin,
che io sia un sacrificio per te, Laçin

I loro giardini di fiori gialli
a metà gemme, a metà fiori
presto sei fiorita, presto sfiorita,
eri di quei fori.

ay Laçin, anima mia Laçin,
che io sia un sacrificio per te, Laçin

Araz axar lil il?,
D?st?-d?st? gül il?.
M?n yarimi sevir?m,
Sirin-sirin dil il?.
Ay Laçin, Can? Laçin,
M?n s?n? qurban Laçin!
Bagçalari sari gül,
Yari qönç?, yari gül.
Gec açildin, tez soldun,
Olmayaydin bari gül.
Ay Laçin, Can Laçin,
M?n s?n? qurban Laçin!

 

Fonte: http://kelebeklerblog.com/2010/07/20/aziza-mustafa-zadeh-e-lamor-iliscus.

 

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