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31 Ottobre 2011 - 19.50


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rock-e-cinadi Marco Ferrarese*.

A  venticinque anni dalla nascita del “rock cinese”, China Files intervista il texano David O” Dell. Quindici anni fa era un giovane studente punk a Pechino che cercava i suoi simili per suonare assieme. Ha visto nascere la scena punk in Cina e oggi la racconta in un libro.

Punk in Cina: uno dei fenomeni musicali alternativi più seguiti e osannati dai giovani.  A  venticinque anni dalle prime, ruvide chitarre del “padrino” del rock Cui Jian, arrivano i primi libri a documentarne la storia. Il recente Red Rock – The Long Strange March of Chinese Rock & Roll di Jonh Campbell è la prima storia del rock cinese in lingua inglese uscita nell”ultimo decennio.

Molto spazio è dedicato alla storia del punk. Nato a Pechino tra il 1994 e il 1995 con gli Underbaby, il punk cinese si è sviluppato grazie al successo mondiale dei Nirvana di Kurt Cobain e all”influenza di alcuni giovani studenti stranieri nella capitale. Si è diffuso attraverso centinaia di cassette pirata vendute di contrabbando sulle bancarelle dei mercati cittadini.

http://www.youtube.com/watch?v=hEh20KhSNKU

Il texano David O” Dell, oggi professore di fisica in una scuola superiore di Austin, è stato uno  studente di lingua cinese di stanza a Pechino dal 1996 al 2004 e si è ritrovato ad essere uno tra i personaggi  chiave nella creazione del movimento punk pechinese. È uscito da poco il suo Inseparable – the memoirs of an American and the history of Chinese Punk Rock.

Il libro, arricchito da un centinaio di foto originali dell”epoca, intreccia la sua storia personale a quella movimento punk in un coinvolgente racconto in prima persona di personaggi, luoghi e concerti che descivono la musica cinese alla fine del secondo millennio. Dave ha collaborato con gli Underbaby e suonato il basso nei Brain Failure – il gruppo punk cinese più conosciuto al mondo – ed è testimone diretto della nascita della primissima, originale e caoticamente sovversiva, scena punk cinese.

Nel 1996 non esisteva una vera scena punk, ma solo gruppi di grunge e rock alternativo ispirati al successo mondiale dei Nirvana.
“Ero un giovane punk che cercava altri simili per fare amicizia e suonare assieme. Questo mi fece incontrare Gao Wei e il fratello Gao Yang, che nel ”94 avevano dato vita agli Underbaby. Sin dall”inizio siamo diventati ottimi amici… abbiamo diviso a lungo un appartamento, finché nel 1997 ho cominciato anche a suonare con loro“.

La missione comune di Dave e Gao Wei era quella di far arrivare il punk alle masse dei giovani cinesi: non c”era alcun desiderio di suonare per gli stranieri o per i giornalisti. “Per questo motivo cercavamo di convincere i locali a tenere gli ingressi gratuiti, o a far pagare l”ingresso 10rmb [un euro, ndr] al massimo, di modo che i ragazzi cinesi potessero permettersi di andare ai concerti“. Mantenere un”offerta musicale a prezzi popolari aiutò a scatenare l”arrivo della seconda ondata del punk cinese: i membri di band come Anarchy Jerks, Brain Failure e Reflector erano gli stessi ragazzini che anni prima avevano frequentato i primi concerti punk organizzati da Dave e Gao Wei.

http://www.youtube.com/watch?v=iwSQgw_WC2E

Dave ricorda che le primissime band suonavano per mantenere “il punk” un”attitudine, per la creazione di un movimento, non per i soldi. “Mi ricordo che spesso lasciavo i locali dove suonavamo con un guadagno di circa 10rmb in tasca, una cifra appena sufficiente a comprare una birra e dividere un piatto di noodles con qualche amico. La maggior parte delle volte, coi proventi dei concerti, i membri delle band non potevano nemmeno permettersi di pagare una corsa in taxi fino a casa. Dovevamo dividere le spese o fermarci a dormire negli appartamenti di amici…“.

Il primo punk pechinese era ben lontano dal moderno melange musicale offerto da locali alternativi come il D22 e gli altri locali alternativi per studenti che oggi nascono come funghi attorno al quartiere universitario di Wudakou.

“Per me il punk cinese rappresentava una scena totalmente autogestita, che tentava di far uscire il meglio da risorse incredibilmente scarse. La nostra musica aveva una forte carica sovversiva. La pressione politica era forte: i testi delle canzoni venivano censurati e nessuna band aveva il permesso di esibirsi. Suonare dal vivo era illegale, dovunque lo si facesse. Siamo stati tutti molto abili a farla in barba alla polizia! Era un rischio, sul serio. Per buona parte degli anni Novanta suonare punk a Pechino poteva tranquillamente farti finire in galera. Dovevi stare veramente attento a come ti muovevi“.

I punk cinesi erano certamente contro il governo, ma allo stesso tempo erano veramente fieri della propria nazionalità e cultura cinese. Incredibilmente fieri. “Riconoscevano che per il  governo era molto difficile controllare, sfamare e dare lavoro a un miliardo e mezzo di persone. I punk volevano principalmente essere accettati dalle vecchie generazioni che in quella musica vedevano solo problemi, rumore e paura. All the Same degli Underbaby fu uno dei primi inni punk cinesi. Era un pezzo che urlava alla gente di pensare agli altri, di creare una collettività e non di agire solo per se stessi”.

Un punk con “caratteristiche cinesi“? Il primo punk, sostiene Dave, ha avuto molto a che spartire con la nascita del punk inglese del ”77, ma è rimasto unicamente cinese perché nasceva e cantava  la sofferenza di un miliardo e mezzo di persone che, pur avendo una cultura millenaria, hanno vissuto la Rivoluzione culturale, la carenza di cibo e sono  emigrate in massa in qualsiasi  parte del mondo. Un messaggio cinese, ma trasmesso secondo canoni occidentali.

Dave negli ultimi 20 anni è tornato spesso in Cina e ci parla anche delle trasformazioni della scena punk pechinese. “Una volta, suonare punk era una questione di sopravvivenza… oggi, anche a Pechino, si suona per portarsi a letto una ragazza. È deprimente, come ovunque. Ci sono ancora delle vere punk band come i Brain Failure e i Misandao. Ma la maggior parte delle band suona per farsi le creste, mettersi l”eye-liner e fare i fighetti. Noi suonavamo per far arrivare un messaggio, per aprire delle menti, in un clima di costante rappresaglia con le forze dell”ordine“.

La solita storia della commercializzazione punk avvenuta in quasi tutto il mondo, un eterno cliché. “Mi fa contemporaneamente piacere e tristezza vedere che oggi il nostro suono e stile siano totalmente accettati dalla gente, e che la nostra musica sia trasmessa regolarmente dalla radio… ovviamente, non si tratta di vero hardcore punk, ma di pop punk melodico. Meglio di niente! Mi piace pensare che la prima generazione dei punk pechinesi abbia aperto la strada, e che le band che ci hanno seguito l”abbiano spianata, stendendoci un”autostrada a otto corsie. Puro stile cinese!“.

http://www.youtube.com/watch?v=mVnjbeWze90

* Marco Ferrarese ha suonato per 10 anni nei The Nerds Rock Inferno, una delle poche punk rock band italiane capaci di infiammare i palchi di Europa e Stati Uniti. Dal 2007, incuriosito dall”Asia, si trasferisce in oriente. Ha vissuto in Europa, Cina, Stati Uniti e Australia, e viaggiato in circa 40 paesi. Al momento vive, scrive e lavora in  Malesia, a Penang. Il suo sito è www.monkeyrockworld.com

 

Tratto da http://www.china-files.com/it/link/12116/anarchy-in-rpc

 

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