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Israele ed emiri nella NATO

Tutti i grandi perturbatori del Medio Oriente si integrano sempre di più nella NATO, fra contratti miliardari e benedizioni di vescovi orwelliani [Manlio Dinucci]

Israele ed emiri nella NATO
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10 Maggio 2016 - 21.53


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di Manlio Dinucci.

Il giorno
stesso (4 maggio) in cui si è insediato alla NATO il nuovo Comandante Supremo Alleato in Europa – il generale USA Curtis Scaparrotti, nominato come i
suoi 17 predecessori dal Presidente degli Stati Uniti – il Consiglio Nord
Atlantico ha annunciato che al quartier generale della NATO a Bruxelles verrà
istituita una Missione ufficiale
israeliana
, capeggiata dall’ambasciatore di Israele presso la UE. 

Israele
viene così integrato ancora di più nella NATO, alla quale è già strettamente
collegato tramite il «Programma di cooperazione individuale».

Ratificato dalla NATO il 2 dicembre
2008, tre settimane prima dell’operazione israeliana «Piombo fuso» a Gaza, esso
comprende tra l’altro la collaborazione tra i servizi di intelligence e la
connessione delle forze israeliane, comprese quelle nucleari, al sistema
elettronico NATO.


Alla Missione ufficiale israeliana
presso la NATO si affiancheranno quelle del regno di Giordania e degli emirati del Qatar
e del Kuwait, «partner molto attivi»
che verranno integrati ancor più nella NATO per meriti acquisiti. La Giordania
ospita basi segrete della CIA nelle
quali – documentano il New York Times e Der Spiegel – sono stati addestrati militanti islamici
di Al-Qa’ida e dell’ISIS per la guerra coperta in Siria e Iraq.

Il Qatar ha partecipato alla guerra NATO contro la Libia,
infiltrando nel 2011 circa 5mila commandos sul suo territorio (come dichiarato a The Guardian dallo stesso capo di stato maggiore
qatariano), quindi a quella contro la
Siria
: lo ammette in una intervista al Financial Times l’ex primo ministro qatariano, Hamad bin Jassim Al Thani, che parla di operazioni qatariane e saudite di
«interferenza»
in Siria, con il consenso degli Stati uniti.

Il
Kuwait, tramite l’«Accordo sul transito»,
permette alla NATO di creare il suo primo scalo aeroportuale nel Golfo, non
solo per l’invio di forze e materiali militari in Afghanistan, ma anche per la
«cooperazione pratica della NATO col Kuwait e altri partner, come l’Arabia Saudita».
Partner sostenuti dagli USA nella guerra che fa strage di civili nello Yemen.

Vi partecipa, con una quindicina di
cacciabombardieri, anche il Kuwait. A cui l’Italia fornisce ora 28 caccia
Eurofighter Typhoon di nuova generazione, costruiti dal consorzio di cui fa
parte Finmeccanica insieme a
industrie di Gran Bretagna, Germania e Spagna. Un contratto da 8 miliardi di euro, il più grande mai firmato da 
Finmeccanica, nelle cui casse entra circa la metà. È stato firmato il 5 aprile
in Kuwait dal ministro della difesa, Khaled
al-Sabah
, e dall’amministratore delegato di Finmeccanica,
Mauro Moretti. Madrina dell’evento
la ministra Roberta Pinotti,
efficiente piazzista di armi (vedi
la vendita a Israele di 30 caccia M-346 da addestramento avanzato). Gli Eurofighter
Typhoon, che il Kuwait userà per fare stragi nello Yemen e altrove, possono
essere armati anche di bombe nucleari:
quelle in possesso dell’Arabia Saudita (vedi il manifesto del 23 febbraio). All’addestramento degli equipaggi
provvede l’Aeronautica italiana, rafforzando «il fondamentale ruolo di
stabilizzazione regionale svolto dal Kuwait».

Un successo della ministra Pinotti
che, una settimana dopo aver venduto i cacciabombardieri al Kuwait, è stata
insignita dall’Unione Cattolica Stampa Italiana con il Premio «Napoli Città di
Pace 2016».

Alla cerimonia, il cardinale Crescenzio Sepe ha definito quello
della Pinotti «impegno al servizio della politica come forma più alta d’amore, che mette sempre al centro la tutela e la dignità della vita
umana
», proponendo perciò «il cambio di denominazione del Dicastero della
Difesa in quello della Pace». Che ne pensa papa Francesco?



Fonti:

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