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Kurdistan: il problema della legge

Report sul rapporto tra rivoluzione e diritto da Istanbul, Cizre e Diyarbakir. Prima parte. [Infoaut]

Kurdistan: il problema della legge
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8 Febbraio 2016 - 07.47


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da Infoaut

[center]Report sul rapporto tra rivoluzione e diritto[/center]

[center]da Istanbul, Cizre e Diyarbakir[/center]

[center]— Prima parte —[/center]

Il processo di autonomia avviato dal Rojava e le dichiarazioni di autogoverno in molte città del Kurdistan turco (Bakur) dall’estate 2015 hanno colpito l’attenzione dei movimenti occidentali, ma sono parte di un processo politico che viene da lontano. La nozione di autonomia e quella di “autogoverno”, naturalmente, pongono problemi pratici e teorici non indifferenti, al punto che non pochi compagni da tutto il mondo stanno organizzando viaggi in Kurdistan per comprendere e apprendere di più su e da questo processo politico.

Uno degli aspetti maggiormente controversi, e non a caso talvolta minimizzati o marginalizzati con imbarazzo dagli ambiti di movimento europei, è quello dell’impianto normativo che può o deve avere un processo rivoluzionario, ancor più in presenza di un programma politico come quello del Pkk turco e del Pyd siriano che, aderendo all’idea di confederalismo democratico propugnata da Ocalan, comprende lo sforzo di superare un’ istituzione secolare come lo stato-nazione.

Tanto nel Kurdistan turco, quanto in quello siriano, esistono leggi che, con maggiore o minor successo, i rispettivi stati tentano di imporre alla popolazione. Esistono, poi istituzioni autonome che il movimento curdo ha creato per permettere alla popolazione di esprimersi e scegliere sulla propria vita; ed esistono anche tribunali popolari, codici penali autonomi e una concezione alternativa e rivoluzionaria del diritto che, concependo i sistemi penali tradizionali (occidentali e orientali) come espressione delle gerarchie capitalistiche, tenta (non senza difficoltà) di immaginare forme normative nuove ed espressione delle necessità popolari.

Pubblichiamo qui di seguito l’intervista rilasciata a Infoaut da un membro della Commissione giustizia del Parlamento cittadino di Cizre (istituzione autonoma espressione dell’autogoverno, considerata di matrice “terroristica” dallo stato turco), cui abbiamo chiesto di spiegarci come funziona un “codice penale” autonomo e come il movimento rivoluzionario curdo sta tentando di applicarlo. La città di Cizre sta pagando, al momento, uno dei prezzi più alti, in tutto il Kurdistan, per le sue coraggiose scelte di rivoluzione e resistenza a oltranza.

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