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Napolitano Capo del Governo?

Non si cita il Capo dello Stato, non si parla di lui, non si deve pronunciare il suo nome. O che non lo si pronunci invano, quantomeno. Amen. [Paolo Becchi]

Napolitano Capo del Governo?
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26 Luglio 2013 - 09.25


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di Paolo Becchi

«Non sono ammessi riferimenti al
presidente Napolitano». Così il Presidente del Senato, Grasso, ha interrotto,
nei giorni scorsi, l’intervento di un deputato del M5S. Non si cita il Capo
dello Stato, non si parla di lui, non si deve pronunciare il suo nome. O che
non lo si pronunci invano, quantomeno. Amen. Dunque non parliamo di Lui … parliamo
di Alfano.

Il “caso” Shalabayeva si è
concluso con la bocciatura, da parte delle due Camere, della mozione di sfiducia
presentata nei confronti del Ministro Alfano. Non intendo, qui, ripercorrere la
vicenda, né discutere della legittimità della procedura di espulsione, del
trattenimento della Shalabayeva presso il Centro di Identificazione e di
Espulsione e del successivo imbarco a Ciampino su un aereo privato diretto in
Kazakhstan.

Occorre, piuttosto, capire la
responsabilità politica del Ministro degli Interni per l’espulsione
della moglie e della figlia del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov. Parlo di
responsabilità “politica”, e non giuridica. La mozione di sfiducia è un
atto politico, che si giustifica quando il Parlamento ritiene di non
potersi più fidare politicamente dell’operato di un Ministro. Non si
tratta, pertanto, di un atto che è diretto a far valere presunte responsabilità
giuridiche
(civili, penali o amministrative) del Ministro.

Per questa ragione non ha , in
fondo, troppa importanza chiedersi se Alfano sapesse o meno, se il
prefetto aveva informato il Ministro e se il Ministro aveva capito cosa stesse
accadendo. Il problema è un altro: è la negligenza politica che ha
dimostrato comunque il Ministero degli Interni. Abbiamo fatto una figura
miserabile a livello internazionale e abbiamo leso i diritti umani di due
persone. 

Certo dalle notizie più recenti
sembra che in realtà Alfano fosse addirittura a conoscenza della vicenda
Ablyazov tramite il Prefetto Procaccini, il quale ha permesso che
l’ambasciatore kazako coordinasse direttamente dagli uffici del Prefetto
l’operazione di irruzione nella villa di Casal Palocco. Se è andata veramente
così, è davvero allucinante!

Quella di Alfano è in ogni caso
una responsabilità politica, che lo coinvolge in quanto vertice del
Ministero degli Interni, in quanto responsabile politico di un apparato dello
Stato italiano. Egli è – per la nostra Costituzione – individualmente
responsabile degli atti del suo dicastero (art. 95). Il blitz kazako
dimostra quantomeno che il Parlamento non può più politicamente avere fiducia
in un Ministro che si è dimostrato indeciso, incerto e incapace e che con il
suo comportamento ha persino umiliato quel poco che ancora resta della nostra
sovranità nazionale.  

La mozione di sfiducia non è
stata approvata grazie al “blocco” del Pd in difesa del Ministro. Il Partito
Democratico infatti si è schierato a favore di Alfano per non compromettere la
stabilità del Governo, come ha dichiarato Epifani. Ma non si capirà questa
vicenda se non si tiene presente l’intervento di Napolitano. Sì, ora parliamo
di Lui. È, infatti, il Presidente della Repubblica che, ancora una
volta, è intervenuto direttamente, in occasione della cerimonia del Ventaglio,
per stabilire ed imporre una linea politica netta: «Si può mettere a
repentaglio la continuità di questo governo, impegnato in un programma di
attività ben definito, senza offrire pesanti ragioni ai più malevoli e anche
interessati critici e detrattori del nostro paese, pronti a proclamare
l”ingovernabilità e inaffidabilità dell”Italia?».

Napolitano ha ribadito di essere
lui, e lui solo, ad esercitare il potere di indirizzo politico del Paese.
Non si tratta più di semplici e saltuarie esternazioni, né, a ben vedere, di
“ingerenze”: Napolitano, ormai, esercita di fatto – dietro la sua minaccia di
dimissioni, che provocherebbero il caos istituzionale – poteri sostanzialmente governativi.
Se si legge il discorso del Ventaglio, del resto, si nota come, in esso, vi sia
racchiusa tutta la linea politica che, in questi mesi, l’alleanza Pd-Pdl ha
tentato di realizzare.

In esso Napolitano ha, infatti
qualificato ogni possibile opposizione all”attuale Governo come ipotesi
più o meno fumose o arbitrarie
. Ogni opposizione dev’essere messa al bando:
«Non ci si avventuri perciò a creare vuoti, a staccare spine, per il rifiuto di
prendere atto di ciò che la realtà politica post-elettorale ha reso obbligato e
per un”ingiustificabile sottovalutazione delle conseguenze cui si esporrebbe il
paese».

Napolitano ha inoltre difeso
l’operato del Ministro Alfano, parlando, a proposito del caso kazako, di «una
reticente e distorsiva rappresentazione del caso, e di una pressione e
interferenza, l”una e le altre inammissibili da parte di qualsiasi diplomatico
straniero».

Come può permettersi il Capo
dello Stato, che dovrebbe essere un potere garante dell’unità nazionale ed estraneo
rispetto alla linea politica del Governo,

1.     
di condannare apertamente ogni opposizione
legittima, democratica e parlamentare al Governo,

2.     
di difendere l’operato politico di un Ministro,

3.     
di minacciare le proprie dimissioni in caso di crisi
dell’Esecutivo?

Il M5S dovrà continuare ad
opporsi a tutto questo. La mozione di sfiducia nei confronti di Alfano potrebbe
a mio avviso essere nuovamente presentata, anche alla luce delle nuove notizie
che stanno emergendo in questi giorni e che dimostrano che Alfano era in realtà
a conoscenza dei fatti. Ma il M5S dovrà soprattutto opporsi con tutte le forze
alla trasformazione dei poteri del Capo dello Stato in un potere di
Governo
, slegato da ogni rapporto fiduciario con il Parlamento e protetto
dall’apparente “neutralità” e posizione super partes del Presidente
della Repubblica. Nell”attesa di “riformare” la Costituzione, la
stiamo ormai calpestando senza più alcun ritegno giorno dopo giorno.

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