'Magaldi: ''I massoni non si fidano di Renzi''' | Megachip
Top

'Magaldi: ''I massoni non si fidano di Renzi'''

La sorprendente narrazione del Gran Maestro democratico: Renzi vorrebbe aderire alle superlogge internazionali. Tutti i nomi dei supermassoni, dalla BCE al Quirinale.

'Magaldi: ''I massoni non si fidano di Renzi'''
Preroll

Redazione Modifica articolo

30 Settembre 2014 - 11.08


ATF

Intervista di Alessandro Da Rold a Gioele Magaldi.

Da anni il Gran Maestro Gioele Magaldi e «i suoi fraterni collaboratori» (così li definisce ndr) di Grande Oriente Democratico raccontano
sul loro sito le relazioni invisibili della massoneria italiana e
internazionale.

Magaldi è massone dichiarato, non lo nasconde, e
sottolinea le appartenenze massoniche di diversi esponenti del mondo
economico e politico italiano. Per Chiarelettere è imminente l’uscita di
diversi libri che rischiano di fare molto rumore. «Li ho scritti in
collaborazione con altri confratelli dell’establishment massonico
progressista sovranazionale» spiega in un linguaggio tecnico sconosciuto
alla maggioranza degli italiani «Prima verranno pubblicati i tre volumi
di Massoni S.r.ill. Società a responsabilità illimitata, poi i due
volumi de Il Potere Globale e i suoi Venerabili Maestri».

Domanda. “Stantio odore di massoneria”,
Magaldi, ma lei sul
Corriere della Sera aveva mai letto un editoriale
come quello di Ferruccio De Bortoli di mercoledì 24 settembre? Stiamo
parlando del
Corriere, dove negli anni ’70 governava Bruno Tassan Din…

Risposta. L’editoriale di De Bortoli è stato
qualcosa di effettivamente inedito e inusuale. Nessuno, però, ha notato
la coincidenza tra la sua pubblicazione e la contemporanea presenza di
Matteo Renzi alla sede newyorkese del Council on Foreign Relations,
solidissimo sodalizio paramassonico istituito nel 1921, mentre nel 1920
era stato fondato il suo omologo britannico, il Royal Institute of
International Affairs o Chatham House. Entrambe queste associazioni
paramassoniche furono create su iniziativa della Ur-Lodge (termine che
indica una superloggia sovranazionale) “Leviathan”. Ed entrambe, sia il
Cfr che il Riia, continuano ad essere controllate e gestite da massoni,
con la presenza ancillare e subalterna di paramassoni servizievoli,
ossia di membri “profani” del jet-set politico, economico-finanziario,
mediatico, diplomatico, militare e culturale internazionale, i quali
ancora non hanno avuto un’iniziazione massonica presso il circuito
elitario ed ambitissmo delle Ur-Lodges, ma aspirano ad averla.

D. Come mai questo duro articolo di De Bortoli mentre il
premier si trovava negli Stati Uniti? Alessandro Sallusti, direttore del
Giornale, scrive “Da che loggia viene la predica”…

R. Appunto. Sallusti, pur con tutti i limiti di un
“non addetto ai lavori” del back-office o high-office del potere, un
potere, nel mondo contemporaneo, che ai suoi massimi livelli è
strutturalmente massonico, e pur motivato opportunisticamente dalla
necessità di contestare a De Bortoli l’attacco a Renzi in tutela del
Patto del Nazareno tra il premier e Berlusconi, è quello che è andato
più vicino ad una corretta interpretazione dell’intervento debortoliano.

D. Ma lei cosa pensa di questo editoriale?

R. Ne ho parlato anche a “La Zanzara” lo scorso 25
settembre. Da anni e mesi Matteo Renzi si comporta da wannabe, da
aspirante massone. Ma l’iniziazione cui egli aspira non è presso il
Grande Oriente d’Italia o presso qualche altra Comunione massonica
ordinaria, su base nazionale italiana o estera. No, il premier italiano
punta molto più in alto. Vorrebbe essere iniziato presso la Ur-Lodge
“Three Eyes”, la medesima superloggia cui sin dal 1978 fu affiliato
Giorgio Napolitano. La stessa superloggia cui è affiliato Mario Draghi,
il quale è membro anche di altre Ur-Lodges sovranazionali come la
“Pan-Europa”, la “Edmund Burke”, la “Compass Star-Rose” e la “Der Ring”.
Ecco, Matteo Renzi vorrebbe essere accolto in uno di questi consessi
super-elitari. E badi bene che si tratta di Ur-Lodges di tendenza
neoaristocratica e conservatrice, non certo di superlogge progressiste
come ad esempio la “Thomas Paine”, la “Montesquieu”, la “Ferdinand
Lassalle”, la “Ioannes”, etc. 

D. Addirittura? Quindi secondo lei sono tutti massoni.

R. L’attuale premier italiano, al pari di altri illustri personaggi
sedicenti progressisti su un piano ufficiale e profano, in realtà
vorrebbe tanto essere incluso – come membro alla pari – in quei salotti
buoni dell’aristocrazia massonica reazionaria che attualmente sta
ridisegnando in senso oligarchico la politica e la società europea. Il
problema è che la sua domanda di affiliazione non è stata ancora
accolta.

D. E perché non riuscirebbe a entrare in questi salotti che lei definisce massonici? Non le sembra di esagerare? 

R.  I
vari Mario Draghi, Giorgio Napolitano, Angela Merkel, Jens Weidmann,
Wolfgang Schaüble, Jean-Claude Trichet, Mark Rutte, Peter Sutherland,
Anders Fogh Rasmussen, Michael Fuchs, Olli Rehn, Jens Stoltenberg, Lloyd
Blankfein, Christian Noyer, Henry Kravis, Christine Lagarde, Frans
Timmermans, Peter Mandelson, Jonathan Hill, Juergen Fitschen, Ewald
Nowotny, Jyrki Katainen, José Angel Gurria…. non
si fidano di Renzi wannabe massone così come non si sono mai fidati del
libero muratore Silvio Berlusconi. Questi ed altri esponenti degli
ambienti latomistici più elitari e selettivi hanno sempre nutrito
diffidenza e insofferenza verso Berlusconi, considerandolo un parvenu
del mondo del potere: troppo border-line, ingombrante, imbarazzante e
individualista. E analogo sentimento di perplessità nutrono nei riguardi
di Renzi, considerato un narcisista, uno spregiudicato e indisciplinato
arrivista. Figuriamoci quanto poco venga apprezzato, da questi
ambienti, l’asse Berlusconi-Renzi siglato dal Patto del Nazareno. 

D. Mi scusi, ma il presidente del
Consiglio ha smentito in un’intervista a Repubblica appartenenze o
aspirazioni massoniche. Si è definito un boy scout.

R. La
smentita di Renzi è insincera e ipocrita. E anche un tantino confusa,
come tuttavia si può perdonare ad uno che ancora non ha studiato a fondo
la tradizione massonica, nonostante letteralmente “sbavi” per poterne
essere parte. E” una smentita confusa perché, forse Renzi non lo sa o
finge di non saperlo, proprio Robert Baden Powell (1857-1941), il
britannico fondatore dello “scoutismo”, era un eminente e notorio
massone.Morale della favola: a
Renzi ancora non è stato accordato l’accesso ad una almeno delle
superlogge sovranazionali sopra elencate. Renzi, allora, approfitta del
suo viaggio negli Stati Uniti per conseguire obiettivi di natura
personale su questo piano. Alla conferenza stampa pubblica presso il
Council on Foreign Relations, ripete le solite banalità melense, ma in
privato chiede e ottiene un’udienza presso un massone di spicco come
Richard Nathan Haas, presidente dello stesso Cfr. E l’incontro privato è
finalizzato a consentire l’accesso di Renzi presso un’altra Ur-Lodge,
sostanzialmente fuori dall’influenza dei vari Napolitano, Draghi, etc..

Mi riferisco alla “Leviathan”.

D. Ma cosa c’entra l’editoriale di De Bortoli con tutto questo?

R. La notizia di queste manovre renziane negli
Usa, ovviamente, era nota sin da prima che il viaggio cominciasse. Il
messaggio viene frainteso dai più, ignari di tutto quanto ho spiegato,
ma è chiaro e semplice. Dice De Bortoli: “Caro Renzi, riallineati ai
desiderata del Venerabilissimo Maestro Mario Draghi, altrimenti comincio
a sputtanarti sul versante ‘Massoneria”, sia con riferimento ai tuoi
inciuci con Berlusconi, sia, se servirà, sparando più alto”. E il buon
Alessandro Sallusti, pur non conoscendo i particolari e i retroscena
precisi della vicenda, intuisce qualcosa di vero e lo scrive.

D. Si è molto discusso in questi mesi
dell’appartenenza o meno del premier Matteo Renzi alla massoneria. Si è
parlato del padre e dei suoi rapporti con Denis Verdini. Ma Licio Gelli,
ormai storico maestro venerabile della loggia massonica P2, ha
smentito. Lei ne sa di più?

R. Tiziano Renzi, padre di Matteo, non è iscritto
ad alcuna loggia. Ha rapporti di amicizia e vicinanza con alcuni massoni
toscani, ma nulla di più. E comunque si tratta di ambienti di piccolo
cabotaggio, gli stessi a cui ha accesso Denis Verdini, un lillipuziano
rispetto ai big dell’aristocrazia massonica euro-atlantica che ho citato
sopra.

D. Rino Formica, ex ministro del Psi,
amico del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha ribadito
più volte che il governo Renzi è il programma di Rinascita Nazionale del
toscano Licio Gelli che potrebbe portare l’attuale presidente della Bce
Mario Draghi al Quirinale…

R. Il programma cui allude lei si chiamava “Piano
di Rinascita Democratica”. Ma pochi sanno che non era altro che la
declinazione su scala italiana dei progetti sovranazionali espressi nel
manifesto-saggio “The Crisis of Democracy”, testo promulgato urbi et
orbi dalla paramassonica Trilateral Commission nel 1975, su mandato
della Ur-Lodge “Three Eyes”, che ne aveva distillato i contenuti
oligarchici, tecnocratici e anti-democratici sin dalla fine degli anni
Sessanta. Mario Draghi, se non costretto dagli eventi e da necessità
superiori di commissariare personalmente l’Italia più di quanto non sia
già commissariata, non ci pensa proprio a lasciare la poltrona di
presidente della Bce, che è più importante della presidenza della
Repubblica italiana, prima della scadenza naturale del suo mandato nel
2019.

D. Dietro l’editoriale di De Bortoli c’è chi dice ci sia
proprio la mano di Draghi, magari per rimescolare le carte in vista
della sempre più vicina elezione del nuovo presidente della Repubblica

R. Le confermo che dietro l’editoriale di De
Bortoli c’è la mano di Draghi, ma per le ragioni che le ho spiegato
sopra, non per l’irragionevole prospettiva di voler accedere
personalmente al Quirinale, quando la sua poltrona all’Eurotower è molto
più prestigiosa e influente. Semmai Draghi si preoccupa che, qualora
Napolitano dovesse lasciare il Quirinale prima della fine del secondo
settennato, al suo posto possa andare persona a lui gradita e fedele. E
non qualcuno invece individuato dalla “strana coppia” Renzi-Berlusconi…

D. Anche sui presidenti della
Repubblica italiana sono sempre circolate voci insistenti sulla loro
appartenenza a logge massoniche

R. Tra i presidenti della Repubblica italiana,
sono stati massoni Luigi Einaudi, Giuseppe Saragat, Francesco Cossiga,
Carlo Azeglio Ciampi. E, naturalmente, è massone Giorgio Napolitano. Ma
anche Giovanni Leone e Sandro Pertini, pur non formalmente iniziati,
furono eletti grazie al supporto di determinati ambienti massonici
italiani, Leone, ed extra-italiani, Pertini.

D. Ancora Napolitano? Ma si rende conto di quello che dice?

R. Voi giornalisti dovete capire che dare a qualcuno del massone non equivale di per sé ad accusarlo di qualcosa di brutto.

D. Lo sostiene lei. La sua è un”affermazione pesante. Ma come fa a esserne così certo?  

R. Ho
avuto accesso ai più riservati archivi delle maggiori Ur-Lodges
sovranazionali, come avrà modo di compulsare leggendo la trilogia di
“Massoni S.r.ill. Società a responsabilità illimitata”.

D. Lei cosa pensa del Patto del Nazareno? Ha davvero l’aspetto di un patto massonico con Silvio Berlusconi?

R. Il Patto del Nazareno è un banale patto, per il
90% alla luce del sole, tra due capi politici che si somigliano. Simili
nell’ambizione internazionale non sempre proporzionata ai mezzi a
disposizione, e simili nell’individualismo, nella’autocrazia, nella
tendenza a circondarsi di collaboratori “maggiordomi o mezze calzette”,
nella spregiudicatezza e anche nella fenomenologia affabulatrice e
parolaia, che nasconde però poca sostanza riformatrice. Certo,
Berlusconi è stato ed è massone, mentre Renzi aspira a diventarlo,
cercando di pervenire a quei salotti buoni dell’aristocrazia latomistica
globale che sono sempre rimasti inaccessibili al primo.

D. L”Italia è ancora il Paese dei burattinai? Le logge comandano ancora o i poteri forti sono diventati troppo deboli? 

R. E’ sbagliata la prospettiva generale con la
quale si affronta solitamente questo tema. I poteri forti, dal
Settecento ad oggi costitutivamente massonici, sono sempre stati tali e
sempre lo saranno. Ma desta francamente compassione e tenerezza
l’insipienza con la quale i giornalisti italiani – e non solo italiani –
vanno cercando le tracce di questi poteri fra le mura di Comunioni
libero-muratorie nazionali ormai in declino da vari decenni, e non sanno
alzare gli occhi al cielo dei circuiti massonici sovranazionali, i
quali muovono immancabilmente le loro pedine politico-istituzionali,
economico-finanziarie, diplomatiche, militari e mediatiche da Occidente
ad Oriente, da Settentrione a Meridione. 

D. Attacca la nostra categoria

R. Voi giornalisti e i cittadini italiani ed
europei in genere, scoprirete che non è un caso se il fratello Barack
Obama, nel suo recente intervento all’Onu, ha citato più e più volte
Eleanor Roosevelt e la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, la
più alta espressione ideologica della Libera Muratoria novecentesca.
Coloro che animeranno le battaglie della costituenda Associazione
“Eleanor Roosevelt” lo faranno proprio per contrastare l’involuzione
oligarchica e tecnocratica della governance europea. Una governance di
cui Mario Draghi e Giorgio Napolitano sono tra i maggiori responsabili,
insieme a diversi loro complici in grembiulino reazionario.

D. Stefano Bisi, nuovo Gran Maestro del
Grande Oriente d”Italia, ha replicato all”editoriale di De Bortoli,
spiegando che la massoneria “è una forza fresca, antica ma allo stesso
tempo giovane”

R. Formalmente
e idealmente il fratello Bisi ha ragione. E ho anche potuto apprezzare
la sua lettera aperta di risposta all’editoriale di De Bortoli
(pubblicata sul sito del Goi), specie quando contesta l’uso del termine
“stantio”, con riferimento al mondo latomistico. Da che “loggia viene la
predica…”, viene da ripetere citando Sallusti. Ciò premesso, mi auguro
che i nuovi vertici istituzionali del Grande Oriente d’Italia guidati da
Stefano Bisi riescano a schierare Palazzo Giustiniani in modo netto e
limpido nel campo della Massoneria progressista.

Fonte: http://www.linkiesta.it/renzi-massoneria.

[GotoHome_Torna alla Home Page]

Native

Articoli correlati