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Coalizione sociale: cinque cambi di rotta per non naufragare

Landini, le ombre della sinistra, del M5S, di Syriza e Podemos. Cinque cose da evitare, cinque cose da fare [Paolo Bartolini]

Coalizione sociale: cinque cambi di rotta per non naufragare
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19 Marzo 2015 - 19.51


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di Paolo Bartolini.

Landini entra in campo e lancia una
“coalizione sociale”, qualcosa di diverso da un partito, piuttosto un blocco
multiforme di forze ostili al neoliberismo e alla svendita dei diritti del
lavoro. La notizia di per sé è certo positiva, se non fosse che da anni gli
italiani vedono naufragare qualsiasi proposta di alternativa in una indigesta
melassa di buoni propositi, errori organizzativi e rappresentanti ormai squalificati
(i soliti noti dei partiti falcemartellati o dei loro derivati).

Gli esempi migliori, Syriza e Podemos, provengono
da altri paesi e non devono diventare modelli da imitare in modo pedissequo,
sebbene suggeriscano a grandi linee un tragitto desiderabile per riorganizzare
l’opposizione sociale alle logiche dell’austerity europea.

In Italia, ne siamo convinti, la coalizione
sociale che vorrebbe costruire Landini può avere senso solo se evita questi cinque errori fatali:

1)   irrigidirsi
nelle maglie identitarie della sinistra, escludendo a priori il dialogo con il
Movimento 5 Stelle e con i suoi elettori (la vera questione, piuttosto, rimane
ancora e sempre quella di salvare il M5S da se stesso);
2)   cedere
alle puntuali sirene del Partito Democratico (come hanno fatto, persino nel
passato recente, SEL e Rifondazione comunista);
3)   riaffermare
in ogni occasione le parole chiave del modello mercatista (le tre C letali:
Crescita, Competizione, Consumi);
4)   invocare
la partecipazione dei territori solo per quanto riguarda il processo di
costruzione di un eventuale partito e la definizione delle relative
candidature;
5)   trascurare
la situazione geopolitica attuale e rafforzare, con la propria ignoranza, i
luoghi comuni sullo stato odierno dei rapporti internazionali tra Europa, USA e
BRICS.

La coalizione sociale che ci serve deve
subito rivedere questi punti critici. In che modo? Ad esempio così:

1)   proponendo
esplicitamente delle occasioni di confronto pubbliche con i portavoce del
Movimento 5 Stelle e rilanciando lotte comuni su precise campagne politiche e
di opinione. Essere di sinistra è ormai un obiettivo, un traguardo da meritare
e non una precondizione indiscutibile, tantomeno un’identità sottratta di
principio allo spirito critico;
2)   chiudere
definitivamente i ponti con l’attuale centro-sinistra (del centro-destra e
della Lega di Salvini non parliamo, quantomeno per un sano e “costituzionale”
antifascismo);
3)   diffondere
ancora di più nella vita politica e sociale quelle parole che, per loro natura,
sono capaci di scardinare l’immaginario neoliberista: Sviluppo umano,
Riconversione ecologica, Decrescita, Solidarietà, Cooperazione, Beni comuni,
Pace, Dialogo, ecc. Le parole sono importanti, così come le scelte simboliche:
su questo, sebbene l’apprezzamento non intenda tramutarsi in apologia, abbiamo
tutti molto da imparare dall’attuale pontefice Francesco;
4)   moltiplicare
sui territori le iniziative non solo politiche, ma anche e soprattutto quelle
mutualistiche e di solidarietà (Syriza docet).
Il sostegno alle reti dell’altreconomia è un altro compito necessario e
irrinunciabile per una coalizione che si voglia alternativa al dogma della
concorrenza di tutti contro tutti;
5)   riconoscere
le ricadute della situazione internazionale sulle condizioni di vita e di
lavoro dei ceti medi e popolari, criticando non solo l’attuale assetto europeo
centrato sulle politiche di austerity, ma anche rilanciando la Pace come unica
via per gestire la transizione a un mondo multipolare.

Trascurare
anche solo uno di questi aspetti potrebbe tramutare l’idea di Landini, per
altro molto interessante, in un altro fiasco di cui sinceramente non sentiamo
bisogno. Contrariamente ai disfattisti che popolano il web e augurano cattiva
sorte all’imbarcazione, ci auguriamo che il timone della coalizione sociale di
Landini resista al mare in tempesta e conduca il nostro paese a una nuova fase
della sua storia.

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