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Landini: lasciamo perdere...

Politicamente la coalizione di Landini non esiste. Anzi, ad essere più precisi, è Landini a non esistere politicamente. [Aldo Giannuli]

Landini: lasciamo perdere...
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28 Maggio 2015 - 20.05


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di Aldo Giannuli.


Volutamente, dopo aver scritto un solo
articolo molto perplesso su Landini e sulla sua “coalizione sociale”, ho
taciuto per mesi. Le perplessità, invero, aumentavano e si mutavano in
giudizi negativi, ma non volevo essere accusato di esser prevenuto, di
sparare alla schiena di un tentativo in fasce ecc.


Ora, a distanza di due mesi e con la
recente dichiarazione programmatica (il programma vero e proprio, nel
dettaglio, è stato annunciato per le prossime settimane, dopo che le
apposite commissioni di studio avranno prodotto qualcosa) mi pare di
aver maturato un giudizio abbastanza preciso: politicamente la
coalizione di Landini non esiste. Anzi, ad essere più precisi, è Landini
a non esistere politicamente.


Di questa fantomatica coalizione sociale “questo solo possiamo dirti: ciò che non siamo, ciò che non vogliamo”.


La prima perplessità sorge proprio dai
contraenti il patto: una coalizione sociale è fatta (lo dice la parola
stessa) da forze sociali che devono avere loro sedi di raccolta,
espressione e decisione, come, ad esempio, era negli anni settanta per
le assemblee studentesche, i consigli di fabbrica e di zona, le leghe
dei disoccupati, ecc. Dove sta scritto che i precari, le casalinghe, i
pensionati, i senzacasa, i lavoratori ecc. debbano essere rappresentati
dall’Arci, da Libera o da Emergency? Le associazione sono un pezzo della
società civile, ma non sono la società civile tout court e, per di più,
hanno apparati strutturati esattamente come i partiti, i sindacati ecc,
quindi non offrono garanzie di una maggiore aderenza democratica alla
volontà dei propria aderenti. Comunque, sorvoliamo.


Ma questa coalizione (che per ora è solo
un cartello di sigle) che fa? Liste elettorali? No, questo è stato
subito escluso dai promotori. Né poteva essere diversamente: come
potrebbe l’Arci, in cui ci sono precise componenti legate al Pd, a Sel, a
Rifondazione  ecc., proporre un cartello elettorale concorrente alle
formazioni politiche che la compongono? Ed anche Libera o le altre
associazioni, hanno iscritti che si collocano nelle più diverse
posizioni politiche, per cui una partecipazione elettorale autonoma
della loro associazione potrebbe andare incontro ad un forte dissenso
interno ed anche all’abbandono dell’associazione da parte di molti
iscritti. Dunque: pace! Non è di questo che si può parlare.


Allora come si esprime questa
coalizione? Attraverso Referendum e proposte legge di iniziativa
popolare? Potrebbe andare, ma, normalmente, prima si decide quali
referendum (o quali proposte di legge) occorre fare e poi si compone il
comitato promotore, qui, invece, avremmo un comitato referendario che si
costituisce per scoprire che referendum promuovere. Un po’ strano vero?

Oppure si tratta di promuovere forme di lotta come scioperi generali e
lotte sociali? Anche questo può andare però, scusa, Landini, ma se non
riesci a convincere neanche le altre categorie della tua confederazione,
pretendi di proporre queste forme di lotta con associazioni che hanno
altro scopo sociale?


Ve li vedete quelli dell’Arci mettersi alla testa di cortei ed organizzare blocchi di merci o scioperi anomali?


Magari si pensa ad altre forme di lotta,
dallo sciopero del rosario alla lotta armata, quello che vi pare, ma
fatecelo sapere cosa è questo strano animale che avete messo insieme ed a
che serve.


Quindi, anche sotto questo profilo, la
cosa convince poco. Ma veniamo all’indirizzo programmatico che è stato
riassunto in tre o quattro frasi. Ma in realtà, ne bastava una sola:
acqua fresca!


Allora diciamocela tutta: questa storia
della coalizione sociale era solo un modo pomposo di chiamare il
comitato elettorale di Landini in vista dello scontro interno alla Cgil
per la successione alla Camusso. E’ noto che Landini pensa (pensava…) a
una sorta di meccanismo di referendarie, se non proprio fra tutti gli
iscritti alla Cgil, almeno fra i delegati di base e, in questo caso, un
supporto organizzativo ampio poteva essere cosa utile. Ma anche questo
disegno mi pare che sia andato a ramengo:


-Libera ed Emergency si sono defilate con eleganza e sono uscite dalla “coalizione”


-Sel, Rifondazione, il gruppo Civati,
l’Altra Europa ecc. non si sono degnati di mandare un solo
rappresentante alla conferenza di presentazione delle “indicazioni
programmatiche” ed ignorano ostentatamente la cosa (mi pare che l’unico
che ci creda sia il mio amico Claudio Grassi, ma direi che è poca cosa)


-La Cgil ha definito le regole di
selezione dei partecipanti alla prossima conferenza di organizzazione,
che, a sua volta, definirà le regole congressuali e mi pare che di
primarie o simili non se ne parli proprio


-I mass media, dopo un iniziale
atteggiamento di interesse a febbraio, stante il silenzio di ben 52
giorni della mitica coalizione sociale, ha perso ogni interessa alla
cosa ed ha avuto una attenzione freddissima verso il recente sussulto
“programmatico” e sarà anche peggio più avanti, con l’avvicinarsi della
pausa estiva.


Insomma, mi pare che possiamo lasciar perdere e che Landini si sia bruciato. Sarà, ma questo mi sembra meno furbo di Ferrero.

 
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