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Analisi delle elezioni presidenziali statunitensi

Le elezioni presidenziali del 2016 hanno caratteristiche inedite che sfidano il senso comune sulla prassi della politica negli Stati Uniti nel 21° secolo.

Analisi delle elezioni presidenziali statunitensi
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11 Marzo 2016 - 19.27


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di James Petras 

Tradotto da Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare



Le elezioni presidenziali del 2016 hanno caratteristiche inedite che
sfidano il senso comune sulla prassi della politica negli Stati Uniti
nel 21° secolo.




E” chiaro che gli apparati politici, ossia le élite dei partiti e i
loro sostenitori nella grande industria, hanno (in parte) perso il
controllo sul processo delle nomine e ora si trovano con candidati
“indesiderati” le cui campagne si basano su programmi e dichiarazioni
che stanno polarizzando l”elettorato.




Ma ci sono altri fattori più specifici che sfidano la storia recente
degli Stati Uniti e hanno infuso nuova energia nell”elettorato. Questi
fattori presagiscono e riflettono un riallineamento nella vita politica
degli Stati Uniti.




In questo saggio, descriveremo questi cambiamenti e le conseguenze
più ampie che serbano per il futuro dell”attività politica statunitense.
Esamineremo quale effetto questi fattori avranno su ciascuno dei due
maggiori partiti.




Le politiche del Partito Democratico: il contesto del riallineamento




L”ascesa e il declino del Presidente Obama hanno notevolmente intaccato
il fascino della “politica dell”identità“, vale a dire l”idea che le
identità basate su etnia, razza o genere possano intaccare il potere del
capitale finanziario (Wall Street), il militarismo, il sionismo e
l”amministrazione di uno stato di polizia. L”ovvia disillusione
dell”elettorato verso la politica identitaria ha aperto la porta alla
politica di classe, sebbene di un certo tipo.




Il candidato Bernie Sanders fa appello direttamente agli interessi di
classe degli operai e dei lavoratori salariati. Ma la questione di
classe sorge nel contesto di una polarizzazione elettorale e, come tale,
non riflette un vera e propria polarizzazione di classe, né una
nascente lotta di classe nelle strade, nelle fabbriche e negli uffici.




Infatti, la polarizzazione di classe elettorale riflette le recenti
grandi sconfitte sindacali in Michigan, Wisconsin e Ohio. I sindacati
confederali (AFL-CIO) sono quasi scomparsi come fattore sociale e
politico e rappresentano solo il 7% dei lavoratori nel settore privato.
Gli elettori della classe operaia sono ben consapevoli del fatto che i
principali leader sindacali, che in media ricevono 500.000 $ in stipendi
e benefici all”anno, sono parte integrante dell”élite del Partito
Democratico. Quei singoli lavoratori o sindacati locali che si spendono
nella campagna di Sanders, lo fanno come membri di un movimento
elettorale multi-classe e amorfo e non come un blocco unificato di
lavoratori.




Il movimento a sostegno di Sanders non si è sviluppato nell”ambito di
movimenti sociali nazionali pre-esistenti: il movimento per la pace è
pressoché moribondo; i movimenti che lottano per i diritti civili sono
deboli, frammentati e localizzati; il movimento Black Lives Matter che
ha protestato contro l”impunità dei poliziotti e dei civili bianchi che
uccidono afro-americani ha esaurito il momento di maggiore successo ed è
in declino, mentre Occupy Wall Street è un lontano ricordo.




Ciò significa che questi movimenti al massimo forniscono attivisti e
danno un impulso alla campagna elettorale di Sanders. La loro presenza
fa risaltare alcune delle questioni che Sanders solleva nella sua
campagna. Ma il movimento per eleggere Sanders non deriva da un
movimento di massa in corso nel passato più o meno recente, ma invece
riempie il vuoto politico risultante dalla fine di questi movimenti.
L”insorgenza elettorale deriva dalle sconfitte dei funzionari sindacali
alleati con i politici del Partito Democratico, nonché dai limiti delle
strategie di azione diretta adoperate da Black Lives Matter e Occupy
Wall Street.




Dal momento che il movimento per eleggere Sanders non sfida direttamente
ed immediatamente i profitti capitalistici e gli stanziamenti del
bilancio pubblico, non è stato soggetto a repressione di stato. Le
autorità repressive calcolano che questo trambusto di attivismo
elettorale durerà solo pochi mesi per poi essere soprafatto dal Partito
Democratico o dall”apatia degli elettori. Inoltre, le autorità sono
ostacolate dal fatto che decine di milioni di sostenitori di Sanders
sono attivi in tutti gli stati e non concentrati in una sola regione.




Il movimento per eleggere Sanders aggrega centinaia di migliaia di micro
lotte locali e rende possibile esprimere la disaffezione di milioni di
persone con rimostranze di classe, senza alcun rischio o costo (come la
perdita del posti di lavoro o la risposta repressiva di polizia) per i
suoi partecipanti. Questo è in netto contrasto con la repressione sui
luoghi di lavoro o nelle strade urbane.




La polarizzazione elettorale riflette polarizzazioni sociali orizzontali (di classe) e verticali (intra-capitalista).




La polarizzazione politica favorisce il movimento pro-Sanders per meno
del 10% dellӎlite del paese e agisce soprattutto tra i giovani della
classe media. I leader sindacali, i membri del Black Congressional
Caucus
(i senatori e deputati afro-americani nel Congresso statunitense )
e i latini con posizioni di potere sono tutti sostenitori della
consacrata scelta della classe politica del Partito Democratico: Hilary
Clinton. Invece i giovani di etnia latina, le donne e la base del
movimento sindacale sostengono il movimento insorgente. Settori
significativi della popolazione afro-americana che non hanno visto
migliorare la qualità della vita (anzi è regredita) durante il mandato
del Presidente del Partito Democratico Obama o che hanno constatato un
aumento della repressione sotto il “Primo Presidente Nero”, si rivolgono
verso Sanders. Milioni di latini, delusi dai loro leader legati
allӎlite del Partito Democratico, quelli che non hanno fatto nulla per
impedire le deportazioni di massa sotto Obama, sono una potenziale base
di supporto per “Bernie”.




Tuttavia, il più dinamico settore sociale nel movimento per eleggere
Sanders sono gli studenti, che hanno accolto con entusiasmo la sua
proposta di studi universitari gratuiti e la fine del rovinoso
indebitamento post-laurea.




Il malessere di questi settori trova espressione nella “rispettabile
riscossa della classe media”: una ribellione di elettori che ha
temporaneamente spostato a sinistra l”asse del dibattito politico
all”interno del Partito Democratico.




Il movimento per eleggere Sanders solleva questioni fondamentali sulla
disuguaglianza tra le classi e l”ingiustizia razziale nel sistema
legale, politico ed economico. Mette in evidenza il carattere
oligarchico del sistema politico, sebbene il movimento capeggiato da
Sanders tenti di utilizzare le regole del sistema contro i suoi padroni.
Questi tentativi non hanno avuto molto successo all”interno
dell”apparato del Partito Democratico, dove i leader politici hanno già
assegnato i voti di centinaia di delegati “non-eletti” i cosiddetti
“grandi elettori” a Clinton, nonostante i successi di Sanders all”inizio
delle primarie.




La forza stessa del movimento elettorale rappresenta una debolezza
strategica: è tipico di movimenti elettorali unirsi per le elezioni per
poi sciogliersi subito dopo il voto. La leadership del
movimento per eleggere Sanders non ha fatto alcun tentativo di costruire
un movimento sociale di massa a livello nazionale che possa continuare
le lotte di classe e le lotte sociali durante e dopo le elezioni. In
realtà, l”impegno di Sanders di sostenere la leadership del Partito
Democratico se dovesse perdere contro Clinton la corsa per la
nomination, porterà a una profonda disillusione tra i suoi sostenitori e
allo sfacelo del movimento. Lo scenario post-convention, in particolare
nel caso in cui i grandi elettori coronassero Clinton nonostante le
vittorie popolari di Sanders nelle singole elezioni primarie,
scombussolerebbe il Partito.




Trump e la riscossa di destra




La campagna elettorale di Trump ha molte caratteristiche di un movimento
latinoamericano nazionalista-populista. Come il movimento argentino
peronista, unisce misure economiche protezionistiche e nazionaliste che
con un appello sciovinistico alla “grande nazione”, sta raccogliendo
consensi tra i proprietari di imprese manifatturiere di piccole e medie
dimensioni e gli operai disoccupati.




Ciò si riflette negli attacchi di Trump contro “la globalizzazione”, un surrogato dell””antimperialismo” peronista.




L”attacco di Trump contro la minoranza musulmana negli Stati Uniti è un
abbraccio appena velato al fascismo clericale. Dove Peron tuonava contro
le “oligarchie finanziarie” e l”invasione delle “ideologie straniere”,
Trump ridicolizza le “élite” e denuncia la “invasione” di immigrati
messicani.




Il successo di Trump è radicato nella rabbia amorfa ma profonda della
classe media in mobilità verso il basso: persone prive di ideologia, ma
piene di risentimento per la perdita di posizione sociale, mancanza di
stabilità e la piaga della droga che affligge le loro famiglie (come
dimostrano le preoccupazioni espresse dagli elettori bianchi nelle recenti
primarie nel New Hampshire).




Trump proietta potere personale su lavoratori stufi di sindacati
impotenti, gruppi civici disorganizzati e gruppi di imprese locali
emarginate, tutti incapaci di contrastare il saccheggio, lo strapotere e
la corruzione su vasta scala dei truffatori finanziari che si
avvicendano tra Washington e Wall Street, nella totale impunità.




Queste classi “populiste” si eccitano quando vedono Trump insultare e
schiaffeggiare sia i politici di carriera che le élite economiche,
sebbene lui stesso si vanti del suo successo nel sistema capitalista.
Apprezzano la sua sfida simbolica alla classe politica nonostante egli
stesso ostenti le proprie credenziali di appartenenza a quellӎlite
capitalista.




Per molti dei suoi sostenitori nelle zone residenziali intorno alle
grande città, Trump è il “Grande Moralizzatore” che ogni tanto con il
suo eccesso di zelo fa delle gaffe “scusabili” a causa della sua
esuberanza, un rude “Oliver Cromwell” del 21° secolo.




E” probabile infatti che ci sia un meno evidente richiamo etno-religioso
nella campagna di Trump: la sua identità da bianco, anglo-sassone e
protestante (WASP) attira gli stessi elettori che devono fronteggiare la
loro apparente marginalità. Questi “trumpisti” sanno benissimo che non
cӏ nemmeno un giudice WASP nella Corte Suprema e che (con cognomi come
Lew, Fischer, Yellen, Greenspan, Bernacke, Cohen, Pritzker, etc.) ci
siano pochi WASP nelle alte sfere dei ministeri del Tesoro e Commercio e
alla Banca Federale. Anche se Trump non la sfoggia, la sua identità
facilita il suo appello agli elettori.




Tra gli elettori WASP, silenziosamente risentiti dei salvataggi dati a
“Wall Street” e di quella che loro percepiscono come una posizione
privilegiata dei cattolici, ebrei e afroamericani nell”amministrazione
di Obama, il fatto che Trump abbia condannato senza mezzi termini il
Presidente Bush per aver deliberatamente ingannato gli statunitensi per
indurli a invadere l”Iraq (un”implicita accusa di alto tradimento), è
stato un grande vantaggio.




Il richiamo nazional-populista di Trump è accompagnato dal suo
militarismo bellicoso e autoritarismo fascio-teppistico. Il suo
abbraccio pubblico all”uso della tortura e sui controlli stile stato di
polizia (per “combattere il terrorismo”) fa appello alla destra
militarista. D”altra parte, le sue avances al Presidente russo
Putin (“un osso duro disposto ad affrontarne un altro”) e il suo
sostegno per terminare l”embargo contro Cuba gli portano i voti delle
élite che vogliono riaprire gli scambi commerciali. La proposta di
ritirare le truppe statunitensi dall”Europa e dall”Asia attrae gli
elettori di “fortezza America” che vedono gli Stati Uniti circondati e
minacciati da potenze straniere, mentre le arringhe a favore del
bombardamento a tappeto di ISIS trovano supporto tra gli estremisti
nuclearisti. È interessante notare che appoggiando il sistema
pensionistico Social Security e l”assistenza sanitaria per anziani Medicare,
rivendicando una copertura sanitaria per i bisognosi e riconoscendo
pubblicamente il servizio vitale offerto dall”organizzazione Planned Parenthood alle donne povere, Trump trova consensi tra elettori anziani, conservatori compassionevoli e indipendenti.




Una amalgama sinistra-destra di Trump




Le sue dichiarazioni protezionistiche e pro-business, le sue condanne di
Wall Street e il suo appoggio al capitalismo industriale, la sua difesa
dei lavoratori statunitensi e i suoi attacchi ai lavoratori ispanici e
agli immigrati musulmani hanno rotto i confini tradizionali tra le
politiche popolari e quelle di destra all”interno del Partito
Repubblicano.




Il “trumpismo” non è un”ideologia coerente, ma invece una miscela
volatile di “posizioni improvvisate”, adattate per fare appello ai
lavoratori emarginati, a individui rancorosi delle classi medie (WASP
emarginati) e, soprattutto, a chi non si sente rappresentato dai
Repubblicani alleati con Wall Street e ai politici Democratici liberali
(neri, ispanici, donne e ebrei) che si basano sulla politica
dell”identità.




Il movimento capeggiato da Trump si basa su un culto della personalità:
ha una capacità enorme di coinvolgere le masse senza organizzare le
massa e senza avere una ideologia sociale coerente. La spontaneità, la
novità ed il prendere di mira le élite strategiche sono i suoi punti
forti.




La sua debolezza strategica è la mancanza di un”organizzazione che potrà
ancora raccogliere consensi dopo le elezioni. Ci sono pochi quadri
“trumpisti” e attivisti tra i suoi fan adoranti. Se Trump perde (o gli
viene sottratta la nomina da un candidato di “unità” tirato fuori
dall”élite del Partito) la sua organizzazione si dissiperà e si
frammenterà. Se Trump vince la nomination del Partito Repubblicano,
verrà appoggiato da Wall Street, sopratutto se Bernie Sanders sarà il
candidato del Partito Democratico. Se vince le elezioni e diventa
presidente, cercherà di rafforzare il potere esecutivo e muoversi verso
una presidenza “bonapartista”.




Conclusioni




L”ascesa di un movimento socialdemocratico all”interno del Partito Democratico e l”insorgere di un movimento sui generis nazional-populista
nel Partito Repubblicano riflettono un elettorato frammentato e le
profonde fratture verticali e orizzontali che caratterizzano la
struttura etno-classista degli Stati Uniti. I commentatori politici
semplificano grossolanamente questi sviluppi quando riducono le rivolte
elettorali a un”espressione incoerente di “ira”.




La frantumazione del controllo dell”élite storica è stata prodotta da
profondi e sentiti rancori etnici e di classe e dalla perdita di
mobilità di gruppi una volta privilegiati, dal fallimento di piccoli
imprenditori causati dalla globalizzazione (l”imperialismo) e dal
risentimento dei cittadini verso il potere del capitale finanziario (le
banche) e il controllo schiacciante che esercitano sul governo.




Anche se le rivolte elettorali a sinistra e a destra si dissolveranno,
avranno piantato i semi di una trasformazione democratica oppure di un
revival nazionalista-reazionario.

 


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