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'Brexit: l''Europa sta sprofondando nell'abisso'

'L''intera architettura del mondo cambia, perché cambia uno dei poli della civiltà europea. Intervista al geopolitologo e filosofo russo Aleksandr Dugin.'

'Brexit: l''Europa sta sprofondando nell'abisso'
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5 Luglio 2016 - 22.50


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Intervista
all’eminente geopolitologo russo Aleksandr Dugin

– La domanda è: e adesso che succede?

Dugin (D): il ritiro del Regno Unito
dall”Unione europea è un evento di portata epocale. L”intera architettura del
mondo sta cambiando, perché non è solo uno dei paesi europei, è uno dei poli
della civiltà europea. E se l”Inghilterra dice che è fuori dall”Europa, fuori
dalla UE, ciò significa che muta il giudizio di valore sulla UE. La cosa più
importante è che nessuno permetterà un”Europa senza la Gran Bretagna. Si può
dire che è la fine di questo spazio di civiltà.

– Si può considerare questo evento un
revival dello sciovinismo inglese o solo il frutto di una serie di problemi che
hanno avuto negli ultimi tempi?

D: L”Inghilterra non ha né le risorse, né il
desiderio, né la possibilità di giocare un ruolo davvero importante. Il centro
della civiltà occidentale è stato posto negli Stati Uniti dopo la seconda
guerra mondiale. Quello che abbiamo visto in Europa negli anni ‘70-‘80, quando è
iniziato il processo di unificazione europea, non è stato il risultato di una
volontà europea bensì della civiltà atlantica che ha il suo centro negli Stati
Uniti. Gli americani hanno concepito il progetto di porre l”Unione europea
sotto il loro controllo, e oggi, nei fatti, dismettono tale progetto. L”Inghilterra
era il polo filo-americano più fedele all”interno dell”UE, e se l”Inghilterra esce
dalla UE, non è per inaugurare nell”Unione un polo continentale franco-tedesco.

– E’ un avvertimento dalla Gran Bretagna
verso Unione europea e americani per rimettere in discussione le regole del
gioco?

D: Le regole del mondo globale non possono
essere violate da nessun Stato sovrano, in particolare l”Inghilterra, che non è
più una grande potenza. In realtà, la capacità di gestione del mondo è in mano
solo agli Stati Uniti. L’Inghilterra può essere insoddisfatta per certe cose; sono
affari suoi, è un diritto sovrano. Ma se l”élite globale ha reso possibile un
Brexit, significa che domani potremmo vedere Francia, Germania, Italia ritirarsi
dalla UE…

Non credo possibile un ritorno agli Stati
nazionali, come era in Europa con il sistema westfaliano. Stiamo parlando di
qualcos”altro. Nessuno consentirà all”Europa di tornare alle condizioni esistenti
prima dell”attuale processo di integrazione. Penso che potremo vedere ulteriori
processi, molto inquietanti, per l”Europa, una reale guerra civile. I
Britannici sono fuori dalla UE, ma non sono certo fuori dalla crisi politica derivante
dalle migrazioni, che continueranno a imperversare, e non è certamente fuori dal
modello ultraliberale.

A mio avviso i Britannici non hanno poi subito
molto dall”Europa. Certo, verso alcune cose erano insofferenti. In effetti,
l”Unione europea senza l”Inghilterra è ora una Unione europea del tutto diversa.
Se riuscisse a resistere senza l”Inghilterra, se cominciasse a muoversi verso
interessi europei veramente continentali, avrebbe una possibilità. Ma questo
semplicemente non accadrà.

– Lei è d”accordo che l”Italia, ad esempio,
non è pronta per tali eventi?

D: Se domandassimo agli Italiani, oggi, sicuramente
se ne andrebbero anche loro. E sappiamo che la Lega Nord e il Movimento Cinque
Stelle lo chiedono. Dobbiamo affrontare la verità: l”Unione europea sta cadendo
a pezzi; è la fine della Torre di Babele, basata sulla geopolitica atlantica e
su un sistema liberale di valori.

E’ una cosa da tenere presente quando si
indice un referendum. Se dai al popolo il potere di decidere, il popolo sceglierà
quello che vuole. Così i Britannici hanno avuto l’opportunità di questo
referendum e se ne sono andati. Se ora i cittadini europei avessero una uguale
opportunità, gli Italiani, i Tedeschi, i Francesi voterebbero per uscire dall”Unione
europea, se ne andrebbero all’istante.

– A proposito del referendum in Scozia,
due anni fa hanno votato contro la secessione dal Regno Unito ma ora la sua
leadership ha fatto capire chiaramente che un nuovo referendum per
l”indipendenza non è lontano. È possibile?

D: Gli Scozzesi hanno una certa ansia verso
gli Inglesi. Hanno sofferto molto il razzismo inglese, così come altri Celti,
gli Irlandesi, che stanno mettendo a loro volta in discussione l’unificazione.
Non ci può essere un ritorno al nazionalismo inglese. Gli Scozzesi erano a
favore dell”Europa come difesa contro gli Inglesi, che hanno infastidito tutto
il mondo con la loro politica imperiale anglosassone. La Gran Bretagna sta
lasciando l”Unione europea – ma non sta scomparendo dalla storia. Tuttavia
l”Inghilterra, il destino di Cameron, il destino della Scozia o una Irlanda
riunita non sono gli elementi più importanti. Stiamo assistendo alla fine
dell”Europa, qualcosa che Spengler ed i nostri slavofili avevano predetto.
L”Europa sta sprofondando nell’abisso a causa della sua ideologia
ultra-liberista, e se ci si aspetta una via d’uscita morbida per transitare
fuori da questa situazione – attraverso il dissolvimento dell”Unione europea – ebbene,
credo che non funzionerà.

– La gente vede crollare tutto e ancora
si incolpa la Russia: per l’ennesima volta possiamo vedere chi sono i
responsabili di questo.

D: E’ sorprendente, ma fanno bene a
preoccuparsi. Mentre accade il Brexit, a Tashkent vediamo la creazione del
centro alternativo di una civiltà multipolare – la SCO [Shanghai Cooperation
Organization]. Al suo interno vi è più della metà del mondo – la stragrande
maggioranza della popolazione –  ed è una
potenza nucleare. India e Pakistan si sono uniti alla SCO, e l”Iran ha parzialmente
accettato di farne parte. Ecco cosa accade oggi: il Brexit e la SCO, che sta
diventando una forza importante, sono  lo
spostamento del centro della civiltà, il centro dell”ordine mondiale è
completamente nell”altra metà del mondo. Si tratta di un passaggio da ovest
verso il mondo eurasiatico. E’, infatti, la nostra celebrazione. I fondatori
dell’Eurasiatismo hanno dichiarato: “The West and the Rest”. Il Brexit
è il crollo del West, ed è una vittoria per l”umanità che si oppone all’Occidente
e cerca di andare per la sua strada. E il fiore all”occhiello del genere umano
è la SCO, la Russia, l”attuale sovrana libera e multipolare Russia guidata da
Putin, e coloro che sono nel club eurasiatico.

La gente comune capisce correttamente tutto. Magari
non lo sanno spiegare, ma io sento quale profonda asimmetria esista tra le élite
politiche e gli interessi della gente comune in tutto il mondo. Le élite
impongono il loro ordine del giorno, e la gente vuole qualcosa di completamente
diverso. La gente intuitivamente capisce che oggi l”Inghilterra è stata
liberata dai diktat dell”Unione Europea, Bruxelles, e domani gli altri paesi
europei seguiranno la sua strada. E non siamo lontani dal giorno in cui la
gente comincerà a seguire il proprio destino.

– Un proverbio dice: non c”è Unione
europea senza Gran Bretagna, non c’è alcuna NATO senza la Germania. È vero?

D: La Germania è un caso molto più difficile.
Hanno meno libertà democratiche e l’America esercita su di essa molta più
influenza politica. E se l”Inghilterra si è alleata volontariamente con gli
Stati Uniti, la Germania fu costretta a farlo, quindi è pericoloso parlare di un
suo ritiro dalla UE. Tuttavia, ora ci sono politici che sono molto popolari e lo
saranno ancora di più in futuro. Mi riferisco ad “Alternativa per la Germania” e
a Frauke Petry, leader del partito, che si è rallegrata e ha elogiato il popolo
britannico che ha dato l’esempio. La NATO è la prossima. Alcuni lasceranno
l”UE, altri la NATO, mentre l”Occidente ha perso l’immagine di se stesso.

– Siamo alla fine?

D: Il ciclo della UE ha superato il mezzogiorno
e si avvia verso il tramonto. Questo non vuol dire che si è già verificato. Chi
osserva le tendenze non crede affatto alle rassicurazioni per cui “non
succederà nulla, si risolverà tutto”. Chi comprende le tendenze sa bene cosa è successo
e sta già pensando su una nuova lunghezza d’onda. Per gli analisti che
prevedono su scala globale, l”Unione europea è finita. Ed è irreversibile. I
Britannici non torneranno a votare di nuovo. Il punto di rottura dell”Europa è stato
superato.

– Cosa dobbiamo aspettarci?

D: Gli europei devono prepararsi a
rivoluzioni colorate e alla disintegrazione dell”Unione europea. Dobbiamo
essere pronti a difendere la nostra ripresa attuale e a rafforzare il nostro
polo alternativo globale. Non sarà facile. Deve essere chiaro che l”Occidente è
come una bestia agonizzante, un drago ferito, possono esserci colpi di coda. Per
questo dobbiamo rimanere calmi, sicuri e determinati nel realizzare i nostri
obiettivi. Abbiamo vinto una battaglia, ma non ancora la guerra.

Dobbiamo perseguire la nostra strada, per
costruire un mondo multipolare e per difendere i nostri interessi,
approfittando di tutti gli eventi.

Traduzione per Megachip a cura di Simone Santini.

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