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Il collasso della sanità pubblica in Grecia

Sempre più persone si accorgono che le responsabilità non stanno solo in sprechi e corruzione: un governo ha tradito il proprio mandato e si è sottomesso al potere imperiale europeo.

Il collasso della sanità pubblica in Grecia
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3 Gennaio 2017 - 11.39


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a cura di Henry Tougha

 

Il Guardian racconta la situazione
da terzo mondo del sistema sanitario greco. Negli ospedali mancano
personale, materiali e attrezzature. Migliaia di pazienti sono morti a
causa di infezioni evitabili se si fossero potute attuare le necessarie
misure igieniche. I medici più specializzati, specialmente giovani,
continuano a emigrare in massa non trovando in Grecia alcuna
opportunità. Nel sentire comune è ancora diffusa l’idea che la colpa di
tutto stia negli sprechi, la corruzione e l’evasione fiscale – eppure
sempre più persone si accorgono delle responsabilità di un governo che
ha tradito il proprio mandato e si è
volontariamente sottomesso
al potere imperiale europeo (oltre a tutto questo, ricordiamo che quasi
un quarto dei greci non ha alcuna copertura sanitaria).

di Helena Smith – Atene, 01 gennaio 2017

L’austerità portata avanti da Alexis Tsipras ha
trasformato gli ospedali in “zone a rischio”, dicono i medici, e molti
temono che il peggio debba ancora arrivare.

La crescita dei tassi di mortalità, l’aumento delle infezioni
potenzialmente letali e la scarsità di personale e di apparecchiature
mediche stanno paralizzando il sistema sanitario greco, mentre
l’ostinato perseguimento dell’austerità colpisce la fasce più deboli
della popolazione del paese.

I dati e gli aneddoti, riportati da medici e sindacati, suggeriscono
che il paese più problematico della Ue  si trovi al collasso della
sanità pubblica. “In nome di obiettivi fiscali molto duri, stanno
morendo persone che altrimenti potrebbero sopravvivere”, ha detto
Michalis Giannakos, capo della Federazione Panellenica dei Lavoratori
degli Ospedali Pubblici. “I nostri ospedali stanno diventando zone a
rischio
“.

I dati recentemente pubblicati dal Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie rivelano
che circa il 10 percento dei pazienti ospedalizzati in Grecia sono a
rischio di contrarre infezioni potenzialmente letali, e ci sono già
3.000 morti attribuiti a questo problema.

Il tasso di incidenza è drammaticamente alto soprattutto nelle unità
di terapia intensiva e nei reparti neonatali. Sebbene i dati si
riferiscano ad epidemie avvenute tra il 2011 e il 2012 – essendo i dati
disponibili più recenti – Giannakos dice che da allora il problema si è
solo aggravato.

Come anche altri medici che hanno lavorato nel sistema sanitario
nazionale greco da quando è stato istituito, nel 1983, il capo del
sindacato attribuisce la responsabilità di questa situazione alla
mancanza di personale, all’inadeguatezza delle misure igieniche e
all’assenza di prodotti per la pulizia. I tagli sono stati aggravati da
un uso eccessivo di antibiotici, ha detto.

“Abbiamo un solo infermiere per ogni 40 pazienti“, ha detto,
menzionando il caso di una donna senza particolari problemi di salute
che il mese scorso è morta dopo un’operazione di routine alla gamba in
un ospedale pubblico a Zacinto. “I tagli sono tali che perfino nelle unità di terapia intensiva abbiamo perso 150 posti letto“.

“Succede spesso che i pazienti siano messi su letti che non sono
stati preventivamente disinfettati. Il personale è talmente oberato di
lavoro da non avere tempo di lavarsi le mani e, anche se fosse, spesso
manca il sapone antisettico
“.

Non c’è altro settore dell’economia greca che sia stato colpito in
modo così duro. Sovradimensionato, spendaccione e corrotto, secondo
molte persone il sistema sanitario era indicativo di tutto ciò che non
funzionava nel paese e, di conseguenza, si riteneva che avesse assoluto
bisogno di riforme.

Riconoscendo le carenze, lo scorso mese il governo ha annunciato di
avere un piano per assumere 8.000 tra medici e infermieri nel 2017.

In base ai dati dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), dal 2009 a oggi la spesa pro capite per la sanità pubblica è stata tagliata di circa un terzo – cioè
per un totale di oltre 5 miliardi di euro. Dal 2014  Ã¨ scesa al 4,7
percento del PIL, dal 9,9 percento che era prima della crisi. I
tagli hanno causato 25.000 licenziamenti di personale, e le forniture
sono diventate così scarse che gli ospedali si trovano spesso senza
medicine, guanti, garze e lenzuola.

All’inizio di dicembre Giannakos, che è infermiere, ha guidato una
marcia di protesta, che è partita dal sudicio edificio che ospita il
ministero della sanità, ed è arrivata a destinazione davanti all’ufficio
in stile neoclassico del primo ministro Alexis Tsipras. Di fronte al
ministero i tecnici ospedalieri hanno posto dei blocchi di cemento a cui
hanno appeso un cartellone con la scritta “Il ministero si è trasferito a Bruxelles“.

Poche altre economie occidentali avanzate hanno messo in atto
aggiustamenti fiscali pesanti come quelli greci. Nei sei anni da quando
ha ricevuto il primo dei tre bailout (per evitare la bancarotta) a oggi,
il paese ha attuato misure draconiane per stringere la cinghia in cambio di oltre 300 miliardi di euro di prestiti di emergenza.
La perdita di oltre il 25 percento del prodotto nazionale – e una
recessione che ha spinto sempre più persone a ricorrere all’assistenza
sanitaria di base – ha aggravato gli effetti corrosivi dei tagli che,
nel caso degli ospedali pubblici, sono stati spesso tanto profondi
quanto indiscriminati.

Le pressioni per soddisfare gli obiettivi di bilancio imposti dai
creditori hanno fatto sì che nel solo 2016 la spesa in questo settore
sia diminuita di 350 milioni di euro, e questo sotto l’amministrazione
di Syriza, il partito di sinistra che un tempo si batteva contro
l’austerità; così ha detto Giannakos citando i dati del governo.

Più di 2,5 milioni di greci non hanno più alcuna copertura sanitaria.
La carenza di pezzi di ricambio è tale che macchinari e altre complesse
apparecchiature diagnostiche risultano sempre più difettosi.  Nella
maggior parte degli ospedali non vengono più fatti nemmeno i più
basilari esami del sangue, perché i fondi per i laboratori sono ormai
esauriti. I tagli agli stipendi hanno abbattuto ulteriormente il morale,
già basso.

“Il problema più grosso è la carenza di personale, perché i lavoratori vanno in pensione e non c’è nessuno a sostituirli“, ha detto Yiannis Papadatos, che gestisce l’unità di terapia intensiva in uno dei tre ospedali pediatrici di Atene. “Poi
c’è il problema delle attrezzature e, periodicamente, il problema della
mancanza di guanti, cateteri e salviette per la pulizia
“.

Piccoli atti di eroismo hanno contribuito a mantenere il piedi il
sistema: medici e infermieri che lavorano fuori orario,  donatori e
filantropi che contribuiscono.

Papadatos ha detto: “Sono cresciuto per una parte della mia vita
in Kenya, tirato su da genitori che enfatizzavano la virtù dell’aiuto
reciproco. In questi giorni sto passando molto tempo a chiedere agli
amici e al settore privato di aiutarci, dato che l’ospedale sta
esaurendo le forniture di materiali. Alla gente piace donare. Li fa
sentire bene
“.

I sindacalisti sostengono che il sistema sanitario è un bersaglio
facile perché un governo dopo l’altro si è rifiutato di affrontare
seriamente l’evasione fiscale, che causa la maggiore perdita per le
casse dello stato. In una rara ammissione pubblica, il Fondo Monetario
Internazionale ha ammesso che i tagli sono stati così brutali che “i servizi pubblici fondamentali, come i trasporti e l’assistenza sanitaria, sono stati compromessi“.

Ma in un momento in cui la crisi del debito greco è riesplosa, dopo
che Tsipras ha fatto un controverso annuncio su una serie di sostegni
assistenziali, molti temono che il peggio debba ancora venire.

Uno di questi è Michalis Samarakos, che ha studiato in Gran Bretagna,
e ritiene che nonostante il sistema sanitario abbia effettivamente
bisogno di ulteriori riforme, le cliniche corrono il rischio di rimanere
prive di specialisti e di tirocinanti. C’è già stata una fuga massiccia
di medici verso l’estero, per lo più verso Germania e Gran Bretagna, in
conseguenza della mancanza di opportunità.

“I migliori se ne stanno andando perché qui il loro potenziale non si può sviluppare“, ha detto. “Lo
vedo io stesso insegnando agli studenti del sesto anno nell’Università
di Atene, sono tutti in cerca di qualche aggancio, tutti vogliono
andarsene
“.

“È un problema in costante crescita. Non abbiamo nefrologi, per
esempio, perché non viene data alcuna prospettiva agli specialisti, né
dentro né fuori dal sistema pubblico [cioè nel sistema privato]
“.

“I tirocinanti di medicina sono la spina dorsale di tutti gli
ospedali – senza di loro nessun ospedale potrebbe funzionare. A meno che
non ci sia un grosso cambiamento in vista, temo seriamente che le cose
possano solo peggiorare
“.

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Fonte: http://vocidallestero.it/2017/01/02/il-collasso-della-sanita-pubblica-in-grecia-stanno-morendo-pazienti-che-potrebbero-sopravvivere/

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