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In memoria di Costanzo Preve (1943-2013)

È scomparso il 23 novembre il filosofo Costanzo Preve. La sua notorietà era inversamente proporzionale alla sua statura intellettuale. [Diego Fusaro]

In memoria di Costanzo Preve (1943-2013)
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23 Novembre 2013 - 21.58


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di Diego Fusaro.



È scomparso il 23 novembre il filosofo Costanzo Preve. La sua
notorietà era inversamente proporzionale alla sua statura intellettuale.
Pochi (o comunque non abbastanza), anche tra gli addetti ai lavori,
conoscevano il suo nome, il suo pensiero, le sue numerosissime opere.
Dopo aver studiato in Francia sotto la guida di Hyppolite, Preve ha
vissuto a Torino: città alle cui logiche si è sempre sentito estraneo,
vivendo, di fatto, come uno straniero in patria.


 



La città, probabilmente, non tributerà il degno ricordo al filosofo. Ed
è anche per questo che ho deciso di ricordarlo io in questa sede. È per
me un dovere, anche se mi costa molta sofferenza. È un dovere perché
Costanzo è stato il mio maestro a Torino e perché vi era una profonda
amicizia che mi legava a lui fin dal 2007. Non è facile parlarne, come
sempre accade quando scompare una persona a noi vicina, a cui volevamo
autenticamente bene. Con Costanzo, se ne va anche un pezzo – e non
secondario – della mia vita e del mio legame con la città di Torino.



 



 Ricordo quando lo conobbi: in una gelida serata del gennaio del 2007,
al bar Trianon, in piazza Vittorio. Si trattava di una serata filosofica
dedicata alla presentazione del libro di Giuseppe Bailone, Viaggio nella filosofia europea.
Conoscevo già Preve, sia pure indirettamente: avevo letto alcuni suoi
lavori su Marx, l’autore a cui Preve ha dedicato la sua vita e di cui si
può con diritto riconoscere tra i massimi esperti a livello
internazionale. Ma poi avevo già sentito un suo splendido intervento su
Marx qualche anno prima, a Torino, all’“Unione Culturale”. Mi colpì
profondamente. Quella sera, al bar Trianon, mi avvicinai e lui, con
estrema cordialità, mi invitò a passare nei prossimi giorni a casa sua a
trovarlo per discutere insieme di filosofia e Marx.



 



Già l’indomani, con l’impazienza che solo un ventiquattrenne può avere,
lo chiamai e presi appuntamento. Da quel momento, iniziò la nostra
amicizia. Andavo di continuo a trovarlo, a casa o, più spesso, al bar
sotto casa. Ore di discussione filosofica sui temi della filosofia
classica e dell’attualità che volavano quasi senza che ce ne
accorgessimo: ci trovavamo alle 14 sotto casa sua e ci congedavamo
intorno alle 18. Rispetto a tutti i docenti che avevo finora incontrato,
Costanzo aveva qualcosa di diverso: non era un professore, era un
filosofo. I suoi insegnamenti non si esaurivano nell’aula, ma erano un
continuo dialogo con il presente e con l’attualità, con i problemi
dell’oggi. Era una figura indubbiamente più simile a Platone e a Spinoza
che non ai tanti grigi professori universitari che parlano di tutto e
non credono in nulla.



 



Nella verità filosofica Costanzo credeva profondamente: per lui, la
filosofia era una pratica veritativa legata alla dimensione storica e
sociale. Il suo pensiero, per chi vorrà approfondirlo, è un grandioso
tentativo di coniugare Hegel con Marx, ossia una critica radicale della
società frammentata con l’esigenza veritativa della filosofia come
ricerca di una sintesi sociale comunitaria degna dell’uomo come zoon logon echon,
ossia come animale dotato di ragione, di linguaggio e di giusto calcolo
delle proporzioni sociali. Costanzo ha scritto più di quaranta libri,
dedicati ai grandi temi della tradizione filosofica occidentale.
Riteneva – me lo diceva ancora poco tempo fa al telefono – la sintesi
più riuscita del suo pensiero il monumentale volume Una nuova storia alternativa della filosofia. Il cammino ontologico-sociale della filosofia (Petite Plaisance, Pistoia 2013).



 



È da questo splendido libro – oltre che dai numerosissimi video su
“Youtube” – che invito tutti a iniziare a conoscere il pensiero di
Costanzo. È un invito che rivolgo anzitutto ai Torinesi, ossia a quelli
che più avevano vicino Costanzo, senza saperlo. Le sue condizioni di
salute non erano buone da tempo, ma non è per questo che non lo si
vedeva presente ai convegni filosofici e alle discussioni pubbliche.
Costanzo è stato ingiustamente ostracizzato dal “politicamente corretto”
e da quella manipolazione organizzata che controlla millimetricamente
cosa si può e cosa non si può dire. Costanzo ha sempre cantato fuori dal
coro, preferendo – come amava dire citando Rousseau – il paradosso al
luogo comune. Certi pensatori – ha detto Nietzsche – nascono postumi.
Costanzo è senz’altro uno di questi.



 



La sua epoca non l’ha capito, forse perché lui aveva profondamente
capito la sua epoca. Le aveva dichiarato guerra. Aveva rinunciato
all’adattamento e alla rassegnazione. Non ha mai smesso di combattere,
né è passato armi e bagagli al disincantamento, alla rassegnazione e
alla santificazione dell’esistente, come hanno fatto miseramente in
troppi della sua generazione. È sempre rimasto legato al progetto
marxiano di ringiovanimento del mondo e di perseguimento di un futuro
meno indecente della miseria presente. Non ha mai rinnegato nulla ed è
sempre rimasto all’altezza di se stesso. Non ha accettato compromessi,
né scorciatoie. Ha sempre combattuto il presente per quello che è
veramente, l’epoca della compiuta peccaminosità di fichtiana memoria. In
lui il comunismo non è stato un momento magico quanto effimero della
giovinezza, destinato a tradursi nella rassegnata accettazione del
presente frammentato: si è, invece, sedimentato in “passione durevole”,
in ricerca razionale di un altro fondamento possibile per il legame
sociale dell’umanità. Così ha sempre anche inteso il “comunitarismo” (a
cui ha dedicato le sue energie teoriche negli ultimi anni), come
correzione democratica del comunismo.



 



Vi è un’immagine in cui, più che in ogni altra, può essere compendiato
l’atteggiamento filosofico e intellettuale di Costanzo: immaginate un
immenso banco di pesci che nuotano compatti seguendo la corrente;
immaginate, poi, un unico pesce che si avventura nella direzione
opposta, controcorrente e in solitudine. Costanzo ha sempre nuotato
così, controcorrente, seguendo non le mode del momento e le visioni di
comodo, collaudate e funzionali al presente: si è sempre opposto al
banco di pesci degli intellettuali organici allo status quo. E
ha pagato sempre sulla propria pelle le conseguenze della propria
dissonanza ragionata e del proprio spirito di scissione: offeso,
calunniato, marginalizzato, ridicolizzato, non è mai stato affrontato
sul suo terreno, cioè nell’arena della discussione filosofica e del logon didonai. Non cercava il successo, ma la verità; non il riconoscimento, ma un mondo più giusto.



 



Forse un giorno verrà capito e l’antipatia organizzata contro di lui si
convertirà nel giusto riconoscimento per il suo magistero, per la sua
lucidità critica e per la sua passione durevole per la filosofia. Ora è
troppo presto. Quel che è certo – al di là di ogni retorica a buon
mercato – è che con Costanzo se ne va un filosofo, un filosofo vero, uno
dei pochissimi che ancora abitavano il mondo. Al dolore causato da ciò,
in me si aggiunge quello dovuto al fatto che, con Costanzo, se ne va
anche un vero maestro e un vero amico, una persona che mi ha dato più di
quanto io non sia stato in grado di dare a lei. Le parole non bastano a
esprimere la sofferenza e la nostalgia, i momenti trascorsi insieme e
le interminabili discussione filosofiche al bar sotto casa.



 



Voglio concludere questo mio breve e sentito ricordo personale di
Costanzo con i versi di Franz Grillparzer, che Costanzo stesso appose
come esergo al suo splendido libro Un’approssimazione al pensiero di Karl Marx,
del 2007: “se il mio tempo mi vuole avversare, lo lascio fare
tranquillamente. Io vengo da altri tempi, e in altri spero di andare”.

 Fonte: http://www.lospiffero.com/cronache-marxiane/in-memoria-di-costanzo-preve-13657.html.


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Nel corso degli anni qui abbiamo ospitato spesso numerosi articoli di Costanzo Preve e sue interviste. Qui di seguito troverete i link a questi pezzi pubblicati da Megachip a partire dal 2011. Molti di essi contengono sguardi di straordinaria lucidità sui temi più importanti, anche fra quelli di stretta attualità politica, incluse la questione dell”Euro e quella della globalizzazione.

  1. Sulle recenti ribellioni nel mondo arabo
  2. Ricostruire il Partito Comunista?
  3. Fuori dal debito? Fuori dall”Euro?
  4. Sulle recenti posizioni di Paolo Ferrero e Gianfranco La Grassa
  5. Brevi considerazioni dopo la morte di Muammar Gheddafi
  6. La carica del rinoceronte
  7. Il dilemma di Faust. Riflessioni italiane su comunismo e capitalismo oggi
  8. Berlusconeide
  9. Attacco alla sovranità e ruolo (negativo) degl”intellettuali
  10. Le lacrime della signora Fornero
  11. Monti: la mutazione antropologica degli italiani
  12. Intervista a Costanzo Preve (parte prima)
  13. Intervista a Costanzo Preve (parte seconda)
  14. Democrazia, oligarchia e capitalismo
  15. Costanzo Preve: il comunismo, un giudizio riflettente sulla storia
  16. Boldrini contro libertà di opinione

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