'Liberazione di Homs, inizio della fine dell''aggressione contro la Siria' | Megachip
Top

'Liberazione di Homs, inizio della fine dell''aggressione contro la Siria'

'L''accordo tra Damasco e i suoi aggressori suggerisce una rapida uscita dalla guerra, forse con una ridistribuzione di potere nel Vicino Oriente [Thierry Meyssan]'

'Liberazione di Homs, inizio della fine dell''aggressione contro la Siria'
Preroll

Redazione Modifica articolo

12 Maggio 2014 - 09.39


ATF

«Sotto i nostri occhi», cronaca di politica
internazionale n°81

di Thierry Meyssan.

La liberazione
di Homs, la terza città più grande della Repubblica araba siriana, non è un
evento come un altro nella guerra condotta dalla NATO e dal CCG (Consiglio di cooperazione del Golfo) in Siria. Per
Thierry Meyssan, l”accordo raggiunto tra la Repubblica e i suoi aggressori
lascia intravedere una rapida uscita dalla guerra. Probabilmente sarà
accompagnata da una ridistribuzione dei ruoli regionali
.

Gli eventi si susseguono e contraddicono in Siria. Mentre
all”inizio dell”anno, Washington sorrideva sponsorizzando l”organizzazione
della Conferenza di Pace di Ginevra 2, la sabotava da dietro le quinte e cedeva
a tutte le richieste saudite. La guerra sembrava dunque dover durare fin tanto
che gli stati della NATO e del CCG l”avessero finanziata. Eppure, in segreto,
per due mesi, avanzavano dei negoziati di pace su iniziativa dell”Iran. Hanno
ottenuto il loro primo frutto con la liberazione di Homs, che potrebbe segnare
l”inizio della fine di questa guerra di aggressione.

Per capire, si deve rievocare il discorso ufficiale e
sostituire in questa cronologia i segni dei negoziati che si stavano svolgendo
allora. Questa per me è anche l”occasione per correggere precedenti
affermazioni, che non potevano essere complete a causa della segretezza di
questi colloqui preliminari.

Quattro mesi di guerra contro la Siria

Ai primi di gennaio, Washington ha stabilito la sua
strategia per la Siria. Il presidente Obama ha riunito in segreto il Congresso
e ha fatto votare il finanziamento della guerra fino alla fine dell”anno
fiscale, vale a dire fino a settembre. Questa procedura irrituale e indegna di
uno stato apparentemente democratico è stata nascosta al pubblico statunitense
e ne siamo giunti a conoscenza solo per via di un dispaccio dell”agenzia
britannica  Reuters [1]. I parlamentari
hanno approvato la consegna di armi ai gruppi dell”«opposizione moderata»,
senza meglio identificare questi famosi gruppi poiché sul campo tutti i gruppi
di opposizione armata, senza eccezione, si sono dati a commettere atrocità in
nome della loro visione dell”Islam [2].

Contemporaneamente, il principe Bandar bin Sultan, leader
indiscusso di Al Qa”ida dall”estate del 2001 e consigliere per la sicurezza
nazionale saudita, è stato ricoverato negli Stati Uniti. Si diffuse la voce che
il re Abdullah l”avrebbe fatto cadere in disgrazia alla fine dei sei mesi che
gli erano stati accordati per rovesciare Bashar al-Assad.

In Turchia, la magistratura ha cercato di stabilire in
che modo il primo ministro Recep Tayyip Erdoğan facesse arrivare denaro
stornato da altri scopi a beneficio di Al-Qa”ida. Ciò chiama in causa l”IHH,
l”associazione umanitaria della Fratellanza Musulmana. [3]

In seguito, gli Stati Uniti sabotarono la conferenza di
pace di Ginevra che stavano sostenendo congiuntamente alla Russia. John Kerry
faceva annullare da Ban Ki-moon, il giorno prima della riunione, l”invito già
regolarmente indirizzato all”Iran. Ha presentato una delegazione definita
“opposizione siriana”, che si limitava ai membri della Coalizione
Nazionale, cioè esclusivamente ai collaboratori dell”Arabia Saudita. Durante il
suo discorso introduttivo, ha continuato ad andare oltre la peggiore propaganda
di guerra, descrivendo l”inizio di una “rivoluzione” dopo le torture
che sarebbero state inflitte a degli adolescenti a Deraa e citando degli
“orribili rapporti” sulle torture e su migliaia di esecuzioni. [4]

La conferenza di Ginevra era quindi un dialogo tra sordi,
tra una delegazione nazionale siriana che esigeva come preambolo la condanna
del terrorismo in conformità con le risoluzioni delle Nazioni Unite e una
delegazione pro-saudita che si schiacciava su accuse fantasiose. Stranamente i
dibattiti  si avviluppavano attorno a un
punto all”apparenza alquanto secondario: la sorte degli abitanti della vecchia
Homs. Parecchie località nel paese e diversi luoghi di Homs erano assediati
dall”esercito nazionale, ma i filo-sauditi volevano assolutamente che le
organizzazioni umanitarie potessero entrare nella sola vecchia Homs.

Il 15 febbraio, il rappresentante speciale di Ban Ki-moon
e Nabil el-Arabi, Lakhdar Brahimi, constatando che la Repubblica araba siriana non
avrebbe ripiegato perché i rapporti di forza sul terreno le erano ampiamente
favorevoli, sospese i negoziati sine die [5].

Durante le tre settimane della conferenza, gli Stati
Uniti avevano anche preso l”iniziativa di dialogare con i loro amici sauditi,
poi in Polonia con i loro alleati europei, per incoraggiarli a prendere misure
per proteggersi dal ritorno degli jihadisti. Il 6 febbraio, il Segretario della
Homeland Security, Jeh Johnson, aveva spiegato ai suoi omologhi che la pace era
a portata di mano e che gli occidentali partiti per fare il Jihad in Siria
sarebbero tornati ebbri di sangue per commettere dei crimini in Europa e negli
USA [6].

Il primo Stato ad obbedire fu l”Arabia Saudita, che con
decreto proibì di partecipare allo jihad, pena una condanna da 4 a 20 anni di
carcere, poi fu la volta della Francia, che 
adottò un vasto piano anti-jihadista il 23 aprile. In questa occasione,
furono distribuiti alla stampa false statistiche che annunciavano che circa
10mila occidentali e 5mila arabi combattevano in Siria, mentre Lakhdar
Brahimi  parlava nell”anno precedente di
40mila combattenti stranieri e che dei militari siriani ne evocavano 120mila.

Poco dopo il lancio di questa campagna, l”Unione europea
ha confiscato i beni siriani che aveva congelato, con il pretesto di finanziare
così la distruzione delle armi chimiche in contrasto con una risoluzione
dell”OIAC, che precisa l”incapacità finanziaria della Siria nel pagare tali
distruzioni e che crea un fondo speciale internazionale per sostituirsi ad
essa. [7]

Tutte queste manovre furono discusse da Washington con i
suoi alleati in una riunione segreta del Consiglio di sicurezza nazionale degli
Stati Uniti e dei capi dei servizi segreti europei presso la Casa Bianca,
rivelata dal Washington Post. [8]

Sul piano militare, l”Arabia Saudita ha negoziato un
cessate il fuoco tra i gruppi armati che si dedicavano a una terribile guerra
per semplice concorrenza [9].

Questo accordo non durò a lungo e gli scontri sono presto
ripresi più intensi che mai. Tuttavia, la sua esistenza ha anche confermato che
il regno saudita era diventata l”unica entità in grado di farsi obbedire dalla
“opposizione armata”. Inoltre, si è appreso all”occasione che l”EIIL
(Emirato islamico dell”Iraq e del Levante, NdT) era direttamente
controllato dal principe Abdul Rahman al-Faisal, fratello del Ministro degli
Esteri. [10]

Il 22 febbraio, gli occidentali fecero approvare una
risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sugli aiuti
umanitari in Siria. Come ha sottolineato l”ambasciatore Churkin, tutto questo
giungeva dopo molti tentativi di utilizzare questi aiuti per rovesciare il
regime. In realtà solo il 7% dei fondi necessari sono stati raccolti per questo
aiuto, che resta distribuito per tre quarti dalla Repubblica araba siriana e
solo per un quarto dalle agenzie dell”Onu. Tuttavia, in pratica, non essendo
rispettata questa risoluzione dai gruppi armati di opposizione, tornò a vietare
alla sola Repubblica di assediare le zone da essi controllate. [11].

Il 27 febbraio, il tono si alza tra l”Arabia Saudita e il
Qatar in merito alla Fratellanza Musulmana. Riyadh fissa le sue esigenze e
sostiene un attentato a Doha. [12]

Fu allora che cominciarono i contatti segreti sulla
liberazione della vecchia Homs.

A metà marzo, il nuovo ambasciatore degli Stati Uniti per
la Siria, Daniel Rubinstein, ha ordinato la chiusura delle rappresentanze
consolari siriane nel suo paese. [13] Poi, durante una visita alla Casa Bianca
del presidente della Coalizione Nazionale, ha annunciato il riconoscimento
diplomatico di questo gruppo di opposizione filo-saudita, senza mettere fine
alle relazioni diplomatiche presso gli organismi internazionali con la
Repubblica araba siriana. [14]

Il 21 marzo, l”esercito turco – membro della NATO – entrò
in territorio siriano per accompagnarvi dei nuovi jihadisti e prendere la città
di Kassab. [15]

Mentre l”esercito siriano cercava di salvare la
popolazione armena della città e bombardava gli jihadisti, i turchi abbatterono
un aereo siriano [16]. L”Armenia e tutti gli Stati membri dell”OTCS hanno
protestato invano contro quella che sembrava una continuazione del massacro
degli armeni da parte dei Giovani Turchi nel 1915. Interpellati dalla
delegazione russa al Consiglio di Sicurezza, gli occidentali rifiutarono di
condannare questa violazione della sovranità siriana da parte di uno Stato
membro della NATO. [17]

A fine marzo, l”Arabia Saudita e il Qatar conclusero un
accordo. Doha cesserà pian piano il suo sostegno ai Fratelli Musulmani, i cui
leader stranieri sono invitati ad uno ad uno a lasciare l”Emirato. I loro
rappresentanti saranno esclusi dalla Coalizione Nazionale siriana. Per
ristabilire la sua immagine, il Qatar ha 
in programma di creare un nuovo canale televisivo che attenui l”immagine
di Al-Jazeera.

Il 3 aprile, gli 11 membri superstiti degli
Amici della Siria si pronunciano contro il principio di un”elezione
presidenziale in Siria. Essi riaffermano che spetta a loro, attraverso i
negoziati, e non ai siriani, lo scegliere democraticamente il proprio futuro.
[18]

Il 16 aprile, il principe Bandar bin Sultan viene
ufficialmente sollevato dalle sue funzioni, tanto quella di consigliere di
sicurezza nazionale quanto quella di capo dei servizi segreti sauditi. [19]

Per spodestarlo, il re Abdullah è stato sostenuto da John
Kerry, che sanziona così le reazioni del principe al caso delle armi chimiche.
Il clan dei Sudairi, di cui Bandar è il leader, è stato costretto a inchinarsi.
Il regno ha messo allora in ordine il proprio dispositivo. Da un lato, il re ha
ordinato la liberazione di ostaggi francesi, e dall”altro ha adattato la
legislazione in materia di jihad. Ora parteciparvi è vietato, ma i sauditi di
ritorno non saranno imprigionati, semmai invece accolti come figli prodighi.

Il 20 aprile, una delle fazioni di Al-Qa”ida in Siria,
l”EIIL, ha liberato quattro ostaggi francesi e li ha consegnati alla polizia
turca. Ufficialmente, i quattro uomini erano dei giornalisti detenuti
dall”Arabia Saudita (abbiamo già visto in effetti che l”EIIL è controllato dal
principe Abdul Rahman al-Faisal). Sarebbero stati rilasciati senza
contropartite. [20]

Tuttavia uno dei quattro ostaggi sarebbe stato un membro
dei servizi segreti francesi e, secondo la rivista tedesca Focus, la
loro liberazione sarebbe stata accompagnata da un finanziamento di 18 milioni
di dollari all”EIIL.

Il 6 maggio, l”Arabia Saudita arresta 62 membri di
Al-Qa”ida accusati di ordire delle trame contro dignitari del regime. [21]

La liberazione di Homs

I negoziati sulla liberazione di Homs sono iniziati ai
primi di marzo. Due mesi fa. Sono stati implementati dal 7 al 9 Maggio. I
combattenti e i civili che li sostengono, un totale di 2.250 persone, sono
stati autorizzati a lasciare la città in autobus. Potevano portare con sé armi
leggere e gli effetti personali. Il documento precisa che le finestre dei bus
dovevano essere oscurate o coperte da tende. Un rappresentante iraniano era
presente a bordo di ogni veicolo. Il convoglio è stato scortato dalla polizia
fino a una zona ribelle a una ventina di chilometri più a nord.

Homs, descritta dalla propaganda della NATO e del CCG
come il “cuore della rivoluzione”, viene sottoposta nuovamente
all”autorità della Repubblica, senza spargimento di sangue. La sua liberazione
segna la fine del progetto takfirista in Siria. Entrando nella città vecchia, i
soldati siriani hanno scoperto diverse fosse comuni nelle quali gli jihadisti
gettavano le loro vittime.

Delle tende nascondevano i combattenti ai giornalisti.
Non sappiamo dunque quanti fossero gli ufficiali stranieri. L”unica cosa certa
è che sono francesi e sauditi, più alcuni statunitensi. Hanno abbandonato le
loro armi pesanti. Dovrebbero continuare il loro viaggio ed essere esfiltrati
attraverso la Turchia. Il governo siriano si è impegnato a non evocare
pubblicamente la presenza dei funzionari stranieri, ma è un segreto di
Pulcinella per i giornalisti che hanno avvicinato i civili.

Se la presenza dei sauditi non è sorprendente, quella dei
francesi e degli statunitensi lo è. Parigi aveva ufficialmente rotto i contatti
con gli jihadisti in Siria dopo il suo intervento in Mali, nel gennaio 2013,
realizzato contro altri jihadisti. Non era affatto così, sebbene questi
contatti fossero più discreti. Per quanto riguarda gli statunitensi, si son
fatti la reputazione di lasciare la nave ai loro alleati quando il tempo
peggiora. Eppure erano lì.

Pertanto, la questione che si pone è quali siano le
intenzioni della NATO e del CCG. Sembra che la guerra di tipo nicaraguense sia
terminata. Forse perché la Repubblica ha resistito, forse perché stava
diventando sempre più difficile trovare candidati per il jihad. Washington
ripiegherebbe sul semplice sostegno ai propri collaboratori siriani. Da questo
punto di vista, la liberazione di Homs corrisponde a un”escalation contro
Damasco. Da una settimana una pioggia di razzi si abbatte sulla capitale,
provocando molte vittime. Dato il rapporto di forza in seno alla popolazione,
l”esito della guerra non suscita tuttavia alcun dubbio e sarà rapido. Bashar
al-Assad dovrebbe essere democraticamente eletto da una grande maggioranza dei
suoi concittadini il 3 giugno, e la guerra dovrebbe terminare lentamente,
essendo assicurato il suo finanziamento soltanto fino a settembre.

La campagna condotta da Washington volta a dissuadere gli
jihadisti dal tornare nei paesi della NATO lascia pensare che per essi si
cercherà un nuovo scopo. Da oltre un anno, la Federazione Russa è persuasa che
sarà il prossimo bersaglio degli occidentali. Così si prepara a subire un nuovo
shock, sebbene non sappia dove succederà esattamente.

Inoltre, la liberazione di Homs volta la pagina del
progetto di dominazione dei paesi arabi da parte dei Fratelli Musulmani. Mentre
questi erano, sin dal 2007, gli interlocutori privilegiati del Dipartimento di
Stato, e Washington li aveva collocati al potere in Turchia, Qatar, Tunisia,
Libia, Egitto e altrove, ora sono in pieno riflusso. Quelli che l”accademico
Robert S. Leiken descriveva nel 2005 come moderati in grado di governare un
mondo arabo islamizzato a nome degli Stati Uniti, sono stati respinti o
risultano venir respinti da tutti i paesi in cui occupano il potere.

Infine, la vittoria di Homs lascia percepire la
possibilità di una futura rivalità tra l”Iran e la Russia. È chiaro che se
Washington ha dato fiducia a Teheran in questo caso, è perché i due Stati hanno
già preliminarmente concluso un accordo globale. Sembra che gli Stati Uniti
stiano rifacendo dell”Iran il gendarme della regione, come lo era ai tempi
dello Scià. In questa prospettiva, l”assistenza militare data a Hezbollah, alla
Repubblica araba siriana e ai palestinesi dovrebbe diminuire leggermente. E
Teheran dovrebbe spingere i suoi alleati a un compromesso. In cambio,
Washington le lascerebbe campo libero in Iraq, in Siria o in Libano. Ne
conseguirebbe che lo Sciismo che, dai tempi dell”Ayatollah Khomeini, era una
forza antimperialista, ridiventerebbe per l”Iran solo un modo di affermare la
sua identità ed esercitare la sua influenza. Questa evoluzione potrebbe
rovinare i progetti russo-americani sulla regione. Ma questi possono ancora
essere presi in considerazione dopo la crisi ucraina?

Questa “cronaca settimanale
di politica estera” appare simultaneamente in versione araba sul
quotidiano“Al-Watan”
 (Siria), in versione tedesca
sulla “Neue Reinische Zeitung”, in lingua russa
sulla “Komsomolskaja Pravda”, in inglese su “Information
Clearing House”
, in francese sul “Réseau Voltaire”.

Thierry Meyssan, 9 maggio 2014.

Traduzione a cura di Matzu
Yagi
.

___________________

NOTE:

[1] “Congress secretly approves U.S. weapons flow to ’moderate’ Syrian rebels”, di Mark
Hosenball, Reuters, 27 january 2014.

[2] «USA, primi finanziatori mondiali del terrorismo», di Thierry Meyssan, Al-Watan (Siria), Megachip, 2
febbraio 2014.

[3] «La Justice turque accuse l’IHH de liens avec Al-Qaïda», Réseau
Voltaire, 15 janvier 2014.

[4] “John Kerry’s opening speech at the Geneva 2 Conference”, by John F. Kerry, Voltaire Network, 22 January
2014.

[5] “Briefing on Syria by Lakhdar Brahimi to the UN General Assembly”, by Lakhdar Brahimi, Voltaire Network, 14 March
2014.

[7] «La Commission européenne s’empare des avoirs syriens gelés», Réseau
Voltaire, 12 février 2014.

[8] “Spymasters gather to discuss Syria”, par David Ignatius, Washington Post, 19 février
2014.
«Washington coordonne la guerre secrète contre la Syrie», Réseau
Voltaire, 21 février 2014.

[9] «Riyad conclut un cessez-le-feu entre organisations terroristes en Syrie», Réseau
Voltaire, 30 janvier 2014.

[10] «L’ÉIIL est commandé par le prince Abdul Rahman», Réseau
Voltaire, 3 février 2014.

[11] «Résolution 2139 et débats sur la Syrie au Conseil de sécurité», Réseau
Voltaire, 22 février 2014.

[12] «Guerre secrète entre le Qatar et l’Arabie saoudite», Réseau
Voltaire, 13 mars 2014.

[13] «Washington expulse tous les diplomates syriens», Réseau
Voltaire, 18 mars 2014.

[16] «L’armée turque détruit un avion de combat syrien», Réseau
Voltaire, 23 mars 2014.

[18] “11 Countries Joint Statement on Syria”, Voltaire Network, 3 April 2014.

[19] «Le prince Bandar démissionne», Réseau Voltaire,
17 avril 2014.

[21] «L’Arabie saoudite arrête 62 membres d’Al-Qaïda», Réseau
Voltaire, 7 mai 2014.

Illustrazione tratta dal reportage su Homs di SpondaSud.it.

[GotoHome_torna alla Home Page]

Native

Articoli correlati