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'Il ''Kurdistan'', versione israeliana '

La gran novità del Kurdistan indipendente? Una manipolazione del sogno curdo a vantaggio di Israele, USA e Turchia, con pulizia etnica. Il PKK si oppone [T.Meyssan]

'Il ''Kurdistan'', versione israeliana '
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13 Luglio 2014 - 23.01


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«Sotto
i nostri occhi», cronaca di politica internazionale n°89

di
Thierry Meyssan
.

Mentre
tutto è ormai impostato per creare un Kurdistan indipendente,
Thierry Meyssan vi ci vede una manipolazione del sogno del popolo
curdo fatta a vantaggio di Israele, degli Stati Uniti e della
Turchia. Inoltre denuncia il progetto di pulizia etnica dei Barzani e
rileva l”opposizione del PKK alla creazione di un “Kurdistan”
di questo tipo.

Nel
corso degli anni 60, Mullah Mustafa Barzani (il padre di Mas”ud
Barzani) si unì a Washington e allo Scià dell”Iran. Divenne un
ufficiale del Mossad. Lo si vede qui in Israele con Abba Eban
(ministro degli Esteri) e con il generale Meir Amit (direttore del
Mossad). 

Quando
David Ben-Gurion proclamò unilateralmente lo Stato di Israele, la
sua difesa presumeva che si creasse una zona di sicurezza intorno ad
esso. Era l”attuazione della strategia europea dei “gradini”:
le guerre israeliane tentavano di espandere il suo territorio e, in
subordine, di smilitarizzare le zone al confine. Tuttavia, con la
comparsa e la diffusione dei missili, il congelamento dei “gradini”
non garantiva più granché. Di modo che, nel 1999, Israele ha
esitato a restituire il Golan [1] mentre nel 2000 preferì ritirarsi
dal Libano meridionale, piuttosto che continuare a subire le molestie
di Hezbollah.

A
poco a poco, un”altra dottrina militare s”è imposta: la sicurezza di
un paese dipenderebbe dalla capacità di distruggere da più lontano
i missili che lo minacciano. Occorre quindi smilitarizzare non solo i
suoi “gradini” per proteggersi da un”invasione di terra, ma
anche costituire un cerchio di protezione al di là degli Stati
nemici per neutralizzare la minaccia dei missili. Da qui la creazione
del Sud Sudan (2011) e ben presto del Kurdistan (2015?). In questo
modo, Israele potrà minacciare sia l”Egitto, sia la Siria che il
Libano.

L”esperienza
del Sud Sudan dimostra la natura artificiale di una tale creazione.
Al momento si tratta di uno Stato senza Stato, di una zona senza
legge occupata dall”esercito israeliano.

Dal
punto di vista statunitense, la creazione del Kurdistan è una tappa
della ristrutturazione del “Vicino Oriente allargato”
(
Greater
Middle East
),
vale a dire, della suddivisione della regione in micro-Stati
etnicamente omogenei, facili da dominare. Questo è il motivo per cui
il Pentagono ha marcato visita da lontano. Nel corso della riunione a
porte chiuse durante la quale il Segretario della Difesa Chuck Hagel
e il Capo di Stato Maggiore, il generale Martin Dempsey, sono andati
a spiegare ai parlamentari del Congresso la situazione in Iraq, non
solo hanno preteso di aver perso il dossier su Abu Bakr al-Baghdadi
(e quindi di ignorare perché lo avevano arrestato nel 2004 e perché
lo hanno rilasciato pochi mesi dopo) [2], ma hanno ammesso di non
avere alcun piano di intervento e di lasciare il campo completamente
libero all”Emirato islamico e al Kurdistan [3].

Dal
punto di vista turco, questo “Kurdistan” è ugualmente una
manna per la sistemazione del suo problema curdo. Il primo ministro
Recep Tayyip Erdoğan ha ispirato tutta l”operazione alle orecchie
della famiglia Barzani. Inoltre, ha appena fatto votare dal suo
Parlamento una legge che autorizza a negoziare con i curdi di
Turchia: i parlamentari che contribuiranno a disarmare e integrare i
ribelli saranno esenti da procedimenti giudiziari [4].

Il
primo ministro spera di essere eletto presidente con i voti dei curdi
di Turchia che lo ringrazierebbero così di sponsorizzare il
“Kurdistan” all”estero. Naturalmente, è poco probabile che
egli continuerà la sua apertura una volta eletto.

Il
popolo curdo sbaglierebbe assai a credere che il “Kurdistan”
che viene loro proposto dagli israeliani e dai turchi sarà quello a
cui aspirano. All”opposto del loro antenato Saladino il Magnifico che
liberò e unificò il Levante, il clan Barzani li separerà dalle
altre popolazioni della regione, arabi, armeni, ecc. per trasformarli
in ausiliari dell”apartheid.

Mentre
su Internet i membri del PDK discutono della loro futura moneta, il
Kuro [5], i Barzani si comportano già come se avessero vinto con
l”aiuto di Israele. Hanno inviato i peshmerga a impadronirsi dei
giacimenti petroliferi di Kirkuk e di Bai Hassan – ufficialmente per
metterli in sicurezza rispetto alle manovre di Baghdad – e a
espellere i lavoratori arabi [6].

Non
ci può essere alcun dubbio che il progetto israeliano dei Barzani
presupponga una pulizia etnica che è appena all”inizio.

Il
PKK di Abdullah Öcalan ha già fatto appello a non cadere nella
trappola. Ha pubblicato un estratto della riunione segreta tenutasi
ad Amman il 1° giugno, nel corso della quale i gruppi islamisti
armati e il PDK di Mas”ud Barzani hanno stipulato la loro alleanza e
pianificato l”attacco coordinato dell”Iraq [7]. Il PKK fa appello a
una mobilitazione generale del popolo curdo contro il progetto
israeliano dei Barzani.

Da
parte sua, il primo ministro iracheno, Nuri al-Maliki, ha rivelato
che il suo esercito non poteva attaccare l”Alto Comando dell”Emirato
islamico … perché era ospitato a Erbil e protetto dal governo
locale del Kurdistan.

Due
linee dunque si oppongono, ma solo il popolo curdo può far fallire
il piano israeliano.

NOTE:

[1]
Damascus
Diary, An Inside Account of Hafez al-Assad’s Peace Diplomacy,
1990-2000
,
di Bouthaïna Shaaban, Lynne Rienner Publishers, 2012.

[2]
“
US missed Baghdadi’s likely al-Qaida link during 2004 detention”,
by Nancy A. Youssef, Merced Sun Star, 9 luglio 2014.

[3]
“
Inside the Ring”,
by Bill Gertz,
The
Washington Times
,
9 luglio 2014.

[4]
«Le parlement turc fixe un cadre pour négocier avec les Kurdes»,
Reuters, 17 luglio 2014.

[5]
“
As Kurdistan Ponders Independence, Kurds Wonder about Own Currency”,
Alexander Whitcomb, Rudaw, 9 luglio 2014.

[6]
“
Baghdad Lashes Out After Kurdish Forces Move into Two Oilfields”,
Rudaw, 11 luglio 2014.
[7] “
Rivelazioni del PKK sull’EIIL e la creazione del ”Kurdistan””,
Rete Voltaire, 10 luglio 2014.

Questa
“cronaca settimanale di politica estera” appare
simultaneamente in versione araba sul quotidiano
“Al-Watan” (Siria),
in versione tedesca sulla 
“Neue
Reinische Zeitung”
,
in lingua russa sulla 
“Komsomolskaja
Pravda”
,
in inglese su 
“Information
Clearing House”
,
in francese sul 
“Réseau
Voltaire”
.


Thierry
Meyssan, 13 luglio 2014.

Traduzione per Megachip a cura di Matzu Yagi.

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