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La CIA sorpassata dal sostegno dei civili a Daesh

Il problema della CIA è senza precedenti: la retorica degli atti terroristici sotto falsa bandiera si è trasformata in una potente ideologia e in uno Stato [Thierry Meyssan]

La CIA sorpassata dal sostegno dei civili a Daesh
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16 Marzo 2015 - 20.46


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«Sotto i nostri occhi» – Cronaca di politica internazionale n°120

di Thierry Meyssan.

Travolta dallo sviluppo
fulmineo dell”Emirato islamico che essa stessa ha creato, la Central
Intelligence Agency (CIA) sarà profondamente riorganizzata. Ma il problema che
deve affrontare è senza precedenti: una retorica che aveva immaginato per
firmare dei comunicati di rivendicazione di atti terroristici sotto falsa
bandiera si è trasformata in una potente ideologia al contatto con una
popolazione che non ne sapeva nulla fino all”esistenza. Per Thierry Meyssan, la
riforma della CIA sarà inefficace: non le permetterà di gestire il cataclisma
che ha provocato nel Levante.

La CIA è apparsa, lo scorso
novembre, come non in grado di valutare la situazione in Siria. Persa nelle sue
menzogne, l”Agenzia non riusciva più a individuare le motivazioni dei suoi
“rivoluzionari”. Peggio ancora, non era in grado di enumerare quanti fossero i
sostenitori della “ribellione” e quelli della Repubblica. Questo
fallimento non ha fatto che peggiorare, come ha dimostrato, alla fine di
febbraio 2015, il crollo del Movimento della Fermezza (Harakat Hazm),
l”esercito ufficiale dell”Agenzia in Siria. Certo, la vita va avanti e la CIA
ha raggruppato le sue forze in una nuova formazione, il Fronte del Levante
(Front Shamiyat).

Con la creazione di al-Qa’ida, poi
Daesh, la CIA ha pensato di noleggiare dei mercenari per svolgere missioni
specifiche che essa non poteva rivendicare. Non aveva mai preso in
considerazione che i civili potessero prendere sul serio la fraseologia da
quattro soldi che aveva immaginato per redigere comunicati rivendicativi. In
realtà, nessuno ha dato importanza ai borborigmi di Osama bin Laden secondo cui
la presenza di soldati non-musulmani della NATO durante l’operazione “Desert
Storm” in territorio saudita era un sacrilegio che richiedeva una
riparazione. In nessun luogo troviamo nel Corano
una giustificazione per una tale maledizione. I mercenari di Al-Qa’ida non
hanno avuto dunque alcun problema a combattere a fianco della NATO in Bosnia
Erzegovina e in Kosovo. Non sembrava esserci motivo di credere che sarebbe
diverso oggi.

Tuttavia, durante la guerra
contro la
Jamahiriya araba libica, ho osservato che alcuni mercenari di al-Qa’ida
sembravano voler effettivamente ritornare allo stile di vita del VII secolo, il
“tempo del Profeta”. Questo era vero almeno nell’oscuro Emirato islamico
governato da Abdelkarim Al-Hasadi in quel di Dernaa. Ma per loro non si
trattava del VII secolo levantino, che a quel tempo era cristiano e ancora non
si parlava l”arabo, e neppure del VII secolo francese del buon re Dagoberto, bensì
del VII secolo della penisola araba, una società fuori dal tempo composta
secondo il Corano da beduini furbi e
crudeli che il Profeta cercava di convertire e pacificare.

Più tardi, durante la guerra
contro la Repubblica araba siriana, ho osservato che i siriani che hanno
sostenuto al-Qa’ida (e ora Daesh), senza moventi finanziari, erano tutti membri
di famiglie assai numerose in cui alle donne non era permesso di controllare la
propria fecondità. La scissione che si stava svolgendo nel paese non aveva
nulla di politico nel senso moderno del termine. Ora, l”ideologia dei civili
che sostengono gli jihadisti si riduce a questo ritorno a origini mitiche,
quella dei custodi di cammelli d’Arabia del Medioevo. E la CIA che l”ha provocata,
non ne ha capito la forza e non ne ha seguito l”espansione.

Non si tratta in questo caso di
un “contraccolpo” – perché Daesh non si è rivoltata contro la CIA – bensì
della trasformazione di un gruppo terroristico in uno Stato e del trionfo di
una retorica ridicola presso alcune popolazioni.

La CIA si trova ad affrontare
il problema di tutte le amministrazioni. La sua modalità organizzativa, che le
ha permesso parecchie vittorie in passato in varie parti del mondo, non
funziona più, perché non ha saputo adattarsi. Organizzare un colpo di Stato e
manipolare le masse affinché sostengano un”organizzazione terroristica sono due
cose ben diverse.

È per questo che il direttore
John Brennan ha annunciato una revisione completa della struttura dell”Agenzia,
dopo 4 mesi di consultazioni interne.

Finora, vi era:

• La Direzione dell’intelligence,
responsabile per l”analisi dei dati raccolti;

• La Direzione delle Operazioni,
rinominata Servizio clandestino, responsabile dello spionaggio umano;

• La Direzione delle Scienze e
della Tecnologia, specializzata nel trattamento delle informazioni scientifiche
e tecniche

• La Direzione di Supporto,
responsabile della gestione del personale, la fornitura di attrezzature e dei finanziamenti.

Il personale era ripartito in
base alle proprie competenze: gli intellettuali all’Intelligence, gli
avventurieri alle Operazioni, i matematici alle Scienze e gli organizzatori al
Supporto. Naturalmente, a ogni direzione sono stati assegnati anche dei
collaboratori con altri profili, in modo da poter svolgere il proprio lavoro,
ma schematicamente ogni direzione corrispondeva a un profilo umano particolare.

I documenti rivelati da Edward
Snowden ci hanno insegnato che la CIA è la più grande agenzia di intelligence del
mondo con un budget di 14,7 miliardi dollari nel 2013 (ossia il doppio del
totale del bilancio della Repubblica araba siriana). Ma è comunque solo un”agenzia
di intelligence fra le 16 annoverate negli Stati Uniti.

In breve, con tutti questi
soldi e queste competenze, la CIA era pronta a conquistare l’URSS che è crollata
su se stessa senza di lei e non c”è più da 25 anni.

Per far progredire l”Agenzia,
John O. Brennan ha deciso di generalizzare il modello del Centro contro-terrorista,
creato nel 1986 in seno al Dipartimento Operazioni; un modello ultra-sofisticato
messo in scena nella serie televisiva 24
Ore
. Questa unità multidisciplinare ha fatto meraviglie per rispondere alle
domande quasi istantanee che le venivano poste. Essa è in grado di identificare
un individuo, localizzarlo ed eliminarlo in un attimo per la gran gioia della
Casa Bianca. E sappiamo che il presidente Obama va ogni giorno nel suo bunker
sotterraneo per determinare gli obiettivi dei suoi droni e far uccidere chi
vuole, quando vuole e dove vuole.

Secondo Brennan, non si tratta
di fare altro che di portare l”Intelligence nell”era delle nuove tecnologie, dei
computer e dei satelliti. L”Agenzia dovrebbe dunque essere rapidamente
ristrutturata intorno a 16 centri responsabili di ogni regione del mondo e a diversi
obiettivi generali.

Ma in cosa il modello del
Centro contro-terrorista avrebbe potuto comprendere la trasformazione di una
fraseologia infantile in una potente ideologia?

Il successo dell’Emirato
islamico viene prima dei suoi sostegni statali, dei suoi armamenti e del suo
denaro. Ma il sostegno di cui gode tra alcuni siriani e alcuni iracheni non ha
nulla a che fare con il Corano, né
con la lotta di classe. È la rivolta di un modello di vita che sta scomparendo,
di una società violenta dominata dagli uomini, contro uno stile di vita
rispettoso delle donne e che controlla le nascite. Questa trasformazione si è
realizzata in Europa con l”esodo rurale e le due guerre mondiali, senza causare
ulteriori guerre. È stata completata nei primi anni ”80 da parte dell”Iran di
Khomeini con un brillante successo e si è gradualmente estesa al mondo arabo fino
a infrangersi su Daesh; un conflitto che non ha nulla a che fare con la
distinzione teologica tra sciiti e sunniti.

Il seguito degli avvenimenti è
prevedibile. Come sempre, gli statunitensi pensano che il loro problema sarà
risolto grazie al progresso tecnico. È con una sfrenatezza informatica che
cercheranno di capire la situazione nel “Vicino Oriente”.

Ma come gli Stati Uniti, fondati
due secoli fa, potrebbero capire il cataclisma che hanno provocato nella più
antica civiltà del mondo? In che modo gli statunitensi – dei Barbari danarosi –
e i beduini del Golfo potrebbero organizzare persone civilizzate da sei
millenni? Perché questo è il segreto del Levante: una quantità di popoli
diversi, con la propria storia, la propria lingua e la propria religione, parlano
la stessa lingua volgare e vi lavorano insieme. [1]. I nasseriani e i baathisti
hanno cercato di trasformare questo mosaico in un’unica forza politica. Hanno
cercato di comporre una “Nazione araba” con dei popoli per lo più non
arabi. Un sogno di cui rimane oggi solo la “Repubblica araba siriana”. È questo progetto
politico che è stato attaccato da Daesh ed è questa civiltà a essere minacciata
dai suoi sostenitori civili.

Mentre gli Stati mono-etnici
sono facili da conquistare, hanno imparato nel tempo che la loro diversità e la
loro mescolanza li rende invincibili. Questo è anche il motivo per cui hanno
protetto i superstiti di un mondo antico; sopravvissuti che oggi si ribellano
contro di loro e li divorano dall’interno.

In che modo la CIA avrebbe
potuto anticipare che dei giovani europei, anche loro nostalgici di questi
vecchi tempi, si sarebbero uniti a decine di migliaia a Daesh per opporsi alla
marcia del tempo e distruggere opere d”arte millenarie?

La sconfitta israeliana in
Libano, nel 2006, ha dimostrato che alcuni cittadini determinati erano in grado
di sconfiggere il più sofisticato esercito del mondo. L”uomo ha già trionfato sulle
macchine. È un errore credere che il progresso tecnico sia un criterio di
civiltà, che dei computer permettano di capire chiunque, né di dominarlo. Al
massimo possono raccogliere grandi quantità di informazioni, classificarle e
sintetizzarle. La riorganizzazione dell”Agenzia le consentirà di rispondere a
tutte le domande del giorno, ma a nessuna su quel che accadrà domani.

Gli statunitensi e gli europei sono
incapaci di ammettere che dei popoli che hanno colonizzato abbiano recuperato i
ritardi tecnologici, quando essi stessi non hanno recuperato i ritardi in
termini di civiltà. Si trovano a doversi confrontare con i propri limiti e non
possono più influenzare il cataclisma che hanno involontariamente suscitato.

       

NOTA


[1] L”arabo è la lingua comune
nel Levante, ma vi si parlano anche le diverse lingue curde, l’armeno, il turco,
l”aramaico, il siriaco, l”ebraico, etc. Quasi nessuno dei suoi abitanti è etnicamente
arabo.

Questa “cronaca settimanale di politica estera” appare simultaneamente in versione araba sul quotidiano“Al-Watan”(Siria), in versione tedesca sulla “Neue Reinische Zeitung”, in lingua russa sulla “Komsomolskaja Pravda”, in inglese su“Information Clearing House”, in francese sul “Réseau Voltaire”.

Thierry Meyssan, 16 marzo 2015.

Traduzione a cura di Matzu Yagi

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